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venerdì 18 ottobre 2019

Recensione: "Il Sognatore" di Laini Taylor (Fazi Editore)

Cari astronauti,
sono una che non segue la moda del momento e che piuttosto tende a rimandare quelle letture che sono molto discusse e particolarmente piaciute; parto un po' prevenuta pensando che si tratti di strategie di marketing!
Ma quando si tratta di opere di genere fantasy, prima o poi cedo alla curiosità di tuffarmi nell'avventura per vedere di cosa si tratta, perché è piaciuta così tanto, e infine farmi una mia opinione.
Così, cogliendo l'occasione del GDL di settembre/ottobre di Leggo Quando Voglio mi sono finalmente decisa a leggere "Il Sognatore" di Laini Taylor, anche se, in realtà, tra le sue opere avevo da più tempo in wishlist la trilogia de "La Chimera di Praga"... dopo questa lettura, non potrò più fare a meno di acquistarla, e tra poco vi spiegherò perché.
Partiamo con la presentazione!




Titolo: Il Sognatore
Autore: Laini Taylor
Editore: Fazi Editore
Genere: Fantasy
Data di uscita: 5 Luglio 2018
Pagine: 524
Formato: cartaceo ed ebook
ISBN: 978-8893253161
Prezzo: € 14,50 cartaceo / € 6,99 ebook (GRATIS con Kindle Unlimited)
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati


Sono sempre stata affascinata dal tema sogno/realtà tanto da averci scritto un romanzo breve anch'io ("Profumo d'incenso", quello del mio esordio), eppure la sinossi di questo primo libro della duologia di Laini Taylor non riusciva ad attirarmi. Avrei subito cambiato la rotta dei miei pensieri se avessi letto le prime pagine: protagonista del libro è Lazlo Strange, un giovane bibliotecario affascinato dai miti e dalle leggende dal passato, soprattutto quella che riguarda una città che ha perso il suo nome, e che ora è identificata con l'evocativo nome di Pianto. C'è chi dubita della sua esistenza, ma le continue ricerche incrociate di Lazlo nei vari testi, lasciano qua è là una traccia che lui è determinato a seguire, non solo coi sogni ma anche con la realtà dei fatti appena gli si presenta l'occasione. Trattato con sufficienza e poco considerato dagli altri, il ragazzo emerge dalla massa e parte per la sua rivalsa, ma sempre con l'umiltà e la saggezza delle persone semplici e silenziose, come ogni eroe che si rispetti in un romanzo di formazione.

Ma non aspettatevi un'atmosfera favolistica e rosea perché Laini Taylor ci avverte già dall'incipit che i toni saranno diversi: ci mostra una scena cruenta, ossia una ragazza blu caduta dal cielo che va infilzandosi a una guglia. C'è sangue, morte e dolore. Si ascolta un urlo e si vede un fantasma; è una scena d'orrore. Non sappiamo ancora se questa scena del prologo riguardi il principio, l'intermezzo o la fine, ma non si può fare a meno d'esser subito catturati dalla forza di queste immagini, dall'atmosfera gotica e dalla curiosità di scoprire questo misterioso popolo blu la cui sola vista sconvolge la gente di Pianto.

Così, dopo una prima parte concentrata sulla presentazione di Lazlo Strange detto "il sognatore", nella seconda parte entra in scena una ragazza, Sarai, "la musa degli incubi", che vive confinata in una fortezza sospesa nel cielo (che mi ha tanto ricordato Laputa e altre opere nipponiche) assieme ad altri ragazzi, tre femmine (Ruby, Sparrow e Minya) e un maschio (Ferral). Loro quattro hanno dei doni e sono blu, blu come i figli degli dèi. Intanto il Massacratore degli dèi, Eril-Fane, sta tornando, accompagnato, tra gli altri, proprio da Lazlo Strange... il romanzo si sviluppa con l'alternarsi dei due punti di vista, quello dalla terra con Lazlo e quello dal cielo con Sarai. Subito emerge come i due siano agli opposti non solo come collocazione geografica ma fin dal soprannome: Lazlo è pura, fervida e sana immaginazione, l'innocenza del sogno, l'incarnazione del fanciullo; Sarai è invece compromessa, corrotta da un passato macabro e sagnuinolento, perciò il terrore dell'incubo, la disillusione, la prova di come il male possa costruire la corazza dura a una donna e maturarla prima del tempo.

