giovedì 7 febbraio 2019

#MEGAGDL: "Madame Bovary" di Gustave Flaubert I parte

Cari astronauti,
come ogni giovedì mi dedico al #MegaGD organizzato da Sam di Leggo Quando Voglio!
Per chi non lo sapesse, si tratta di un gruppo di lettura che parte da "Lezioni di Letteratura" del prof. Nabokov (Adelphi) per portarci a leggere ogni romanzo classico in esso trattato.
Dopo "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" letto il mese scorso, a Febbraio è il turno di "Madame Bovary" di Gustave Flaubert, libro che avevo iniziato diversi anni fa ma non più terminato per dare precedenza ai libri che mi erano stati gentilmente inviati da autori e case editrici.

Finalmente si è presentata l'occasione, per me, di recuperarlo!


#MegaGDL di Leggo Quando Voglio
"Madame Bovary" di Gustave Flaubert
I parte: Prima Parte + Seconda Parte fino al capitolo 6


Io, mio figlio, il mio cane, e Gustave Flaubert con Madame Bovary e gli altri!

Il mio breve commento su questa parte:

"Mi sta piacendo molto: trovo i protagonisti interessanti soprattutto nei loro difetti (Emma prima sognatrice poi infelice, prigioniera di un matrimonio insoddisfacente, poi Charles nella sua goffa ignoranza che riguarda persino il suo mestiere di medico, ma mi hanno colpito anche la madre di lui iperprotettiva e il padre di lei nel giorno in cui si separano). Mi sta piacendo anche nelle descrizioni, che seppur talvolta prolisse, spesso ricalcano similitudini con lo stato d'animo dei protagonisti, particolare che adoro. Penso sia un romanzo imprevedibile e sono carica di aspettative e curiosità."
Leggi le opinioni degli altri del GDL QUI!


