giovedì 14 ottobre 2010

Recensione "The legend of Zelda - Four Swords +" delle Akira Himekawa

Recensione "The legend of Zelda - Four Swords +" delle Akira Himekawa (ediz. J-pop)




 Le tante facce di Link


(Recensione complessiva dei due volumi)

"The Legend of Zelda: four swords" è uno dei pochissimi titoli di Zelda che ho tralasciato preferendo altre avventure videoludiche; ebbene, una volta finito di leggere questo manga sono andata ad accendermi il caro vecchio gamecube... buon segno.

Questa volta non potrò fare un confronto diretto tra l'originale e la trasposizione cartacea, comunque, le leggende di Zelda si basano su caratteristiche comuni che da fanatica sono impresse in maniera indelebile nella mia memoria (e nel cuore! Dai Vale, trattieniti) pertanto cominciamo con l'elencare le cose che, da fanatica (casomai non si fosse ancora capito) mi hanno fatto storcere il naso: Link ha un padre, un cavaliere al servizio della corona. Che noia. Oltre al fatto che sa di già visto, le scene e il rapporto tra i due mi han lasciato indifferente; non c'è profondità, non c'è caratterizzazione per questo padre, anonimo anche per come è disegnato, troppo "belloccio", troppa parvenza di perfezione... insomma, bocciato.
Stesso risultato per la premessa della morale nella storia, ossia il "lavorare insieme/l'unione fa la forza/tutti per uno uno per tutti", ecco, troppo sfruttata, scontata, ed è soprattutto il fatto che lo si debba premettere che mi ha infastidito: sarebbe stato molto più godibile se la morale l'avessero lasciata sottointesa, si capiva comunque... anche se è un po' contraddittorio il fatto che Link impari il lavoro di squadra stando con altri tre-se stesso! Forse si sarebbe potuto fare un esame interiore piuttosto che rimarcare il termine squadra...

Tuttavia, i difetti che ho riscontrato finiscono qui.
Sia chiaro, si poteva fare di più in quanto ai combattimenti (sempre troppo brevi e semplificati rispetto all'esperienza di gioco) e agli enigmi (non ci sono proprio! E la loro presenza è un'altra delle caratteristiche di Zelda), ma davvero possiamo passarci sopra.

Questo perché la storia dei quattro Link è bellissima.
E' coinvolgente, spiritosa, godibile. Nonostante qualche scivolata nello scontato (il Link "traditore" del gruppo) mi sento di dire che sia stata studiata bene, perché si è tenuto conto di alcune cosette non da poco.
Ora mi spiego meglio. Questa è una delle poche avventure di Zelda dove si gioca in multiplayer. Ora, immaginatevi quattro giocatori davanti a uno schermo: uno guida Link Verde, un altro Link Rosso, un altro ancora il Link Blu, e infine un quarto che usa il Link Viola. E' evidente che ogni persona che muove il proprio personaggio ha un carattere a sé, indipendentemente dagli altri... e proprio questo succede nel manga! Abbiamo il coraggioso-bilanciato Link Verde, il puccioso-teneroso Link Rosso, lo scontroso-audace Link Blu e l'intelligente-superbo Link Viola.
Le differenze finiscono con il creare incontri e scontri, soprattutto, siparietti comici quando c'è di mezzo Link Rosso (non posso resistere alla sua pucciosità! Ma il Link Verde, l'eroe dal cuore puro, è sempre il mio preferito...)
L'idea geniale di Miyamoto (il creatore di Zelda) che vede l'eroe in verde estrarre la Quadrispada e di conseguenza dividersi in quattro, si sposa perfettamente con gli sviluppi che han dato le Akira Himekawa perché quelle che vediamo, sono le quattro facce dello stesso Link, tutti i lati del suo carattere, enfatizzate e allo stremo, perché la via di mezzo è il Link da cui derivano (quello verde appunto).

E vogliamo dimenticarci il Dark Link/Link Ombra? Il lato oscuro di Link è emerso anche in altre avventure ed è sempre intrigante trattare di qualcuno che combatte contro se stesso... in questo caso, però, il Link ombra è, più che il lato oscuro, l'effettiva ombra di Link, stanca d'essere soltanto l'ombra che nessuno conosce e acclama, invisibile rispetto all'eroe.
Anche la parte che riguarda Link Ombra mi ha quindi soddisfatta.

Vaati e Ganon rimangono personaggi di contorno, purtroppo, ma è per forza di cose che l'avventura si spinge a narrare altro quindi non ne faccio una colpa.
Anche la Principessa Zelda, pur se fa sempre e solo delle apparizioni sporadiche, è una presenza percepibile ad ogni pagina (questa è la magia di The Legend of Zelda!).

Carino il finale, ma spassosissima la parodia dello stesso finale contenuta negli extra.
Negli extra c'è poi la storiella dei quattro Link al luna park che mi ha proprio esaltato: che cura nei dettagli dell'esperienza di gioco, bravissime Himekawa! Un'idea da vere appassionate!

In conclusione, anche questa volta ho apprezzato le Akira Himekawa: il loro lavoro sembra essere un regalo da fan, ai fan, e non posso che appoggiarle. Si potrebbe fare a meno di loro? Be', ora che le ho conosciute e dato che sono appassionata di Zelda, credo proprio di no.
E questo è un ottimo risultato.

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