giovedì 30 luglio 2015

Segnalazione: "Vivere al ritmo della radicalità nella storia" di Giovanni Feliciani (Bibliosofica Editrice)

Carissimi astronauti,

visto che l'altro giorno ho inaugurato la prima delle rubriche del blog, è tempo di pensare a una delle più gettonate!
Da oggi, le segnalazioni saranno contenute all'interno della rubrica "Avvistamenti nello spazio"!

Rubrica dedicata alle segnalazioni
di autori emergenti e case editrici
(per la tua segnalazione scrivimi)

Oggi abbiamo un'uscita che in realtà giaceva da un po' nella mia posta elettronica, ma a causa delle numerose e-mail che ricevo ogni giorno (complice il fatto che mi ero dimenticata di evidenziarla - d'oh!) è rimasta sommersa fino a qualche giorno fa, dal momento in cui sono stata ricontattata dall'ufficio stampa della casa editrice; chiedo scusa per l'inconveniente!

Il libro è di genere filosofico.




Titolo: Vivere al ritmo della radicalità nella storia
Autore: Giovanni Feliciani
Editore: Bibliosofica Editrice
Uscita: aprile 2015
Pagine: 482
ISBN: 978-88-87660-40-1
Prezzo: 20 euro

Sinossi:
Bisogna sempre saper dubitare di aver raggiunto la certezza. C’è sempre qualcosa che sfugge alla comprensione. Non esiste né esisterà mai una verità o una soluzione assoluta. L’umanità sarà sempre alla ricerca, perché solo così potrà evitare di rassegnarsi di fronte all’ignoto e quindi di fermare l’evoluzione.
Non esistono principi assoluti perché tutto è destinato a cambiare. Nulla è immutabile, tutto si trasforma. La mutazione è valida in ogni settore della vita. Questa concezione si può definire “vivere al ritmo della radicalità nella storia”, come se appunto dovunque esistesse una tensione radicale tesa al mutamento, al cambiamento, alla trasformazione.
L’universo, il mondo, la storia, la vita, ogni essere umano, hanno tutti e tutto un “ritmo”. Ogni cosa ha un suo ciclo di nascita e di morte. Il ritmo è l’armonia del tutto.
La legge della storia è il movimento perpetuo e dinamico dei cambiamenti. Questa è la legge storica del divenire: la creazione, il recupero e il superamento.
Occorre “immaginare” il futuro per poter superare il presente, occorre saper intravedere il senso della storia, che è quello di migliorare le condizioni generali del pianeta e dell’umanità.
Il senso della storia dell’universo è tutto nel voler sconfiggere il nulla. Lo Spirito del mondo sta nel suo struggente desiderio di perpetuare la Vita.
Vi sono alcuni individui che vivono fuori del tempo presente, inseriti in una dimensione spirituale al di là del tempo, forse in una quarta dimensione mentale. Essi non si lasciano afferrare dai miti dell'oggi ma guardano al futuro, lo prevedono e quasi lo vivono.
Ciò vuol dire partecipare allo “spirito” del mondo, al suo delinearsi, al suo manifestarsi, al suo farsi; e sentirsi abitanti del pianeta Terra.

Bio dell'autore:
Giovanni Feliciani (Siena, 1951), Laurea in Filosofia e Diploma di ricerca nelle Scienze storico-morali, da sempre ha una grande passione per i libri e la lettura. È stato libraio, bibliotecario, ricercatore.
Ha fondato e dirige la Casa Editrice Bibliosofica, a Roma, presso la quale ha pubblicato: Bìblius. Libro dei libri (1999), una vera e propria Enciclopedia del Libro; Bibliosofia. Scienza del Libro e della Lettura (2011); inoltre ha curato, insieme ad altri, il volume: La cultura brucia. Anna e la libreria Uscita nella Roma degli anni ’70 (2010).
È cofondatore della collana di Studi Storici, Filosofici, Umanistici “Tempora”.




Qual'è il nostro posto nell'universo, qual'è il nostro ruolo?
Il tema ideale da affrontare in questo blog, vero? ;)
Se siete di quelli che si pongono domande sulla propria esistenza, quei curiosi assetati di ogni conoscenza, allora credo che questo libro faccia per voi ;)
Cosa ne pensate?



martedì 28 luglio 2015

Rubrica "La cantina di Mos Eisly": The Kolors Live 2015

Carissimi astronauti,

dovete sapere che è da un bel po' che sto pensando alle varie rubriche da creare per il blog, e l'occasione cade propizia per portarle alla luce! :D
Oggi si apre la prima delle rubriche: "La cantina di Mos Eisly"!

Rubrica dedicata alla musica 
Prevede l'associazione di una possibile colonna sonora
per un tale libro o per una certa situazione narrata nello stesso.
Live alla cantina:
sotto-rubrica che riguarda i concerti a cui ho assistito

Cominciamo subito col "botto" visto che la rubrica si apre proprio con un live!
No, non ho incontrato sul serio Figrin D'an and the Modal Nodes (gli alieni di Star Wars che danno l'immagine alla rubrica ;)), ma i The Kolors!

Era da un paio d'anni che non seguivo il talent show "Amici", ma qualche puntata prima del serale l'ho trovato mentre facevo zapping, scoprendo così questi bei tre giovincelli che non solo suonano (più di uno strumento), ma compongono sia la musica sia le parole (in inglese). A quel punto ho ripreso a guardare il talent solo per seguire loro, capaci di sorprendermi puntata dopo puntata grazie ai loro inediti orecchiabili e alle originalissime cover; un mix di pop, rock, elettronica e persino dance! Ho tifato per loro durante la scalata verso il finale, e quando ne sono usciti vincenti, beh, ormai non avevo più dubbi! ;)
Ho regalato il cd "Out" a mio marito, e insieme abbiamo aspettato l'arrivo del tour perché, chi ha seguito "Amici" lo sa: ogni volta che toccava ai The Kolors c'era un'esplosione di energia!
Non vedevo l'ora di assorbirla dal vivo... mi dimenavo, scatenata sul divano, e sognavo ad occhi aperti di andare a un loro concerto; non mi era mai successa una cosa del genere! :O
Quel momento è arrivato sabato 25 luglio.

The Kolors:
Alex Fiordispino (batteria), Stash Fiordispino (voce e chitarra), Daniele Mona (synt).

Eravamo io, mio marito, i miei zii e i miei due cugini: insieme siamo andati alla tappa di Cervia (piuttosto vicina alla nostra Rimini ^^) e abbiamo parcheggiato nel parcheggio più vicino a Piazza Garibaldi, dove già si vedeva il palco con un'enorme "K" da lontano.
Essendo un concerto proposto nell'unica formula "Posto unico", prima si arrivava meglio era, ma di certo non immaginavo di trovarmi quella lunga fila già dalle 16,45 del pomeriggio! :O
Armati di pazienza, ascoltando le prove poco distanti da noi, ed esultando con la folla ogni volta che arrivava una ventata d'aria relativamente fresca (già eravamo fortunati a non avere il sole puntato contro, ma quando si sta tutti in piedi e stretti come sardine quando la temperatura esterna supera i 35°C si sente la mancanza d'aria!) abbiamo atteso l'apertura dei cancelli fino alle 20 circa.
Che ingenua a pensare che sarebbe stata anticipata l'apertura o che addirittura non sarebbe stata prevista la solita coda pre-concerto fuori dai cancelli; questi ragazzi sono già famosi! E si sono fatti attendere fino alle 21:30, con mezz'ora di ritardo rispetto l'orario previsto.
Appena il cielo ha cominciato a cedere al buio della sera, la piazza è esplosa, con la "K" sul palco che ha cominciato a illuminarsi di fasci di luce, e le due colonnine ai lati che si sono accese, mostrando negli schermi un filmato di Stash che dice: "We are The Kolors" e comincia a elencare tutti i generi di musica che suonano, ricordandoci (o presentandoci) quella che è la loro caratteristica: l'avere uno stile versatile che non si pone limiti di genere.


