Come accennato nella pagina fan di facebook, la scorsa settimana si è svolto l'evento "Fantastici Castelli". Tre giorni (dall'8 al 10 luglio) per celebrare il fantasy medioevale, con visite ai principali castelli del riminese, incontri con l'autore e dibattiti letterali, spettacoli d'intrattenimento e simulazioni in costume, cucina tipica e tanto altro ancora.
Dalla Fortezza di San Leo alla Rocca di Montefiore, dalla Rocca di Verucchio al celebre "Castello di Azzurrina" e il borgo di Montebello, il programma era vario e rigorosamente gratuito (tranne la visita ai castelli).
Pur essendoci state altre edizioni non ho mai assistito a tale evento se non quest'anno, perché finalmente sono riuscita a organizzarmi preventivamente, grazie alla segnalazione di Francesco Falconi che nel suo blog comunicava la partecipazione al dibattito "Perché Harry Potter non è semplice letteratura per l'infanzia", assieme a Emanuele Manco di Fantasy Magazine. Quale migliore occasione visto che Falconi è uno degli autori del fantastico italiano che seguo di più?
Accompagnata dalla migliore amica ("Amicissima"), dopo quaranta minuti di tragitto e una breve salita col pavé che ha messo a dura prova i miei zoccoletti, abbiamo raggiunto la Rocca e incontrato i protagonisti del dibattito prima che questo iniziasse.
In attesa di altri visitatori, la nostra attenzione è stata catturata dalla vista sul borgo di Verucchio e le colline Riminesi illuminati da un magico tramonto.
Una breve visita all'interno della Rocca, e abbiamo raggiunto il luogo dell'incontro, una saletta al piano terra del castello.
Si è parlato del fenomeno Harry Potter evidenziando tutti i suoi punti di forza - oltre a qualche critica obiettiva del Falconi, ad esempio sul fatto che i personaggi si basino sostanzialmente su dei cliché - e si è inclusa l'esperienza della scrittrice J.K. Rowling: dallo scrivere il primo romanzo su carta doppia perché non poteva permettersi un computer, all'approvare ogni gadget basato sulla saga e a decidere di preferire una produzione cinematografica inglese, piuttosto che americana, per tener fede all'ambientazione della sua storia.
Largo spazio è stato dato alla storia in sé, in particolare a proposito dei temi trattati che sono per lo più invisibili per un lettore giovane, mentre piuttosto evidenti per il pubblico adulto, specie quando si parla di nazismo (la persecuzione contro i mezzo-sangue) e di suicidio (chi ha letto l'opera sa a chi si riferisce); questa caratteristica si è paragonata a opere come "La storia infinita" di M. Ende e "Il piccolo principe" di Antoine de saint-Exupéry, perché sono quei casi in cui leggendo a una certa età s'interpreta in un modo, mentre crescendo si scoprono sempre più significati nascosti.
Si è riflettuto anche sui lettori: dal primo al settimo libro la saga di Harry Potter compie una progressiva evoluzione, non solo a livello di storia, ma anche di scrittura, ed è come se fosse fatto apposta per coprire le esigenze dei giovani lettori ora cresciuti; esattamente come il maghetto.
Emanuele Manco ha sostenuto che così come nel cinema c'è un'era pre-Star Wars e una dopo-Star Wars, in letteratura ce ne sia una pre-Harry Potter e una dopo-Harry Potter. A tal proposito si è confrontato questo fenomeno con quello della saga di "Twilight" di Stephenie Meyer; entrambi gli artisti hanno ritenuto che Harry Potter fosse quello di portata maggiore, perché è grazie ad esso che l'interesse popolare si è finalmente spostato sul fantasy - prima considerato di nicchia - ed è grazie a Harry Potter se le librerie hanno cominciato a popolarsi di libri di questo genere. Da qui, si è toccato anche il fantasy italiano, ripercorrendo l'esordio di Licia Troisi, passando per Fabiana Redivo e molti altri ancora, finendo con l'accennare che ci siano editori che hanno scelto di specializzarsi in questo genere (purtroppo a "uno" è andata male, speriamo non sorgano altri casi) e infine, al contrario di chi sostiene che il fantasy sia un genere saturo, Manco e Falconi sostenevano che (come la silenziosa sottoscritta) ha ancora tanto da dare, che se ora è il momento del gotico vampiresco, poi ci sarà il momento degli angeli, delle fate, dei draghi... e a proposito di draghi si è parlato del caso "Eragon" di Christopher Paolini e del calo di vendite (così come d'interesse) dopo la trasposizione cinematografica del primo libro.
Si è dunque trattato di un dibattito molto interessante, che è stato anche in grado di spaziare verso altri argomenti pur restando in tema.
Inutile dire che mi è venuta una gran voglia di colmare la mia lacuna su Harry Potter...
Al prossimo appuntamento!
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