martedì 31 gennaio 2012

Anteprima eventi: San Giorgio di Mantova Fantasy 2012

Carissimi, emergono le prime indiscrezioni su San Giorgio di Mantova Fantasy 2012
Universi Incantati sarà uno dei fortunati blog che seguirà l'evento da vicino, ma al momento vi lascio al primo comunicato stampa ufficiale; stay tuned!



È confermato!
Il più grande festival d’Italia dedicato alla letteratura fantasy ritorna anche nel 2012.
Dopo il grande successo dello scorso anno si rinnova il sodalizio tra il comitato organizzatore del festival, presieduto dallo scrittore mantovano Mauro Fantini, e il Comune di San Giorgio di Mantova.
Quest’anno il divertimento sarà doppio. Le giornate dedicate alla letteratura fantasy saranno due: sabato 9 e domenica 10 giugno 2012.
Il sabato mattina sarà dedicato ai bambini con incontri nelle scuole cittadine e un concorso tutto per loro. 
I più grandi non saranno trascurati, ci sarà la premiazione di due importanti premi letterari: il Premio Cittadella e il Premio Magia Urbana Pret-a-porter indetti dall’associazione “Sogni nel cassetto”
Nel pomeriggio potremmo immergerci tra ospiti scrittori, illustratori di fama internazionale e tanti, tanti libri. Non solo, fantastici oggetti e giochi a tema ci catapulteranno in quell’atmosfera che solo il fantasy è capace di creare.

La domenica il comitato organizzatore ha pensato di portare gli amanti del fantastico direttamente dentro le storie di questi libri parlando di quelli che sono diventati delle trasposizioni cinematografiche. Prima con lo staff del Fantasy Magazine poi incontrando i doppiatori che danno le voci ai protagonisti della serie cult dell’anno Game of Thrones (vera chicca dell’edizione 2012. )

Si parlerà di libri e si sfoglieranno le loro storie per due giorni, lasciandosi trasportare nel mondo fantastico della magia, del mistero, dell’horror, della fantascienza e delle favole per i più piccini.

Presto, molto presto, quando anche gli ultimi ospiti avranno detto sì, verrà reso noto il programma definitivo dei due giorni.

È al momento on line il promo trailer dell’evento da gustare tutto d’un fiato e che vi farà rimanere con l’acquolina in bocca: https://www.facebook.com/photo.php?v=2863268115326

Restate in contatto con noi attraverso il sito: http://www.sangiorgiodimantovafantasy.it/ 


Per tutte le info scrivete al comune di San Giorgio di Mantova oppure a: info@sangiorgiodimantovafantasy.it 

Grazie a tutti!

Claudia Tonin
Addetta ufficio stampa

lunedì 30 gennaio 2012

Giveaway "Le Torri di Mezzanotte" su libreriafantasy.it!

Carissimi, vi segnalo il nuovo Giveaway organizzato da libreriafantasy.it:

"Le Torri di Mezzanotte" di Brandon Sanderson,
penultimo romanzo del ciclo "La Ruota del Tempo" di Robert Jordan


Trovate in questa pagina di Facebook il regolamento per la partecipazione.
In bocca al lupo!

lunedì 23 gennaio 2012

The Versatile Blogger Award!

TADAAAAAAAAAAAN!!!!


Ringrazio Stefy di Inchiostro e Cioccolato e Luigi di Letteratura & Cinema per aver premiato anche il mio Universi Incantati (che vista la frequenza di commenti è anche un po' vostro ;))!
Ora vi lascio con 7 cose che non sapete di me, dopodiché nominerò 15 blog meritevoli di questo premio ^.^

1) Adoro viaggiare. Sono stata fortunata che i miei genitori mi abbiano sempre portato in vacanza con loro, non solo perché ho visto posti meravigliosi, ma perché vedere altre realtà porta alla riflessione, all'apertura mentale e all'ispirazione! Quand'ero piccolina ho visto posti come Madonna di Campiglio, il Gargano, l'isola d'Elba, la Sardegna... poi abbiamo iniziato a varcare i confini italiani e siamo andati in Austria, poi in Egitto, dopodiché a  ruota libera con la Repubblica Dominicana, Maldive, Seychelles, Cuba, Messico. A un certo punto i miei si sono fermati e io ho cominciato a viaggiare con la mia metà: Capo Verde, di nuovo Repubblica Dominicana, e a parte le immancabili mete italiane (Riva del Garda, Saturnia) abbiamo fatto un favoloso viaggio di nozze alle Maldive a febbraio dell'anno scorso (come vorremmo riandarci! *_*) Vorrei poter girare il mondo: sono tanti i paesi che mi affascinano. Su tutti, e ultimamente ci sono proprio fissata, il Giappone; andarci è il mio sogno!
io alle Maldive (febbraio 2011)
2) L'acqua è il mio habitat naturale. Un'affermazione che ha dell'assurdo, eppure l'acqua è senza dubbio il mio elemento: sono del Cancro (nata il 13 luglio ^^); i miei mi hanno iscritto a nuoto ch'ero piccolina e ho seguito i corsi per 8 anni, nel corso dei quali ho vinto anche delle gare e battuto l'allora record della scuola (nuoto SEMPRE a rana, il mio stile vincente!); quando vado nelle mete esotiche mi tuffo dal catamarano, non importa la profondità delle acque; mi piace fare snorkeling e fotografare i pesciolini; ma soprattutto, quando entro nell'acqua mi passano tutti i mali (se ho il mal di stomaco, questo se ne va!), mi rilasso, mi sento libera... provo delle sensazioni profonde di pace e serenità. Poi mi verrebbe da rotolarmi nella sabbia come una sogliola impanata XD

Una balena spiaggiata alle Maldive XD
3) Mi piace fotografare. Ecco un altro motivo per cui una si sente vicina al Giappone XD Rispetto a una volta, che giravo costantemente con una macchina fotografica nella borsa, oggi ne faccio molto meno, ma non esiste che io vada in un posto, o assista a un particolare evento/fiera/festività senza la mia fida "immortalatrice d'attimi"! A volte voglio essere il soggetto principale, e oltre alle persone (il marito, gli amici, i famigliari) fotografo un po' di tutto, là dove i miei occhi si posano e scoprono un'emozione. Mi piace poi focalizzare i dettagli più che il soggetto completo. Può inoltre capitare che mentre guido sento il bisogno d'immortalare, ad esempio, delle nuvole che assumono le più svariate forme, oppure il cielo quando si tinge di sfumature contrastanti, oppure ancora, quando si proietta un fascio di luce (W la fotocamera nel cellulare!), purtroppo però non riesco mai a rendere giustizia a lei, la voce numero 4...