Stash e Daniele

Un'ora e mezza di canzoni non-stop, senza cambi e fermandosi solo per bere: i The Kolors si sono esibiti con 20 brani tra i singoli dell'album "Out", quelli dell'album uscito nel 2014 prima della notorietà di "Amici" dal titolo "I want", e alcune indimenticabili cover.
Ecco la scaletta:

1 - intro (Out)
2 - Keep on Smiling
3 - Love
4 - Twisting
5 - Great Escape
6 - Shout (Tears for Fears cover)
7 - My Queen
8 - Light On
9 - Pompeii (Bastille cover)
10 - No More + Areodynamic (Daft Punk cover)
11 - Radio Gaga (Queen Cover)
12 - I'm Sorry
13 - Il mondo + We are young (Jimmy Fontana  + Fun, cover)
14 - Realize
15 - Me Minus You .
16 - Why
17 - Why Don't you love me
18 - Maniac (Irene Cara/Flashdance cover)
19 - I don't give a funk
20 - Everytime

Devo confessare che dopo un'introduzione esplosiva, quando il trio è arrivato sul palco non mi è arrivata tutta quella "potenza" che immaginavo: Stash cantava, Daniele e Alex suonavano, ma mi sembravano distanti, quasi come se non fossero presenti! Parlando con mio marito non è stata solo una mia impressione... ad ogni modo, è stato così per le prime 4/5 canzoni (e dire che "Love" è una delle mie preferite! T_T) ma dopo che Stash si è avvicinato per parlare della sua emozione, è stato come se si fosse sciolto il ghiaccio e allora sì che ho cominciato a percepire la loro energia! Le canzoni hanno cominciato a coinvolgermi, facendomi cantare a squarciagola e ballare, specie con "Il mondo" assemblata a "We are young" dei Fun, "Why don't you love me" e "Maniac", dove ormai non riuscivo più a contenere le mie gambe che pestavano la terra peggio della protagonista di Flashdance (peggio in tutti i sensi! XD). C'è stato l'intenso momento di "Me minus you" con Stash da solo sul palco a cantare (il pianoforte lo ha suonato però in altre occasioni) e con "Radio Gaga" mi è successo che stavo addirittura per commuovermi... un po' ricordando i magnifici Queen e un po' nel sentire un gruppo così giovane e italiano che torna a riproporlo in una veste tutta nuova. E lo sanno fare.
Quante volte ho applaudito con convinzione, quante altre mi sono unita alle grida "Bravi! Bravi!", e la mia voce era amalgamata con quella di uomini e donne, ragazzi e ragazze, bambini e bambine; un coro unanime.

Alex che suona sempre (o quasi) con la lingua di fuori
e Stash col suo ciuffo che resiste, impassibile, a quasi due ore di salti XD 

Le canzoni del primo album "I want" non le conoscevo, ma sono rimasta a bocca aperta per le esibizioni, specie per "I don't give a funk" dove, se non erro, il ritmo cambia per ben tre volte per poi ripetersi, fino a chiudere con un'esplosione di batteria e percussioni a più non posso, scatenatissimo e delirante, in una parola: po-ten-te!!!!! (mettendo più punti esclamativi del consentito ;)).
Ed è così che emerge il vero carattere dei The Kolors.
La colonna sonora di quest'estate, "Everytime", chiude il concerto presentandosi all'inizio con un nuovo arrangiamento (lenta, con Stash al pianoforte) per poi rivelarsi così come la conosciamo: il pubblico canta e ripete l'ormai celebre ritornello.
Un'altra cosa che ho notato, è che Stash canta in modo così preciso e perfetto che all'inizio ho temuto fosse in playback: era identico al cd! :O In realtà è proprio così la sua voce, e in questa mancanza di "sporcature" ci ho visto un po' dell'atteggiamento scolastico tipico di "Amici"; credo che se lui si lasciasse andare alle variazioni si divertirebbe di più, lui per primo, e darebbe ancor più emozioni al pubblico. C'è anche da dire che sono una habitué ai concerti di Tiziano Ferro (tranne quest'anno T_T) e lui non le canta mai, dico MAI uguale al cd! Ed è bello nella sua imprevedibilità, perché stupisce sempre *__* (ok: adorazione di TZN mode off)

I The Kolors si sono presentati e si mostrano tuttora come dei ragazzi semplici, forse un po' timidi; tutt'altro che montati e sicuri di sé.
Ci piacciono anche per questo, ma spero che l'esperienza del tour estivo possa aiutarli a sciogliersi, specie nei primi momenti sul palco (troppo forte l'impatto col pubblico, e in effetti, eravamo numerosi), perché non ho dubbi che siano invece pronti in fatto di creatività, originalità e musicalmente preparati; una ventata d'aria nuova nel panorama italiano che, francamente, ci voleva!

Vi lascio con l'ultima foto, stavolta non scattata da me ma che è un selfie degli stessi The Kolors, apparsa nella loro pagina facebook il giorno dopo il concerto:


The Kolors live 2015 a Cervia: ci sono anch'io!
(sono minuscola, dietro Alex e nella zona di quel cartello a destra XD)


venerdì 24 luglio 2015

Segnalazione e commento al videogioco Free, Made in Italy, "Little Briar Rose" (Elf Games)

Cari astronauti,

lo sapete che oltre ai libri ho la passione per anime, manga e videogiochi, no? ;) Allora oggi voglio parlarvi proprio di uno che appartiene a quest'ultima categoria, testato personalmente, apprezzato, e degno di nota perché di produzione 100% Made in Italy (facciamo vedere al mondo di cosa siamo capaci)! :D




"Little Briar Rose" è un'avventura grafica in stile punta e clicca *gratuita* prodotta dal team Elf Games così composto: Fabiola Allegrone (artista), Piero Dotti (programmatore) e Stefano Zambrano (traduttore), più i vari collaboratori esterni che si sono occupati delle musiche e del betatesting.
Il gioco è ispirato a "La bella addormentata", celebre fiaba di Charles Perrault ormai adattata in varie salse (cartoon Disney, film Disney, serie tv "C'era una volta"...) ma chi l'avrebbe mai pensato che si sarebbe arricchita di gustosi enigmi che con la loro ironia ricordano avventure grafiche del calibro di "Monkey Island"?




