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di autori emergenti e case editrici
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Il libro che vi sto per presentare è uscito all'inizio del mese scorso e si tratta di uno dei miei generi preferiti: fantascienza sociale / post apocalittico e distopico.
Titolo: Q502. 300 anni dopo il Grande Esodo
Autore: Sylvie Freddi
Editore: Stampa Alternativa
Collana: Eretica
Genere: Fantascienza / Post-apocalittico
Editore: Stampa Alternativa
Collana: Eretica
Genere: Fantascienza / Post-apocalittico
Data di uscita: 1 Marzo 2018
Formato: cartaceo
Pagine: 197
Pagine: 197
ISBN: 9788862226127
Prezzo: € 14,00
Link per l'acquisto: amazon
La fantascienza incontra la critica sociale
in un romanzo ambientato in un futuro post apocalittico su Marte.
La Terra è disabitata,
l’esistenza dell’uomo è cambiata radicalmente ma le divisioni e i pregiudizi sono ancora presenti.
In un mondo in cui non si è trovata una conciliazione con la diversità,
si muove il protagonista Dylan,
alla ricerca di una ragazza che potrebbe cambiare lo stato delle cose.
Sylvie Freddi, già autrice di due racconti per l’esperimento narrativo Tifiamo Scaramouche del collettivo Wu Ming,
narra la storia di Q502 con una prosa lucida e ricca di spunti scientifici.
Il romanzo presenta una realtà distopica in cui la privazione della libertà è stata accettata,
forse il peggior incubo dell’uomo contemporaneo,
in cui esseri con il ruolo di lettori mentali possono entrare nella coscienza di ognuno e spiarne i ricordi e gli intenti.
Un mondo che mai dovrebbe esistere, raccontato attraverso il punto di vista di chi crede ancora che si può lottare per la libertà, per la memoria e per l’uguaglianza.
La fantascienza incontra la critica sociale
in un romanzo ambientato in un futuro post apocalittico su Marte.
La Terra è disabitata,
l’esistenza dell’uomo è cambiata radicalmente ma le divisioni e i pregiudizi sono ancora presenti.
In un mondo in cui non si è trovata una conciliazione con la diversità,
si muove il protagonista Dylan,
alla ricerca di una ragazza che potrebbe cambiare lo stato delle cose.
Sylvie Freddi, già autrice di due racconti per l’esperimento narrativo Tifiamo Scaramouche del collettivo Wu Ming,
narra la storia di Q502 con una prosa lucida e ricca di spunti scientifici.
Il romanzo presenta una realtà distopica in cui la privazione della libertà è stata accettata,
forse il peggior incubo dell’uomo contemporaneo,
in cui esseri con il ruolo di lettori mentali possono entrare nella coscienza di ognuno e spiarne i ricordi e gli intenti.
Un mondo che mai dovrebbe esistere, raccontato attraverso il punto di vista di chi crede ancora che si può lottare per la libertà, per la memoria e per l’uguaglianza.
Sinossi:
Sylvie Freddi in Q502 ci conduce in un futuro che tanto lontano forse non è: l’uomo ha dovuto adattarsi a una nuova realtà per sopravvivere, ha dovuto abbandonare la madre Terra ormai compromessa e le certezze che per secoli hanno guidato la sua esistenza. In questo nuovo assetto costruito su Marte, l’essere umano ha trasferito le paure ancestrali e i pregiudizi che ha sempre conservato nel suo cuore. Il diverso è ancora visto come estraneo, come qualcosa da combattere e non da accogliere e da cui imparare. Nuove razze si sono affiancate all’uomo col progredire incessante della tecnologia, ma l’aumento di conoscenza e intelligenza non ha eliminato la chiusura mentale. C’è chi cerca di combattere creando un Comitato per la liberazione dei mutanti, c’è chi cerca di purificare il mondo da chi ha un DNA diverso dal proprio e c’è chi, come il protagonista Dylan, cerca di trovare un significato oltre il vano senso di libertà in cui vive. La tecnologia permea ogni aspetto dell’esistenza marziana: vi sono innesti che permettono di assumere identità diverse dalla propria, la musica non è un elemento esterno ma è inserita nel palmo della mano, e si diffonde nel corpo come il sangue, le comunicazioni avvengono tramite piccoli ologrammi da schiacciare una volta concluse. In questo mondo tecnologico che potrebbe conferire grandi libertà, si è osservati di continuo da grandi occhi volanti di orwelliana memoria. L’indipendenza è merce rara, non sono spiate solo le azioni, ma anche i pensieri. Chi vive nella città bassa non può andare in quella alta, se non con un permesso di lavoro. L’attualità presente sotto la maschera della fantascienza è percepita dal lettore, che può dolorosamente constatare come gli emarginati sono purtroppo presenti in ogni storia, ma alla fine sono proprio quelli che soffrono a determinarne il corso. Una realtà in cui la mancanza di ossigeno -si vive con respiratori- si accompagna alla mancanza di memoria di un mondo che non c’è più. La memoria, nel mondo di Q502, può essere alterata e nascosta. Dopo il Grande Esodo, il ricordo e le testimonianze del Mondo Originario sono considerati illegali. Senza memoria si può dominare, e i potenti che guidano le sorti del popolo lo sanno. Dylan combatterà affinché l’essere umano non dimentichi chi è, né da dove viene.
