Dall'archivio del 18 maggio 2010
Sul forum Gliautori.it sono stata proclamata "reporter per un giorno" (poi ero l'unica ad andarci :P) quindi ecco l'articolo riguardante i miei due giorni alla fiera di Torino.
23° Fiera internazionale del Libro a Torino
23° Fiera internazionale del Libro a Torino
Come promesso, ecco il mio personalissimo resoconto della fiera di quest'anno.
Sono partita venerdì sera per godermi appieno le giornate "clou" di sabato 15 e domenica 16 maggio, armata dei biglietti acquistati con la prevendita online per evitare le lunghe file alla cassa. Ma quest'anno i tempi d'attesa per chi era in coda sono stati sicuramente più lunghi del solito: avevo appena cominciato a girovagare tra gli stand quando mi resi conto dell'affluenza; erano solo le 11 di mattina, i cancelli erano aperti da appena un'ora, e già c'era da fare lo slalom tra i visitatori, la coda alle postazioni videoludiche, e non ne parliamo dove si trattava di mangiare (casse che godono costantemente di un primato).
Ho appreso stamattina dal radiogiornale che questa edizione ha avuto un'affluenza del +20%, un vero trionfo, cui desidererei corrispondesse un generale aumento di lettori (e basta, dire che in Italia si legge poco!). A farmi sperare in questo, la visione di una scena in particolare: un gruppo di adolescenti accanto a me, allo stand Newton & Compton, che leggevano insieme le trame sulla quarta di copertina, e commentavano, confrontavano i loro gusti... quasi li invidiavo (avrei voluto far parte anch'io di un gruppetto così)!
Per chi non lo sapesse, la fiera è composta da tre padiglioni più una parte apparentemente separata chiamata Bookstock Village.
La giornata di sabato l'ho dedicata ai tre padiglioni, nucleo di stand, non solo con prodotti editoriali (libri o fumetti), ma anche elettronica (e-book reader, cd musicali, postazioni per provare videogiochi e console) e - impensabili per chi non li ha mai visti prima, in questo contesto - camera di commercio, camera dei deputati, polizia, questura... e pure qualche compagnia telefonica ed energetica che secondo me ne abbiamo già abbastanza tra pubblicità televisive e chiamate telefoniche.
Ho girato tutto il padiglione 2, poi visto che c'era ancora tanto da visitare ed avevo appuntamento con delle scrittrici (esordienti e non) conosciute su Internet, mi sono dedicata alla ricerca degli stand degli editori che desideravo "studiare" per un'eventuale pubblicazione futura.
Piccolo passo indietro: durante l'anno mi segno tutti gli editori che potrebbero fare al caso mio, poi leggo commenti su internet, visito i loro siti, seguo le loro pubblicazioni, e qualora le cose non mi siano perfettamente chiare (ma pure se, al contrario, ho finito con l'affezionarmici), sfrutto l'occasione della fiera per studiarli di persona.
Ho quindi seguito le coordinate delle mie "vittime" (esempio: Padiglione 1 stand L28) ed ho osservato silenziosamente i libri sugli scaffali per vedere principalmente se trattassero il mio genere (fantasy), poi se le copertine mi piacevano. Insomma, morale della favola, ho scoperto che con alcune era meglio evitare semplicemente perché non ero compatibile con la loro linea editoriale (mi son risparmiata un grosso errore), mentre con altre ho commentato il mio elenco affiancandole un bel "sisisisisisisisi!". Non mi sono arrischiata a fare domande direttamente agli editori (poi con alcuni ho già il dattiloscritto in attesa, quindi, cosa potevo mai dire?).
Ho quindi seguito le coordinate delle mie "vittime" (esempio: Padiglione 1 stand L28) ed ho osservato silenziosamente i libri sugli scaffali per vedere principalmente se trattassero il mio genere (fantasy), poi se le copertine mi piacevano. Insomma, morale della favola, ho scoperto che con alcune era meglio evitare semplicemente perché non ero compatibile con la loro linea editoriale (mi son risparmiata un grosso errore), mentre con altre ho commentato il mio elenco affiancandole un bel "sisisisisisisisi!". Non mi sono arrischiata a fare domande direttamente agli editori (poi con alcuni ho già il dattiloscritto in attesa, quindi, cosa potevo mai dire?).