L'avventura inizia col giocatore che veste i panni del principe, d'azzurro vestito, Stephen I, giunto nella foresta maledetta per salvare il regno e la principessa dalla maledizione dell'incantesimo del sonno.
Nella prima versione del gioco (attualmente il team sta lavorando a un restyling, come vi spiegherò dopo ;)) l'avventura si compone di quattro scenari/fasi che si sbloccano man mano che si risolvono gli enigmi: dal villaggio degli gnomi al lago delle sirene e dei tritoni, dal bosco di alcuni grotteschi folletti alla coloratissima riserva delle fate.
Gli enigmi sono di una difficoltà medio-bassa (se "masticate" il genere sapete che spesso, per risolvere le cose, occorre interagire più volte con i personaggi, e fermarsi a controllare ogni ambiente alla ricerca di tutti gli oggetti possibili) salvo l'ultima fase con quella fata capricciosa che mi ha fatto scervellare... ma nel complesso si può concludere l'avventura con 1/2 ore piacevoli di gioco. A qualcuno potrà sembrare poco, ma garantisco che alcuni enigmi hanno del geniale, graficamente è una meraviglia per gli occhi, e vi fa fare anche qualche risata; non a caso, il titolo si è piazzato al terzo posto nell'Indie Game Maker Contest 2014 (categoria non-rpg) per cui scaricatelo seguendo il link dell'immagine qui sotto:


Download gratis!

Come potete vedere dalle immagini, "Little Briar Rose" ha questo stile grafico particolare che ricorda l'arte dei mosaici, uno stile che ben si adatta all'atmosfera da fiaba e che riguarda non solo l'ambiente, ma anche i personaggi, che si presentano infatti come dei "pezzetti di vetro colorati" :)
Il lavoro grafico era già notevole, tuttavia Elf Games sta lavorando a un restyling che prospetta un'esperienza di gioco migliore, non solo dal punto di vista grafico: passando dallo sviluppo con RPG Maker all'utilizzo di Unity, sono stati aggiunti nuovi enigmi, l'avventura si è allungata e ci sono nuovi scenari; l'inventario si è graficamente aggiornato così come i baloon di dialogo.
Purtroppo non si sa ancora quando uscirà questa nuova versione, ma vi confesso che l'aspetto con ansia!
Intanto, volete avere un'idea del prima e dopo? Ecco a voi!




 

Ora vorrei soffermarmi un attimo su alcune chicche del gioco: quando il nostro eroe sbaglia, il personaggio che ha il ruolo chiave dell'enigma, scontento, gli lancia una maledizione capace di trasformarlo in uno di quei bruttissimi folletti, per cui, "Game Over"! Il nostro eroe in quelle condizioni non è più un personaggio giocabile! Al suo posto arriva un nuovo principe che fa il suo ingresso presentandosi all'entrata dalla foresta, dopodiché il gioco riprende dall'ultima situazione risolta (e/o salvata). 
Quanti principi occorreranno per salvare la bella Aurora? Non è detto che sarà Filippo; dipende da noi!
Un'altra chicca è il messaggio che ho percepito nella trama dell'intero gioco: il principe risolve enigmi che hanno a che fare con i diversi popoli del Regno; il suo ruolo è da tramite, portatore di esempio di tolleranza in un mondo capriccioso, stufo e spazientito, che, ad esempio, non accetta quelli di una specie diversa solo per via dell'aspetto o di falsi pregiudizi. 
"Little Briar Rose" lo si potrebbe interpretare come una metafora: aprirsi al dialogo, conoscere prima di giudicare, sono gli elementi di "luce", il bene che estirpa le radici del male, in questo preciso caso, i rovi della foresta maledetta. 
Nel suo piccolo, questa breve e indipendente avventura grafica italiana sembra proprio volerci trasmettere, e perché no, insegnare, qualcosa. Per di più divertendoci.
E' anche questo il motivo per cui mi è piaciuta così tanto.




L'unica cosa che mi sento di criticare è che l'avventura sia interamente in inglese; in un gioco dove i dialoghi sono fondamentali, avrei voluto la possibilità di scegliere la lingua italiana, specie se si tratta di un gioco di produzione italiana! Ad ogni modo, nulla che non si possa risolvere con un salto su Google Translate, magari affiancandolo alla finestra di gioco per scoprire subito il significato dei termini che ci sono sconosciuti.
Il videogioco, inoltre, gira veloce e senza problemi anche in un PC con la scheda grafica integrata come quello che sto usando io in questo momento ;)

In attesa di conoscere la data d'uscita della nuova versione, vi lascio il link al sito di "Little Briar Rose" e il link alla Pagina Facebook.
Supportiamo questi ragazzi!
E voi, cari astronauti, cosa ne pensate?
Avete scaricato l'avventura? 
L'avete giocata e conclusa? 
Ditemi la vostra!


giovedì 23 luglio 2015

Segnalazione: "Ti amo già da un po’" di Tania Paxia

Rubrica dedicata alle segnalazioni
di autori emergenti e case editrici
(per la tua segnalazione scrivimi)


Carissimi astronauti,
oggi torniamo alle segnalazioni con una nostra "vecchia" conoscenza, Tania Paxia, il cui ultimo romanzo rosa è uscito in ebook giusto ieri!




Titolo: Ti amo già da un po’
Autore: Tania Paxia
Editore: self-publishing
Genere: narrativa (rosa)
Asin: B0112O6HQS
Prezzo: 0,99€
Pagine: 267
Data di uscita: 22 luglio 2015
Link per l'acquisto: Amazon
Link Goodreads: https://www.goodreads.com/book/show/25860172-ti-amo-gi-da-un-po
Link blog dell'autrice: http://www.nicholasedevelyneildiamanteguardiano.blogspot.it


Sinossi:
Keene,
New
Hampshire
5 Giugno 2006
Ore 22:50

Harper
Lei era lì, dall’altro lato della strada, più bella che mai, con i capelli castani tirati in una coda di cavallo, mentre sorrideva allegra, aggiustandosi la piccola borsa a tracolla che le era scivolata di fianco. Indossava degli shorts corti di jeans, abbinati a una t-shirt rosa. Era accaldata, forse era davvero corsa fin lì da chissà dove.
Il tempo si fermò, concentrandosi in un solo attimo. L’attimo in cui realizzai che non era lì per me, ma era insieme a…
May
“Owen” mi bloccai all’istante, senza fiato. “Ci sediamo?” gli indicai una delle panchine che costeggiavano la strada, di fronte al gazebo rotondo in legno, nella piazza principale. Era uno dei miei posti preferiti.

Un biglietto. Un malinteso. Questo ha portato Maybelle Watson (detta Trilli) e Peter Harper ad allontanarsi. Da amici per la pelle, sono diventati due estranei, per gli otto anni consecutivi, fino a quando May, stufa della sua vita a New York, del suo lavoro di avvocato, del suo fidanzato apatico e insensibile, avvocato anche lui, decide di tornare a Keene. Ed è qui che incontrerà di nuovo Peter Harper, il suo amico speciale, il suo Peter personale. Tra liti, scontri e cioccolate calde col cuore di gelato, May scoprirà cosa Harper avrebbe voluto dirle quella sera di inizio estate.

Biografia
Tania Paxia vive a Bibbona, un paesino nella provincia di Livorno. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza (Magistrale) di Pisa e una delle sue grandi passioni è scrivere.
“Nicholas ed Evelyn e il Diamante Guardiano” è il suo primo romanzo. Il racconto che lo segue “Nicholas ed Evelyn e il Dragone Carbonchio” è uscito il 1 marzo. Il secondo della serie “Nicholas ed Evelyn” è in fase di scrittura. Nel frattempo, ha scritto altri libri: “La Pergamena del Tempio” un giallo su base storica edito da Europolis Editing, in ripubblicazione autonoma il 14 agosto 2015, un paranormal “Il marchio dell’Anima EVANESCENT The Rescuer of Souls #1”, un fantasy “La cacciatrice di stelle” e una commedia romantica intitolata “Sono io Taylor Jordan!”.

