martedì 28 giugno 2011

L'addio di Asengard

Ho appena letto questo post: http://www.asengard.it/blog/?p=1053
Purtroppo avete letto bene, Asengard chiude.

Mi sento triste, un po' perché essendo nel commercio vivo la crisi, quest'anno più che mai, e ogni giorno mi chiedo dove sia lo spiraglio di luce che ci permetterà di uscire dal tunnel. Sono preoccupata, proprio io, inguaribile ottimista. Vedo negozi che chiudono, uno dopo l'altro, un Centro Storico che muore lentamente, bagnanti che mi raccontano di come i clienti della Riviera non rinuncino alle vacanze, ma siano passati da una settimana in hotel 4 stelle a un weekend in una pensioncina da due, e ora questo.
Non ho mai sfogato le mie preoccupazioni sulla crisi (lo farò quando capiterà l'occasione più adatta) e non ho mai parlato apertamente di Editoria perché la questione è complicata e necessita di un post lungo più o meno quanto l'Eneide. Ma qualche parola su Asengard la devo spendere.
Mi sono affezionata a questa casa editrice pur non avendo rapporti di chissà quale genere, e anzi, avevo provato a proporre il mio inedito che dopo una lunga attesa fu respinto. La cura delle copertine, la specializzazione nel genere fantasy, l'occhio di riguardo verso gli esordienti e più in generale verso gli autori italiani, prezzi onesti e un grande coraggio, perché pubblicavano senza chiedere un centesimo agli autori e ultimamente puntavano a una collana steampunk, "Weird", e l'ultima nata action-adventure, "Runaway", il nome che avevo proposto io nel piccolo contest lanciato sul loro blog. Insomma, una piccola realtà editoriale che si è subito guadagnata la mia stima, tanto che ho preso quasi tutti i libri nel loro catalogo (anche alla fiera di Torino quest'anno ne ho comprati due: "Il ghigno di Arlecchino" e "Pastworld") e grazie a loro ho conosciuto autori come Francesco Falconi (la saga di "Prodigium"), Luca Tarenzi ("Il sentiero di legno e sangue") e Luca Azzolini (curatore e autore di due racconti nella raccolta "Sanctuary"). Ogni anno a Torino acquistavo un paio di libri da loro editi, un comportamento che non ho mai avuto nei confronti di altri. Per tutti questi motivi mi mancherà.
Ma la mia non è solo tristezza, è anche rabbia; non è nei loro confronti perché capisco la situazione e quanto sia stata sofferta la scelta, mi fa rabbia che questi sforzi, il puntare sulla qualità e l'onestà, non siano stati sufficienti a permetterle di sopravvivere in quella jungla chiamata editoria.
Perché una piccola Casa editrice non ha gli stessi mezzi, né lo stesso giro d'affari di una major (o un editore a pagamento); esattamente come un piccolo negozio indipendente non può competere con le grandi catene e i centri commerciali.

Addio Asengard...



Aggiornamento del 15 luglio 2011: La ripresa di Asengard!

lunedì 27 giugno 2011

Recensione a "Profumo d'incenso" + intervista su "Penso Rosa"

Rubrica che raggruppa tutte le notizie su di me e le mie opere; 
un viaggio sulla luna ("pianeta donna" per eccellenza) e ritorno! ;)

Combinazione: questo fine settimana ci sarà la Notte Rosa nella mia Rimini, e oggi sono stata recensita e intervistata su una rubrica tutta rosa; "Penso Rosa" per l'appunto!

Per leggere l'articolo seguite questo link:




Ringrazio Flavia per la bella iniziativa e l'opportunità! :)

lunedì 20 giugno 2011

Nuovo articolo per TrueFantasy "Jappo W!": Castelvania!


Su TrueFantasy è ora disponibile il mio nuovo articolo per la rubrica "Jappo W!"; questa volta tratto della serie di videogiochi "Castelvania" :)




Cari amici di TrueFantasy dopo il vivace Super Mario, l’epico The Legend of Zelda, e l’high Final Fantasy, oggi è il turno di atmosfere gotiche e horror con la serie di Castelvania.

