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venerdì 18 novembre 2011

Recensione "Nemesis 2 - La chiave di Salomone" di Francesco Falconi

Recensione "Nemesis 2 - La chiave di Salomone" di Francesco Falconi (Castelvecchi)



Cento volte meglio di Nemesis 1!

Il Demone Emerso Ellen Lynch e l'Angelo Ombra Kevin Shaw tornano in un sequel indimenticabile, uno di quei rari casi in cui il seguito è meglio del primo libro (a pensarci meglio, accade lo stesso con "Prodigium", l'altra saga di Falconi); a "Nemesis - L'ordine dell'Apocalisse" avevo dato quattro stelle, ma confrontandolo con "La chiave di Salomone" mi sembra poco, ora, darne cinque a quest'ultimo!
C'era qualcosa che mancava in Nemesis 1; non so dire cosa, di preciso, ma mi sono resa conto che non era riuscito a coinvolgermi, e una volta terminata la lettura l'avevo già dimenticato.
Per fortuna, visto che è ormai passato un anno dall'uscita (e dalla lettura) del primo libro, "Nemesis - La chiave di Salomone" si apre con un riassunto del percedente, mascherato come una lettera scritta dalla stessa Ellen: ottimo! Sia per ricordarci gli eventi accaduti, sia come stile narrativo. La lettera in questione è indirizzata ai suoi genitori: la demone soffre terribilmente la loro mancanza e prova dei sensi di colpa perché li ha lasciati (assieme al ritrovato fratello Damien) senza nemmeno salutarli, presa com'era dalla fuga d'amore con il suo angelo Kevin.
Un breve prologo e comincia il libro, con i capitoli sviluppati nuovamente secondo l'alternanza del racconto di Ellen con quello di Kevin, e scopriamo che i due ora si trovano in Italia, a Roma, alle prese con una vita apparentemente normale: Ellen fa la barista, Kevin lavora in una biblioteca. Ma quella parvenza di normalità dura poco: un bacio, ed Ellen sviene. Non è nemmeno il tramonto, quei pochi minuti in cui emerge con prepotenza la vera natura (opposta) dei due. Pur non riuscendo a trovare chiare risposte ai loro dubbi, Ellen e Kevin comprendono che il tramonto sta dilatando i suoi tempi, con il rischio che la loro natura cominci a prevalere sulla volontà e i sentimenti. Era proprio questo l'intento di Nemesis e dei Discepoli del suo Ordine: la rottura dell'Equilibrio. La demone e l'angelo ancora non sanno che Nemesis è tornato, reincarnato in un nuovo corpo grazie al rito della sua fedele e folle "serva" Inghinn (per chi non se lo ricordasse, Inghinn è l'Angelo Ombra che tradì il clan di Kevin, Nora, e il capoclan Angus); l'Ordine è ancora determinato a provocare l'Apocalisse, partendo dalla ricerca della Chiave di Salomone...

Il romanzo è un crescendo di adrenalina, con un continuo susseguirsi di eventi e colpi di scena capaci di confondere, atterrire e stravolgere i protagonisti, che non hanno un attimo di respiro. Proprio come il lettore. I soprannaturali Ellen e Kevin sono umani più che mai, e le loro debolezze, i loro dubbi, le apprensioni, i rimorsi, gli amori e i dolori, sono facilmente riconducibili alle nostre "misere" esistenze. La caratteristica dell'"umanità" era presente anche nel primo libro, tuttavia, e forse è proprio a causa del peso delle nuove vicende che i due devono affrontare, questo sequito è più complesso, profondo e coinvolgente; toccante, perché i colpi di scena spesso riguardano gli affetti (e qui non mi sbilancio) anche se uno in particolare non è così inaspettato poiché lo si faceva intuire fin dall'inizio, ma fa comunque male vederne i risvolti sull'animo dei protagonisti. Già, mi ha fatto male. Specialmente la terza e ultima parte: tesa, angosciante, drammatica; non so quante volte mi sono ritrovata a cacciare indietro il magone. Le parole esplicite di Ellen e la reazione involontariamente controllata di Kevin: due linguaggi diversi che mi hanno trasmesso lo stesso dolore. Non saprei dire quale sia stato l'evento che ha avuto maggior impatto su di me, ma mi ha spiazzato ciò che accade l'attimo prima in cui si preparano per tornare a casa, a Inverness.

Va detto che nel corso della storia ci sono due personaggi che raggiungono l'angelo e la demone a Roma; si tratta di Angus, il capoclan di Kevin che ora agisce in maniera più indipendente rispetto al Consiglio, e Hugh, il migliore amico di Ellen. Con l'arrivo di costui, il romanzo comincia a tracciare un triangolo amoroso: Kevin-Ellen-Hugh. Non sono un'amante dei triangoli, spesso li trovo banali e scontati, ma qui sorge in maniera inaspettata e spontanea, perché Hugh è per Ellen un amico di lunga data, e sono complici, affiatati, non hanno segreti, inoltre Hugh rappresenta gli affetti che lei ha lasciato a Inverness, affetti che le mancano e per i quali prova rimorsi; come se non bastasse, Hugh ha qualcosa in comune con Ellen, un qualcosa di nuovo che va indubbiamente a suo vantaggio, rispetto a Kevin, soprattutto in un momento simile.
Tuttavia io sono per "il primo amore non si scorda mai", quindi pussa via, Hugh!

Del romanzo mi è piaciuta anche l'ambientazione nostrana, specie perché si prendono in considerazione i misteri italiani, rievocando leggende e, al tempo stesso, costruendo fantasie inedite ("la città fantasma": non sapevo esistesse davvero!), poi ho apprezzato anche i vari riferimenti a un'altra opera di Falconi che però non ho avuto ancora il piacere di leggere, ossia "Underdust - l'aurora delle streghe" (Reverdito) con la sua Barcellona e le streghe kalé.
Riguardo al finale, invece, mi ha lasciato un po' d'amaro in bocca, forse perché avrei voluto avere meno sottintesi e più certezze, dopo tutto il trambusto vissuto assieme ai protagonisti. Se non altro è realista: non si può sapere cosa ci attende in futuro; dobbiamo vivere per scoprirlo.
Ancora altri colpi di scena si concentrano sul finale, con un gioco delle parti un po' pesante, eccessivamente teatrale (voltagabbana a go-go), e un epilogo commovente, ma ancora una volta "Shakespeariano" nel dialogo con Hugh; però può darsi sia voluto, visti i tanti riferimenti alle opere di Shakespeare contenuti nel romanzo.
Nel libro si "nasconde" anche il titolo del romanzo di prossima uscita dell'autore (aveva organizzato anche un contest in merito), ma, sinceramente, ero talemente presa da tutto quel che stava accadendo che non me ne sono minimamente accorta... meglio così!

In conclusione, consiglio vivamente di leggere questo seguito, anche se non si è letto il primo: la storia è ugualmente comprensibile, e anzi, una volta chiusa l'ultima pagina viene voglia di rileggere come tutto è iniziato. Un altro aspetto importante, infatti, è che il seguito s'intreccia, s'interseca, e si ricongiunge perfettamente al volume che lo precede. Queste sì che sono soddisfazioni!

2 commenti:

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