Estratto:
Keene, New Hampshire
5 Giugno 2006
Ore 22:50

Harper
Calma.
Mantieni. La. Calma.
Era in ritardo soltanto di venti minuti. May è sempre in ritardo, del resto. Ero stanco di fare avanti e indietro sull’asfalto, quindi mi ero seduto su uno degli scalini del gazebo in legno, a pianta ottagonale, con il tetto a punta, situato nella piazza dove di solito io e May ci soffermavamo a mangiare qualcosa, dopo scuola, prima di tornare a casa. Questo accadeva prima che May si mettesse con Owen, qualche mese fa. Che poi non ne era neanche innamorata. Era più una cosa…fisica, da quanto avevo capito.
Mi mancava trascorrere il mio tempo con lei. May. È la mia migliore amica da quando ho memoria. E all’improvviso era scomparsa. La vedevo soltanto a scuola e di sfuggita dalla finestra di camera mia, dall’altro lato della strada. Fu allora che mi resi conto di quanto lei fosse importante. Non solo come amica. E allora avevo escogitato un piano. O meglio, Syd, mia sorella minore, aveva escogitato un piano. Le aveva lasciato un biglietto da parte mia, nella sua borsa, nello spogliatoio delle ragazze, durante l’ora di ginnastica. Un piano perfetto.
Lei si sarebbe presentata e le avrei detto ciò che provavo, senza mezzi termini, senza indugi, senza perdere ancora altro tempo prezioso. May era una ragazza che agiva d’istinto e mi avrebbe baciato, lì, sugli scalini del gazebo. Il nostro posto.
No. Scossi la testa con vigore, avvilito. Queste cose accadono soltanto nei film, con il colpo di scena finale, quando lo sfigato – ovvero io, in questo caso – viene raggiunto dall’amata, dopo una corsa sfrenata, per rivelargli i suoi sentimenti ricambiati.
Scossi ancora il capo per scacciare dalla testa quel film mentale che mi ero immaginato. E fui assalito da un dubbio infernale: E se si mette a ridere? Pensai all’improvviso. Mi passai una mano sulla faccia. Che idiota! Ravvivai con rabbia il ciuffo di capelli arruffati che mi era ricaduto sulla fronte, cercando poi di massaggiarmi le tempie con movimenti regolari, per allentare il nervosismo. Scattai in piedi, dopo aver realizzato che sarebbe successo tutto l’opposto di ciò che avevo immaginato. Perché lei mi avrebbe detto che eravamo amici, quasi fratelli e che era una cosa impossibile.
Dovevo scappare, finché ero in tempo. Potevo ancora svignarmela. Le avrei inviato un messaggio, dicendole che avevo avuto un contrattempo o mi sarei inventato una scusa stupida. Ero diventato bravo nell’inventarmi storie. Guardai l’orologio da polso, per la millesima volta in venti minuti.
Erano le undici in punto. Alzai lo sguardo, scendendo gli scalini, ma mi fermai di botto.
Lei era lì, dall’altro lato della strada, più bella che mai, con i capelli castani tirati in una coda di cavallo, mentre sorrideva allegra, aggiustandosi la piccola borsa a tracolla che le era scivolata di fianco. Indossava degli shorts corti di jeans, abbinati a una t-shirt rosa. Era accaldata, forse era davvero corsa fin lì da chissà dove.
Peccato che la realtà fosse ben differente dai film.
Il tempo si fermò, concentrandosi in un solo attimo. L’attimo in cui realizzai che non era lì per me, ma era insieme a…



Quando l'amicizia profonda si trasforma in amore; una commedia romantica :)
Cosa ne pensate della trama e di questo estratto?
Dite la vostra!


mercoledì 22 luglio 2015

RiminiComix 2015!

Buonasera, cari astronauti!

Oggi ho in serbo per voi un piccolo reportage, perché questo weekend sono stata al RiminiComix!
Visito questa fiera abitualmente dal 2011 (eh grazie, io a Rimini ci vivo XD), ma a parte qualche album sul mio profilo Facebook non l'avevo mai trattata qui... ebbene, è arrivato il momento di farlo, perché RiminiComix sta diventando sempre più grande e degno di nota; sul serio, quest'anno mi ha sorpreso, ed è la prima volta che in una serata non sono riuscita a vedere tutti i padiglioni (di solito ci facevo 2/3 giri)!

Il manifesto 2015

Per chi non lo sapesse, il RiminiComix è il primo e unico evento dedicato a fumetti e videogiochi a ingresso gratuito, aperto dalle 17 a mezzanotte (sabato è stato aperto fino all'una *__*), che si svolge a Rimini, zona Marina Centro, in Piazza Federico Fellini, davanti al Grand Hotel e alle spalle della Fontana dei Quattro Cavalli. 
Questa XIX edizione ha visto la mostra mercato espandersi fino a 2.500 metri quadrati, e programmata all'interno del maxi evento Cartoon Club (XXXI edizione) ha presentato oltre 250 cortometraggi animati e contato un centinaio di ospiti italiani e internazionali fra autori, disegnatori, sceneggiatori, scrittori e produttori. 
Un'edizione da record, perché nel corso dell'evento (dal 13 al 19 luglio) sono state contate 90mila presenze, con oltre 5000 cosplayer giunti a Rimini per la Cosplay Convention.


Uno dei padiglioni

Già dall'anno scorso erano aumentati i padiglioni, ma quest'anno è stato aggiunto il "Palacartoon" (un luogo chiuso, e non più un palco all'aperto, probabilmente per prevenire situazioni di emergenza come la forte pioggia dell'anno scorso - anche se quest'anno non piove mai) per ospitare le gare di cosplay, i concerti, i disegnatori, i dj set, e gli eventi di punta come il concerto di Cristina D’Avena e l’anteprima della nuova serie di Lupin III con la visione di alcune immagini e la nuova sigla, con i doppiatori Alessandra Korompay e Stefano Onofri come ospiti.


Jappo music!

Riguardo alla mia personale esperienza, diversamente dalle precedenti edizioni, quest'anno (come l'anno scorso) non avevo preparato un cosplay: da almeno 3 anni desideravo realizzare il cosplay di Daenerys Targaryen di Game of Thrones (indovinate perché adoro *_* la madre dei draghi!) ma non ero mai riuscita a trovare quel vestitino blu, che poi avrei modificato... ma il caso ha voluto che venerdì mattina, mentre stavo uscendo col camion dalla piazza dove lavoro, ho visto un banco che vendeva questo lungo abito blu con lo spacco centrale e non ho potuto fare a meno di prenderlo! Il problema è che a un giorno dal mio ingresso al RiminiComix non avevo preparato altro, a parte i leggins e gli stivali che potevo riciclare per l'occasione... 
Combinazione, nel pomeriggio mi viene in mente di andare a cercare nel negozio di abiti in maschera vicino a casa mia (mai entrata prima di allora) e ho visto dalla vetrina che aveva anche le parrucche, ma il negozio era chiuso; non mi sono data per vinta e ho telefonato al numero per le urgenze rimediando un appuntamento per le 8 di mattina di sabato! Sabato mi trovo questa parrucca bionda molto simile ai capelli della Khaleesi: che fortuna! *__* Alle 11 circa mi sono messa al lavoro di taglia e cuci sull'abito, ma l'operazione si è rivelata più complicata del previsto finché sono arrivata alle 13 che non sapevo più cosa fare: colpa di quel colletto ampio e drappeggiato da trasformare in una scollatura a "v"! In panico, ho chiamato subito i soccorsi: la mia nonna sarta! Alle 18 il mio abito era finalmente pronto grazie al suo ingegno e alle sue abili manine *__* (nel frattempo io ho sistemato i capelli della parrucca XD)
Finalmente, sono riuscita a vestire i panni di una delle mie eroine preferite! :D

Il mio cosplay di Daenerys Targaryen!