La fotografa si fotografa
4) La luna. Con la luna è un po' come il mare: vivo un legame spirituale. Mi capita spesso di cercarla nella notte; non so perché senta questo bisogno di vederla, poi mi viene spontaneo ammirarla, contemplarla, addirittura le parlo... a volte faccio persino fatica a staccarle gli occhi di dosso (sempre quando guido XD). E' bellissima, la venero.
Il cielo sorridente di qualche anno fa: che fenomeno meraviglioso! 
5) Insomma, quante volte guardo questo cielo? Forse perché spero di avvistare un drago! I draghi sono infatti un'altra delle mie fissazioni. Non so bene quando sia cominciata, se sia nata dopo aver visto, Falcor/Fucur de "La storia infinita" o la leggendaria creatura di "Dragonheart", fatto sta che ho l'hard disk pieno zeppo d'immagini coi draghi, e 10 anni fa ho comprato la mia prima statuina di resina raffigurante un drago, la prima di una lunga serie che procede tuttora! Rossi, verdi, blu, arancioni; che dormono, che soffiano fuoco, che tengono una sfera, che s'attaccano, che custodiscono un tesoro... c'è posto per tutti! Almeno finché la mia casina non si riempie tanto che dobbiamo uscire noialtri :P

Lui è Indaco! E ha il suo perché nella mia vita...
6) Poco sopra ho raccontato dei miei viaggi all'estero, ebbene, dalla Repubblica Dominicana e Cuba, è nata la mia passione per i balli latino-americani! Ricordo ancora quando a sedici/diciassette anni scoprii il Merengue a Santo Domingo. Diversi anni fa ho frequentato una scuola di ballo dove ho imparato bachata, cha-cha-cha, merengue, e la fantastica salsa cubana (un po' anche la portoricana) cui si va ad aggiungere la vuelta che si balla a gruppi. Se mio marito non avesse abbandonato il corso avrei continuato (d'oh!)... ma ciò non significa che rinunci a muovere qualche passo appena me ne capita l'occasione! Come mi mette di buon umore quella musica... fa sorge il sole dentro me.

Che voglia di ballare! *__*
7) E veniamo a oggi. Ho da poco ricominciato la mia nuova vecchia vita, da inizio dicembre, ad essere precisi. Sveglia alle 5:50 del mattino, dalla mezz'ora all'ora di viaggio (solo considerando l'andata), scarico merce con "costruzione" dell'ambiente di vendita, dopodiché si commercia e si ripete il tutto in senso contrario. Insomma, ho ricominciato a fare i mercati in piazza!!!! :D Per poterlo fare, ho chiuso il negozio. Non mi soffermerò su quanto sia stato pesante, per me, l'anno scorso, stare segregata in quelle quattro mura in una via buia e desolata dove dopo uno spiacevole episodio non sono più riuscita a sentirmi serena o al sicuro, complice la mia condizione solitaria. Forse sarebbe stata la vita per me se i miei genitori non mi avessero fatto conoscere il mercato per 8 anni (senza contare le stagioni estive quand'ero ragazzina), perché abituata com'ero tra muovermi, tra lo stare sempre all'aperto, tra l'avere costantemente la compagnia di qualcuno (di papà, dei clienti, dei "colleghi" ambulanti), e le continue nuove uscite di certi clienti che fanno sbellicare dalle risate (certo, ogni tanto ci si arrabbia pure), è stato un cambiamento che, non mi sono resa conto subito, ma mi ha spento poco alla volta... E' vero, l'ho provato sulla mia pelle: non sai mai quanto sia importante una cosa fino a quando non l'hai persa. Ma almeno l'ho ritrovata! E chi se ne importa delle intemperie, della sveglia, della fatica, dei bagni pubblici, e se ho meno tempo per stare su Facebook (XD): mi sento viva! :D

Il mio banco a Faenza (RA)

Dopo questa lunga chiacchierata/sfogo, passo la parola ai 15 blog che ho selezionato:

1) Alla fine del sogno
2) Beyond the Crimson Walls
3) Dusty Pages in Wonderland
4) Enchanted Forest
5) Il Portale Segreto
6) Libri e Caffèlatte
7) Otherworlds
8) Procino Kafé
9) Romanticamente Fantasy, urban fantasy, paranormal romance & co.
10) Sognando Leggendo
11) Young Adult Lit
12) Diario di Pensieri Persi
13) Il libro Eterno
14) Esedion
15) La Stamberga dei Lettori

Complimenti!

giovedì 19 gennaio 2012

Recensione "The Legend of Zelda - Minish Cap" delle Akira Himekawa

Recensione "The Legend of Zelda - Minish Cap" delle Akira Himekawa (J-Pop)






