venerdì 8 ottobre 2010

Recensione "L'errore di Cronos" di Barbara Risoli

Recensione "L'errore di Cronos" di Barbara Risoli (ediz. Runde Taarn)








Avventura, strategie, missioni... e un amore da togliere il fiato.

"L'errore di Cronos" è un fantasy diverso dal generis; come afferma l'autrice Barbara Risoli, è un fantasy mitologico.

La protagonista della storia è Zaira, una comune liceale italiana che per qualche scherzo del destino (o dovrei dire, del Fato) si ritrova inspiegabilmente nell'antica Grecia, baciata o vittima degli dei, a seconda dei loro capricci.
Qui nell'antica Grecia, infatti, gli esseri umani sono impotenti, non si possono ribellare a ciò che è stato previsto per loro dal Fato (vedi Zaira che diventa l'Amazzone della profezia), ma la cui vita può subire delle variazioni a seconda delle divinità che intervengono, e qui la faccenda si complica: basti pensare ad Artemide che desidera che il già temibile Re Dunamis resti un valoroso e spietato guerriero mentre Afrodite desidera che lui apra il cuore, e dunque preferisce che abbandoni le armi per dedicarsi ad una storia d'amore con Zaira, poi c'è Athena che appoggia l'acerrimo nemico di Dunamis, lo schiavo ribelle Aimatos, ed in un capitolo in particolare assistiamo al modo in cui le tre divinità cercano di convincere il potente Zeus (cui spettano le decisioni finali) a soddifare il volere di una piuttosto che un'altra.
Ad intervenire nelle vicende, però, ci sono anche altre divinità; una delle scene più belle, a parer mio, quella dell'intervento della dea Selene, che predispone una carrozza con cavalli alati (e dorati) per Zaira e la sua compagnia.

Già, Zaira non sarà sola durante quest'avventura, ed i compagni sono altri achei (quindi non ci sono solo le divinità ad assisterla), su tutti, spiccano l'ancella Eucide e la giovane Schià; entrambe rappresentano l'emblema del detto "l'apparenza inganna"...

Tra strategie, missioni e avventura, "L'errore di Cronos" è senza dubbio un fantasy mitologico, ma, contemporaneamente, una grande storia d'amore: un amore tormentato, contraddittorio, che sfiora il limite del buon senso, un amore quasi malato; al centro della questione, il carattere ambiguo del Re Dunamis - il cui cuore sembra sia stato dato in pasto ai lupi - secondo cui il termine "amare" acquista un senso assoluto ed egoistico pur mostrando affetto, e la cosa più difficile da concedere, il perdono. Comprendere Dunamis non è semplice, sembra che in lui convivano un lato spietato ed uno tenero, addirittura quasi ingenuo; o forse è colpa del dardo scagliato dal dio Eros?
Da quel momento, tutte le azioni del terribile sovrano dimostrano quanto sia innamorato: il sentimento per Zaira è forte e disarmante, lo punge nel vivo dell'orgoglio e probabilmente non gli piace sentirsi n balia di ciò che non può controllare, lui che ha potere, lui che è il re. Per questo è capace anche di arrivare a compiere azioni assurde, su tutte, il tentativo di uccidere la propria amata; decisione alquanto discutibile, ma se non fosse per queste sue azioni contraddittorie, Dunamis non sarebbe altrettanto interessante e fascinoso.

Un altro personaggio che mi ha colpito e merita d'essere menzionato è Omero; durante le sue apparizioni, la prosa diventa poesia, e si può quasi percepire la musica attraverso le corde del suo strumento.

I numerosi colpi di scena finali, sono capaci di rivelare e al tempo stesso gettare ulteriori misteri sulla storia, d'altronde "L'errore di Cronos" è il primo di una trilogia.
Al prossimo volume!

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