lunedì 31 luglio 2017

Recensione raccolta di racconti : "Altrisogni Vol. 3" di AA. VV. (dbooks.it)

Carissimi astronauti,
non credevo che sarei riuscita a leggere questo libro perché ho avuto una lettura che mi ha rallentato parecchio... invece eccomi qui a recensire questa fantastica (di nome e di fatto) raccolta di racconti che mi ha tenuto compagnia per soli due giorni! Una lettura, dunque, veloce e piacevole.
Ho scelto questo libro per la Made in Italy Books Challenge organizzata dal mio blog che prevedeva, per luglio, la lettura di una raccolta di racconti. Le iscrizioni sono sempre aperte: maggiori info QUI!




Titolo: Altrisogni Vol.3: Antologia di narrativa fantastica
Autore: AA.VV.
Editore: dbooks.it
Genere: Fantasy, horror, sci-fi, distopico, weird
Data di uscita: 21 Novembre 2016
Formato: ebook
ASIN: B01NBAF76B
Prezzo: € 2,99 ebook
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
Una selezione di racconti inediti che propone sette opere di ottimi scrittori italiani tra fantasy, horror, fantascienza e weird.
Sette storie che spaziano dall’epic fantasy alla fantascienza distopica, dall’horror dissacrante al weird più inquietante. Un mix di stili, emozioni e suggestioni pensato per soddisfare anche i lettori più esigenti.

L’immagine di copertina è opera di Paolo Lamanna, illustratore professionista che già ha arricchito con le sue immagini Altrisogni Vol.1 e Altrisogni Vol. 2, e che dopo le atmosfere sci-fi e horror arriva qui a giocare con gli elementi tradizionali del fantasy.


Altrisogni Vol.3 contiene i seguenti racconti:
  • Figlio di canti, fantasy epico di Davide Camparsi
  • Dietro il frigorifero, horror/weird di Federica Leonardi
  • Furore, fantascienza distopica di Claudio Magliulo
  • Hell Express, horror/pulp di Matteo Pisaneschi (racconto vincitore del Premio F.M. Crawford 2014)
  • Mordred, fantasy arturiano di Fernanda Romani
  • La lunga notte del ladro di ricordi, distopico/post-apocalittico di Davide Schito
  • Veduta di Carcosa, weird lovecraftiano scritto dall’ospite d’onore di questo numero: Alessandro Girola

Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati

Ho letto questa raccolta tutto d'un fiato, un racconto dietro l'altro, sempre più curiosa d'essere catapultata nei vari mondi raccontati, diversissimi gli uni dagli altri.
La prima cosa che risalta in questa raccolta rispetto ad altre che ho letto è, appunto, una varietà di sottogeneri che dimostrano quanto il fantastico sia in grado di offrire: fantasy, distopia, horror, weird, post-apocalittico, fantascienza... le opportunità sono davvero infinite. Il merito va sì agli autori, ma anche al curatore della raccolta Vito Di Domenico che ha scelto di non limitare questa selezione al genere fantasy; del resto, i racconti che mi sono piaciuti di più sono proprio quelli che non fanno parte di questa categoria.
A tal proposito, ora mi soffermo su ogni racconto preso singolarmente.

Ad aprire la raccolta troviamo "La lunga notte del ladro dei ricordi" di Davide Schito, un post-apocalittico incentrato sulla misteriosa figura di un uomo che non ricorda nulla di sé, compreso il proprio nome, e nulla del mondo che si è lasciato alle spalle. Il suo è un viaggio per lo più solitario, con l'unica compagnia di Karlos che si comporta come una saggia guida per lui mentre cercano di sfuggire ai Ryders, una banda selvaggia che mira a collezionare organi umani; non si sa a quale scopo. I pochi uomini sopravvissuti a questo mondo sono prede dei Ryders ma anche del protagonista stesso, perché Nero (questo il suo soprannome) ha il potere di rubare i ricordi delle persone.
Molta carne al fuoco, ma il racconto non ha come obiettivo quello di fornire risposte riguardo alla vita e all'essenza del protagonista; sembra più un racconto moralista, oserei dire a sfondo biblico (ma questa potrebbe essere solo una mia impressione). Mi ha lasciata insoddisfatta visto la curiosità che mi aveva stimolato, i temi (attuali) trattati e la prosa ben studiata. Al termine della lettura invece mi sono detta: "tutto qui?", per questo, gli darei tre stelle su cinque.