La serie è sviluppata e prodotta daKonami, ed è conosciuta nel paese natio come “Akumajō Dracula” (il castello demoniaco di Dracula), mentre in occidente il titolo è stato tradotto fondendo le parole “Castle” (castello, in inglese) e Transilvania, per riprendere appunto l’ambientazione che caratterizza i vari giochi (salvo rare eccezioni). Prendendo in considerazione la serie di base, i protagonisti della storia sono i componenti della famiglia Belmont (in originale Belmondo), ossia cacciatori di vampiri da sempre in lotta con il Conte Dracula: mentre dei Belmont si susseguono varie generazioni, c’è sempre lo stesso Dracula da affrontare, perché nonostante le numerose sconfitte torna costantemente alla ribalta, d’altronde si tratta di un immortale, e nei rari casi in cui lo si sconfigge definitivamente, c’è chi si adopera alla sua resurrezione, come i fanatici ne “Castelvania: Vampire’s kiss”, la contessa e nipote Elizabeth Bartley ne “Castelvania: The New Generation”, e addirittura un Belmont stesso nell’episodio Castelvania II: Simon’s Quest dove l’eroe scopre d’aver subìto una maledizione dal Conte, e per uscirne è necessario recuperare le parti del suo corpo, compiere il rito nel suo maniero, infine intrappolarlo ed eliminarlo una volta per tutte... fino al prossimo episodio, ovviamente!

Simon Belmont è uno degli eroi più ricorrenti della saga, infatti appare nel primo Castelvania, nel seguito menzionato poc’anzi, e in “Haunted Castle”, dove interviene per salvare la moglie rapita. Il capostipite del clan è però Leon Belmont, che appare per la prima volta in “Castelvania: Lament of Innocence”, anche in questo caso per salvare la donna amata, ma stavolta da un vampiro di nome Walter Bernhard.  Un altro antenato di Simon è Christopher Belmont, che si batte contro Dracula in“Castelvania: The Adventure” e in “Castelvania II: Belmont’s revenge” dove ha anche il compito di recuperare il figlio. Sucessivi a Simon abbiamo il nipote Juste Belmont (“Castelvania: Harmony of Dissonance”), Trevor Belmont(“Castelvania III: Dracula’s Curse”), Reinhardt Schneider (“Castelvania” del 1999) che dei Belmont ha ereditato il sangue e la Vampire Killer, la frusta sacra ammazzavampiri; una nuova generazione è rappresentata da John Morris(“Castelvania: The New Generation”) e il figlio Jonathan Morris (“Castelvania: Portrait of Ruin”).
Tra i Belmont va ricordato ancheRichter, protagonista di un titolo incluso nella compilation “Castelvania: the Dracula X Chronicles” (più specificatamente, “Akumajō Dracula X Chi no Rondo”), e presente anche in “Castelvania: Symphony of the Night”; protagonista di questo capitolo è però Alucard, un figlio di Dracula che sta dalla parte dell’umanità. Da questa storia è stato tratto un diretto seguito,“Castelvania: Order of Ecclesia”, ma anche in questo caso troviamo una nuova eroina, Shanoa. Alucard è comunque presente anche in “Castelvania: Aria of Sorrow” e “Castelvania: Dawn of Sorrow”, ambientati nel 2035-2036, dove il giocatore veste i panni di Soma Cruz, uno studente che scopre d’essere la reincarnazione di Dracula.
Dopo questa panoramica narrativa vediamo un po’ di che genere di videogioco si tratta.
Il primo titolo della serie, “Castelvania” (1986), è un tipico platform; nel seguito, “Simon’s Quest”, s’introducono molti elementi tipici dei giochi di ruolo, elementi che però vengono eliminati in “Dracula’s Curse”. La svolta decisiva (e definitiva) si ha nel 1997 con “Symphony of the Night”: s’inseriscono elementi d’avventura dinamica (stile “Metroid”) e cambia anche l’aspetto grafico; dalle oscure ambientazioni medioevali, il direttore artistico Ayami Kojima passa a uno stile barocco e manieristico, che nei titoli per Nintendo DS vede mutare l’aspetto dei personaggi in uno stile da anime. Riguardo agli elementi di gioco, ciò che caratterizza Castelvania è in primis la presenza della frusta 
ammazzavampiri Vampire Killer, a cui si aggiungono armi secondarie come acqua santa, una croce, una bibbia... oltre ai più comuni coltelli e asce da lancio. Un’altra caratteristica della serie è la presenza di power-up a forma di cuore, utili come munizioni, denaro, oppure per aumentare i punti esperienza.
Il castello di Dracula è inoltre infestato di numerosi mostri, come scheletri che lanciano le ossa, pipistrelli, zombie, armature, e creature prese dalle mitologie greco/romane, nordiche e arabe, quindi abbiamo chimere, tritoni, arpie, minotauri... e teste di meduse che volano.
Tra i boss, oltre a Dracula, spesso alla fine del penultimo livello appare un altrettanto temibile avversario: Morte.
La saga di Castelvania è composta da oltre venti titoli apparsi in console di vario genere, home computer, sale giochi, slot machines e pachinko. Vediamo in dettaglio le uscite europee:

1986CastelvaniaNes, Dos, Arcade, Commodore 64, Amiga, Windows, Telefoni cellulari, GBA, Wii - Virtual Console.
1986Vampire Killer (primo titolo esportato)MSX2
1987Castelvania II: Simon’s QuestNes, portatili Tiger E., Windows, Wii - Virtual console
1988Haunted CastleArcade, Playstation 2
1989Castelvania: The AdventureGameboy, Gameboy color
1989Castelvania III: Dracula’s CurseNes, Windows
1991Castelvania II: Belmont’s Revenge (seguito di The Adventure)Gameboy, Gameboy color
1991Super Castelvania IVSnes, Wii – Virtual console
1994Castelvania: The New GenerationSega mega drive
1995Castelvania: Vampire’s kissSnes
1997Castelvania: Symphony of the night (incluso in “Castelvania: the Dracula X Chronicles” per PSP assieme a “Akumajo Dracula X Chi no Rondo”)Playstation, Sega Saturn, Xbox live arcade, Playstation Network
1997Castelvania LegendsGameboy
1999Castelvania (64)Nintendo 64
1999Castelvania: Legacy of DarknessNintendo 64
2001Castelvania: Circle of the MoonGameboy advance
2002Castelvania: Harmony of Dissonance (incluso nella compilation “Castelvania: Double Pack” per GBA)Gameboy advance
2003Castelvania: Aria of Sorrow (incluso nella compilation “Castelvania: Double Pack” per GBA)Gameboy Advance, Telefoni cellulari
2003Castelvania: Lament of Innocence (il primo in ordine cronologico)Playstation 2
2005Castelvania: Dawn of Sorrow (il primo in multiplayer)Nintendo DS
2005Castelvania: Curse of DarknessPlaystation 2, Xbox
2006Castelvania: Portrait of Ruin (il primo dotato di modalità cooperativa online)Nintendo DS
2007Castelvania: Order of ShadowsTelefoni cellulari
2008Castelvania: Order of EcclesiaNintendo DS
2010Castelvania: Lords of ShadowXbox 360, Playstation 3

Dalla serie è stato poi tratto un videogioco picchiaduro in 3D, “Castelvania Judgement” per Wii (2008), che riprende personaggi e ambientazioni, inoltre esiste anche un manga, “Castelvania: Curse of Darkness” di Kou Sasakura, mai uscito dal Giappone.
Ci sarebbe anche il progetto di un film, che dopo diversi annullamenti e riprese, cambi di sceneggiatori e registi, è stato nuovamente annunciato al Comic-Con 2009 stavolta per la regia di James Wan (ideatore di “Saw”); navigando su internet sembrerebbe che uscirà quest’anno, tuttavia non ci sono altre immagini se non quella della locandina (ipotetica o ufficiale?). Non ci resta che aspettare.


lunedì 13 giugno 2011

Intervistata su "A Book Bite"!

Rubrica che raggruppa tutte le notizie su di me e le mie opere; 
un viaggio sulla luna ("pianeta donna" per eccellenza) e ritorno! ;)

Come accennato qualche giorno fa nella pagina fan del blog, sono stata intervistata da Chiara nel suo bel blog letterario A Book Bite!

