SPOILER!
Un piccolo omaggio a L
Qualche settimana fa ho terminato di leggere il manga "Death note" ed è stata una scoperta che mi ha segnata, illuminata e appassionata, al punto da diventare un'ammiratrice sfegatata di quest'opera.
Probabilmente, Nisioisin, l'autore di questo romanzo breve, ha provato le mie stesse emozioni, e in particolare, il desiderio di non imporre la parola "fine" a una storia così avvincente, specialmente se si tratta di far rivivere il personaggio più carismatico e interessante che abbia mai conosciuto: L.
Ora, non mi soffermerò sulle considerazioni e gli elogi verso questo insolito detective (lo farò quando recensirò il manga), anche perché, se leggete questo romanzo, vedrete che ad elogiarlo ci ha pensato già questo autore! Di frequente ci ritroveremo a leggere questa frase: "Elle, il detective del secolo" oppure, più semplicemente, "Elle..." con quei punti di sospensione degni di una dichiarazione d'amore, dove le parole non dette sono quelle più significative per esprimere i sentimenti.
Fin dalle prime righe, attraverso le parole di Mello, l'autore ci trasmette un'ammirazione smisurata nei confronti di L, e probabilmente ad un tratto si sarà trovato ad affrontare un compito molto difficile: cercare di rendere L fedele all'originale di Ohba e Obata. Immaginate cosa accadrebbe se una parte del suo carattere fosse contraddittoria, o "non da L"; i fan non glielo perdonerebbero di certo. Il guaio è che ognuno di noi si è fatto un'idea di L, ed è così fortemente caratterizzato, con i suoi metodi stravaganti e gli atteggiamenti fuori dal comune (e fuori di testa), che è come se l'autore avesse le mani legate.
Forse è per questo che, sebbene consideri questo romanzo un piccolo omaggio ad L, il nostro detective arriva a fare qualche apparizione sporadica, e ce ne rendiamo conto col senno di poi, considerando che sul finale scopriamo che tale Ryuzaki non è L (come potrebbero pensare coloro che hanno letto il manga) bensì la sua "copia" B, l'assassino Beyond Birthday.
I colpi di scena ci sono, lo stile di scrittura è scorrevole e garantisce qualche piacevole oretta di svago, però ogni tanto c'è qualche caduta di stile, proprio riguardo alla scrittura in sé, ad esempio non mi piacciono quei "..." all'interno di un dialogo per indicare che la persona rimane in silenzio o sbalordita; preferirei che lo scrivesse, lo DEscrivesse... questo è un romanzo, non un manga. Così come i ragionamenti "aperti" di Naomi Misora, la vera protagonista della storia: a volte risulta difficile seguire il filo dei suoi ragionamenti, che forse appunto perché sono presentati sotto forma di dialogo anziché pensiero (e ancora una volta ci sono quei punti di sospensione che non aiutano), è come se alla fine mancasse un pezzo per, come direbbe Near, "completare il puzzle" e consentire al lettore di comprendere la deduzione. Tuttavia, paradossalmente, il manga è avvincente appunto per i suoi enigmi complicati dove prima di capire la soluzione cui i personaggi sono giunti con tanta facilità, tocca tornare a rileggersi la spiegazione; tutto sommato, quello che è un difetto, può rappresentare una marcia in più che lo avvicina all'originale.
Un po' titubante sulla scelta di affermare che B avesse gli occhi dello shinigami, così, per natura o per errore, ma d'altronde serviva un ulteriore punto in comune con la storia di Death note e grazie a questa scelta ha aggiunto quel tocco soprannaturale di cui altrimenti si sarebbe sentita la mancanza (Light uccideva le persone scrivendo il loro nome sul Quaderno, qua sarebbe stato tutto troppo "normale"!)
Voto 3 stelle su 4 perché è dura essere all'altezza dei creatori del manga, era un compito arduo e l'autore lo ha sostenuto regalandoci pure l'effetto sorpresa; ha creato una storia nuova ed originale, è rimasto fedele alle basi, e soprattutto, come può non fare piacere leggere alcuni retroscena dei personaggi che abbiamo tanto amato? L'apparizione del vero L alla fine, è, appunto, la chicca finale. Assieme alla splendida copertina e alle meravigliose illustrazioni di Obata (voglio il poster! :D)
Ho un'altra considerazione. Prima ho scritto che L fa delle apparizioni sporadiche... ripensandoci, mi sono sbagliata.
Del resto, l'essenza di L è questa: in un'enorme schermo bianco che fa da sfondo, c'è un'unica lettera che prevale, l'iniziale del suo nome. E così è questo romanzo: c'è una storia che fa da sfondo, ma al centro, il nucleo, il fascino e la forte presenza di un grande personaggio. Anche se non c'è fisicamente... c'è. L è proprio questo: una lettera senza volto. Un'essenza, un'ideale.
L'idea di giustizia.
Ecco, ci sono cascata. Ho fatto gli elogi ad L anche in questa recensione!
