lunedì 27 dicembre 2010

Recensione "Evangelion 1.11 You are (not) alone"

Recensione "Evangelion 1.11 You are (not) alone" di Hideaki Anno




Non sei solo...

Qualche giorno fa anche la mia regione è passata definitivamente al digitale terrestre, così, giovedì scorso, mi sono messa a cercare il canale RAI4, che prima non riuscivo a vedere e mi mangiavo le mani, perché sapevo che è uno dei pochi canali in chiaro dove trasmettono anime, addirittura i più recenti; erano le 20 quando trovandolo, ho scoperto che poco più tardi avrebbero dato "Evangelion 1.11 You are (not) alone" e non ho potuto fare a meno di fare i salti di gioia!

Di "Neon Genesis Evangelion" ho ormai visto tutto ciò che si poteva vedere, dalla serie animata ai film "Death & Rebirth" e "The end of Evangelion", mi manca solo il manga... insomma, la seguo al punto tale d'essermi conciata da Rei Ayanami al Lucca Comics & Games 2010, e nonostante il finale della serie mi abbia spiazzato, o meglio, reso interdetta/inebetitaconun'espressionedipintainvoltoequivalenteaun"eh?", e mi ha fatto scervellare dall'inizio alla fine senza darmi una chiara risposta, spingendomi a interrogandomi sul vero significato degli Eva e soprattutto, di questi angeli che attaccano gli umani, e sul fatto cruciale della storia evidenziato solo all'ultimo, ossia il progetto di perfezionamento dell'uomo... è stato il mio pensiero fisso per giorni e non ho potuto fare a meno di affezionarmici! In seguito ho visto gli altri film e mi sono addirittura documentata, ma tutto ciò mi ha fatto sorgere un'ultima e fondamentale domanda: Evangelion è la storia fantascientifico-apocalittica di un'umanità che tenta di sopravvivere a tutti i costi (respingendo addirittura gli attacchi degli angeli), o è una storia fittizia, frutto della mente autistica di Shinji Ikari? La prima ipotesi sembra trovare appoggio in "The end of Evangelion", mentre la serie a puntate si avvale della seconda teoria; personalmente tengo in considerazione entrambe, trovo in ognuna il suo perché che me la fa apprezzare, tuttavia... voglio la verità! E andrò fino in fondo!

Il primo passo per andare fino in fondo è guardare il "nuovo" film che dopo questa lunga premessa mi accingo a recensire: "Evangelion 1.11 You are (not) alone".
Lo dico subito, la parola "nuovo", tra virgolette, è perché veramente si tratta di un ulteriore restyling della serie, come già era successo con "Death & Rebirth", solo che, se in quest'ultimo le scene si susseguivano in un rapido riassunto (delle prime 25 puntate), in "Evangelion 1.11" c'è più respiro: si torna ai lunghi silenzi, ai paesaggi dove eccheggia, monotono, il canto delle cicale, al nastro della cassetta che ripete in rotazione le stesse canzoni, al vuoto vagone di un treno, agli improvvisi "soffitti sconosciuti"... parola chiave: solitudine. 
Solitudine nell'aria, nelle cose, nelle esistenze dei protagonisti.

Primo fra tutti, Shinji Ikari, un quattordicenne abbandonato dal padre e orfano di madre, richiamato dal padre solo per adempiere ai suoi "loschi" scopi e altrettanto facilmente liquidabile nel caso in cui non li adempisse. Egli, piuttosto che affrontare i problemi, scappa, e si ostina ad essere un antieroe, concentrato solo su se stesso, i suoi problemi e il suo "mal d'animo"; non ho mai conosciuto un protagonista così debole, per certi versi, "negativo". Shinji è come se fosse continuamente afflitto da depressione, ma se si abbraccia la teoria della serie a puntate, tutte queste caratteristiche potremmo riassumerle con una parola: autistico.
Seconda, in ordine di apparizzione, il direttore operativo della Nerv, Misato Katsuragi: pur avendo grinta, coraggio, mascolinità e sregolatezza, il suo è semplicemente un altro modo per gridare al mondo la sua solitudine. Vive sola, si abbuffa e si ubriaca; dietro la sua esuberanza c'è un volto incredibilmente triste, segnato dalla perdita del padre, dall'incubo che si verifichi un Third Impact (lei ha vissuto le conseguenze del Second Impact quand'era solo una bambina) e... qualcos'altro che sicuramente si tratterà in "Evangelion 2.22". Misato propone a Shinji di andare a vivere da lei, ma penso che il motivo di questa scelta sia perché lei ha bisogno a sua volta di compagnia per riempire la sua stessa solitudine.
Infine, Rei Ayanami, la misteriosa ragazza dai capelli azzurri alla guida dell'EVA 00, il cui passato ci è oscuro ma del presente sappiamo - e questo "Evangelion 1.11" lo mostra chiaramente - che il padre di Shinji ha un debole per lei, come se fosse la figlia prediletta ("se sarà un maschio lo chiameremo Shinji, se sarà una femmina Rei..."). E' introversa e silenziosa, non parla mai di sé ed è un miracolo anche il semplice fatto che rivolga ad altri la parola, è fredda, e come un automa esegue gli ordini e basta; si mostra indifferente se Shinji la vede nuda e le cade addosso (toccandole un seno, per di più), ma s'infervora e lo schiaffeggia quando lo sente parlar male del padre. Forse è proprio questo il punto: per lei, il corpo non conta; resiste nonostante le gravi ferite fisiche, e anche se agonizzante si butta nella battaglia perché non ha nulla da perdere; le vere ferite sono quelle dell'animo... L'unico legame che Rei ha, è con il suo EVA, ed è con questo discorso e quel dimesso "arrivederci" che si arriva a capire quanto anche lei soffra di solitudine (e del non avere altri scopi, di non avere senso se non per stare a bordo dell'EVA); è forse la più sola di tutti, conoscendo la storia.