Nell'intervista si parla un po' di me, di "Profumo d'incenso", dei progetti futuri, e di qualche retroscena; se siete curiosi seguite questo link ^^



lunedì 6 giugno 2011

Recensione "Angel Sanctuary" di Kaori Yuki

Recensione "Angel Sanctuary" di Kaori Yuki (Panini - Planet manga)
(Recensione dell'opera completa)




        


Quando gli angeli sono demoniaci e i demoni angelici: pronti a mettere tutto in discussione?

“Angel Sanctuary” è la storia di Setsuna Mudo, sedicenne che soffre di un amore impossibile, quello per la sorella Sara. “Angel Sanctuary” è la storia di Alexiel, un’angelo femminile che un tempo si ribellò a Dio, e che per questo fu condannata a un ciclo di vite sulla Terra, tutte segnate da un amore tormentato e una tragica fine. Setsuna è l’ultima reincarnazione di Alexiel. Il giovane lo scopre quando due demoni, Cry e Arakune, giungono sulla Terra con l’intento di risvegliare il suo vero io; contemporaneamente, un cherubino di nome Catan risveglia l’angelo Rosiel (sigillato sulla Terra), gemello di Alexiel e suo opposto, che ossessionato dalla sorella desidera anch’egli risvegliarla, possibilità realizzabile solo con la morte di Setsuna. 
Il ragazzo, intanto, non crede alla storia raccontata dai due demoni e nega il suo coinvolgimento, decisione ancor più ferma quando scopre che Sara ricambia i suoi sentimenti. Nella battaglia contro la madre, contro i compagni di scuola, e contro la società, l’unico a restargli vicino e ad incoraggiarlo è il senpai Sakuya Kira, il quale però nasconde un grande segreto... Nel quarto volume la svolta narrativa, dove a seguito di un evento particolare, in Setsuna si risvegliano parte dei poteri spirituali di Alexiel, cosa che rischia di provocare l’armageddon. La tragedia sarà sventata grazie all’intervento del santo eremita Adam
Kadamon che congelerà il tempo sulla Terra e indurrà Setsuna a compiere un viaggio dall’Inferno al Paradiso fino all’Etenamenki, perché lui è il Salvatore destinato a porre fine alla guerra nel Cielo...

Diciamolo subito: “Angel Sanctuary” o lo si odia, o lo si ama. Non è un manga per tutti, non solo perché è consigliato ad un pubblico adulto, ma perché tratta temi piuttosto pesanti e contorti, dove i personaggi agiscono d’istinto, spesso mossi da sentimenti egoistici e passionali; soprattutto, ribalta completamente i concetti di Inferno e Paradiso così come la definizione stessa di Angeli e Demoni, per non parlare di come finisce per dipingere Dio.
“Angel Sanctuary” è blasfemo? Personalmente ci ho riflettuto nel corso della lettura, specie la prima volta dove mi sembrava di leggere continue bestemmie: la mia risposta è no, e lo dico da cristiana. Certo è che i più sensibili non sopporteranno di vedere degli Angeli crudeli compiere atti orribili quali stupri e abusi di potere, e sarà altrettanto difficile accettare l’amore incestuoso tra Setsuna e Sara, ma occorre pensare che l’universo di “Angel Sanctuary”, per quanto ci assomigli, non è il nostro, pertanto ha un altro dio. Per comprendere al meglio questa tesi occorre arrivare alla fine della storia, soffermarsi sulle immagini di quel dio e il discorso che pronuncia: ci si renderà conto che quell’essere ha ben poco di divino e soprannaturale... ma eviterò di fare spoiler. Non dimentichiamo poi, che l’opera prende spunto da riferimenti biblici, ma si basa anche sulla
mitologia nordica, la cabala, e soprattutto sul tema della reincarnazione. “Angel Sanctuary” gioca con tutto: ciò che entrato nell’immaginario comune, per certi versi lo conferma, per altri lo mette in discussione, e non solo, gioca anche con la sessualità, confondendoci su certi personaggi che prima sembrano maschi poi si rivelano essere femmine, e viceversa. Ambiguo potrebbe essere lo stesso Setsuna che, in quanto reincarnazione dell’angelo Alexiel, una donna, dovrà spesso fare i conti con la sua vita precedente e i vecchi amori, uomini che guardando lui continuano a vedere lei, e in generale lo paragonano (specie all’inizio); Setsuna ama incondizionatamente chi fa parte del suo presente (Sara), ma mostra un profondo affetto anche verso chi era stato vicino ad Alexiel, perché, combinazione, sono persone che fanno parte anche del suo presente. Insomma, è proprio vero che i sentimenti non muoiono mai. 