Trama:
Nella città di Agra, su Marte, il detective Dylan viene incaricato da una donna Qinab, appartenente a una potente casta di mutanti scienziate, di ritrovare Q502, una ragazza scomparsa neonata venticinque anni prima. Per cercare di avere informazioni, Dylan, aiutato dal suo tutore Kofta, cultore della memoria e del passato, compra l’identità di un tecnico e va a lavorare su una raccoglitrice di meteoroidi su Phobos (una delle due lune di Marte) di proprietà dell’avido Consigliere Darkon, che probabilmente ha rapito Q502. Dopo un’estenuante corsa nel deserto, inseguito dai Regolatori, e dopo essere stato salvato da due mutanti, Dylan giunge a Dharavi, la città/discarica. Qui trova Hana, la ragazza Q502, impazzita per le torture subite durante la sua prigionia su Phobos. È solo l’inizio dell’avventura dei due ragazzi, uniti da un segreto e da un tatuaggio di una luna rivolta a oriente con tre puntini, che potrebbe cambiare per sempre le sorti del mondo a cui appartengono.
Sylvie Freddi in Q502 ci conduce in un futuro che tanto lontano forse non è: l’uomo ha dovuto adattarsi a una nuova realtà per sopravvivere, ha dovuto abbandonare la madre Terra ormai compromessa e le certezze che per secoli hanno guidato la sua esistenza. In questo nuovo assetto costruito su Marte, l’essere umano ha trasferito le paure ancestrali e i pregiudizi che ha sempre conservato nel suo cuore. Il diverso è ancora visto come estraneo, come qualcosa da combattere e non da accogliere e da cui imparare. Nuove razze si sono affiancate all’uomo col progredire incessante della tecnologia, ma l’aumento di conoscenza e intelligenza non ha eliminato la chiusura mentale. C’è chi cerca di combattere creando un Comitato per la liberazione dei mutanti, c’è chi cerca di purificare il mondo da chi ha un DNA diverso dal proprio e c’è chi, come il protagonista Dylan, cerca di trovare un significato oltre il vano senso di libertà in cui vive. La tecnologia permea ogni aspetto dell’esistenza marziana: vi sono innesti che permettono di assumere identità diverse dalla propria, la musica non è un elemento esterno ma è inserita nel palmo della mano, e si diffonde nel corpo come il sangue, le comunicazioni avvengono tramite piccoli ologrammi da schiacciare una volta concluse. In questo mondo tecnologico che potrebbe conferire grandi libertà, si è osservati di continuo da grandi occhi volanti di orwelliana memoria. L’indipendenza è merce rara, non sono spiate solo le azioni, ma anche i pensieri. Chi vive nella città bassa non può andare in quella alta, se non con un permesso di lavoro. L’attualità presente sotto la maschera della fantascienza è percepita dal lettore, che può dolorosamente constatare come gli emarginati sono purtroppo presenti in ogni storia, ma alla fine sono proprio quelli che soffrono a determinarne il corso. Una realtà in cui la mancanza di ossigeno -si vive con respiratori- si accompagna alla mancanza di memoria di un mondo che non c’è più. La memoria, nel mondo di Q502, può essere alterata e nascosta. Dopo il Grande Esodo, il ricordo e le testimonianze del Mondo Originario sono considerati illegali. Senza memoria si può dominare, e i potenti che guidano le sorti del popolo lo sanno. Dylan combatterà affinché l’essere umano non dimentichi chi è, né da dove viene.
“[…] Paula prese in braccio la piccola Q502. Era leggerissima. Le sfilò la tuta e l’adagiò nuda sul tavolo del laboratorio. La guardò con meraviglia, era così piccola e veniva da così lontano. A contatto con il freddo della superficie metallica, la Q502 aprì gli occhi, erano del colore della sabbia di Marte”.
Trama:
Nella città di Agra, su Marte, il detective Dylan viene incaricato da una donna Qinab, appartenente a una potente casta di mutanti scienziate, di ritrovare Q502, una ragazza scomparsa neonata venticinque anni prima. Per cercare di avere informazioni, Dylan, aiutato dal suo tutore Kofta, cultore della memoria e del passato, compra l’identità di un tecnico e va a lavorare su una raccoglitrice di meteoroidi su Phobos (una delle due lune di Marte) di proprietà dell’avido Consigliere Darkon, che probabilmente ha rapito Q502. Dopo un’estenuante corsa nel deserto, inseguito dai Regolatori, e dopo essere stato salvato da due mutanti, Dylan giunge a Dharavi, la città/discarica. Qui trova Hana, la ragazza Q502, impazzita per le torture subite durante la sua prigionia su Phobos. È solo l’inizio dell’avventura dei due ragazzi, uniti da un segreto e da un tatuaggio di una luna rivolta a oriente con tre puntini, che potrebbe cambiare per sempre le sorti del mondo a cui appartengono.
Sylvie Freddi, romana d’origine e torinese d’adozione, ha pubblicato il suo primo lavoro Caffè Paszkwosky nel 2016 per Stampa Alternativa, una intensa raccolta di venti racconti noir. Del 2018 è il romanzo di fantascienza Q502. 300 anni dopo il Grande Esodo, edito ancora una volta da Stampa Alternativa, nella collana Eretica.
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Non vi dico la curiosità che suscita in me un libro come questo... adoro il genere e il tema sociale, per non parlare del tema della memoria violata: non mi resta che leggerlo!
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