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domenica 28 luglio 2019

Recensione: "Leggere Lolita a Teheran" di Azar Nafisi (Adelphi)

Cari astronauti,
finalmente recupero una delle recensioni che vi avevo accennato!
Il libro in questione è stato molto importante nel mio percorso di lettrice, perché oltre ad averlo letto in un gruppo di lettura (#aTeheranConNafisi) che mi ha permesso di conoscere altre lettrici appassionate, sensibili e profonde, mi ha fatto riflettere sulla realtà ed è stato anche il punto di partenza per approfondire o scoprire altre opere.
I dettagli nella recensione; per ora, una panoramica generale del libro.




Titolo: Leggere Lolita a Teheran
Autore: Azar Nafisi
Editore: Adelphi
Genere: Saggistica
Data di uscita: 4 Aprile 2007
Pagine: 379
Formato: cartaceo
ISBN: 978-8845921544
Prezzo: € 12,00
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati


Chi mi legge su Instagram sa che questo libro lo abbiamo scelto, io e altre lettrici, per proporre un gruppo di lettura a tema: #ateheranconnafisi. Abbiamo infatti unito la lettura di questo saggio ai vari libri trattati al suo interno e che fanno da titolo ai capitoli, ovvero, "Lolita" di Vladimir Nabokov (che avevamo appena letto in un altro GDL), "Il Grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald, "Daisy Miller" di Henry James, e "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen che avevamo già letto tutte. In questo modo, il saggio della professoressa Azar Nafisi ci ha accompagnato dal 6 maggio fino al 24 giugno, ma ci ha lasciato delle emozioni così forti, e ci ha trasmesso una gran voglia di leggere e approfondire tutti gli argomenti trattati, che abbiamo deciso di allungare il GDL con la lettura de "Le cose che non ho detto" di Azar Nafisi (che stiamo già leggendo), "Invito a una decapitazione" di Vladimir Nabokov, "La repubblica dell'immaginazione" di Azar Nafisi e "Le mille e una notte".
Questa lunga premessa per mostrarvi che un libro come questo può coinvolgere sia la mente con la sua curiosità e il bisogno di conoscenza che riguarda la questione storica e politica dell'Iran (come pure la sete delle storie più volte citate dalla Nafisi) sia il cuore, perché l'autrice ha una forte sensibilità e ci ha emozionato su un doppio livello: quando raccontava della sua vita sconvolta dalla rivoluzione islamica, e quando parlava del libri facendo un parallelismo con la realtà del momento. Ci ha conquistate al punto che non volevamo più staccarci dal suo racconto, proprio come le alunne del seminario segreto che devono separarsi da lei poiché si trasferisce negli Stati Uniti; ci ha anche unito come non ho mai visto accadere durante un GDL!

"Leggere Lolita a Teheran" è dunque un saggio sui libri autobiografico che mostra gli avvenimenti in Iran prima, durante, e dopo la rivoluzione islamica, un'oppressione che mi ha ricordato un romanzo distopico ma che dà i brividi, fa rabbia e fa piangere perché si tratta di realtà. Non solo biografia, però, perché la prof. riporta anche il vissuto di altre persone, che per proteggere deve velare sotto uno pseudonimo.
Gli aneddoti immergono nella situazione, mentre la scrittura della Nafisi è così evocativa che ci catapulta nell'incubo, in quella gabbia che è l'Iran, e al tempo stesso ci fa rimpiangere quel che rendeva grande Teheran: la cultura, la tradizione persiana, la possibilità delle donne di essere loro stesse e scegliere se indossare il velo per motivi religiosi.

Azar Nafisi spiega perfettamente la questione velo/chador, ed è mettendo al centro le sue studentesse che ci mostra quanto sia difficile la vita di una donna nella repubblica islamica, di come si finisca per annullare se stesse e si rinunci a fuggire perché è un regime che scava nelle profondità dell'essere e lo svuota; illude che non esista altra scelta se non quella di arrendersi, come se ci si riducesse a uno stato vegetativo. Leggendo questo libro emergono tematiche esistenziali, non solo riguardo alla condizione femminile, poiché riguardano anche la sfera dell'amore, della sessualità, e del senso del vivere; per il lettore è inevitabile cominciare a porsi delle domande.




Strano ma vero, la guerra e la rivoluzione ci hanno rese ancora più consapevoli delle nostre vicissitudini personali - soprattutto del matrimonio, il cui nocciolo è la questione della libertà individuale, come Jane Austen aveva
scoperto due secoli prima. Lei lo aveva scoperto, riflettevo; e noi, sedute in quella
stanza, in un altro paese, alla fine di un altro secolo?




Lo stile di scrittura sembra un racconto a tu per tu, scorrevole e con un ottimo ritmo che non annoia mai, ma talvolta occorre fermarsi per digerire la dura realtà dei fatti, perciò da un lato verrebbe da giudicarlo pesante se non fosse che l'autrice intreccia abilmente l'orrore al meraviglioso mondo dell'immaginazione, quello dei libri. I libri come ancora di salvezza, i libri come portatori d'amore e di bellezza. L'arte che salva quel che di umano c'è in noi.

La prof. Nafisi trasmette la sua passione per la lettura, e durante le lezioni sa dare del valore aggiunto a ogni classico, illuminando il lettore su significati e interpretazioni inedite perché rapportate alla vita sotto il regime islamico. Azar Nafisi è riuscita a farmi comprendere, poi accettare, un libro che avrei rivenduto alla prima occasione: "Lolita" di Vladimir Nabokov. Ho abbracciato la sua chiave di lettura e mi è persino venuto voglia di rileggerlo alla luce di quest'interpretazione. Non ho mai avuto fortuna con i professori e rimpiango di non aver avuto come mentore una mente creativa, attenta, sensibile e saggia come Azar Nafisi. Questo saggio la fa amare al punto da desiderare di leggere tutte le sue opere.

Credo fermamente che questo saggio dovrebbero leggerlo tutti, indipendentemente dal fatto che si mastichino abitualmente libri di questo genere oppure no (come stile e scorrevolezza è persino meglio di certi romanzi!), indipendentemente dal credo religioso e politico perché è capace di fare chiarezza: non guarderete più allo stesso modo, indifferente o peggio, una donna con il velo.


Il voto di Universi Incantati:


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Vi piacciono gli approfondimenti? ;)
Avete letto questo libro?
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4 commenti:

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