Sabato sera io, mio marito e una coppia di amici abbiamo girato per i padiglioni, fatto acquisti e assistito al concerto di Cristina D'Avena, ma siccome queste fiere sono anche l'occasione giusta per ricevere visite nel mio Nintendo 3DS (attraverso la funzione Street Pass si ottengono pezzi di puzzle, eroi per il GDR e altre chicche che una maniaca del collezionismo nonchè nerd come me non si può perdere XD), io e mio marito abbiam pensato di tornare anche domenica sera; mi doveva anche delle foto, visto che non me ne aveva fatte (capricciosa mode: off)! Come scrivevo all'inizio di questo post, sabato non eravamo riusciti neanche a vedere tutte le corsie dei padiglioni...
Domenica sera abbiamo concluso il nostro giro, dopodiché siamo andati al porto a fare qualche scatto sulla sabbia.
In questi 2 giorni siamo stati al RiminiComix solo per 3 ore ciascuno, eppure vi garantisco che è stato intenso e divertente!
Ora vi mostro i miei trofei/ricordi di quest'anno: 




1) La berretta di Totoro (la volevo da anniiiiii *__*)
2) Un quadretto realizzato dal "Cagliostrino" di Serena Pieruccini (un bel pensiero da appendere in casa, io che sto sempre a metà tra la fantasia e la realtà!)
3) Un piccolo asciugamano di Totoro morbidissimo da aggiungere al mio bagno, visto che ho già il porta carta-igienica di Totoro preso a Lucca diversi anni fa XD

Non mi resta che darvi appuntamento a domani con un post di segnalazione libri e... RiminiComix, ci vediamo nel 2016!

lunedì 20 luglio 2015

Segnalazione: "Revolution '90" e "Rock'n words". I saggi sulla musica italiana di Gianni Gardon (Nulla Die)

Rubrica dedicata alle segnalazioni
di autori emergenti e case editrici
(per la tua segnalazione scrivimi)


Carissimi astronauti,

ci sono appassionati della musica fra voi?
Magari della musica italiana?
Se avete risposto di sì a entrambe le domande, allora le segnalazioni di oggi fanno proprio per voi! ;)
Vi presento una serie di saggi incentrati sulla musica italiana degli anni '90 a cura di Gianni Gardon, mio "collega-autore" della casa editrice Nulla Die.



Autore: Gianni Gardon
Titolo: Revolution '90
Editore: Nulla die
Collana: Nuovo Ateneo
ISBN: 978-88-97364-97-9
Anno di pubblicazione: 2014
Pagine: 316
Prezzo: 21 euro

Quarta di copertina:
Gianni Gardon appassionato sin dalla tenera età di musica italiana ed estera, con una predilezione per i gruppi inglesi, divoratore di riviste e saggi musicali, oltre che maniacale collezionista, negli anni universitari ha avuto modo di entrare in contatto con la realtà delle radio locali. Ha così vissuto in prima persona il grande fermento che stava sviluppandosi attorno al rock italiano. "Revolution '90" non è solo una selezione dettagliata di dischi e relativi giudizi, ma anche un viaggio a ritroso nella società degli anni '90, che a rivederla con occhi lontani e col senno del poi, ci appare molto più "umana" di quanto non sembrasse allora.




Autore: Gianni Gardon
Titolo: Rock'n Words
Editore: Nulla die
Collana: Nuovo Ateneo
ISBN: 978-88-6915-015-9
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 202
Prezzo: 19,80 euro

Quarta di copertina:
In Rock ’n Words Gianni Gardon prosegue la ricerca avviata con Revolution ’90 sulla migliore musica italiana negli ultimi anni del 900. Il volume si avvale del contributo di protagonisti attivi sulla scena musicale dei ’90: giornalisti e discografici come Federico Guglielmi, Stefano Senardi (Universal), Manuela Longhi (Mescal) e Giacomo Spazio (Vox Pop), organizzatori di eventi come Giordano Sangiorgi (MEI). Tanti musicisti e autori: i cantautori Riccardo Sinigallia, Cristina Donà, Pino Marino e Luca Gemma; esponenti di area folk come Massimo Ghiacci (Modena City Ramblers), Paolo Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi), Angelo Pelini (Têtes de Bois), Luca Lanzi (Casa del Vento) e Stefano Fiori (Ratti della Sabina); di area rock alternativo come Umberto Palazzo (Il Santo Niente), Alessandra Gismondi (Pitch), Renato Minale (24 Grana) e GianMaria Accusani (Prozac + e Sick Tamburo); chitarristi come Maurizio Solieri; produttori e sperimentatori come LeLe Battista e Luca Urbani; i fotografi Alex Astegiano (che fu il primo cantante dei Marlene Kuntz) e la promettente Monelle Chiti e meteore degli anni ’90 come Alessandro Errico e Daniele Groff.

L'autore:
Gianni Gardon, nato nel 1977, è un educatore formatore specializzato in teatro terapia. Giornalista, collabora con le riviste “Guerin Sportivo” e “Il Nuovo Calcio” ed è autore e conduttore presso Yastaradio.com.
Per Nulla Die ha esordito nel 2011 con il romanzo di formazione "Verrà il tempo per noi", dai forti connotati musicali, finalista al Premio Letterario “Angelo Musco”, cui ha fatto seguito nel 2012 la raccolta di testi "Pinguini di carta" che l’autore ha poi declinato in un reading teatrale-musicale.

Con Revolution ’90 compie un viaggio a ritroso nella società degli anni ’90, che a rivederla con occhi lontani e col senno del poi, ci appare molto più “umana” di quanto non sembrasse allora. E ora completa il suo viaggio con un’eccezionale raccolta di dati, informazioni, curiosità e interviste che sono l’anima di Rock’n words.



Beh, che ve ne pare?
Sembra proprio un'appassionante enciclopedia del rock italiano.
Chi di voi ha già letto il primo volume, "Revolution '90", è pregato di farsi avanti e dire la sua! ;)

venerdì 17 luglio 2015

Segnalazione contest: racconti fantasy e racconti horror

Carissimi astronauti,

qualche giorno fa vi ho segnalato il contest sul sito di social writing Inkitt riguardante il genere science-fiction, ma l'altro ieri sono stati annunciati due nuovi contest: uno per racconti fantasy, e l'altro per racconti horror!
Anche questa volta, la vostra improvvisata interprete vi riporta il regolamento tradotto in italiano (si ricorda, infatti, che i racconti da pubblicare e il sito sono in lingua inglese ;)).


Contest per racconti Fantasy: Hither and Thither (qua e là)



  • Invia i tuoi migliori racconti di genere Fantasy. 
  • Non ci sono limiti di lunghezza. 
  • Non vi è alcuna quota d'iscrizione. 
  • Il contest è aperto anche a storie già edite.

