giovedì 28 luglio 2016

Recensione: "La Storia di Orfeo ed Euridice" di Mino Milani (Einaudi)

Carissimi astronauti,
non avete idea di quante volte ho provato a mettermi a scrivere questa recensione.
Si tratta di un libro che avevo scelto per partecipare alla sfida di Giugno del blog Le Parole Segrete di Gaia, e prevedeva per tale mese una rilettura; per la sfida bastava una mini-recensione di 100 parole, per fortuna, perché per scrivervi qui una recensione più approfondita mi sono dovuta liberare di un mese di impegni! :O
Come vedete sono una testa dura: non lascio perdere e ora la scrivo!





Titolo: La Storia di Orfeo ed Euridice
Autore: Mino Milani
Editore: Einaudi
Collana: Storie e rime
Genere: Narrativa per ragazzi / Mitologia
Data di uscita: 1994
Formato: cartaceo
Pagine: 200
ISBN: 8879261517
Prezzo: 14'000 lire
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
Questo è un libro d'amore. Narra di Orfeo, il ragazzo cui, nella Grecia degli Dei e degli Eroi, il delfico Apollo assegna un destino grande e avventuroso. Orfeo diverrà il più grande musico, il più grande cantore d'ogni tempo. Con la sua cetra e la sua voce, commuoverà uomini e animali e cose, e non solo di questo mondo, ma anche di quello dell'Oltretomba, dove egli scenderà, a rivendicare la vita della bella, sventurata, amata sposa Euridice, per la quale ha vissuto i suoi giorni più risplendenti, e per la quale morrà.


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati

Se non conoscevate la storia di questo mito, beh, ci pensa la quarta di copertina ad anticiparvi il finale!
Ironia a parte, il racconto di Mino Milani si ispira alla celebre e tormentata storia d'amore di Orfeo ed Euridice già narrata dal poeta Virgilio nelle "Georgiche" (Libro IV) e dal poeta Ovidio nelle "Metamorfosi" seguendo piuttosto fedelmente quello che ci è stato tramandato dalla mitologia classica.
Narrato in terza persona, il libro si divide in cinque brevi parti in un crescendo di emozioni che passano dalla serenità al tormento, attraversando gioie e dolori che in fondo sono le naturali conseguenze del patto stretto con il dio Apollo dal momento in cui Orfeo accetta in dono quella cetra. La vita di Orfero era prima noiosa e banale, complici le umili origini, ma l'arte della musica lo arricchisce, gli consente di vivere molteplici avventure ed esperienze, e una volta che la sua giovane curiosità si sazia, arriva il tempo dell'amore. Un amore brevissimo, intenso ma fanciullesco, fatto di sogni e di speranze fino all'epilogo dal sapore dolce amaro che a distanza di anni è ancora in grado di commuovermi.

Ciò che Apollo affida a Orfeo, la cetra, è un dono per gli uomini e per lo stesso Orfeo: la sua musica (l'arte) è in grado di acquietare gli animi delle genti, degli animali, delle cose, e lo salva dal pericolo anche durante il suo cammino nell'Oltretomba in cerca di Euridice. Si scrive persino che "le foglie dei suoi alberi, quelli della Pièria, come se esse pure avessero un'anima, sospinte da una forza misteriosa erano volate fin da lui, a sentire la sua musica".
La sua arte commuove persino gli irremovibili Ade e Persefone che gli vengono incontro con un patto: Euridice lo seguirà e Orfeo non si dovrà mai voltare; dovrà procedere dritto fino all'uscita. E' una prova di fiducia nei confronti degli dèi, ma là dove la musica (il divino) aveva vinto, l'uomo, dubitando, fallisce.
Questa è la parabola più evidente di tutta la storia, e Mino Milani riprende il mito fedelmente anche nelle prime pagine quando Orfeo si getta nell'avventura partendo con gli Argonauti alla conquista del Vello d'Oro: in questa parte, ogni capitolo corrisponde a un'avventura che nasconde una metafora sulla natura umana e quelle che sono le conseguenze di certi comportamenti.

Salvo questa parte d'azione e avventura, il racconto è avvolto da un'atmosfera onirica dall'inizio alla fine. Già dalle prime righe si nota che Orfeo ha un'acuta sensibilità e percepisce ciò che la gente comune da per scontato:



Le Muse se ne erano andate, o era questo che si diceva; ma avevano lasciato in Pièria musica e canti bellissimi. Orfeo li udiva, e passava lunghe ore ad ascoltarli. Sedeva su uno scoglio davanti al mare, o sotto un albero della foresta, e rimaneva là, con gli occhi persi, sorridente o commosso.
Era per quello che i suoi compagni lo prendevano in giro: - Che cosa stai ascoltando, Orfeo? - gli chiedevano, - il canto delle Sirene? Noi non le sentiamo. Hai orecchie più grandi delle nostre, tu, che le senti?
- Io non sento le sirene, - rispondeva Orfeo senza guardarli.
- E che cosa senti, allora?
- Il mare.
- Ma il mare non canta! Il mare non suona! Fa rumore, con le onde. Solo quello!
Orfeo li guardava e taceva. Avrebbe voluto parlare, non diceva nulla; e i ragazzi se
ne andavano sghignazzando.
Lui restava ad ascoltare il canto del mare.




