lunedì 17 ottobre 2011

Segnalazione Giveaway da Libreriafantasy.it

Il prossimo 25 ottobre uscirà per Mondadori il decimo volume delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin: "I guerrieri del ghiaccio".

Libreria Fantasy celebra l'occasione proponendo un Giveaway!



Trovate a questa pagina il regolamento per partecipare; affrettatevi, avete tempo fino al 25 ottobre!




lunedì 10 ottobre 2011

Recensione "Le voci di Nike" di Silvia M. Damiani

Recensione "Le voci di Nike" di Silvia M. Damiani (ExCogita Editore)






The answer my friend is blowing in the wind

La fine di una guerra e la vittoria dei protagonisti. Inizia così questo fantasy atipico: con una vittoria. Ma alla corte del re non si festeggia né si sorride, perché il principe Nabil è morto. La regina Amelia, suo marito il re Malesius (fratello di Nabil), e l'erede al trono, il principe Dereck (nipote di Nabil, nonché figlio di Amelia e Malesius), soffrono in silenzio, e solamente una bambina da libero sfogo al dolore della perdita: la piccola Nike; Nabil era suo zio, ma soprattutto, il suo eroe.
Prima di questa scena, un prologo che vede un'anziana donna muovere i suoi lenti passi verso un luogo a cui sembra tornare spesso, da un certo "lui", poi sorride nell'ascoltare un canto, una voce che in quello stesso momento è percepita anche dal principe Nabil, qui ancora in vita.
Si da per scontato che questo prologo sia l'inizio di tutto, ma tempo poche pagine che non si è più così certi!

Di questo romanzo breve è difficile identificare precisamente quando la storia abbia avuto inizio, poiché se dopo la scena della morte del principe Nabil ci riporta nel passato, a quando la guerra non era ancora iniziata e regnava il padre di Nabil e Malesius, alla luce di ciò che si svelerà poi nemmeno questo è il vero inizio, ma uno dei primi indizi. In questa scena del passato, si mostra il giorno in cui la famiglia reale incontra "il nemico", ma nemmeno su questo nemico viene data qualche informazione precisa, ad esempio sul perché costui sia diventato tale, fatto sta che si tratta di una strega, Rhea, nonché la responsabile del destino delle vite di tutti loro (compresa la propria); si tratta di destini maledetti, che si ripetono tante quante sono le reincarnazioni dei protagonisti, e prevedono una fine che, sebbene in modalità diverse, è sempre uguale a se stessa. Un ritornello. Come le parole già dette che aspettano d'essere nuovamente pronunciate, ripetute dal vento che è l'unico che conosce la risposta, come dice la canzone di Bob Dylan.
Il lettore dovrà "ascoltare" soprattutto quelle frasi, e cercare di risolvere l'enigma ponendole a confronto con ciò che gli viene di volta in volta mostrato.

Non si tratta di una lettura immediata, la soluzione è svelata solo alla fine del libro, inoltre, a complicare l'enigma c'è l'intreccio tra i personaggi, legati a doppio filo l'uno con l'altro: il principe Nabil era innamorato della regina Amelia, probabilmente era anche ricambiato, ma il destino (o meglio, la maledizione) ha voluto che andasse a finire diversamente; al suo posto ora c'è un demone che ha preso il suo nome (e le vite passate), intenzionato ad arrivare a Nike, ora ragazza, per scopi che saranno svelati, anche qui, verso la fine.
Nike, inoltre, è una protagonista fragile e debole che sembra sia coinvolta nella faccenda pur non avendoci nulla a che fare, eppure quando incontra Kaspar, sottoposto del "nuovo" Nabil, ha la sensazione di averlo già visto e conosciuto... cara Nike, non sai quanto!

Più che essere coinvolto nelle emozioni dei protagonisti, il lettore è spettatore del dramma, e guarda caso,  verso l'atto finale, l'autrice paragona i protagonisti come degli attori sul palco che recitano sempre la stessa parte; in compenso si può comprendere e far proprio il movente dell'intera vicenda, perché si tratta di un sentimento che ognuno di noi ha provato, fosse stata anche solo una volta, ed è quindi questo aspetto a fare breccia, muovendo la sensibilità del lettore sul finale piuttosto che durante le centotrentasei pagine.
C'è poi da dire che, nonostante questa impossibilità di capire il succo della storia se non all'ultima pagina, la lettura è intrigante: personalmente ho letto il libro tutto d'un fiato, talmente ero curiosa di scoprire la verità.