Ebbene, ho trattato la solitudine, ma questo film s'intitola "You are (not) alone", ovvero, "non sei solo"! Ecco, quel "not" tra parentesi è parecchio enigmatico. Proverei a dare la soluzione dicendo che ognuno di noi è solo, in realtà. E' come la storia raccontata da Misato e Akagi a proposito delle relazioni tra i porcospini, che per paura di ferirsi l'uno con l'altro non si avvicinano... ma è avvicinandosi che si vince la solitudine. Quel messaggio "non sei solo" è nascosto nella stretta di mano tra Shinji e Rei, nel pianto di lui e nel sorriso appena accennato di lei; nel compensarsi, davanti alle difficoltà. Non sei solo, you are not alone, come quella bella canzone.

Trattandosi di una trilogia di film, il ciak finale però va oltre, e ci mostra, a sorpresa, Kaworu Nagisa e le sue parole di sfida verso Shinji. Devo dire che il personaggio è introdotto con largo anticipo rispetto alla serie televisiva, comunque vedremo presto come si evolverà la storia perché "Evangelion 2.22 You can (not) advance" sarà trasmesso su RAI4 questo giovedì 30 dicembre alle 23 circa. Stay tuned!

Questa recensione non finisce mai, ma devo ancora spendere due parole per le caratteristiche tecniche del film. 
Visivamente è una bomba: tratti puliti, colori vivaci, tutto bello nitido e luminoso con cura nei dettagli... è perfetto, una goduria per gli occhi! 
L'audio, invece, non mi ha soddisfatto pienamente: addirittura certe frasi non sono riuscita a sentirle! Forse perché era in Dolby Surround e non l'avevo impostato... chissà... fatto sta che è successo, ad esempio, che quando dentro la NERV dopo la fuga e il ritorno di Shinji, Misato parlava fuori dalla stanza rivolgendosi al ragazzo, io... non ho sentito un tubo! Ma proprio niente! Che fastidio.
Altra nota, l'inizio del film mostra un mare di sangue che non ricordavo d'aver visto prima di "The end of Evangelion" (quindi il finale-finale); che sia un cenno a ciò che ha causato il Second Impact?
Poi ancora, guardando "Death & Rebirth" avevo finito con l'apprezzare maggiormente quell'inizio, costruito come una sorta di prologo, e che vedeva la storia partire dal Second Impact con la piccola Misato, ma qui si ripropone lo stesso inizio della serie, revisionato quel tanto che basta per renderlo impeccabile; quindi torno anch'io ad apprezzare le origini!
Infine, come accennavo in precedenza, questo film riassume meglio di "Death & Rebirth" (per forza di cose perché l'altro riassumeva 25 episodi) quindi c'è più respiro e sono state tagliate le scene veramente superflue, tuttavia c'è un pezzo, quello in cui si accenna che Shinji dovrà entrare in una nuova scuola e di punto in bianco egli riceve un cazzotto da Tōji Suzuhara (suo compagno di classe)... ecco, questo è l'unico punto in cui si sente che manca qualcosa!

Ora non mi resta che darvi appuntamento alla recensione di "Evangelion 2.22" dicendo: andrò fino in fondo!


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