Aiutaci a fuggire dalla realtà con le più fantastiche storie Fantasy! Inviaci storie di bestie, polvere di fata, e streghe, oppure incantaci con incantesimi e veleni. Vogliamo leggere racconti che siano così realistici da farci dimenticare che non siamo circondati da regni e draghi.

Regolamento:
Gli autori manterranno tutti i diritti sui lavori presentati al concorso.
Si possono inserire racconti fino al 10 agosto, ma il voto continuerà per un'altra settimana
Le storie devono essere pubblicate sulla pagina contest Inkitt per essere considerate ammesse al contest.
I racconti che hanno ricevuto il 10% dei voti dai lettori avranno la possibilità di essere scelti dallo staff di Inkitt per il 1 °, 2 ° e 3 ° premio.
Tutti i partecipanti avranno la possibilità di mostrare il proprio lavoro a una comunità in forte crescita di autori e lettori affamati di narrativa di alta qualità.
Invia le tue storie qui: www.inkitt.com/hitherthither
Se sei in cerca d'ispirazione puoi leggere le storie già inserite nella sezione Fantasy Stories del sito.


Contest per racconti horror: "End Game" (la fine del gioco)



  • Invia le tue più spaventose e minacciose storie dell'orrore!
  • Non ci sono limiti di lunghezza. 
  • Non vi è alcuna quota d'iscrizione. 

Regolamento:
Gli autori manterranno tutti i diritti sui lavori presentati al concorso.
Si possono inserire racconti fino al 10 agosto, ma il voto continuerà per un'altra settimana
Le storie devono essere pubblicate sulla pagina contest Inkitt per essere considerate ammesse al contest.
I racconti che hanno ricevuto il 10% dei voti dai lettori avranno la possibilità di essere scelti dallo staff di Inkitt per il 1 °, 2 ° e 3 ° premio.
Tutti i partecipanti avranno la possibilità di mostrare il proprio lavoro a una comunità in forte crescita di autori e lettori affamati di narrativa di alta qualità.
Invia le tue storie qui: http://www.inkitt.com/endgame
Se sei in cerca d'ispirazione puoi leggere le storie già inserite nella sezione Horror Stories del sito.

_°_

Entrambi i contest prevedono questi premi:



Et voilà, avete in mente di partecipare a uno dei due contest? Avete qualcosa di già pronto?
In ogni caso, ricordatevi di scrivere/tradurre il vostro testo in inglese ;)
In bocca al lupo!


giovedì 16 luglio 2015

Segnalazione: "Guanti bianchi" di Tieri Filippin (Nulla Die)

Rubrica dedicata alle segnalazioni
di autori emergenti e case editrici
(per la tua segnalazione scrivimi)

Cari astronauti,
anche oggi ho per voi una segnalazione Made in Italy!
Si tratta del libro d'esordio di Tieri Filippin, una storia che parla d'immigrazione, ma italiana.

 


Titolo: Guanti bianchi
Autore: Tieri Filippin 
Editore. Nulla Die
Collana: Lego / Narrativa 
ISBN: 9788869150180 
Pagine: 92
Prezzo: € 11,00  
Link per l'acquisto: Catalogo Nulla Die

Quarta di copertina:
Il Belgio è stata una meta di migrazione per molti italiani in cerca di lavoro. Ma il Belgio degli emigranti non fu solo quello delle miniere di carbone o delle imprese edili; ci fu chi, come Rosa e Filippo, giovani sposi, si trovarono a fare i domestici presso famiglie ricche e facoltose.

Dentro le mura di un castello ottocentesco, a contatto di gomito con vizi e virtù di una ricca famiglia vallone, Rosa e Filippo passeranno quattro anni della loro giovinezza, lontani dal loro lento e cadenzato mondo contadino. A due passi da una grande città, scopriranno il piacere del progresso anche se l’amore e la malinconia per il loro piccolo borgo li riporterà a casa…

L'autore:
Tieri filippin è nato a Bruxelles nel 1963. Dal suo luogo di nascita ha preso spunto il suo romanzo d’esordio. Vive e lavora a Belluno.



Ho letto che la storia è ambientata negli anni '60.
La trama sembra interessante; voi cosa ne pensate?
Intanto vi do appuntamento a domani con la segnalazione di ben due contest per racconti (fantasy e horror!) ;)

mercoledì 15 luglio 2015

Segnalazione: "Alone - Il solitario" di Giada Bafanelli

Rubrica dedicata alle segnalazioni
di autori emergenti e case editrici
(per la tua segnalazione scrivimi)

Carissimi astronauti,
oggi torno con una segnalazione Made in Italy ;)
Vi ricordate di Giada Bafanelli, segnalata qualche settimana fa con il suo libro "La figlia della vendetta"? Ebbene, il 9 luglio è uscito il suo nuovo racconto urban fanatasy; vediamolo insieme.




Titolo: Alone. Il solitario
Autore: Giada Bafanelli
Editore: Autopubblicato
Prezzo: 0,99 (ebook)
Data di pubblicazione: 09/07/2015
Disponibile per l'acquisto su: Amazon

Trama
Dopo aver attraversato la Svezia, il cacciatore di lupi mannari Einar Ivarsson arriva nella piccola e silenziosa città di Falun. Lì viene ingaggiato per uccidere Kirsi, una ragazza che due mesi prima si è tramutata in mannaro, aggredendo due uomini. Ma niente è ciò che sembra e, tra apparizioni misteriose e rivelazioni oscure quanto pericolose, Einar si troverà a dover fare delle scelte difficili che riporteranno a galla il suo passato.

L’autrice
Giada Bafanelli ha 27 anni e le sue più grandi passioni sono sempre state la musica e la narrativa, specialmente di genere fantasy. Oltre al racconto urban fantasy “Alone. Il solitario”, ha pubblicato il romanzo fantasy ispirato alla mitologia norrena “La figlia della vendetta” e il prequel “I giardini di Asgard”.
Il suo Blog Pagine Magiche.
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Un estratto
Einar guardò l’orologio per l’ennesima volta. Detestava quando la gente non arrivava in orario.
«Vuole ordinare, ora?» la cameriera, una ragazzina magra e piena di lentiggini intenta a masticare un chewingum, si era accostata di nuovo al suo tavolo.
«No, grazie. Sto ancora aspettando una persona.»
La cameriera rispose con un’alzata di spalle e si allontanò.
Einar, sbuffando, si poggiò allo schienale. Il suo cellulare era andato, e non poteva nemmeno chiamare la cliente per sapere se fosse morta. “Quasi tre quarti d’ora di ritardo, cazzo…”
E pensare che si era dovuto alzare all’alba e aveva attraversato in auto quella che a lui sembrava mezza Svezia, per arrivare puntuale all’appuntamento in quel buco di città. Si voltò a guardare verso la finestra: fuori aveva ripreso a nevicare così forte che era difficile distinguere persino i palazzi dall’altra parte della strada. Era ovvio che a quel punto, e per di più con un tempo del genere, non si sarebbe presentato nessuno. Cercando di reprimere l’irritazione, si alzò dal suo posto e si infilò il cappotto.
«’Fanculo» mormorò a denti stretti, rendendosi conto che la cameriera lentigginosa lo stava fulminando da lontano. Ma, considerando che aveva occupato per tre quarti d’ora un tavolo senza consumare niente, suppose che quell’occhiataccia fosse più che meritata. Prese il portafogli e lo aprì, alla ricerca di una banconota da lasciare sul tavolo prima di allontanarsi. “Quante Corone di mancia andranno bene?”
Come se avesse avuto una sua volontà, lo sguardo gli cadde sulla fotografia che teneva, ormai da anni, all’interno del portafogli.
Eva sorrideva, in quella foto. I capelli lunghi e biondi le ricadevano scompigliati sulle spalle; le labbra rosse spiccavano come due petali sulla carnagione chiara.
Einar distolse lo sguardo e si morse l’interno della guancia. Si accorse che una mano gli tremava, così richiuse il portafogli e se la infilò in tasca.
«Signor Ivarsson?» una voce femminile lo riportò alla realtà. Rialzò lo sguardo e i suoi occhi si posarono su un viso di mezza età, segnato però da rughe che sarebbero dovute appartenere a una donna molto più vecchia. «Sono Päivä Saarinen, ci siamo sentiti al telefono l’altro giorno. Mi dispiace se l’ho fatta aspettare, ma sono stata bloccata a causa del tempo.»
Einar ricacciò indietro la smorfia che gli si stava dipingendo in faccia. «Signora Saarinen…» disse, stringendole la mano. «Non si preoccupi, ero appena arrivato.»