Originale e sorprendente, è per libri come questi che vale la pena leggere le piccole pubblicazioni: offrono spazio a quelle opere che forse non hanno un alto grado di commerciabilità, ma sicuramente contano su di un certo valore letterario. E scusate se è poco.


e-Book gratuiti: "Storia di Geshwa Olers II. La faida dei Logontras" di Fabrizio Valenza

Un post veloce veloce per segnalare che dall'1 ottobre è disponibile il secondo ebook della saga di Geshwa Olers di Fabrizio Valenza, ossia "La faida dei Logontras".
Ricordo che il download è gratuito.



Per maggiori informazioni sull'iniziativa di Fabrizio Valenza vi rimando a questo post, ora aggiornato.
Buon download e buona lettura!



mercoledì 5 ottobre 2011

Recensione "Fahrenheit 451 - gli anni della fenice" di Ray Bradbury




Titolo: Fahrenheit 451 - Gli anni della Fenice
Autore: Ray Bradbury
Editore: Oscar Mondadori
Genere: Fantascienza / Distopico
Data di uscita: 18 Marzo 2015 (della presente edizione)
Formato: cartaceo ed ebook
Pagine: 203
ISBN: 978-8804663058
Prezzo: € 9,00 cartaceo / € 7,99 ebook
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
In un'allucinante società del futuro si cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente. Il romanzo più riuscito del celeberrimo scrittore americano di fantascienza


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati

In un libro degli anni '50 la nostra attuale condizione umana

Di questo libro non ne avevo mai sentito parlare, e con una copertina del genere non mi avrebbe nemmeno attirato, ma ci siamo incontrati ed è stato amore a prima vista. Questo libro mi è stato consigliato da persone che nemmeno conosco, ma che leggendo il mio inedito lo hanno trovato somigliante; ha ricordato questo racconto fantascientifico per via dei temi che sono trattati.

In un futuro non specificato, Guy Montag è un vigile del fuoco, ma il termine (e il mestiere) ha assunto col tempo un significato diverso, perché i pompieri non estinguono le fiamme (nemmeno si ricordano che inizialmente era questo il loro compito), bensì le provocano, perché c'è una legge che impone che i libri siano bruciati, siano essi una Bibbia o un Corano, un poema di Omero o una poesia di Shakespeare, un saggio di Freud o una biografia, una storia d'amore o un racconto d'avventura, insomma, tutti, nessuno escluso. La prima domanda che sorge spontanea è: perché? Ma non ci è dato saperlo subito, altrimenti non capiremo il messaggio nascosto in questo meraviglioso, se vogliamo "profetico", libro; occorre prima indignarci davanti a quest'umanità fredda, menefreghista e ottusa, che si è dimenticata delle cose veramente importanti (le emozioni, il pensiero, la libertà, l'amore, l'amicizia) a favore di tutto ciò che è materiale e consumismo.
Il protagonista non è molto diverso dalla società, e visto il suo compito, incendia case piene di libri convinto che sia la cosa giusta, anzi, nemmeno si pone il dubbio, almeno finché un giorno, nella strada verso casa, incontra una ragazza di nome Clarisse. Clarisse è la diversa, non per via dei suoi diciassette anni, ma perché è una delle poche (se non rare) persone che stanno ancora all'aria aperta a guardare la luna quand'è sera, e ad ammirare la rugiada sull'erba la mattina presto; Montag è inizialmente a disagio perché effettivamente questi particolari non se li ricorda, ma comincia così a riflettere e ad aprire gli occhi sulla condizione attuale sua e di sua moglie, che è poi la condizione della società intera. Grazie alle parole di Clarisse, che sono anche le perle di saggezza dello zio, Montag si rende conto che c'è qualcosa che non va se sua moglie Mildred ogni notte ha bisogno di una "conchiglia" nell'orecchio che le trasmetta musica soft per addormentarsi, qualcosa non va se quella stessa sera lui la ritrova senza vita con un tubetto di farmaci abbandonato sul pavimento, ma non va ancor più che dal nulla salti fuori un macchinario, un "serpente con l'occhio" che entra nella gola della moglie per disintossicarla, e poi le sostituisce il sangue con uno completamente nuovo tanto da darle delle gote rosee che in realtà non le appartengono; è come se una persona non avesse nemmeno la libertà di morire, ma soprattutto Guy dovrebbe chiedersi perché Mildred lo abbia fatto.