Un piccolo omaggio a L
Qualche settimana fa ho terminato di leggere il manga "Death note" ed è stata una scoperta che mi ha segnata, illuminata e appassionata, al punto da diventare un'ammiratrice sfegatata di quest'opera.
Probabilmente, Nisioisin, l'autore di questo romanzo breve, ha provato le mie stesse emozioni, e in particolare, il desiderio di non imporre la parola "fine" a una storia così avvincente, specialmente se si tratta di far rivivere il personaggio più carismatico e interessante che abbia mai conosciuto: L.
Ora, non mi soffermerò sulle considerazioni e gli elogi verso questo insolito detective (lo farò quando recensirò il manga), anche perché, se leggete questo romanzo, vedrete che ad elogiarlo ci ha pensato già questo autore! Di frequente ci ritroveremo a leggere questa frase: "Elle, il detective del secolo" oppure, più semplicemente, "Elle..." con quei punti di sospensione degni di una dichiarazione d'amore, dove le parole non dette sono quelle più significative per esprimere i sentimenti.
Fin dalle prime righe, attraverso le parole di Mello, l'autore ci trasmette un'ammirazione smisurata nei confronti di L, e probabilmente ad un tratto si sarà trovato ad affrontare un compito molto difficile: cercare di rendere L fedele all'originale di Ohba e Obata. Immaginate cosa accadrebbe se una parte del suo carattere fosse contraddittoria, o "non da L"; i fan non glielo perdonerebbero di certo. Il guaio è che ognuno di noi si è fatto un'idea di L, ed è così fortemente caratterizzato, con i suoi metodi stravaganti e gli atteggiamenti fuori dal comune (e fuori di testa), che è come se l'autore avesse le mani legate.
Forse è per questo che, sebbene consideri questo romanzo un piccolo omaggio ad L, il nostro detective arriva a fare qualche apparizione sporadica, e ce ne rendiamo conto col senno di poi, considerando che sul finale scopriamo che tale Ryuzaki non è L (come potrebbero pensare coloro che hanno letto il manga) bensì la sua "copia" B, l'assassino Beyond Birthday.
I colpi di scena ci sono, lo stile di scrittura è scorrevole e garantisce qualche piacevole oretta di svago, però ogni tanto c'è qualche caduta di stile, proprio riguardo alla scrittura in sé, ad esempio non mi piacciono quei "..." all'interno di un dialogo per indicare che la persona rimane in silenzio o sbalordita; preferirei che lo scrivesse, lo DEscrivesse... questo è un romanzo, non un manga. Così come i ragionamenti "aperti" di Naomi Misora, la vera protagonista della storia: a volte risulta difficile seguire il filo dei suoi ragionamenti, che forse appunto perché sono presentati sotto forma di dialogo anziché pensiero (e ancora una volta ci sono quei punti di sospensione che non aiutano), è come se alla fine mancasse un pezzo per, come direbbe Near, "completare il puzzle" e consentire al lettore di comprendere la deduzione. Tuttavia, paradossalmente, il manga è avvincente appunto per i suoi enigmi complicati dove prima di capire la soluzione cui i personaggi sono giunti con tanta facilità, tocca tornare a rileggersi la spiegazione; tutto sommato, quello che è un difetto, può rappresentare una marcia in più che lo avvicina all'originale.
Un po' titubante sulla scelta di affermare che B avesse gli occhi dello shinigami, così, per natura o per errore, ma d'altronde serviva un ulteriore punto in comune con la storia di Death note e grazie a questa scelta ha aggiunto quel tocco soprannaturale di cui altrimenti si sarebbe sentita la mancanza (Light uccideva le persone scrivendo il loro nome sul Quaderno, qua sarebbe stato tutto troppo "normale"!)
Voto 3 stelle su 4 perché è dura essere all'altezza dei creatori del manga, era un compito arduo e l'autore lo ha sostenuto regalandoci pure l'effetto sorpresa; ha creato una storia nuova ed originale, è rimasto fedele alle basi, e soprattutto, come può non fare piacere leggere alcuni retroscena dei personaggi che abbiamo tanto amato? L'apparizione del vero L alla fine, è, appunto, la chicca finale. Assieme alla splendida copertina e alle meravigliose illustrazioni di Obata (voglio il poster! :D)
Ho un'altra considerazione. Prima ho scritto che L fa delle apparizioni sporadiche... ripensandoci, mi sono sbagliata.
Del resto, l'essenza di L è questa: in un'enorme schermo bianco che fa da sfondo, c'è un'unica lettera che prevale, l'iniziale del suo nome. E così è questo romanzo: c'è una storia che fa da sfondo, ma al centro, il nucleo, il fascino e la forte presenza di un grande personaggio. Anche se non c'è fisicamente... c'è. L è proprio questo: una lettera senza volto. Un'essenza, un'ideale.
L'idea di giustizia.
Ecco, ci sono cascata. Ho fatto gli elogi ad L anche in questa recensione!
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