Un'impresa malriuscita


E' piuttosto raro che io valuti una lettura con una o due stelle, ma è cosa ancor più rara che io dia un giudizio tale quando si tratta di Zelda. Le opere di Miyamoto e soci (questo è un titolo sviluppato dalla Capcom) sono magiche, epiche, appassionanti; se le Akira Himekawa sono comunque riuscite ad essere all'altezza con la conversione manga di "Ocarina of Time", "Majora's Mask" e "Four Swords +", non si può dire che qui abbiano fatto lo stesso.
La storia di "Minish Cap" narra del giovanissimo Link che, come sempre, deve salvare la sua amica Principessa Zelda, stavolta tramutata in una statua di pietra a seguito di un sortilegio del mago Vaati. Il malvagio si è liberato di lei per agire incontrastato nel recupero della Forza di Luce, oggetto sacro capace di conferire l'onnipotenza, e credendo fosse custodito nello scrigno della famiglia reale, Vaati ne ha rotto il sigillo della Spada Sacra, ma con il solo risultato di liberare tutte le forze del male in esso imprigionate. Mentre il mondo di Hyrule si popola di mostri d'ogni genere, Vaati riprende la ricerca della Forza di Luce, e Link intraprende la sua avventura per salvare Zelda riforgiando la Spada Sacra, l'unico oggetto capace di spezzare la maledizione; secondo delle antiche leggende, infatti, la Spada Sacra fu forgiata dai Picori, ovvero gnomi grandi quanto un pollice che aiutano gli umani nel quotidiano senza farsi vedere (un po' come Arrietty di Miyazaki!), gli stessi esseri che in un'era remota aiutarono l'eroe a contrastare le forze del male donandogli proprio quella spada magica. I Picori vivono nelle Minish Woods (la foresta dei Minish) e si dice che solo i bambini siano in grado di vederli...
Una volta raggiunta la foresta, Link s'imbatte in una strana creatura, un cappuccio parlante di nome Ezlo che dice di sapere parecchie cose sui Picori, ad esempio che per scovarli occorre essere minuscoli, così suggerisce a Link di salire sopra a un ceppo lì vicino, dove a seguito di qualche parola magica il nostro eroe si rimpicciolisce! Quando trova i Picori, scopre che per riparare la Spada Sacra occorre recuperare i quattro elementi (terra, acqua, fuoco e vento) sparsi per Hyrule.

Questa la trama che trapela dal manga così come dal videogioco, ma per quanto riguarda il manga, in realtà, già dalle prime pagine partiamo male. Leggiamo: "Ti hanno mai narrato dei Picori?" ed è un'introduzione di un solo foglio, messa lì senza criterio, perché nel foglio subito dopo vediamo che Link e il suo parente sono in tutt'altre faccende affaccendati, dunque di chi era quella voce narrante? Ho persino controllato su delle scan online se il manga iniziava davvero in questo modo e non ci sono pagine mancanti, è proprio così che comincia la storia! Mi ha dato una così brutta impressione che sono andata a caricare il gioco presente nel mio 3DS (grazie al "Programma Ambasciatori Nintendo" l'ho ricevuto in omaggio, tra gli altri giochi, per aver acquistato il 3DS prima del taglio del prezzo) e perché avevo ricordi confusi, visto che il gioco è del 2004 e uscì per Gameboy Advance; ebbene, se la storia fosse almeno iniziata come nel videogioco, ossia con l'antica leggenda della Spada Minish forgiata dai Picori... nel manga è nominata in seguito ma non è la stessa cosa; una gestione "spartana" della trama che crea anche confusione.
Della storia mi è subito sembrato strano anche il fatto che il fabbro fosse il nonno di Link; ho controllato, e infatti nell'originale si parla di zio (mamma mia quanto sono precisina quando si tratta di Zelda...!) che in realtà Link non deve prepararsi per combattere, quindi non viene bocciato (le Akira Himekawa gli fanno pure fare la parte dello "sfigato"), e in generale hanno dato a Link e Zelda un'interpretazione del carattere che non mi è piaciuta proprio: Link che non crede all'esistenza dei Picori?! Dov'è finito il suo cuore puro? Poi approfitta del suo essere minuscolo per guardare sotto la gonna di una ragazza; questo non è Link! E chi è quella Zelda capricciosa che pur di convincere Link ad accompagnarla alla festa del paese si mette a lagnare e piangere?! E va bene che nel genere manga è tipica la presenza di qualche "sipario comico", ma questi non sono gli eroi che conosciamo noi appassionati! Mi ricordavo una Zelda vivace, un po' maschiaccio e ribelle perché sfugge al comportamento consono a una principessa, ma non una così viziata e capricciosa come ci viene mostrata nel manga!

Un altro aspetto che è un peccato non sia stato mantenuto, è la particolarità della lingua Minish: quando Link incontra per la prima volta i Picori, le due razze non riescono a capirsi. Mentre seguivo il manga ho provato a leggere al contrario le frasi pronunciate dai Picori: non avevano comunque senso, ma mi ha ricordato il giapponese. Nel videogioco, infatti, da brava otaku sono andata a controllare per poi (ri)scoprire che i Picori parlano italiano al contrario, e a quanto pare i traduttori hanno sorvolato questo dettaglio lasciando il linguaggio com'era nel manga originale (ossia il giapponese al contrario). Riguardo all'edizione della J-pop c'è da dire che sono presenti anche degli errori di stampa.
Come già visto negli altri manga della serie proposti dalle Akira Himekawa, anche in questo volume la storia scorre fin troppo in fretta quando si tratta di dungeon, boss, e oggetti speciali che poi entrano nell'arsenale d'armi di Link; in questo manga la presenza di tali elementi è ancora più scarna. D'un tratto vediamo Link in un dungeon che ottiene quello straordinario oggetto chiamato Giara Magica, poi lo vediamo con il Bastone Sottosopra, e sempre più a mo' di sketch, eccolo indossare i Guantoni Talpa! Ma che tristezza, non c'è un benché minimo di approfondimento e nemmeno una situazione che mostri come ognuno di questi oggetti sia importante per il proseguimento dell'avventura.