Senza dubbio shōjo, quindi incentrato sui sentimenti, “Angel Sanctuary” è anche classificato come fantasy, fantascienza, e genere gotico, tuttavia la definizione più azzeccata mi sembra quella di steampunk. In primis, tutto comincia con un videogioco, “Angel Sanctuary” appunto, che distribuito sulla Terra dal cherubino
Catan nel tentativo di risvegliare l’angelo Rosiel, manovra le menti dei giocatori e li usa per ottenere energia spirituale, energia che è anche elettrica se si considera il blackout che deriva dall’operazione; poi appare Rosiel, che sembra un po’ angelo (con le sue ali, la pelle candida, i capelli lunghissimi e gli occhi seducenti) e un po’... androide. Poi c’è la scena di un computer che incorpora un essere vivente, poi ancora c’è Rosiel che costringe gli altri ad inghiottire un suo chip, creando così delle bambole da gestire a piacimento come fossero robot. Col proseguimento della storia ci renderemo conto di come tutti gli esseri di “Angel Sanctuary” siano a metà tra l’organico e il meccanico, con sangue e cavi elettrici: durante omicidi e stermini (addirittura episodi di cannibalismo) vedremo tessuti e materia nei dettagli, perché “Angel Sanctuary” è anche un po’ splatter e decisamente violento; violenza fisica e violenza psicologica.

Molto marcato è anche il tema della discriminazione femminile, dove specie tra gli angeli, la donna è vista come tentatrice perché ha un corpo le cui forme rendono “osceno” (quindi l’uomo non ha colpa se cede), tesi avvalorata dalla questione delle suore, che in “Angel Sanctuary” sono a tutti gli effetti delle schiave, scelte tra le donne meno intelligenti appunto perché sia più facile che obbediscano agli ordini.
C’è anche discriminazione razziale. La vicenda degli Improper Child, sempre nel contesto paradiso, ricorda molto da vicino la realtà del nazismo, perché si basa proprio su quell’assurda idea che è la ricerca della perfezione; esperimenti genetici, creature Grighol, la scelta di quel dio di creare gemelli (Alexiel e Rosiel prima, Metatron e Sandalphon poi) sono tutti aspetti che pongono al centro questo tema.

Come accennato, il luogo dove si svolge tutto questo è il paradiso; non che l’inferno sia roseo, tutt’altro, ma il paradiso è decisamente peggiore, il vero inferno! Si regge sulla meschinità e sull’arrivismo; gli angeli sono suddivisi in gerarchie e sono corrotti, vogliono potere e ne abusano. Il peggiore è Sevoftarta, che fa a gara con Rosiel nel ruolo dell’antagonista, tuttavia non dimentichiamo che tra i nemici di Setsuna ci sono anche l’ambiguo Belial, Lucifero, e Sandalphon; tuttavia nessuno di questi è il vero cattivo, né il boss finale.