La poesia e la leggerezza dell'essere si scontrano con la cruda realtà, dove la morte ne è la massima espressione. Ciò nonostante, c'è poesia anche nella sofferenza di Orfeo, nel suo estremo, romantico e disperato tentativo, e sebbene la lettura, consigliata dai 12 anni in su, assuma talvolta delle tinte forti, ci mostri delle scene pesanti (inclusa la raccapricciante morte dell'eroe) e si chiude il libro con la consapevolezza d'aver letto una straziante tragedia, al tempo stesso, proprio come avviene con "Romeo e Giulietta", si conserva la bellezza dell'amore, qui alimentato da una seppur effimera consolazione.

Mi sono soffermata sul romanticismo e la tragedia, e sulla quiete della natura contrapposta alla crudeltà di certe scene, ma tra l'amore e l'avventura c'è un elemento fondamentale in questo libro: la mitologia! Creature fantastiche come giganti, ninfe, arpie e furie, oltre alla Sibilla e alle Simplegadi (rupi capaci di muoversi) sono la parte più godibile della storia. Molta carne al fuoco per un libricino di sole 200 pagine, infatti, in certe occasioni si sente la mancanza di dettagli e approfondimenti, una su tutte è proprio la conquista del Vello d'Oro da parte degli Argonauti: un capitolo si apre dicendo che è passato un anno intero; cosa è successo nel frattempo non ci è dato sapere. Peggio ancora è proprio il momento in cui Giasone (eroe a capo della spedizione degli Argonauti) ottiene il Vello e si riassumono in poche righe ben tre prove che la spedizione ha dovuto affrontare, compresa addirittura una battaglia!
Così come da ragazzina devo aver sorvolato su questi dettagli, mi sono resa conto rileggendolo ora che l'amore tra Orfeo ed Euridice, purtroppo, cade nel banale "insta-love": quando i due s'incontrano è comprensibile che la ragazza s'innamori di questo affascinante musicista che conquista con le sue doti canore e la sua sensibilità, ma come invece s'innamora lui è un po' limitato all'aspetto fisico e a una dolcezza d'animo che percepisce in lei, ma che effettivamente non è dimostrata. Ne consegue che è il tormento della perdita a creare il sentimento d'amore più che l'affetto e l'affinità tra i protagonisti, anche perché i due sembrano vivere appena un giorno insieme... e già si parla di matrimonio.
Avrei gradito anche un approfondimento sull'incontro di Orfeo con Apollo nelle prime pagine.

L'edizione è arricchita dalle splendide illustrazioni di Nella Bosnia, di cui vi do un assaggio proprio ora mentre scrivo questa recensione:


Creando questo post


Ho letto questo libro numerose volte quand'ero bambina, vantandomi di riuscire a leggerlo in un solo giorno.
Lo adoravo.
Ne ho conservato una memoria felice, e l'avevo sempre considerato uno dei miei libri preferiti.
Da adulta, il mio giudizio non è poi così cambiato, nemmeno se mi sono accorta di qualche difetto.

Tra gli eroi dell'Odissea, la mitologia con i dèi greci e la discesa nell'oltretomba in stile Divina Commedia, il racconto è una continua metafora sull'esistenza con più riferimenti morali, comunque sottili; per la maggior parte, pervade un'aurea poetica ed emozionale.
Da magone!
Indimenticabile; una storia dal fascino eterno.


Il voto di Universi Incantati:






2 commenti:

  1. Ciao! Non ho mai letto nulla di questa collana - in realtà ne ho scoperto l'esistenza solamente al salone del libro di quest'anno - ma da allora mi sembra una cosa geniale riscrivere per ragazzi le grandi storie del passato :)
    Forse forse dovrei comprarmeli e fingere che siano per mio cugino ahahah
    Bellissima recensione comunque (molto approfondita, nonostante non ti sembri ^^) e a parte l'insta-love sembra anche un bellissimo libro da cui iniziare la super collezione xD
    A presto!
    -G

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao! Pensa che invece io non sapevo che al Salone avessero presentato quest'idea: il libro lo avevo già da anni! Davvero un'ottima iniziativa.
      Ha ha ha! Fingere che siano per tuo cugino! XD
      Sono felice che la recensione ti sia piaciuta!

      Elimina

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