Durante la mia esperienza videoludica di Minish Cap, ricordo il tempo che dedicai alla ricerca dei cosiddetti "Frammenti di Felicità", amuleti spezzati da fondere con la giusta (e smarrita) metà. Era una fase di gioco lunga e impegnativa, perché si accumulavano pezzi senza trovare la controparte mancante, e ce n'erano un'infinità! Pur essendo una sub-quest era appassionante anche perché rivelava degli approfondimenti sui vari personaggi; nel manga, invece, la fusione dei frammenti si presenta solo un paio di volte, cosicché non nasce lo stesso entusiasmo.
E' proprio questo ciò che manca al manga: entusiasmo, phatos, coinvolgimento. E' del tutto assente la magia che si respirava nel videogioco, quella sensazione di trovarsi in un altro mondo quando in realtà è lo stesso ma  visto al microscopio, dove ti sembra essere una formica che passeggia tra ghiande e bottoni giganti, arrampicandoti nelle coste dei libri e temendo la polvere, col rischio d'affogare in quello che sembra un lago ma in realtà è solo una piccola pozzanghera, sfuggendo a gatti e pulcini che ti scambiano per cibo. Veramente ci sarebbero anche questi siparietti, ma nel videogioco era più intenso, aveva più spazio ed era vissuto costantemente come caratteristica principale della storia (un altro esempio, controllare tutto ciò che ti circonda alla ricerca di sentieri e piccole casette a cui si accede solo in forma Minish).
Nella storia cartacea sono poi sbandierati dei messaggi positivi talmente scontati e banali che fanno cadere le braccia. Mi si era creata una certa aspettativa sulla vicenda della farfalla che canta (non ricordo se fosse presente anche nel videogioco; in questo caso non ho controllato perché dovrei rifare tutta l'avventura!) ma alla fine si conclude in poche pagine e le solite battute melense.
Le Akira Himekawa ci regalano però degli extra, 6 pagine che riguardano il passato di Vaati. Beh, non fanno né caldo né freddo; non era meglio dedicare quelle pagine alla storia vera e propria?
Si salvano solo i disegni, ma si era visto di meglio con "Ocarina of Time" e "Majora's Mask".

lunedì 16 gennaio 2012

Recensione "Lisa Verdi e il ciondolo elfico" di M.P.Black

Recensione "Lisa Verdi e il ciondolo elfico" di M.P.Black (0111 Edizioni)






Desiderare d'essere Lisa

Mi è finalmente capitata l'occasione di leggere il primo libro della trilogia de "La Signora degli Elfi", l'esordio dell'autrice fantasy nostrana M.P. Black.
Ho concluso la lettura da qualche giorno, ma nella mia mente sono ancora impresse certe scene e situazioni, non solo, mi ha lasciato una piacevole sensazione, come se fossi tornata sedicenne con la voglia di sognare ventitré ore su ventiquattro fantasticando d'avventure e d'amori.

Lisa Verdi, infatti, è una sedicenne come tante che prende la bicicletta per andare a scuola assieme al suo migliore amico Paolo, e ha un'amica, Matilde, che osservando i due s'accorge che Paolo è innamorato di Lisa, cosa che lui stesso le confiderà di lì a poco, gettando la ragazza nel panico.
Mentre cerca di fare luce sui propri veri sentimenti, Lisa segue dal telegiornale la notizia della morte del signor Marchi, proprietario di un bar a un'isolato da casa sua; quel che più la sconvolge è che si tratta di omicidio e, cosa alquanto strana, l'arma del delitto è una freccia, che i RIS hanno trovato impiantata nel torace della vittima. Appena Lisa comunica la notizia alla zia Anna, sua tutrice, quest'ultima assume un'insolito comportamento, a cui segue la decisione di partire alla volta della casa nel bosco dove abitava Lisa quando i genitori erano ancora vivi. Costantemente restia e poco convinta dell'agire della zia, Lisa è anche bisognosa di risposte perché negli ultimi tempi è vittima di terribili incubi nel corso dei quali è anche apparsa la madre a comunicarle messaggi enigmatici, inoltre, solo allora, la zia le consegna un ciondolo con una felce verde smeraldo, uguale al suo ma che apparteneva alla madre di Lisa. Per aiutare la nipote a scoprire la verità, Anna la esorta ad andare in una verde pianura in mezzo al bosco, dove poi Lisa vede se stessa da bambina e rivive il suo vero, tragico passato: scopre così che la madre Marta è ancora viva, in attesa di lei in una dimensione parallela, quella del Regno degli Elfi dove Marta ne è la Signora; scopre inoltre di avere un fratello di nome Luca, ora uno dei generali del Regno, e che il padre non morì a seguito di un incidente, bensì fu assassinato dal Nero Signore che vuole tuttora conquistare il potere eliminando la famiglia reale, quindi Marta, Luca, e soprattutto Lisa, in quanto futura erede del Regno degli Elfi.

Uno degli elementi che più mi ha colpito (e conquistato) nel romanzo è proprio che il Regno degli Elfi sia fondato da una dinastia femminile: "Girl power", finalmente! Da premiare soprattutto per questo, oltre che per l'originalità.
Un altro aspetto insolito è la sorprendente origine degli elfi: lo vediamo dal prologo che la razza elfica è nata dell'unione di esseri umani con popoli alieni, ben diecimila anni or sono. E non è tutto! Gli Elfi di M.P. Black cavalcano cavalli bionici e usano pistole laser, con il risultato che il lettore si trova di fronte a un fantasy contaminato dalla fantascienza. Ciò è evidente anche dal fatto che appena Lisa entra nel Regno degli Elfi  trova cieli verdi e pianure azzurre, uno scambio che è sinonimo di realtà parallela, concetto più vicino al contesto fantascientifico che al genere fantasy; mi è piaciuto!