Altra cosa, mentre visitavo questi stand, ho acquistato alcuni titoli della mia lista dei desideri; è una cosa che tengo a precisare perché, anche se può risultare antipatica ai diretti interessati, dall'anno scorso ho preso la decisione che d'ora in poi, in fiera, comprerò solo i libri delle case editrici medio/piccole, non solo perché può essere difficile trovare i loro prodotti in libreria, ma specie perché sono le uniche che fanno promozioni! Sinceramente mi scoccia andare a comprare in fiera un libro di un grosso editore che alla fine lo trovo allo stesso prezzo nella libreria sotto casa.
Soprattutto: "fiera" non è sinonimo di "sconti"? Non è polemica, è cronaca, visto che oggi sono in veste di reporter (della serie: come "mettere-le-mani-davanti"...).
Dopo l'appuntamento con le amiche scrittrici, dopo aver assistito agli urli delle ragazze davanti a Valerio Scanu, dopo aver immortalato a distanza l'autrice di "Fairy Oak", Elisabetta Gnone, e fatto una foto con il disponibile Luca Jurman che mi ha stretto la mano, alle 18:30 sono andata allo stand IBS per l'evento riservato alla proclamazione dei 200 semi-finalisti del Torneo Io scrittore cui avevo partecipato. Il termine "avevo" è già un'anticipazione, infatti il titolo della mia creaturina non era presente nel tabellone delle 200 opere fortunate. I tanto agognati risultati sono stati svelati dopo un'ora di presentazione, nel corso della quale gli editori del gruppo Gems (Stefano Mauri e Luigi Spagnol) hanno fatto leva sull'attiva partecipazione al Torneo (tanti gli spettatori presenti all'evento) e in più, gli scrittori Andrea Vitali e Donato Carrisi ci hanno deliziato con le loro esperienze di scrittura, dall'idea alla rilettura, dalla stampa alle presentazioni.
La giornata di domenica è stata decisamente più tranquilla, nonché godibile.
Liberata dall'esito del torneo, ed esaurite (per il momento) le ricerche all'editore giusto, ho fatto tappa al Bookstock Village ed ho assistito ad alcune presentazioni.
Ricordo (termine non a caso) che il tema di quest'anno era "La memoria, svelata".
Ho dunque assistito a parte del dibattito che aveva come ospite Giorgio Faletti, "La memoria vista di lato: la memoria della televisione", dove ha parlato della sua esperienza al "Drive in", e subito dopo ho assistito alla presentazione degli autori fantasy Francesco Dimitri ("Pan", "Alice nel paese delle vaporità"), Elisa Rosso (la saga de "Il libro del destino"), Francesco Falconi (la saga di "Estasia" e di "Prodigium", uscito ora con "Gothica") e Francesco Barbi ("L'acchiapparatti"), coordinata da un'altro autore fantasy, Luca Azzolini ("Il fuoco della fenice" nonché curatore dell'antologia "Sanctuary"), che aveva come tema "Memorie immaginarie: il fantasy come costruzione di mondi"; quest'ultima presentazione m'interessava direttamente in quanto tratto lo stesso genere, inoltre sono autori giovani che seguo, ed hanno pubblicato con editori che stimo particolarmente.
Quasi dimenticavo di trattare il paese ospite: l'India.
Lo stavo dimenticando non a caso, visto che lo spazio ed esso dedicato era veramente poco rispetto all'anno scorso per l'Egitto, o all'anno prima per l'Israele.
La fiera di questo 2010 era davvero variegata, spaziava alle arti più disparate e c'erano più stand rispetto alla precedente (segno di una ripresa dalla crisi?), ma le scarse attenzioni riservate al paese ospite mi han deluso: era vicino all'entrata, ma l'area era ristretta, poi c'era qualche bel dipinto, qualche foto del posto, ma niente libri "storici/tipici", né tessuti (cose che c'erano l'anno scorso con l'Egitto), solamente qualche editore che tra l'altro era disposto in una misera fila che aveva di fronte ancora altri editori italiani; ecco, mi son sembrati messi da parte, eppure l'India porta con sé diversi temi interessanti da trattare... probabilmente se avessi assistito ai dibattiti nelle sale dedicate ne avrei saputo di più, ma in ogni caso la visibilità riservata al paese era scarsa.
In compenso la mensa con le pietanze tipiche era affollata (noi italiani guardiamo molto la cucina, ecco la verità!).
In conclusione, la 23° edizione è stata la più ricca a cui abbia partecipato, e a parte il modesto spazio riservato all'India, è riuscita come di consueto a trasferire l'atmosfera magica dei libri nella realtà di chi vi partecipa, sia esso anche un semplice spettatore.
Alla prossima edizione!
(articolo presente anche nel forum Gliautori.it)
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