Con "Mordred" di Fernanda Romani si passa al fantasy epico e classico che attinge al ciclo arturiano: tra tutti i racconti è quello che ho trovato meno originale poiché narra di personaggi leggendari ormai fin troppo noti come Re Artù e qualche citazione a Lancillotto e Ginevra. Mordred è uno dei personaggi forse meno noti nella storia, quindi il racconto può essere una chicca per chi non lo conosce, ma al di là della trama, la cosa che più mi è piaciuta è lo stile con cui è narrata la storia: l'incipit è potente, cattura subito; i capitoli sono brevi e concisi, capaci di evidenziare in poche righe l'evoluzione in atto nell'animo del personaggio.
Una lettura intensa da cui è impossibile staccarsi, in un crescendo d'azione che va pari passo con l'emozione. Un punticino in meno per una storia già trattata, ma quattro meritatissime stelle su cinque per lo stile di scrittura, il coinvolgimento e l'intrattenimento.

Il terzo racconto è quello dell'autore ospite, "Veduta di Carcosa" di Alessandro Girola; ammetto che non avevo ancora avuto il piacere di leggere qualcosa di suo prima di questa raccolta. Mi sono dunque gustata la lettura senza aspettative e pregiudizi (nella mia ignoranza avevo già dimenticato chi fosse l'ospite d'onore!) e al termine della lettura ho esclamato un "uao" che ha inevitabilmente segnato la mia conquista da parte sua.
Il racconto inizia in un tono piuttosto "pacato", lineare e descrittivo, con il protagonista Brando chiamato a valutare i beni rimasti nel casolare di un defunto. E' l'occasione che Brando aspettava, perché ficcanasando in quella dimora potrebbero emergere indizi sui misconosciuti dipinti di Giorgio De Chirico, ospite in quella casa nel 1915, e che, essendo inediti, hanno un valore inestimabile; probabilmente, il "mercante d'arte" vuole tenerle per sé.
Nel corso delle indagini emergono leggende che attingono all'esoterismo, e a questo punto il racconto cambia totalmente registro: il passaggio dal mistero alla tensione è breve, con il mistero che lascia sempre più spazio a un'ansia crescente, a un'atmosfera degna di quell'horror ricercato che non è splatter bensì, capace di entrare dentro e turbare l'anima. Ragazzi, se questo è l'horror voglio tuffarmici, e anzi, mi è venuta una voglia pazzesca di leggere H.P. Lovecraft.
Una sorpresa incredibile e un terrore affascinante: un racconto a cinque stelle!

Il racconto successivo è "Furore" di Claudio Magliulo, un racconto con un inizio delirante che invece si è rivelato uno dei miei preferiti della raccolta! L'inizio va preso per quello che è: un sogno, con tutte le incongruenze e le scelleratezze che ne derivano. La storia è ambientata in un futuro distopico, dove gli esseri umani non sono più in grado di provare emozioni se non in modo artificiale, assumendo le pillole corrispondenti. E' una storia che mi ha subito ricordato "The Giver - Il donatore", ma qui non c'è nessuna poesia, quanto piuttosto un'atmosfera Orwelliana, con quella voglia di evadere da un regime e la sensazione di non avere il potere né le forze per farlo. Tante le similitudini con la società moderna, dalle multinazionali che dettano le leggi del mercato all'uso/abuso di farmaci, dalla totale dedizione al lavoro alla tendenza di apatia, come pure il bisogno di quelle spinte esterne motivazionali e di autostima ultimamente tanto in voga. Momenti di sottile ironia e rocamboleschi eventi si alternano al dramma dell'individuo che percepisce un vuoto interiore e il bisogno di libertà. E' un racconto che analizza i nostri comportamenti attuali e ne prevede il progressivo degrado: è triste notare quanta verità ci sia dietro quelle parole, e quanto di ciò che è raccontato si mostri subito plausibile e realistico.




«Dicono siano stati gli agi, la prosperità, la noia, a spegnerci dentro...» Il vecchio scuote la testa. «Baggianate» brontola.
«Lassù, in alto, sopra le nuvole, forse c'era prosperità o noia. Ma noi ce la siamo sempre sudata la pagnotta, ogni maledetto Natale facevamo i debiti per poter mettere un piccolo pacco sotto l'albero. Le malattie ci spaventavano, non uscivamo
per non prendere un malanno. No, se tutto questo fosse la causa della ricchezza,
credimi, saremmo così pieni di sentimenti da star male, scoppieremmo di Passioni,
non sapremmo più dove metterle, su chi riversarle. Invece no. Ce le hanno portate
via. Non so come, ma se le sono prese.»



Il finale è sorprendente e suscita scalpore (e se fosse già così?) dopodiché cela un'ulteriore sorpresa nelle ultime righe. Questo è il racconto che più di tutti ha saputo darmi spunti di riflessione, quello che nell'ultimo, intenso brano mi ha stretto il cuore per la commozione; non a caso è il primo racconto in cui ho raccolto una serie di parti sottolineate. Nel caso non si fosse ancora capito, il mio voto qui è di cinque stelle e tante lodi.