La società ha offerto di tutto: divertimenti e svaghi d'ogni genere, automobili sempre più veloci, pareti TV che permettono allo spettatore di "entrare" nello show stando comodamente seduto in salotto, poi ancora, piscine, lavoro e sicurezza economica. Per fare tutte queste cose, non ci rendiamo conto di quanto il tempo sfugga al nostro controllo, di quanto la nostra attenzione sia monopolizzata dalla pubblicità, dal potere che ha la televisione nel convincerci di certe idee perché immediata, veloce, molto diversa da un libro che lo puoi chiudere per fermarti a pensare... ed è proprio della facoltà di pensare che si priva la società moderna. Il capo dei vigili del fuoco, Beatty, fa l'esempio delle chiusure lampo che hanno sostituito i bottoni nei vestiti: così si è velocizzata una parte della giornata, ma ciò ha comportato la privazione di un altro prezioso momento per pensare.
E' impressionante come l'argomento sia attuale, che ci sia arrivato uno scrittore negli anni '50, che probabilmente già si rendeva conto del grosso cambiamento in atto, e che personalmente trovo inquietante, perché rispetto agli anni '50 oggi andiamo ancora più veloce...
Me lo chiedo tutti i giorni che cosa corriamo a fare. E' solo mia la sensazione che nel frattempo ci stiamo perdendo "qualcosa"? L'argomento mi sta a cuore al punto che l'ho trattato più di una volta nei miei scritti, specie in quelli degli ultimi anni. Ognuno di noi in fondo lo sa che sta correndo troppo, e questa condizione si manifesta nel fisico (spesso vedo mani che tremano anche da ferme) e nella mente (esempio a tema, l'insonnia di Mildred). Non vorrei che queste riflessioni portassero oltre la recensione, ma questo è un libro che sembra essere fatto apposta per riflettere; me ne ha scatenate così tante che me le sono dovuta appuntare. Non solo, mi sono appuntata su dei fogli alcune parti di questo racconto, ma per quante ne ho raccolte sarebbe da rileggere il libro così com'è per intero! Ho trovato in ogni concetto una realtà, la nostra. In parte m'inquietava, in parte mi faceva innamorare, un po' per le idee comuni, un po' per alcuni particolari di cui non avevo mai tenuto conto. Non riuscirei a scrivere una recensione a un libro come questo senza metterci del personale; mi ha coinvolto, toccato nel profondo.
Ma torniamo al libro.

C'è un fatto importante da tenere in considerazione a proposito del protagonista: nonostante Guy non si ponga problemi nel bruciare libri, e nonostante apra gli occhi solamente dopo che incontra Clarisse, qualcosa in lui si stava muovendo già da prima, visto che nel condotto di aerazione della sua casa custodisce illegalmente alcuni libri; non si sa quando abbia cominciato, non importa che ancora non li abbia sfogliati, quel che conta è che ci sono. Ciò mi fa pensare al buonsenso; in fondo lui sa che è sbagliato bruciare i libri, allora ne salva qualcuno. Probabilmente è anche curioso, ma se non li ha ancora sfogliati non direi che sia propriamente la curiosità a muovere il suo comportamento. Guy Montag non è un protagonista "senza macchia", in più di un'occasione agisce d'impulso e diventa addirittura pericoloso, questo perché è come un animale in gabbia, che dopo aver sofferto tra le sbarre, una volta libero è fuori controllo, sfoga tutto ciò che ha trattenuto senza pensare alle conseguenze perché ebbro dell'improvvisa libertà e della voglia di rivalsa, così come della voglia di cambiare le cose, tutte e subito. Ma non si può pretendere che la gente cambi da un giorno all'altro... ed ecco che Guy trova un complice, o per meglio dire, una guida: il Professore Faber. L'intellettuale è l'equivalente maschile di Clarisse, ma al contrario della ragazza è un uomo anziano, e in quanto tale, meno propenso all'azione, almeno finché si convince che, nonostante i rischi, il passo valga la pena d'essere fatto, complice l'esempio che gli da il protagonista (nonostante l'impulsività eccessiva).
Ci sarebbero da spendere altre parole sul personaggio di Mildred, perché la moglie è l'esempio perfetto della società attuale; sembra esagerata, ma il libro ci da modo di capire che l'intera società sia proprio come lei. Mildred è insensibile davanti ai turbamenti del marito, indifferente quando viene a sapere della morte di qualcuno (e con quanta leggerezza le sue amiche parlano della guerra!), vuota, tanto che non si ricorda nemmeno come e quando lei e Guy si siano conosciuti: che amarezza.