I tanti personaggi di “Angel Sanctuary”- così tanti da perdere il filo perché ognuno è un po’ protagonista e viene seguito a lungo e con profondità – sono quasi tutti personaggi tormentati, e ce n’è anche di ossessionati. Molti hanno il costante desiderio struggente d’essere perdonati e purificati da dio, inoltre, nessuno è perfetto, e anche chi si potrebbe considerare buono, finisce col macchiarsi di qualche peccato. Gli stessi Setsuna e Sara commettono diversi errori: sono egoisti nel loro reciproco sentimento, e incoscenti, perché la loro vicenda coinvolge anche altre persone, individui disposti a sacrificarsi perché credono nel Salvatore. Da qui, sensi di colpa e prese di coscienza... verso la maturità. É interessante assistere alla crescita dei personaggi, e oltre a Setsuna e a Sara, mi ha colpito quella del giovane Rasiel, assistente dell’angelo Zafkiel; i personaggi di quest’opera sono sempre in movimento, accade sempre qualcosa che li mette alla prova e li costringe a cambiare, sia che si tratti di un evento passato o del presente stesso. Tra i miei preferiti ci sono il drago Nidhog, l’irritabile angelo del fuoco Michael, lo strafottente sempai Kato (amato col tempo) e l’enigmatico sempai Kira (specialmente dopo...!), ma ce ne sono tanti che mi hanno colpito, ad esempio il cherubino Catan e la sua fedeltà a Rosiel, l’angelo della terra Uriel, il capo dei troni Zafkiel, il santo eremita Adam Kadamon, persino quel mucchio-di-difetti-Rosiel! Poi ancora altri che pure se con breve apparizioni sono riusciti a commuovermi, come il mostruoso demone Abadon, la piccola Thiara, l’ingenua suora Ril, e l’I-child muto Af (mutismo e cecità sono ricorrenti in quest’opera). Se c’è un personaggio che invece ho detestato, si tratta del demone Belial, detto anche Cappellaio Matto; la faccenda, poi, l’ho trovata un po’ noiosa.
La psicologia dei personaggi è affrontata anche attraverso i sogni, visti come rifugio dalla realtà, come proiezione del subconscio, o come pura illusione quando si tratta di incubi creati da Sandalphon per confondere le menti.

L’opera di Kaori Yuki colpisce anche per i suoi disegni, a dir poco splendidi: acconciature elaborate, abiti ricchi e personalizzati fino all’ultimo ricamo, volti che parlano da sé, e ancora raffinatezza, e dettagli su dettagli; si potrebbe riassumere dicendo che la sensei è un’esteta. In termini di bellezza, i miei preferiti sono Alexiel, l’angelo dell’acqua Djibril e Lucifero, poi c’è Metatron che è troppo kawaii. Tuttavia, a volte c’è una paradossale approssimazione, mi sembra di notarla quando si tratta di scene d’azione, dove c’è un alto rischio di non capire quello che è successo; soprattutto all’inizio, è facile anche confondere i personaggi (specie i minori), questo perché, mi ripeto, sono davvero tanti, e a volte i loro tratti si somigliano... comunque Alexiel e Rosiel sono gemelli, Alexiel è la reincarnazione di Setsuna e dicono che lui le assomiglia, e lui ha una sorella, Sara... gira che rigira i tratti sono quelli! In compenso, ci sono delle scene talmente belle, delle sequenze e delle inquadrature talmente ricche di significato che mi hanno indotto a sorvolare sui difetti sopraelencati; cito ad esempio il viso di Sara quando scoppia a piangere in uno dei primi volumi (Setsuna dice: “ecco... si è rotta”), oppure durante il suo processo, quando la ragazza afferra la maglia dell’angelo Raphael, a dimostrare con quel gesto che dietro la grinta che mostra c’è tanta paura, e infine, la meravigliosa sequenza finale, con le piume che cadono dal cielo.

Ero indecisa se valutare l’opera con quattro stelle oppure cinque: la decisione finale è maturata grazie a una seconda lettura dell’opera, avvenuta tutta d’un fiato, mentre la prima volta ero stata costretta ad aspettare la pubblicazione bimestrale, cosa che per una storia complessa e articolata come questa, comporta il rischio che il lettore capisca metà delle cose (complice i tanti personaggi e i difettucci nel disegno accennati sopra).
Il desiderio di scrivere una recensione il più esaudiente possibile, testimonia che “Angel Sanctuary” mi è piaciuto. Molto. Nonostante l’ambiguità, nonostante la difficoltà, nonostante il peso dei temi trattati, nonostante la crudeltà, e anche se all’inizio sembrava andare contro ai miei principi; ho cercato di capirlo, ho aperto la mente, ho imparato ad accettarlo.
Ho trovato tanti messaggi nascosti, delle verità sull’amore, sull'etica, sul fatto che i giovani si trovino costretti ad affrontare grandi cose tutto da soli perché la società non li aiuta. E ho imparato qualcosa.
“Angel Sanctuary” lascia il segno, che lo vogliate o meno. C’è chi si è appena reso conto d’esser stato conquistato.