Io che leggo "Madame Bovary" e mio figlio che ci si addormenta sopra

Riassunto, riflessioni e appunti

  • L'incipit trovo che sia straordinario. Come hanno notato alcuni del gruppo, è narrato in prima persona plurale, quindi in modo diverso rispetto a tutto il resto del romanzo, ma a me personalmente non ha disturbato la cosa, anzi, mi sembrava di essere a scuola e di assistere  con gli altri l'arrivo di "uno nuovo".
  • Con l'episodio del berretto, già si delinea il carattere del protagonista Charles Bovary, e c'è una cura maniacale per descrivere i particolari: i suoi gesti, la sua voce, la pronuncia, e ovviamente anche l'abbigliamento
  • "S'alzò allora improvviso il baccano, salì in crescendo, con scoppi di voci acute (era un urlare, un abbaiare, uno scalpitare, un riptere Charbovary! Charbovary!), poi vagò in note isolate, placandosi a fatica, e a tratti ridestsandosi di colpo tra una fila di banchi dove ancora affiorava, come un petardo mal spento, qualche risata soffocata".
  • Carinissimo poi questo passo che rivela il suo nome: "il professore, giunto ad afferrare, dopo esserselo fatto dettare, compitare e rileggere, il nome di Charles Bovary"
  • Prima di raccontare di Charles Bovary, l'autore parte dalla famiglia descrivendo il padre sfaticato, vizioso e approfittatore del patrimonio della moglie, poi l'incontro della madre e l'effetto di quel matrimonio su di lei ("Vivace un tempo, espansiva e tutta amorosa, era, nell'invecchiare, divenuta - come il vino che quando evapora si cambia in aceto - di carattere difficile, querula, nervosa. Avava tanto sofferto senza lamentarsi, prima, quando lo vedeva correr dietro a tutte le mignotte del paese...") poi continua descrivendo la madre iperprotettiva che lo stravizia e ha alte ambizioni per lui. A questo punto comincia a narrare della sua infanzia e di come i genitori avevano un'idea diversa riguardo alla sua istruzione ("Gli insegnò a leggere ed anche gli apprese a cantare, su un vecchio pianoforte che aveva, due o tre piccole romanze. Ma a tutto questo, il signor Bovary, incurante di lettere, diceva che "non era il caso!" Avrebbero mai avuto i mezzi per mantenerlo alle scuole pubblighe, per pagargli un impiego, o un negozio? D'altronde, "con un po' di faccia tosta, un uomo al mondo fa sempre fortuna". La signora Bovary si mordeva le labbra, e il bambino vagabondava per il villaggio").
  • Il carattere di Charles Bovary si definisce fin dalle prime pagine e fin da quand'era ragazzo. Mi ha fatto sorridere come si precisano i suio comportamenti davanti a determinate situazioni! "Non uno di noi saprebbe adesso ricordare nulla di lui. Era un ragazzo di temperamento sobrio, che giocava nell'ora di ricreazione, studiava nell'aula di studio, stava attento in classe, nel dormitorio dormiva bene, e nel refrettorio mangiava bene".
  • I genitori, infine, lo mandano prematuramente a studiare medicina. Dal canto suo, il povero Charles non riesce a comprendere nulla, e comincia ad esercitare il mestiere di medico dopo che la madre premurosa gli trova lavoro nel paesino di Tostes.
  • La madre è talmente ossessionata dall'occuparsi del figlio che gli trova persino la moglie (Héloise): una vedova brutta e matura, ma con una rendita altisonante. Addirittura la madre di Charles allontana gli altri pretendenti alla sua mano!
  • "Charles aveva intraveduto nel matrimonio l'avvento d'una condizione migliore, figurandosi che sarebbe stato più libero, e che avrebbe potuto disporre della propria persona e del proprio denaro. Ma la moglie prese il comando; lui doveva, davanti alla gente, dire così, non fare così, mangiare di magro il venerdì, andra vestito come credeva lei, all'ordine di lei assillare i clienti che non pagavano. Lei gli apriva le lettere, spiava ogni suo passo, e appiattata contro la parete stava in ascolto, quando lui visitava i pazienti nello studio, se c'erano donne".
  • Un giorno Charles va a visitare un uomo, il signor Rouault, che ha una frattura nella gamba; qui conosce sua figlia Emma e rimane subito colpito da lei, dalla sua bellezza e dai suoi modi (prima nota di sensualità: "nel cucire, si pungeva le dita, portandosele poi alla bocca per succhiarle", poi "labbra carnose", "il collo le usciva da un colletto bianco"...). A seguito di quest'incontro, Charles decide di tornare a visitare l'uomo regolarmente, anche quando è ormai guarito. Nemmeno Charles stesso si rende conto di farlo per Emma: "Quei giorni s'alzava presto, partiva al galoppo, spronava il cavallo [...] Amava di vedersi arrivare nel cortile [...]. Amava il fienile e le stalle; amava papà Rouault, che gli batteva sulla mano e lo chiamava il suo salvatore; amava gli zoccoletti della singnorina Emma sulle piastrelle lavate della cucina".