Il libro, nonostante qualche refuso di poco conto, è scorrevole e scritto in maniera semplice, di facile lettura, ma ciò che ho notato in particolare è che è molto curato dal punto di vista dei dettagli: non mi riferisco alle descrizioni dei paesaggi, quanto piuttosto alle precisazioni sugli atti che i personaggi compiono mentre dialogano fra loro (specie quando parla Lisa), il che contribuisce a definire il carattere di ognuno.
Nella vicenda di Lisa sono infatti coinvolti tanti altri personaggi: si aggiungono alla timida amica Matilde, lo scontroso Gianni e il goffo Bartolomeo. Quest'ultimo è un ragazzo elfo nonché il "bodyguard" di Lisa, e diventa uno dei personaggi principali man mano che si prosegue la lettura. Paolo, infatti, cede spazio a Bartolomeo in tutti i sensi, ed evitando spoiler mi limito a dire che un'altra caratteristica positiva di questo romanzo è che conquista il tipo sporco e trasandato dai modi bruschi, piuttosto che il solito belloccio di turno tutto "fighettino" e tutta... apparenza. Tipi del genere brulicano comunque nel romanzo, ma come "soprammobili" (^.^) e qui Lisa "sbavicchia" e fantastica come la più classica delle adolescenti. La protagonista mi è sembrata un po' sopra le righe quando afferma di voler uccidere il Nero Signore, ma quando si mostra capricciosa e agisce d'impulso, trovo giustificazione (ancora) nella sua età.
Riguardo al Nero Signore mi è dispiaciuto che l'uscita di scena fosse così rapida e "indolore", specie dopo le occasioni in cui aveva dimostrato quanto fosse violento e crudele (non sono da meno i fantasmi), e sebbene mi aspettassi quel voltafaccia di... non mi sbilancerò di chi (ma nel romanzo è volutamente lasciato intendere) non pensavo che costui potesse arrivare ad essere così bastardo e senza pietà, della serie: "il vero cattivo era un altro", oppure, "una persona non la conosci mai fino in fondo".
Se in questo preciso sviluppo s'intende bene dove voglia arrivare l'autrice, il finale-epilogo è invece imprevedibile: si tratta di un bel finale di forte impatto emotivo, che invoglia a leggere al più presto il seguito ("Lisa Verdi e l'antico codice"); ho adorato tutto il "non detto", ad esempio quando Lisa percepisce la mancanza di qualcosa mentre va a scuola, oppure quando la temibile prof. Rinaldi si aggiusta i capelli con un gesto preciso, insomma, tutti quei riferimenti che trapelano tra le righe.

Nel romanzo, però, ci sono anche alcuni aspetti che non mi sono piaciuti, in primo luogo l'ostinazione di Anna e Marta nel non credere alla parola di Bartolomeo, oppure il fatto che si risolva in modo un po' troppo semplicistico la faccenda del generale Luca. In generale non mi è piaciuto il personaggio di Marta, fredda con la figlia e a tratti superficiale, mentre la zia ha cominciato a starmi antipatica col passare delle pagine. In generale, ho comunque trovato appassionante la vicenda famigliare di Lisa, ma forse ancor più quella del Nero Signore che sembra riservare ulteriori sorprese.
Spesso il libro mi ha provocato risate (Lisa che calcia l'aria per colpire Bartolomeo) e mi ha fatto sorridere quando la ragazzina ha "agito verbalmente per vie legali" nella scena finale; quest'ultima, di primo impatto mi è sembrata più una barzelletta che la soluzione al problema, tuttavia sono riuscita ad accettarla in nome della magia, della favola, e del fatto che dopotutto si è chiuso con le stesse modalità di come si era aperto (mi rendo conto di parlare per enigmi, questo per non cadere nello spoiler, ma chi ha letto il libro sono certa che capirà).

In conclusione, Lisa Verdi lascia solo emozioni positive, per questo è una lettura perfetta per ragazzi (le femminucce poi, ne andranno pazze), ma potrebbe interessare anche il pubblico adulto perché risveglia ricordi e sensazioni. Personalmente avrei voluto leggerlo da adolescente, ci avrei sognato per giorni e giorni, ma, dopotutto, mi sembra che sia accaduto ugualmente!
Grazie, Paola!

mercoledì 11 gennaio 2012

Recensione "Moby Dick 5" di Tetsuo Imazawa

Recensione "Moby Dick 5" di Tetsuo Imazawa (distribuzione Yamato Video)




E' una grande balena spaziale, luccicante astronave nel sole...

Come iniziare questa recensione se non citando la prima strofa della sigla cantata da "I Cavalieri del Re" con quella ritmica incalzante e un testo che s'imprime nella mente quasi fosse una filastrocca? Impossibile non canticchiarla: "è un vascello ma senza le vele la Moby Dick 5... Moby Dick!" Ma non lasciatevi ingannare (com'è successo a me!): questa storia non ha nulla a che fare con il celebre romanzo di Herman Melville, poiché tra le due opere c'è in comune semplicemente la presenza di una balena bianca (e forse lo stesso messaggio ecologico-ambientalista, che però in "Moby Dick 5" è accennato), infatti il titolo originale dell'opera è "Mu no Hakugei", ossia "la Balena Bianca di Mu".
Mu è un continente sommerso nel Pacifico, e pur essendo finito nelle profondità marine ha conservato la sua dimensione fatta di terra e cielo, persino d'ecosistema, tuttavia sembra che conti la presenza di un solo abitante, una misteriosa ragazza di nome Madora. Mentre diversi fenomeni catastrofici sconvolgono la Terra, Madora si precipita per trovare e riunire cinque ragazzi terrestri sull'isola di Pasqua. Ken, Jo, Rei, Shin e Marabù (sembra siano tutti giapponesi tranne Jo, sudamericano) non sanno che Madora li ha riuniti per il preciso compito di salvare la Terra combattendo al fianco della maestosa Balena Bianca di Mu una guerra cominciata trentamila anni prima contro il malvagio impero di Atlantide.
Esatto, Atlantide: il mitico continente sommerso! 
Ma com'è che qui il continente sommerso si chiama Mu  mentre Atlantide la vediamo come un'isola che fluttua nello spazio? Ebbene, Mu è un altro mito, di certo meno conosciuto rispetto a quello di Atlantide per cui rimando i curiosi a questa pagina di wikipedia. Per rispondere alla domanda, invece, ci pensano gli autori stessi nel 4° episodio, quando mostrano come trentamila anni prima Ra-Mù (il re di Mu nonché padre di Madora) concluse la guerra contro Zarkon, l'imperatore di Atlantide, utilizzando la pietra dei nemici stessi, l'Olyhalcon: questo minerale dall'enorme potere provocò la sparizione di entrambi i continenti dalla Terra (l'uno finì sott'acqua, l'altro lontano nello spazio), e se lo spirito di Ra-Mù si fuse e si conservò nel corso dei millenni nella Balena Bianca, Zarkon invece rimase ibernato nella sua Atlantide. 
Nel presente, gli Atlantidi sono capitanati dalla malvagia consorte dell'imperatore, la regina Condra, e il loro obiettivo è quello di ritornare sulla Terra per rintracciare l'Olyhalcon e risvegliare quindi Zarkon, dopodiché "riappropriarsi" della Terra riportando il continente nel luogo d'origine e conquistare l'intero pianeta con la forza; dalla loro hanno armi micidiali e una tecnologia avanzata il cui punto di forza è chiaramente l'Olyhalcon.