Articolo pubblicato anche su TrueFantasy per la rubrica Jappo W!

venerdì 3 giugno 2011

Recensione "Cuore nero" di Amabile Giusti (Baldini Castoldi Dalai Editore)

Recensione "Cuore nero" di Amabile Giusti (Baldini Castoldi Dalai Editore)








*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***


Un romanzo denso e corposo.. come sangue.


Ho appena finito di leggerlo. Ho il cuore in gola, tanto che non riesco a formulare altre parole se non un aggettivo: meraviglioso.
"Cuore nero" è uno di quei romanzi capaci d'incollare il lettore dall'inizio alla fine, e nonostante in certe situazioni lo si possa trovare molto simile a "Twilight", costringe a rimangiare il pensiero e ad allontanare il paragone, perché quel che succede non è mai quel che ci aspettava: il suo punto di forza è l'imprevedibilità.

Il romanzo è un "tomo" diviso in quattro parti, e lo dico subito, auto-conclusivo (yahoo!). Già nella prima parte, quando Giulia s'imbatte nell'enigmatico Victor Lassalle fuori dalla villa abbandonata, e prontamente il giorno dopo Max - il compagno di scuola che l'aveva scaricata dopo una brevissima relazione - torna a rivolgerle la parola solo per dirle di stare lontano da quell'individuo, non riuscivo a individuare chi dei due fosse il vampiro! Si capisce che entrambi siano esseri soprannaturali, per la cronaca, agli antipodi, tuttavia non riuscivo ad identificarli, e in questo modo ho vissuto tutto lo stupore insieme a Giulia (be', veramente io mi sono svegliata un po' prima), leggendo avidamente per arrivare a scoprire la verità.
Fatta luce su questa faccenda, dalla seconda parte si presenta quell'oggetto che Blaise Lassalle (padrone della villa e parente di Victor) aveva scoperto durante i suoi esperimenti sui vampiri, ossia la Pietra di Sole; il mistero non riguarda il suo potere, quanto piuttosto al come si evolverà la situazione, dato che l'oggetto attirerà una folla di vampiri a Palmi (città della protagonista) e non è ben chiaro cosa voglia farci Max, così come non sono chiare le intenzioni di Victor.
La terza parte è invece incentrata su Max, sul suo passato e il suo possibile futuro, e va alimentando speranze per un'evoluzione assurda (o forse farei meglio a dire, "involuzione"), sia nel corpo, ma più evidentemente nei sentimenti, perché in "Cuore nero" si dice che i vampiri non provano emozioni, e quando si sarà abituati a questa verità, ossia che l'interesse di Max per Giulia era sempre stato solo ed esclusivamente per fame, la situazione si ribalterà. Ma in fondo, non me l'ero bevuta sul serio!
La quarta parte, infine, spiazza. Dovevano tornare tutti i conti, e tornano, ma diversamente da come ci si aspettava; l'autrice non avrebbe potuto fare un finale migliore, un finale che rende il tutto... indimenticabile (non è un caso se uso questa parola).