Il libro si conclude in quella che non è propriamente una conclusione, quanto piuttosto un messaggio di speranza, ossia, facendo leva sul fatto che la guerra che incombe possa essere, per una volta, l'occasione di una rinascita, come la fenice che risorge dalle ceneri. Sembra proprio che non si possa pretendere che le cose cambino, se non quando, al limite, siamo costretti a ricominciare tutto d'accapo, senza altri beni se non quello della propria conoscenza, dei ricordi e della testimonianza, sperando di non cadere nuovamente negli stessi errori.
A dire il vero per il finale mi aspettavo di più, per questo ero tentata nel dare quattro stelle, ma poi ho pensato che non valeva la pena di togliere un voto al libro, talmente ricco di contenuti e spunti, per questo finale in sospeso; solitamente è un aspetto che mi fa cadere il giudizio sul libro, ma forse questo è uno di quei casi in cui siamo noi a decidere la fine. Chiudiamo il libro. Pensiamo. E salviamoci. Fin... no, questo è un inizio.


Il voto di Universi Incantati:



Citazioni tratte dal libro:

"Una volta, quand'era bambino, essendo venuta a mancare la luce, sua madre aveva trovata e accesa un'ultima candela, e c'era stata una breve ora di riscoperta, un'ora d'interiore illuminazione che lo spazio perdeva le sue vaste dimensioni per trarsi confortevolmente loro intorno, soltanto intorno a loro, madre e figlio, che trasformati, s'erano messi a sperare che la luce elettrica tardasse un bel po' a tornare." (ricordi di Montag)

"Nessuno ha più tempo per gli altri." (Clarisse)

"Sapete cosa ho scoperto? Che la gente non dice nulla [...] parla di una gran quantità di automobili, parla di vestiti e di piscine e dice che sono una meraviglia! Ma non fanno che dire le stesse cose e nessuno dice qualcosa di diverso dagli altri." (Clarisse)

"E nei musei, ci siete mai stato? Tutta roba astratta [...] lo zio dice che era differente una volta [...] i quadri e la cultura dicevano delle cose precise, mostravano addirittura delle persone!" (Clarisse)

"La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade e le altre strade d'ogni genere sono affollate di gente che va un po' da per tutto, ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto." (Beatty)

"La maggior parte di noi non può correre qua e là notte e giorno, parlare con tutti, conoscere tutte le città della Terra, non abbiamo tempo, denaro, nemmeno tanti amici. Le cose che voi cercate, Montag, sono su questa Terra, ma il solo modo per cui l'uomo medio potrà vederne il novantanove per cento sarà un libro." (Faber)



martedì 4 ottobre 2011

Nuovo articolo per TrueFantasy "Jappo W!": Metroid

E' online l'articolo che ho scritto per TrueFantasy rubrica "Jappo W!": stavolta tratto la saga di Metroid. 