Uno degli elementi che mi ha subito colpito in questa storia, è che i cinque eroi riuniti da Madora e il padre Ra-Mù, non sono dei prescelti tra i terrestri (non credo di anticipare troppo visto che lo si scopre nel secondo episodio) bensì sono gli stessi abitanti di Mu; si tratta delle reincarnazioni di cinque eroi del passato, scelti perché il loro spirito si risvegliasse dopo trentamila anni a concludere la guerra per la salvezza della Terra.Fantastico; vado matta per queste cose. Se poi si aggiunge un amore che trascende il tempo... Madora infatti, specie all'inizio, chiama Ken come Kein, la vecchia reincarnazione del ragazzo; in quel passato, tra i due c'era una storia. Ma come può, Madora, essere sopravvissuta per trentamila anni? Ecco, nonostante abbia notato che quest'importante rivelazione è svelata già dalla trama in diversi siti, io conserverò il mistero limitandomi a dire che la natura di Madora è fantascienza allo stato puro; ci voleva per una storia ambientata tra navicelle spaziali (anche se i protagonisti indossano abiti della mitologia greca)!

L'anime si compone di 26 episodi, tutti concentrati sullo sviluppo della trama. I combattimenti tra i caccia degli atlantidi e i Mecha in stile "barchetta" dei nostri eroi (che tanto mi ricordano la serie di videogiochi - guarda caso - "Atlantis", della Cryo Interactive) sono spesso noiosi, ma in un episodio di venti minuti circa si riesce a bilanciare con una controparte narrativa appassionante, questo perché svela sempre qualcosa di nuovo che è poi un continuo colpo di scena. Tra i tanti spicca la verità su Ra-Male, la rossa guerriera atlantide innamorata del principe Platos. La vicenda di Ra-Male mi ha tenuta incollata allo schermo, dal confronto con Madora (forte e determinata l'una, dolce e fragile l'altra), al conflitto interiore (provocato dall'avere legami con l'impero di Atlantide come con Mu) dall'accettare la verità (la rivelazione), all'amore per Platos che la porta a prendere scelte rischiose (affrontate di petto anche se si tratta di sacrificare se stessa); ho apprezzato anche l'epilogo della loro storia d'amore perché è una scelta ricercata, nient'affatto scontata. 
Riguardo a Platos, invece, è senz'altro uno dei personaggi che attira subito l'attenzione dello spettatore: col suo animo dedito ai sentimenti e alla giustizia è l'esatto contrario degli altri atlantidi, spietati oltre ogni dire; ne abbiamo esempio diretto nella madre, la regina Condra, e nel padre, l'imperatore Zarkon, che infatti non si fanno remore di alcun tipo quando si tratta di potere e dominio. Ma proprio nessuna. 
E' in queste occasioni che emerge il lato "materiale" degli atlantidi, mentre per gli abitanti di Mu la filosofia è una sola: amore e pace.

Come si evincerà nella battuta finale, infatti, "Moby Dick 5" non è tanto la storia di una lotta tra il bene e il male, ma la più complessa, tra spirito e materia. Basti pensare al semplice fatto che se l'imperatore Zarkon viene risvegliato, re Ra-Mu non è corpo, ma sotto forma di spirito nella Balena Bianca; la Balena Bianca patisce più volte le ferite nel corpo, ma il suo spirito ogni volta si rinnova, e si evolve anche nell'aspetto (fino a diventare una vera e propria astronave). E come combattono i nostri eroi a bordo dei loro Mecha? Attraverso un comando telepatico! Ciò avviene anche all'interno della Balena Bianca, dove le menti dei cinque eroi si amalgamano per sferrare attacchi di potenza maggiore (il classico: l'unione fa la forza).
C'è da dire, però, che questa caratteristica dei combattimenti, la telepatia, non è spiegata affatto, la si presume, e qui veniamo alle note dolenti! Perché se da un lato la trama appassiona, dall'altro si nega. Prima cosa: da un episodio in poi troveremo sempre Miyu, una sorta di cupido, ma chi è Miyu? Quel che sappiamo è quel che vediamo, ossia un personaggio che probabilmente ha il ruolo di pura mascotte, che per via dell'aspetto (e della voce) dovrebbe suscitare tenerezza e ilarità, invece è solo una lagna. Seconda: per tutti gli eroi ci sarà uno spazio per raccontare il loro passato, di tutti meno che Rei! La ragazza si adopera nella preveggenza e noi restiamo allibiti perché non capiamo da dove derivi questa importante dote; al pubblico non piace sentirsi stupido (^.^). Terza e ultima cosa, ma così importante che spero sia sfuggita a me la spiegazione: se Madora ha trentamila anni e sapremo poi il perché, e se c'è un motivo anche per Condra e Zarkon se sono ancora in vita dopo tanto tempo, cosa dobbiamo pensare di Platos, suo fratello e Ra-Male? Sono anche loro come Madora e Condra? Oppure erano "congelati" come Zarkon? Qui a qualcuno è sfuggito qualcosa...