  • Ovviamente la moglie di Charles, già gelosa di suo, si accorge di queste assenze appena scopre che il signore Rouault ha una figlia. Si informa sul suo conto e s'ingelosisce per come parlano di lei, fino ad arrivare a detestarla. Fa continue allusioni a suo marito ma lui non afferra, finché la donna è costretta, dalla disperazione, a fargli giurare di non andar più da loro: "Egli dunque obbedì; ma l'audacia del so desiderio insorse contro il suo comportamento servile, e, per una sorta d'ipocrisia ingenua, egli ritiene che quel divieto di vederla fosse per lui come un diritto ad amarla." Charles comincia persino a paragonare l'aspetto fisico delle due donne, preferendo ovviamente la giovane Emma.
  • A questo punto, per combinazione, accade che un notaio compare e porta via tutti gli averi di Hèloise, la moglie di Charles: "tuttavia, di tutto quel patrimonio magnificato a gran voce, nulla, salvo qualche mobile e pochi stracci, era comparso nella vita coniugale [...] Dunque aveva mentito, la buona signora!". Che sorpresa! E che ironia! Ma si tratta di un evento di un certo peso, dato che i genitori di Charles attaccano duramente Hèloise e poco dopo lei s'ammala e muore.
  • Durante il periodo di lutto, Charles torna a casa di Emma e del padre, e quest'ultimo si dimostra comprensivo, ricordando la sua vedovanza. Gli fa poi presente che Emma ogni tanto pensa a lui.
  • Gli altri gesti civettuoli di Emma: "lei per bere si buttava all'indietro; e con la testa rovesciata, le labbra sporte in fuori, il collo teso, rideva di non sentire niente, mentre con la punta della lingua, passando fra i piccoli denti, leccava a colpetti il fondo del bicchiere". Nel contempo, Charles matura il desiderio di sposarla.
  • Ogni tanto il punto di vista cambia, e per un attimo vediamo anche il pensiero del padre di Emma: "Quando s'accorse che Charles aveva le gote rosse se stava vicino a sua figlia, il che significava che in uno dei prossimi giorni vi sarebbe stata una richiesta di matrimonio, ruminò in anticipo tutta la faccenda. Certo lo trovava un po' mingherlino, e non era il genero che aveva sperato; ma lo dicevano uomo di comportamento buono, parsimonioso, grandemente istruito, e senza dubbio non avrebbe fatto troppe sottigliezze sulla dote. Ora, poiché papà Rouault si trovava costretto a vendere fra poco ventidue acri del bene suo, e doveva parecchio al muratore, parecchio al sellaio, e il perno del torchio andava cambiato: "Se me la chiede, - disse, - io gliela do"." Passa una buona mezz'ora più altri diciannove minuti prima che Emma dia il suo consenso. Questo a me fa pensare che lei fosse molto indecisa sullo sposarsi con lui,e e che fu il padre a convincerla.
  • La descrizione degli invitati al matrimonio, del corteo, e del banchetto di nozze, è la più minuziosa di tutto quanto letto finora! A tratti prolissa... sembra davvero un matrimonio lungo! "Tutti apparivano tosati a nuovo, le orecchie gli sporgevano in fuori, s'erano rasati a fior di pelle; anzi qualcuno che s'era alzato prima dell'alba, sbarbandosi alla poca luce, aveva ora sfregi in diagonale sotto al naso, o sulle mascelle escoriazioni larghe come scudi da tre franchi, le quali nel percorso all'aria libera s'erano arrossate, istoriando qua e là di chiazze rosa quelle grasse facce bianche trionfanti."
  • La madre di Charles non approva il matrimonio ma il figlio è già devotissimo a Emma, e anche molto tenero, come non era stato con la precedente moglie: "La chiamava moglie cara, le dava del tu, chiedeva di lei a ognuno, la cercava ovunque, e spesso la conduceva con sé nei cortili, così che lo scorgevano, lontano, fra gli alberi, cingerle col braccio la vita."
  • Mi è piaciuto leggere il passato di papà Rouault quando ricorda l'affetto per la moglie: "Ricordò il proprio matrimonio, il tempo d'una volta, la prima gravidanza della moglie; era molto felice, lui pure, il giorno in cui se l'era portata a casa dalla dimora paterna, quando la teneva in groppa cavalcando al trotto sulla neve; era l'epoca intorno a Natale e la campagna era tutta bianca; lei si reggeva a lui con un braccio; all'altro aveva appeso il suo canestro; il vento agitava le lunghe trine della sua acconciatura caucese, che a volte le volavano sulla bocca, e quando lui voltava il capo, vedeva accanto a sé, sulla propria spalla, una piccola faccia rosea che sorrideva in silenzio..."
  • La descrizione della casa in cui vive Charles fa già preannunciare la delusione che proverà Emma, viste le sue aspettative. Soprattutto il fatto che nella camera da letto ci sia ancora il bouquet della prima moglie!