Alla base della trama c'è una storia che incarna il peggiore degl'incubi umani, l'orrore di bambini, giovani, e persino adulti. Dire che ha a che fare con la famiglia non è tutto, così come dire che ha a che fare con la più orribile delle violenze sarebbe riduttivo. Non mi pronuncio oltre per non cadere in fastidiose anticipazioni, ma vorrei chiarire che al di là dell'atmosfera onirica e dalla fantasia sfrenata di un mondo nuovo e di creature mai viste e sentite prima, alla base c'è un palpabile, realistico odio e la bramosia di vendetta, elementi che quasi stonano con il titolo del libro e che tingono questo fantasy di venature dark.
Credo di non aver mai letto un fantasy, se non addirittura un libro in generale, che ponesse l'odio profondo al centro della trama. Un odio che deriva dalla paura, e che finisce con lo sfiorare più o meno velatamente un altro tema attuale come la discriminazione razziale.




Le brave persone agiscono esattamente come quelle cattive, Lazlo.
E' solo che quando lo fanno loro, la chiamano giustizia.


.



Un libro dove vige il dualismo sogno e incubo, non può che lasciare convivere anche l'amore oltre all'odio. L'amore come un fiore delicato e fragile che sboccia nonostante il buio e la prepotenza della tormenta; un amore che è tenero e impacciato come i primi approcci che caratterizzano i libri di genere young adult. "Il Sognatore" è anche questo.

Ogni cosa è coinvolgente in questo libro, a partire dall'atmosfera: Laini Taylor mi ha conquistata con il suo stileRiesce a creare delle immagini vivide e nitide combinando parole che colpiscono anche col suono, in una sinfonia perfetta che evoca la poesia sia negli incantevoli sogni fiabeschi di Lazlo, sia nel decadente incubo orrorifico di Sarai.
Nonostante ciò, ci sono state due occasioni nelle quali ho notato d'aver avuto un calo d'interesse e la lettura mi è parsa più pesante, ad esempio con l'introduzione di Sarai e degli altri dèi nella fortezza (forse per via del repentino e inaspettato cambio di ambientazione e prospettiva, che avviene poi nel bel mezzo di un dialogo, rispetto alla storia di Lazlo che è invece riportata come il classico fantasy che parte dal principio - dal suo ritrovamento nella cesta da neonato), e nella parte finale dove i capitoli diventano rapidi e brevissimi, includendo persino i punti di vista di altri tre personaggi che prima non erano stati presi in considerazione come voce narrante.

Il finale lo avevo previsto, ma non esattamente come si è rivelato: alcune cose erano prevedibili, ma per una in particolare sono stata tentata di... ehm... lanciare il libro dal divano! Non dalla finestra, perciò non mi ha del tutto destabilizzata. Devo ammettere che il prologo, alla luce del finale, potrebbe aver la pecca di rovinare la sorpresa; è stato un rischio inserirlo e alcuni lettori potrebbero non accettarlo (com'è effettivamente accaduto all'interno del GDL). Il risvolto che invece mi ha coinvolta al punto da farmi infuriare, d'altra parte mi suscita una curiosità impellente a proposito del secondo e conclusivo volume: si prospetta intrigante per via della piega improvvisa che hanno preso gli eventi e i protagonisti stessi e, dopoutto, lo trovo coerente con la trama e l'atmosfera gotica/dark.
Apprezzo e ammiro la scelta coraggiosa dell'autrice ma sono consapevole che potrebbe anche deludermi un bel po'; intanto, l'acquisto del seguito è obbligato.

Consiglio questo libro a tutti gli amanti del fantasy (ovviamente) ma non solo, perché questo stile è particolare e merita d'essere letto, quest'atmosfera è rara e va respirata, e poi perché la trama offre degli elementi originali al di là della classica storia di rivalsa/formazione (che poi è anche una presa di coscienza del vero sé), merito soprattutto del personaggio di Sarai (nonostante Lazlo sia davvero delizioso), della bambina Minya (che mi ha ricordato altre perfide bambine di manga/anime) e dell'eroe/massacratore Eril-Fane, tutti personaggi che sono in eterno bilico tra il bene e il male.
Un fantasy che insegna che non esistono eroi, poiché essere nel giusto o nello sbagliato, in fondo, è solo una questione di punti di vista, come chi guarda dal cielo verso la terra, e dalla terra verso il cielo.


Il voto di Universi Incantati:





Avete letto questo libro? Vi è piaciuto?
E cosa ne pensate della mia recensione?
Avete letto il seguito?
Fatemi sapere nei commenti!



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