E' per via di questi aspetti che ho abbassato la media del giudizio; ad essere obiettivi avrei dovuto dare tre stelle, solo che la storia mi ha emozionato in più di un'occasione, complice la magia del romanticismo. Mi è inoltre piaciuto come all'inizio si presentino i vari luoghi che sono un mistero da secoli, tipo le piramidi dell'Egitto o il "triangolo delle Bermuda", che gli autori risolvono in modo originale e in linea con l'opera (tipo il costante scenario dell'isola di Pasqua con i caratteristici Moai), ma di contro c'è l'aspetto tecnico, con i personaggi che quando camminano sembrano tronchi, e con alcune scene di combattimento riciclate, ma almeno le immagini sono luminose e nitide, il sonoro è buono così come le musiche, infine il doppiaggio è davvero ben fatto.
L'opera si regge in equilibrio sulla bilancia; se l'esito sarà positivo o negativo dipende solo da come (e cosa) lascia allo spettatore quando cala il sipario. Nel mio caso, applausi.



giovedì 5 gennaio 2012

Meme 2011

Eccomi qua (reduce da un'antipatica influenza) a partecipare su invito di Stefy di Inchiostro e Cioccolato a un curioso Meme dedicato alle letture del 2011.
Una volta risposto a tutte le domande (mi servirò della mia libreria su aNobii per dare risposte più precise!), passerò il compito ad altri cinque follower :)


1- Quanti libri hai letto nel 2011?
58, meno del 2010
2- Quanti erano fiction e quanti no?
Si tratta perlopiù di fiction
3- Quanti scrittori e quante scrittrici?
Tantissime scrittrici e pochi scrittori (la cosa soprende anche me)
4- Il miglior libro letto?
"L'ultimo elfo" di Silvana De Mari e "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury entrati subito nella lista dei miei libri preferiti
5- E il più brutto? 
Ce n'è uno, anzi, un paio, ma preferirei non rispondere (si può comunque immaginare leggendo le recensioni che ho scritto... ops!)
6- Il libro più vecchio che hai letto?
"Fahrenheit 451" di Ray Bradbury, scoperto in modo inaspettato perché mi è stato detto che il mio inedito gli assomiglia (magari fosse!)
7- E il libro più recente?
"Nemesis 2 - La chiave di Salomone" di Francesco Falconi
8- Qual'è il libro con il titolo più lungo?
"I Guardiani delle Anime - la maledizione della Regina" di M.P.Black
9- E quello più corto?
"436" di Anna Giraldo!
10- Quanti libri hai riletto?
Nessuno
11- E quali vorresti rileggere?
Ne vorrei rileggere alcuni, ma non ora, è troppo presto... prima devo dimenticarmeli un po' ^^
12- I libri più letti dello stesso autore quest'anno?
Dello stesso autore, nessuno, ma solo perché alcuni libri li sto per cominciare (e uno l'ho già cominciato) adesso, quindi non li possono conteggiare come letture del 2011
13- Quanti scritti da autori italiani?
Per la maggior parte si tratta di autori italiani, diciamo un 80%
14- E quanti libri letti sono stati presi in biblioteca?
Nessuno.
15- Dei libri letti quanti erano ebook?
11
E questo è tutto!
Passoparola a:
- Chiara di A Book Bite
- Girasonia di Cuore d'inchiostro
- Voce del silenzio de Le mele del silenzio
- Sam di Libri e Caffèlatte
- Dilhani Heemba del suo omonimo blog



Ci risentiamo presto con un paio di nuove recensioni!

domenica 1 gennaio 2012

Articolo per TrueFantasy "Jappo W!": Sonic!

BUON 2012 A TUTTI!!!!
Che sia un anno sereno e felice,
a dispetto della massacrante manovra finanziaria,
della profezia dei Maya,
e di chissà che cosa da chicchessia;
gliela faremo vedere noi!



Iniziamo subito con un nuovo articolo, celebrativo del ventennale di Sonic, pubblicato oggi su TrueFantasy per la mia rubrica "Jappo W!"


Buona Lettura!


Cari amici di TrueFantasy,
come annunciato nello scorso articolo iniziamo l'anno nuovo celebrando il ventesimo anniversario di un'altra serie, quella del riccio più famoso dei videogiochi: Sonic The Hedgehog!

La serie di Sonic è stata ideata nel 1991 dalla SEGA (per la precisione da Naoto Oshima, Hirokazu Yasuhara e Yuji Naka), principalmente per competere con la diretta rivale di allora: la Nintendo e la sua famosissima mascotte Super Mario. Sonic è diventata la mascotte ufficiale della SEGA sul Sega Mega Drive, e guarda caso è una serie che si basa sullo stesso genere di Mario: il platform (piattaforma).
Ciò che differenzia le due serie, i creatori lo hanno voluto evidenziare nel nome del loro personaggio: "sonic", infatti, tradotto dall'inglese significa "sonico", questo perché il riccio blu è caratterizzato dall'abilità di correre e saltare molto velocemente; in due parole, velocità supersonica. Chiunque abbia preso in mano un gioco della serie si sarà subito accorto di quanto Sonic sia dinamico e scattante: discese frenetiche, giri della morte, sfrecciate sott'acqua, rincorse tra una piattaforma e l'altra...


La trama del gioco è delle più classiche: l'eroe, Sonic, deve salvare il mondo dal male! Il male è in questo caso impersonato dal malvagio Ivo Robotnik (detto Dr. Eggman), un illustre genio dal QI pari a 300 che vuole creare la sua personale utopia (Eggmanland), rubando i Sette Smeraldi del Caos; questi Smeraldi racchiudono energia positiva e negativa, perciò producono Chaos, una potente energia capace di trasformare e donare poteri a chi la usa.
Sonic può usare gli Smeraldi a piacimento, e una volta riuniti tutti può trasformarsi in Super Sonic, diventando così dorato, avvolto da un'aura che lo rende pressoché invulnerabile, e acquisisce tanti nuovi poteri tra cui la capacità di volare.
Ma ci sono altre forme che Sonic può assumere: Hyper Sonic ("Sonic The Hedgehog 3" e "Sonic & Knuckles"), Darkspine Sonic ("Sonic e gli anelli segreti"), Werehog Sonic ("Sonic Unleashed"), e tante altre trasformazioni che sono un'esclusiva dei comics o della serie animata, e ad esempio di quest'ultima citiamo Dark Sonic, della serie anime "Sonic X",  ossia la controparte oscura di Super Sonic fatta di emozioni negative e risentimenti.


Riguardo all'aspetto "di base" di Sonic c'è da dire che è cambiato nel corso degli anni: dallo sguardo vispo e le forme arrotondate create da Naoto Oshima, alla versione adulta con corpo e gambe più slanciate e occhi verdi del restyling di Yuki Uekawa nel 1998.
Guardiamo la sua evoluzione scorrendo l’elenco dei titoli usciti fin'ora.