Solo dopo che la cameriera ebbe preso le ordinazioni, la signora Saarinen si arrischiò a rivolgergli un timido sorriso di circostanza.
Einar conosceva bene quell’espressione, perché era quella che di solito assumevano i familiari del mutato quando non sapevano come cominciare il discorso spinoso che avrebbero dovuto affrontare. Nonostante cercassero di mascherare la vergogna e la paura, Einar ormai era in grado di riconoscere i pensieri dei suoi clienti.
Inoltre, tanto tempo prima, anche lui aveva provato quegli stessi sentimenti.
«Allora» disse, per rompere il silenzio che si era creato «al telefono mi ha parlato di un mutato, ma non ha voluto aggiungere altro.»
Päivä Saarinen annuì. «Si tratta di Kirsi, mia figlia. È successo due mesi fa» la signora Saarinen parlava svedese con un accento finlandese così forte che Einar aveva paura di non riuscire a capire le parole. «Io e Kirsi ci siamo trasferite da Tampere l’anno scorso, dopo la morte di mio marito. Qui a Falun vive mia cognata, che mi ha aiutata a trovare un nuovo lavoro e a rifarmi una vita. Sa, signor Ivarsson, non riuscivo più a restare a Tampere: avevo troppi ricordi, laggiù.» La donna distolse lo sguardo dal suo. «Purtroppo, per Kirsi è stato molto diverso. Lei è solo una ragazza e io, accecata com’ero dal dolore, non ho pensato a quello che poteva provare. Prima ha perso suo padre, e poi io l’ho sradicata dalla sua vita, portandola qui. Ha finito per odiarmi.»
Einar annuì per educazione, anche se non poté fare a meno di mettersi a tamburellare con le dita sul tavolo.
«Comunque, pur di stare lontana da me, Kirsi ha cominciato a girovagare per la città. Usciva a tutte le ore del giorno e della notte. Ero terribilmente preoccupata, ma lei non voleva starmi a sentire. Anzi, se ne andava di proposito a orari improponibili, pur di farmi stare in pensiero.»
«È normale, a una certa età.»
La signora Saarinen annuì, fissando la tazza di blåbärssoppa che aveva davanti.
«Una notte, però, sono stata chiamata dall’ospedale. Kirsi era stata aggredita da un animale, ed era ferita gravemente» la donna interruppe il suo discorso per asciugarsi gli occhi col polpastrello. «Mi scusi.»
«Si figuri.»
«Quando sono arrivata non mi hanno nemmeno lasciata entrare. Due infermieri del turno di notte erano stati sbranati, e Kirsi era scomparsa.»
«Com’era la luna, quella notte?» domandò Einar.
«Piena» rispose. «È stata Kirsi ad aggredire quegli uomini. Li ha uccisi, capisce? Un sopravvissuto l’ha vista.»
«Capisco.»
La donna scosse la testa. «No, sinceramente non credo che lei possa capire.»
“E tu cosa ne sai?” pensò, ma evitò di risponderle.
«Mi perdoni.» Lo sguardo che Päivä Saarinen gli lanciò sembrava dispiaciuto.
Einar rispose con un’alzata di spalle.
«Il fatto è che non è facile, per una madre, accettare una cosa del genere. Non riesco ancora a credere che Kirsi abbia ucciso delle persone, io… non riesco a credere che sia mutata, che sia successo proprio a lei.» La donna tornò a fissare il blåbärssoppa, poi prese un respiro profondo e continuò: «È per questo che l’ho contattata, signor Ivarsson. Kirsi ha bisogno di essere aiutata, e lei può farlo.»
Einar non riuscì a nascondere la sorpresa. «Aiutarla?» Aveva parlato a voce troppo alta, e alcuni clienti si erano voltati a guardarlo dai loro tavoli. «Signora Saarinen, io non posso aiutare sua figlia. Nessuno può farlo» spostò la sedia un modo da potersi avvicinare un po’ di più alla donna. «Una volta che il contagiato muta, non c’è modo di tornare indietro.»
«Lo so» rispose lei. «Non sono una sciocca, signor Ivarsson, e ho smesso di farmi illusioni molto tempo fa. Niente tornerà più com’era prima. Ma una madre ha il dovere di aiutare la propria figlia, ed è per questo che l’ho chiamata. Se la morte è l’unico aiuto che posso dare a Kirsi, ebbene, glielo darò.» stavolta, la sua voce era chiara e ferma. «La prego, uccida Kirsi per me.»



... ah però!
Un'insolita richiesta da parte di una madre, non credete?
Cosa pensate di questo estratto? La trama v'incuriosisce?
Dite la vostra!


martedì 14 luglio 2015

Recensione: "Hunger Games #3 - Il canto della rivolta” di Suzanne Collins



Titolo: Hunger Games – Il canto della rivolta 
Titolo originale: Mockingjay 
Autrice: Suzanne Collins 
Pagine 421 
Editore: Mondadori (24 agosto 2010)
Collana: Oscar Grandi bestsellers 
ISBN-13: 978-8804632245 
Prezzo: 13 

Trama.
Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.

Recensione:




La fine dei Giochi

Il secondo libro della serie, “Hunger Games – La ragazza di fuoco” ci aveva lasciato con Katniss Everdeen recuperata dall’Arena e portata in salvo da un Hovercraft fino al distretto 13, distretto che prima d’allora si riteneva abbandonato e distrutto. Ma il 13 esiste ancora, con la sua gente e con i pochi superstiti del distretto 12 (bombardato a seguito dell’azione rivoluzionaria di Katniss durante l’Edizione della Memoria), oltre ad alcuni dei Tributi partecipanti agli ultimi Giochi. 
Nel distretto 13 gli individui vestono di grigio e hanno un programma prestabilito a cui attenersi ogni giorno; non è molto diverso dalla dittatura che il Presidente Snow attua sull’intera Panem, ma qui il regime è a capo di una donna di nome Alma Coin. Katniss fatica ad ambientarsi in questa rigida società ed è tormentata dalle conseguenze delle sue azioni, nonché dalla perdita di Peeta; pur avendo la sorella Prim e il migliore amico Gale al suo fianco, l’unica cosa che comincia a muovere la ragazza è un sentimento di vendetta nei confronti del Presidente Snow, per cui, quando apprende che la Coin sta organizzando un esercito di ribelli per piegare i distretti fino ad arrivare a Capitol City, la ragazza, seppur inizialmente riluttante, accetta di riprendere le vesti di Ghiandaia Imitatrice come simbolo della rivolta. 