  • Poi ci colpisce come un manrovescio questo pezzo: "Ora possedeva per sempre quella donna graziosa che adorava. L'universo, per lui, non esisteva al di là della ruota di seta della sua sottogonna; si rimproverava di non esser con lei a darle amore, aveva voglia di rivederla; rientrava rapido, saliva le scale col cuore che batteva. Emma, nella sua camera, si stava vestendo; egli sopraggiungeva a taciti passi, la baciava sulla schiena, lei gettava un grido. Non poteva trannenersi dal toccare di continuo il suo pettine, gli anelli, il fisciù; a volte, le dava sulle guance gran baci a piene labbra; o copriva di piccoli baci fitti il suo braccio nudo, dalla punta delle dita alla spalla; e lei lo respingeva, un poco sorridente e un poco annoiata, come facciamo con un bambino che ci sta appiccicato. Prima di sposarsi, essa aveva creduto di sentire amore; ma la felicità che doveva nascere da questo amore non era venuta; dunque s'era sbagliata, pensava. E emma cercava di sapere che cosa si intendesse di preciso nella vita, con le parole felicità, passione ed ebbrezza, che le erano sembrate così belle nei libri."
  • A seguito di queste dure parole, l'autore ci mostra la gioventù di Emma, sognatrice e romantica in covento. Inizialmente leggiamo questo: "Quando andava a confessarsi, inventata dei piccoli peccati, per rimanere là più a lungo, in ginocchio nell'ombra, con le mani giunte, il viso alla grata sotto il sussurrio del prete. Le immagini di fidanzato, sposo, amante celeste e matrimonio eterno che tornano sempre nelle prediche, le alzavano dal fondo dell'anima dolcezze inattese." Nella stessa pagina prosegue così: "Avvezza alle visioni serene, si volgeva invece a quelle tumultuose. Amava il mare soltanto per le sue tempeste, e il verde quando era sparso fra le rovine." Da qui si evince che ha un carattere estrememate passionale, e che non ama affatto le cose semplici
  • Grazie a un'anziana zitella che veniva spesso in convento, impara a conoscere i libri; sono queste fantasie la sua condanna? "Non c'erano che amori, amanti, signore perseguitate che svenivano in padiglioni solitari, postiglioni uccisi a ogni tappa, cavalli massacrati a ogni pagina, foreste oscure, tumulti del cuore, giuramenti, singhiozzi, lacrime e baci, barchette al chiar di luna, usignoli nei boschetti, gentiluomin forti come leoni, dolci come agnelli, virtuosi come non è mai nessuno, sempre ben messi, e lagrimanti come urne. Per sei mesi, a quindici anni, Emma s'imbrattò le mani con quella dìpolvere delle vecchie biblioteche."
  • La ricerca di Emma per il tomento e la passione si nota anche nella parte che riguarda la morte di sua madre: "Emma fu intimamente contenta nel sentirsi arrivata così di primo acchito a quel raro ideale delle esistenze esangui, non mai raggiunto dai cuori mediocri. Si lasciò dunque scivolare nei meandri lamartiniani, ascoltò le arpe sui laghi, tutti i canti dei cigni morenti, ogni cader di foglie, le vergini pure che salgono al cielo, e la voce dell'Eterno che discorre nelle vallate. Se ne annoiò, non lo volle ammettere, continuò per abitudine, poi per vanità, e fu infine sorpresa nel sentirsi pacificata, e col cuore sgombro di tristezza come la fronte di rughe." Rileggendolo ora mi sembra l'antenata degli emo! XD
  • A questo punto Emma diventa addirittura ribelle: "Le buone monache, avendo tanto sperato nella sua vocazione, s'accorsero profondamente stupite che la signorina Rouault sembrava sfuggire alla loro cura. In verità, esse l'avevano così assediata con le funzioni sacre, i ritiri, le noverne, i sermoni [...] che lei fece come i cavalli tirati troppo per le briglie: di colpo si fermò e il morso le uscì dai denti. Quella mente, concreta nei suoi entusiasmi, che aveva amato la chiesa perché adorna di fiori, la musica per le parole delle romanze, e la letteratura quando dava esaltazioni passionali, si ribellava davanti ai misteri della fede, mentre s'irritava ancor di più contro la disciplina, antipatica alla sua natura."
  • Emma spesso sfoga le sue frustrazioni sui servi, tanto che arriva persino a licenziare una domestica senza motivo, e che era anche fidata e cara a Charles. Più tardi la vedremo prendersela anche con la sua bambina (quindi si sfoga sui più deboli... che infame!), in un comportamento che ritengo imperdonabile nonostante possa capire come si senta (probabilmente quest'empatia è nata perché l'autore riesce benissimo a rendere la protagonista realistica).