1991
Sonic the Hedgehog
Mega Drive, Arcade, Saturn, Dreamcast, PC, GameCube (in “Sonic Mega Collection”) PS2 e Xbox (in “Sonic Mega Collection Plus”), Gameboy Advance, PSP, PS3 e Xbox360 (in “Sega Mega Drive Ultimate Collection”), Nintendo DS (“Sonic Classic Collection”), Virtual Console del Wii, Xbox live, e per cellulari
1992
Sonic the Hedgehog 2 (arriva Miles “Tales” Prower, futuro co-protagonista della serie)
Mega Drive, Game Gear, Saturn, GameCube (in “Sonic Mega Collection”), PS2 e Xbox (in “Sonic Mega Collection Plus”), PC, PS3 e Xbox360 (in “Sega Mega Drive Ultimate Collection”), PSP, Nintendo DS (“Sonic Classic Collection”), Virtual Console del Wii, Xbox live, e per cellulari
1993
Sonic Chaos
Master System, Game Gear, GameCube e PC (incluso in “Sonic Adventure DX), PS2, Xbox, Virtual Console del Wii
1993
Sonic the Hedgehog CD (arrivano Amy Rose e Metal Sonic)
Mega CD, PC, GameCube, PS2, PS3, Xbox360
1994
Sonic the Hedgehog 3 (arriva Knuckles the Echidna)
Mega Drive, Saturn, GameCube, PS2, Xbox, PC, PS3, Xbox360, Nintendo DS
1994
Sonic & Knuckles (seguito di “Sonic the Hedgehog 3”)
Mega Drive, Saturn, GameCube, PS2, Xbox, PC, PS3, Xbox360, Nintendo DS
1994
Sonic Triple Trouble (seguito di “Sonic Chaos”)
Game Gear, GameCube, PS2, PC, Virtual Console del Wii
1996
Sonic 3D Blast (con un “finto” 3D)
Mega Drive, Saturn, PC, GameCube, PS2, Xbox, PS3, Xbox360
1996
Sonic Blast
Master System, Game Gear, Dreamcast, PC, PS2, Xbox, GameCube, Xbox360, Xbox live
1999
Sonic Adventure (il primo tridimensionale)
Dreamcast, GameCube, PC, PSN, Xbox live
2001
Sonic Adventure 2 (arrivano Rouge the Bat e Shadow the Hedgehog)
Dreamcast, GameCube
2002
Sonic Advance
Gameboy Advance, N-Gage
2002
Sonic Advance 2 (arriva Cream the Rabbit)
Gameboy Advance
2004
Sonic Heroes (il giocatore controlla tre personaggi contemporaneamente)
GameCube, PS2, Xbox, PC
2004
Sonic Advance 3 (arriva Marine the Raccon)
Gameboy Advance
2007
Sonic e gli anelli segreti (ambientato nelle “Storie delle mille e una notte”)
Wii
2008
Sonic Unleashed
PS2, Wii, PS3, Xbox360
2009
Sonic e il Cavaliere Nero (ambientato nel mondo di Re Artù, prevede la lotta con la spada)
Wii
2010
Sonic Colors
Wii, Nintendo DS
2011
Sonic Generations
Nintendo 3DS, PC, PS3, Xbox360
2012
Sonic the Hedgehog 4
PSN, Xbox live, WiiWare


Dalla lista sono esclusi i vari pinball, corse, picchiaduro e party-game, oltre agli spin-off di Tails e il gioco che ha Shadow come protagonista (“Shadow the Hedgehog”, 2005, per GameCube, PS2, Xbox).
“Sonic Generations” è il gioco ideato per celebrare il ventesimo anniversario della serie: Sonic è catapultato vent’anni nel passato a causa di un tunnel temporale, e incontra il se stesso di vent’anni prima. Il gioco è diviso in due tipi di livelli, dove in uno vestiamo i panni del Sonic Classico in 2D, mentre nell’altro abbiamo il Sonic Moderno in 2,5D; il sistema di controllo e la musica cambia a seconda del personaggio in uso.

Abbiamo iniziato quest’articolo dicendo che Sonic, made in SEGA, è il diretto concorrente di Mario, mascotte della Nintendo. Ebbene, era.
Quando nel 2001 SEGA uscì dal mercato delle console per dedicarsi esclusivamente ai software e ai videogiochi, Sonic cominciò ad apparire anche nelle console Nintendo (oltre a Playstation e Xbox, naturalmente), ma mai i fan si sarebbero aspettati di vedere le loro mascotte preferite finalmente insieme, cosa che accadde nel 2007 con “Mario & Sonic ai giochi olimpici”! Da allora i due (con gli altri personaggi delle rispettive serie) sono diventati compagni (e rivali) inseparabili nei giochi olimpici, da Atene ai giochi invernali a Vancouver, per finire oggi con le olimpiadi di Londra 2012 (questa serie è prodotta in esclusiva per Wii e Nintendo DS). La collaborazione si ripete anche nel 2008 con “Super Smash Bros. Brawl” su Wii, dove Sonic fa la sua prima apparizione nella serie picchiaduro fan service della Nintendo.

Come accennato all’inizio, dalla serie di Sonic sono stati tratti anche diverse serie anime, “Sonic X” (78 episodi trasmessi anche su Italia1, Jetix e K2), “Adventures of Sonic the Hedgehog” (91 episodi, unito con “Sonic the Hedgehog” e trasmesso su Italia1 e Fresbee), “Sonic Underground” (40 episodi trasmessi su Boing), un OVA di due episodi, “Sonic the Hedgehog the Movie” che si può trovare anche su youtube come fansub in italiano, infine il cortometraggio “Sonic: Night of the Werehog”, costoso filmato in computer grafica ideato per promuovere il gioco “Sonic Unleashed”.
“Sonic X” è stato adattato anche come fumetto, in Italia edito all’interno della Jetix Magazine, inoltre esistono i fumetti di “Sonic the Hedgehog” e la serie secondaria “Sonic Universe” edite entrambe dalla statunitense Archie Comics.
Auguri, Sonic!
E auguri a tutti gli amici di TrueFantasy per un Felice 2012!


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