Cari amici di TrueFantasy,
oggi torniamo a parlare di videogames e grandi saghe sviluppate per questa forma d’intrattenimento (e d’arte). Se qualche mese fa avevamo celebrato il venticinquesimo anniversario della saga fantasy “The Legend of Zelda”, c’è un’altra saga Nintendo che compie gli stessi anni in questo stesso periodo, ed è quella fantascientifica di “Metroid”. Creata da Gunpei Yokoi (morto in un incidente stradale nel 1997 è stato ideatore, tra l’altro, della console Gameboy), è ambientata nell’anno cosmico 20X5, quando la Federazione Galattica scoprì una forma aliena originaria del pianeta SR-388 e la battezzò col nome Metroid. Gli scienziati scoprirono che tali creature potevano essere utilizzate per molti scopi utili, ma il loro immenso potere aveva anche proprietà negative, cosa che attirò l’attenzione dei Pirati Spaziali. Decisi a impiegarli come armi biologiche, i Pirati Spaziali rubarono alcuni esemplari e iniziarono degli esperimenti nel pianeta fortificato di Zebes; la Federazione non riuscì a contrastarli, e l’ultima speranza fu quella di rivolgersi alla cacciatrice di taglie Samus Aran, nota in tutta la galassia per le sue incredibili imprese. Del suo passato sappiamo che Samus è l’unica sopravvissuta alla distruzione della Colonia Terrestre K-2L, evento che vide la morte dei suoi genitori e che fu provocato proprio dai Pirati Spaziali, ciò che la muove è quindi la vendetta, ma anche una
combinazione del destino: Samus, infatti, fu trovata e adottata dall’antica e pacifica civiltà aliena Chozo, la stessa ed evoluta razza che creò i Metroid per salvare il proprio pianeta dai Parassiti X, inoltre, in base a ciò che riportano le incisioni delle Rovine Chozo in “Metroid Prime”, la civiltà confidava nell’arrivo di un salvatore, e per questo nascosero dei potenziamenti adatti alla tuta di Samus (la “Tuta energia”, un esoscheletro altamente tecnologico sempre costruito dai Chozo per lei, che porta un Braccio Cannone con munizioni infinite); la cacciatrice di taglie diventa quindi come l’eroe di una profezia, la predestinata che deve salvare la galassia dai Pirati Spaziali, ma soprattutto, che deve porre rimedio alla situazione portata dai Chozo con i Metroid. Queste creature, infatti, si attaccano alla preda con le doppie mandibole e si nutrono della sua energia vitale; possono unirsi anche tra loro, diventando quindi una minaccia senza controllo. Per questo motivo, Samus viene poi chiamata dalla Federazione Galattica per eliminare anche i Metroid. C’è un episodio, però, dove la nostra eroina incontra un Metroid diverso dagli altri: accade in “Metroid II: Return of Samus” (1991, GBA) dove Samus trova un uovo di Metroid, l’uovo si schiude, e la creatura che ne esce riconosce Samus come sua madre; l’episodio è sviluppato in questo gioco per poi essere
ripreso, ulteriormente approfondito, in “Metroid: Other M”(2010, Wii). Tra eventi naturali quali la caduta dei meteoriti e le inevitabili contaminazioni, situazioni estreme come i pianeti  portati all’autodistruzione e la ricostruzione del DNA a scopi malvagi, vedranno protagonisti i due acerrimi nemici di Samus: Ridley (alieno simile a un drago, prende il nome dal regista di “Alien”, Ridley Scott) e il capo dei Pirati Spaziali MotherBrain (cervello madre, solitamente il boss finale).
Una caratteristica dei giochi di “Metroid” è che i boss hanno dimensioni colossali. Ma in realtà, la cosa che più intimorisce, nella serie, è quella sensazione d’immensa solitudine: siamo nei panni di Samus, e lei viaggia sola, sola in un pianeta vastissimo, pieno di labirinti e insidie, in una natura sconosciuta, dove gli unici esseri viventi che trova sono nemici. Nei titoli in prima persona, poi, solo qualche rara musica di sottofondo, perché principalmente sentiamo il rumore dei suoi passi, il respiro che si affanna quando corre… e sale la tensione sotto il visore verde in modalità “Scan”, per scansionare ogni cosa che capita d’incontrare, sia per prepararsi all’eventuale attacco, sia perché magari rappresenta la chiave per superare l’enigma. Ebbene, non lasciatevi ingannare dal Braccio Cannone della tuta che indossa, perché Metroid non è uno sparatutto, bensì un insieme di avventura,
esplorazione ed enigmi, insomma, è tutt’altro che immediato, specie considerando l’elevata difficoltà e le numerose volte in cui si rimarrà bloccati senza sapere come procedere: è impensabile giocarci senza prendere appunti! Il gioco, infatti, è costituito da un’unica e immensa mappa, che va a svelarsi man mano che procediamo verso aree prima sconosciute; non ci sono livelli, piuttosto si vedrà che non si riesce a proseguire oltre perché manca qualche potenziamento alla tuta di Samus. I potenziamenti riguardano: il Raggio Energia, che può evolversi, ad esempio, nelRaggio Onda  (lancia flussi di energia elettrica, utile anche per riattivare oggetti), nel Raggio Gelo (efficace contro i Metroid) e nel Raggio Plasma (il più potente, dal calore intenso); il Visore, che dal Combat, per dirne alcuni, può diventare Termico (ad infrarossi) o a Raggi X (la cui funzione varia leggermente da gioco in gioco); infine c’è la Tuta Energia, che può diventare più resistente come Termotuta, oppure può consentire a Samus di camminare sott’acqua quando diventa Tuta Gravità, e
tante altre ancora, tutte a coprire quella che la nostra cacciatrice indossa sotto, la Zero Suit (tuta zero), molto aderente e che non fornisce alcuna protezione, infatti la vediamo quando la Tuta Energia viene distrutta a forza di subire attacchi, e in mancanza del Braccio Cannone, Samus è costretta a usare una pistola di emergenza. Oggi tutti sanno chi si nasconde realmente sotto quella pesante “armatura”, ma all’epoca dell’uscita del primo “Metroid” (1986, Nes), i giocatori erano probabilmente convinti di star guidando un uomo, fino a che nella sequenza finale, la protagonista si toglieva la tuta e rivelava la sua vera identità (cosa che accadeva, tra l’altro, solo se si completava l’avventura entro un certo limite di tempo!); Samus Aran è probabilmente una delle prime eroine del mondo dei videogiochi. Altri potenziamenti riguardano i Missili (Missili gelo, Missili Diffusione,  Supermissili…) i salti (Supersalto, Astrosalto, Ipercinesi, Salto multiplo…) e la Bomba, che diventa Gigabomba; quest’ultima capacità è possibile quando Samus entra nella modalità Morfosfera, ossia, Samus si trasforma in una sfera! Questo concetto, che ricorda molto da vicino lo sparatutto “Turrican” (chi ha copiato chi?) è utile per entrare in cunicoli e raggiungere zone altrimenti inaccessibili, ma attenzione, con queste sembianze si è più vulnerabili!
Vediamo ora i titoli pubblicati fino a oggi e in quale piattaforma trovarli:


1986MetroidNes, Virtual Console (Wii), Nintendo 3DS (programma fedeltà) e come gioco bonus connettendo gamecube e Gba con i giochi “Metroid Prime” e “Metroid fusion”.
1991Metroid II: Return of SamusGameboy
1994Super MetroidSuper Nintendo, Virtual Console (Wii)
2002Metroid FusionGameboy Advance
2002Metroid Prime (il primo della serie in prima persona, sviluppato in tre dimensioni)Gamecube, e incluso in “Metroid Prime Trilogy” per Wii
2004Metroid Prime 2: EchoesGamecube, e incluso in “Metroid Prime Trilogy” per Wii
2004Metroid Zero Mission (il remake del “Metroid” per Nes)Gameboy Advance
2006Metroid Prime Hunters(sparatutto in prima persona e unico in multiplayer)Nintendo DS
2007Metroid Prime Pinball (spin-off)Nintendo DS
2007Metroid Prime 3: CorruptionWii, e incluso in “Metroid Prime Trilogy” sempre per Wii
2009Metroid Prime Trilogy(racchiude la trilogia Prime)Wii
2010Metroid: Other M (diretto seguito di “Metroid II: Return of Samus”, alterna terza e prima persona)Wii


I personaggi, le ambientazioni, e gli oggetti di “Metroid” appaiono, come tutti i videogiochi targati Nintendo, anche nei vari episodi della serie picchiaduro “Super smash Bros.”.
Ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento la prossima settimana con un’altra saga che festeggia venticinque anni… ma bando alle anticipazioni, piuttosto vado ad accendere “Metroid: Other M”: devo assolutamente trovare quei maledetti Supermissili, sono bloccata!
 



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