I vampiri, come accennato, non possono provare sentimenti, ma "Cuore nero", enigmi e urban fantasy a parte, è un romanzo che nei sentimenti trova proprio la sua base, il nucleo, il cuore.
La prima rappresentante è Giulia, complice la passionalità, la grinta, e la spinta incosciente della sua giovane età, ma dopotutto queste caratteristiche potrebbero dipendere anche dal carattere, e di carattere la protagonista ne ha da vendere. A volte l'ho trovata un po' pesante, per il fatto che non si rassegnasse alle dichiarazioni di Max, e ostinata e senza un minimo d'orgoglio personale continuava a stargli dietro, pedinarlo, tentarlo... non mi stupiva che Max si stufasse. D'altra parte però, capivo la testardaggine e soprattutto il cuore ferito, perché Max toglie in egual misura a quanto dà, e se si conta come quanto poco possa bastare a un cuore innamorato, ebbene, lui dà di più. Come non confondersi? Come non intestardirsi?
In questo romanzo l'amore è tormentato, per questo diventa intenso, ed è molto più reale dell'invaghimento di Bella per il perfetto Edward (sono caduta nel paragone!) perché a volte per una donna è più travolgente il buio, un'amore che sa di sbagliato tanto fa male, un'amore che fa quasi uscire di senno, e che come le sabbie mobili, quanto più vuoi uscirne, tanto più affondi; un'amore che spreme tutte le forze vitali.
Emozioni e carattere sono altrettanto sviluppati in Max, anch'egli intestardito, ma dal lato opposto, soprattutto perché a sua volta tormentato; non rivelerò altro per lasciare il piacere della scoperta.
Un altro personaggio che mi ha colpito per le sue caratteristiche è la madre di Giulia, Anna: purtroppo è vero, ci sono anche madri così, che tutte prese dai loro problemi non si accorgono del malessere dei figli, ovvero coloro che più di tutti hanno bisogno di attenzioni. Anna è una madre che ha lasciato che prevalessero in lei sentimenti quali rancore e rabbia, inconsapevole che così facendo deprime anche le figlie (Giulia ha una sorella, Laura), e addossa loro i suoi problemi, le sue fissazioni, infine, il suo pensiero. Sensazionale è il risvolto successivo; mi ha commossa.
Vorrei poi ricordare anche Paolo, ragazzino che a seguito di un incidente dove il suo migliore amico ha perso la vita, "guadagna" il dono di vedere la morte; la seconda parte del romanzo si concentrerà anche su questa faccenda. Anche qui avremo dei risvolti inaspettati, che ci fanno comprendere come la mente umana sia così poco adatta ad esperienze ultraterrene, perché per via dei sentimenti ogni cosa acquista peso sulla coscienza.

Una delle tante idee che "Cuore nero" mi ha soffocato sul nascere, è quella del triangolo amoroso: per fortuna Victor Lassalle ha un ruolo molto più complesso rispetto a quello di un mero rivale. Non mancherà di sorprendere a sua volta, e ho trovato altrettanto originale la natura che l'autrice dà agli esseri come lui, i cacciatori di vampiri; in effetti la prima parte del romanzo è intitolata "un angelo sulle scale" ed è a lui che indubbiamente si riferisce.

Se "Cuore nero" è così avvincente è anche grazie allo stile dell'autrice: il linguaggio con cui si esprime Giulia è estremamente attuale, con continui riferimenti alla quotidianità a diretto contatto con qualsiasi giovane (trasmissioni televisive, film, libri, manga...), il che contribuisce a rendere il contesto il più vicino possibile a quello reale.
Amabile Giusti scrive in modo semplice e diretto, e nella sua disarmante chiarezza esprime concetti e messaggi universali.
Ho adorato il finale perché, tra le altre cose, emerge questo messaggio: non è detto che semplicemente perché una è giovane può superare le cose e andare avanti; sapere di avere un lungo futuro non è un motivo sufficiente per consolarsi, e in certi casi, ci vuole un intervento "esterno" per guarire le ferite del cuore.
Il tema dell'abbandono è una costante in questo libro che ha tanto di fantasia quanto di realismo.

Che sia per sognare o per riflettere, questo è un romanzo assolutamente da non perdere.




"Profumo d'incenso" recensito su A Book Bite!

Rubrica che raggruppa tutte le notizie su di me e le mie opere; 
un viaggio sulla luna ("pianeta donna" per eccellenza) e ritorno! ;)

Eccomi a scrivervi dopo un giorno di festa (la repubblica italiana ^^) e dopo un po' di latitanza nel postare (ma solo perché sto preparando taaaaaanto materiale ;)); il motivo di questo post, è segnalare una nuova recensione al mio "Profumo d'incenso", a cura della simpaticissima Chiara del blog A Book Bite!
Di seguito, troverete il link alla recensione.



Buona lettura, e prometto, a presto!


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