"Hell Express - Consegna per l'Inferno" di Matteo Pisaneschi è un horror per cui è contrassegnato l'avviso "linguaggio esplicito", ma che non mi ha affatto infastidito, cosa che mi è invece successa in passato con racconti che nemmeno lo avevano, questo avviso! Un conto è inserire un linguaggio volgare tanto per darsi un tono, diverso è se, come in questo caso, è neccessario al contesto e si allinea al carattere del protagonista della storia; insomma, abbiamo un dannato che traghetta le anime all'inferno trasportando il carico come un rozzo camionista! Sean non ha nemmeno la fedina penale pulita, eppure è un ingenuo, capace di provare sentimenti in grado di manovrare le sue azioni. Pur essendo un personaggio molto distante da me, "è facile" (intercalare che lui usa spesso) entrare in empatia con lui e comprendere quanto si senta svuotato e in colpa, si capisce il suo rimpianto e il desiderio di espiare i propri peccati. Il racconto di un antieroe che mi ha conquistata a sorpresa, soprattutto sul finale che da un senso a tutto, anche ai grandi temi trattati della vita e della morte; è il secondo racconto dove mi sono trovata a sottolineare intere frasi. A una prima, superficiale occhiata non avrei mai immaginato che si trattasse di un altro racconto a cinque stelle.

Il penultimo racconto, "Dietro il frigorifero" di Federica Leonardi è di genere weird, dunque il più inquietante e raccapricciante della raccolta. Protagoniste della storia sono una coppia di donne fidanzate e conviventi, dove una, Miranda, ha cominciato a comportarsi in modo strano e psicopatico: si è fissata sulla presenza di creature non meglio identificate che vivono dietro al frigorifero della loro casa e che sembrano averle sempre qualcosa da dire, soprattutto, in termini di richieste di cibo. D'altra parte, la compagna Nera è tutta logica e psicologia, ma il racconto diventa progressivamente bizzarro e orripilante, aggettivi che non si devono considerare come aspetti negativi del racconto bensì come gli effettivi tratti di questo genere. Tensione e mistero sono arricchite dalla disperazione di Nera che tiene ancorato il lettore fino al tragico epilogo. De gustibus a parte, quattro stelle di valutazione sono obiettivamente doverose.

La raccolta si conclude con "Figlio di canti" di Davide Camparsi, un high fantasy con tanto di battaglie epiche. Di questo racconto così classico tra magia e guerra, con protagonisti un manipolo di combattenti di razze e abilità diverse, mi ha colpita la figura del neonato e il legame stretto che si crea tra lui e l'uomo che fino a poco prima gli era indifferente: dal momento in cui diventa responsabile della sopravvivenza del "moccioso" comincia a cambiare il modo in cui lo vede, fino a sentirsi al pari di un padre iperprotettivo che fatica a lasciarlo andare per la sua strada. C'è della pura poesia quando il protagonista narra l'effetto che il cucciolo d'uomo ha avuto su di lui, ed è la cosa più tenera che si possa trovare in questa raccolta.
All'inizio un po' statico e lento, con l'avvicinarsi della fine il racconto diventa ricco d'azione fino a regalarci un finale epico che si apre a più di un'interpretazione.
Anche in questo caso, però, non mi sento di dare più di tre stelle.

In conclusione, una buona raccolta dove spiccano tre racconti imperdibili ("Veduta di Carcosa", "Furore" e "Hell Express - Consegna per l'Inferno"), due interessanti testi ("Mordred" per lo stile, e "Dietro il frigorifero" per il genere) con un racconto ricco di potenziale che però resta inespresso ("La lunga notte del ladro dei ricordi") e uno solo, l'ultimo ("Figlio di Canti") che purtroppo non mi ha coinvolto né appassionato quanto i precedenti.

Al termine della lettura ho desiderato ardentemente leggere un'altra raccolta che dimostri quanto la narrativa fantastica italiana abbia ancora da offrire, sia per i temi sia per la forza creativa.
A quando la prossima?


Il voto di Universi Incantati:




3 commenti:

  1. ho letto tempo fa questa raccolta. Adoro i vari racconti e la cura che mettono in tutto, è un prodotto di qualità. I miei gusti nei vari sottogeneri discostano un po' dai tuoi, anche se pure il mio preferito è stato Furore.

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    1. Sono d'accordo: molto curata!
      Cioè? A quali sottogeneri ti riferisci? Son curiosa ;)

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    2. nel senso che io ho adorato l'epic fantasy e meno l'horror. Sono più da fantascienza, distopia e fantasy. Horror e weird meno, proprio come genere. Ho apprezzato queste raccolte anche perché permettono di capire meglio cosa è nelle proprie corde, con un racconto breve

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