La prima parte del romanzo procede un po’ a rilento, ma del resto rispecchia il ritmo di quando si trattano temi come la politica, la tattica (i filmati pass-pro che sono registrati dai ribelli per fare incursioni durante le trasmissioni di Capitol City) e lo stato d’animo di una Katniss che sembra voler lasciarsi andare alla sconfitta e smettere di combattere. 
Rivedere Peeta davanti alle telecamere della trasmissione di Ceasar Flickerman, vivo, ma prigioniero, non è un sollievo: Katniss comprende subito che egli è lo strumento attraverso il quale Snow esercita una pressione psicologica nei suoi confronti; per ogni sua mossa, il presidente si rifarà su Peeta. Quello che Katniss non sa è che Snow ha già fatto qualcosa ti terribile a Peeta… con questa rivelazione si apre la seconda parte del libro, e da qui in poi il romanzo si fa ricco d’azione, avvincente come i precedenti. Ogni capitolo si conclude con un colpo di scena che non fa che accrescere la voglia di continuare a leggere, spingendo il lettore a divorare la storia pagina dopo pagina. 
Quello che mi ha piacevolmente sorpreso di (tutti gli) “Hunger Games” è che non è affatto scontato: fino all'ultima pagina non si sa chi sopravvivrà e chi no, e, in questo caso, chi metterà fine alla dittatura del presidente Snow. 
Personalmente, adoro quest’imprevedibilità, persino il fatto che l’autrice giochi sul farci credere una cosa per poi rivelarcene un’altra. 
Tutto questo accade, ovviamente, anche sul fronte sentimentale: il legame tra Katniss e Peeta si stravolge, e nemmeno il legame che Katniss ha col suo migliore amico Gale è così semplice. Perché la guerra, e l’istinto di sopravvivenza (i veri temi principali di questa saga) tirano fuori un lato di noi che persino noi stessi non conosciamo. Piccola parentesi, io che non amo i “triangoli” perché solitamente scontati, promuovo a pieni voti quello in “Hunger Games” perché ben costruito, specialmente nel formato libro (piuttosto che al cinema) dove si “sente” la voce di Katniss in prima persona che esterna tutti i suoi sentimenti e dubbi. 
Un altro grande tema della saga è la fame (“Hunger”) ma in questo volume le condizioni di miseria non sono trattate come nei precedenti (comunque, il messaggio era già arrivato forte nel primo libro), ciò nonostante, basta una citazione per farlo tornare alla ribalta, una citazione in latino che si scopre essere il motto di Capitol City: “Panem et circenses”. Pane e giochi. Un momento: Panem non è il nome della terra in cui è ambientato “Hunger Games”? Il vero messaggio dell’autrice si fa, se possibile, ancora più esplicito.

Quello che succede sul finale è inaspettato, da non crederci, e spinge a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni (fino a che punto sono giustificate?), sul senso della guerra, sulle vittime che porta con sé e su quell’idea di Pace così effimera. Personalmente, la fase finale di questa guerra mi ha scioccato. Ma in fondo è così che nasce “Hunger Games” (ed è nell’essenza dei Giochi): non guardare in faccia a nessuno pur di sopravvivere, perché in guerra vince il più forte, mentre il debole è destinato a soccombere.
Dopo tre volumi di crudeltà e bassezza umane, l’epilogo felice può sembrare quasi una stonatura, ma definirlo “felice” non è appropriato: è un “happy ending” che tiene in considerazione tutto l’accaduto, che ci ricorda che le ferite non sono solo fisiche, ma anche morali, e i protagonisti ne sono ancora emotivamente scossi, ed è una sofferenza palpabile, viva. Ma con questa consapevolezza, si va avanti. La vita continua oltre questo terzo volume. 
Per me che ho chiuso il libro, viene voglia di ricominciare la saga daccapo, ma ripensandoci, è talmente forte quello che mi ha lasciato che posso scegliere di andare avanti, alla scoperta di nuove, interessanti e appassionanti avventure come questa. 
E che come questa, magari, rientrerà tra le mie preferite.

lunedì 13 luglio 2015

Segnalazione: "Sangue Kosher" di Maria Ines Krimer (Atmosphere Libri)

Rubrica dedicata alle segnalazioni
di autori emergenti e case editrici
(per la tua segnalazione scrivimi)

Carissimi astronauti,
dopo la segnalazione al contest di science fiction ieri, oggi vi segnalo un romanzo poliziesco, il primo di una trilogia, dove la detective protagonista è (finalmente) una donna! :D
Il romanzo è in uscita il prossimo 22 luglio per Atmosphere Libri.




Un emozionante e originale romanzo poliziesco 
che svela un capitolo buio nella storia ebraico-argentina


Titolo: Sangue Kosher
Autore: Maria Ines Krimer
Editore: Atmosphere Libri
Collana: biblioteca del Giallo
Pagine: 150
Prezzo: € 14,00
Data di pubblicazione: 22 luglio 2015

Trama:
Ruth Epelbaum è una donna ebrea argentina di una certa età, ex archivista, ossessionata dalla “tratta delle bianche” dell’organizzazione Zwi Migdal, che reclutava ragazzine dai tredici ai sedici anni nei villaggi russi e polacchi con promesse di matrimonio per poi farle lavorare nei bordelli. Ruth diventa detective senza aver prestato servizio in polizia. Trasferita a Buenos Aires si mette in contatto con Oro Chiquito che le affida l’incarico di ritrovare la figlia Débora, scomparsa senza lasciare traccia.
Il suo modo di indagare la porta a conoscere un mondo variopinto di personaggi attraverso una serie di eventi in cui rischia la vita. Per raggiungere Débora dovrà penetrare il mondo della notte.
La cifra di Krimer è il dettaglio meticoloso nella storia, la sincronizzazione tra realtà e finzione, i luoghi e l'ambiente, mettendo il lettore nel tempo e nello spazio. Sangue kosher è un successo narrativo del genere poliziesco.


«Krimer costruisce un storia credibile, divertente, 
con diverse espressioni ebraiche che mettono condimento al suo successo, 
componendo un carattere tipicamente femminile ed ebraico. 
Pur non essendo Miss Marple, la prima donna detective, 
Epelbaum lo diventa almeno in Sudamerica». (Marcelo Zuccotti)


Biografia dell'autrice:
Maria Ines Krimer(Paraná, Entre Ríos, 1951) E’ avvocato, ma da oltre dieci anni si dedica esclusivamente alla scrittura. Con La hija de Singer (La figlia di Singer, 2002) ha vinto il Premio del Fondo nacional de las Artes e con Lo que nostra sabíamos (Ciò che sapevamo, 2009) ha vinto il Premio Emecé. Vive attualmente a Buenos Aires.
Sangre kosher (Sangue kosher), pubblicato anche in Germania, è il primo di una trilogia con il personaggio della detective ebrea Ruth Epelbaum.




Una detective donna, yuhuuuu! :D
Adoro le eroine, e in questo caso si può parlare proprio di questi termini visto che la storia riguarda l'importante problema della tratta delle ragazzine; un tema reale di cui non se ne parla mai abbastanza.
E voi, cosa ne pensate di questo libro?
In attesa delle vostre opinioni vi do appuntamento a domani con, stavolta, una recensione! ;)




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