  • Emma aveva altissime aspettative anche nei confronti di Charles in quanto uomo: si direbbe che sono stati i libri a illuderla, un po' come le principesse Disney hanno fatto con la mia generazione! Ecco una frase d'esempio: "Non sapeva nuotare, né fare di scherma, né usare la pistola, e non fu buono di spiegarle, una volta, un termine d'equitazione che lei aveva trovato in un romanzo. Un uomo non doveva forse, al contrario, conoscere tutto, primeggiare in attività molteplici, iniziarvi alle energie della passione, alle raffinatezze dell'esistenza, ad ogni mistero? Ma non insegnava niente, quello lì, non sapeva niente, non sperava niente. La credeva felice; ed essa gli serbava rancore per quella calma così comodamente seduta, per quella pesantezza serena, per la gioia stessa che egli aveva da lei".
  • Emma e la madre di Charles: "Emma accettava queste lezioni; la signora Bovary ne era prodiga; e le parole figlia mia e madre mia s'avvicendavano per l'intera giornata, accompagnate da un piccolo fremito delle labbra, mentre l'una e l'altra si gettavano dolci frasi con la voce tremante di collera". Tipico rapporto nuora/suocera!
  • Dalle aspettative nasce la delusione ("la noia, ragno silenzioso, tesseva la sua tela nell'ombra, in ogni angolo del suo cuore"), e dalla totale incapacità di Charles di comprendere i suoi sentimenti (forse perché non ne parla affatto?) e da questa sua indifferenza, nasce un rancore sempre più aspro, tanto che Emma arriva a non sopportare più nulla del marito, infastidita persino per come mangia, per come veste... pure quando la tocca! La situazione precipita la sera in cui la coppia è invitata a cena e a ballo in un castello, circondati dal lusso e da gente ricca. Qui Emma è addirittura affascinata dal suocero del marchese, rozzissimo, che mangia scomposto a capotavola, solo perché "Aveva condotto una vita di scandali e dissolutezze, piena di duelli, di scommesse, di donne rapite, aveva divorato il suo patrimonio e sparso panico nell'intera famiglia. [...] Era vissuto a Corte e aveva dormito nel letto delle regine!"
  • Il ballo col visconte ha fatto sognare anche me: "Cominciarono lentamente, poi andraono più rapidi e volteggiavano: tutto volteggiava intorno a loro, le lampade, i mobili, il legno delle pareti, e il pavimento, come un disco che ruoti su un perno. La veste di Emma, nel basso, s'avvolgeva intorno ai pantaloni di lui; le gambe dell'uno entravano fra le gambe dell'altra; egli chinava su di lei gli occhi, essa allora i suoi a lui; la prendeva un senso di torpore..." Da qui avrei creduto che l'inciucio di Emma sarebbe stato con lui, invece...
  • Come dicevo, la serata del ballo cambia Emma ancor più: "Il viaggio alla Vaubyessard aveva aperto nella sua vita una spaccatura, come quei gran catreri che la tempesta, in una sola notte, spalanca le montagne. Tuttavia si rassegnò: chiuse devotamente nel cmò il suo bell'abito e anche le scarpe di raso, le cui suole s'erano ingiallite alla cera scivolosa del paviemento. Il suo cuore era come loro: allo strofinio della ricchezza, vi si era posato sopra qualcosa che non sarebbe sparito mai più.
  • Dopo aver passato tanto tempo a ricordare ogni giorno passato da quel ballo, Emma si fissa su Parigi arrivando a comprare una piantina della città e fingendo di passeggiare per le strade; la sua diventa un'ossessione perché si abbona pure alle riviste per avere tutte le notizie (prime teatrali, corse, serate, esordi di cantanti e apertura nuovi negozi), concretizzando nella sua mente quel sogno di vivere lì.
  • In questo preciso estratto mi è sembrato di vedere affacciarsi il pensiero dell'autore: "Confondeva, nel suo desiderio, la sensualità del lusso con le gioie del cuore, l'eleganza delle abitudini e le delicatezze del sentimento. Non erano forse necessari all'amore, come alle piante indiane, terreni preparati, una temperatura particolare?"
  • L'insofferenza di Emma, alla fine, sembra condurla in uno stato di depressione: "Abbandonò la musica. Perché suonare? Chi l'avrebbe ascoltata? [...] Lasciò dentro l'armadio le cartelle da disegno e i ricami a piccolo punto. A che scopo? A che scopo? Il cucito la irritava. "Ho letto tutto", si diceva. E se ne stava ad arroventare le molle del camino, oppure guardava cadere la pioggia." In seguito diventa capricciosa, poi generosa col prossimo; il suo è uno stato d'animo altalenante
  • Finalmente Charles s'accorge che qualcosa non va e decide per il loro trasferimento nel grosso borgo chiamato Yonville-l'Abbaye, da poco rimasto senza medico; Emma è incinta.
  • Yonville non è come se l'aspettava: anch'esso è privo di attrattive e la comunità è piccola. Ma presto Emma conosce Léon, un giovane di vent'anni con cui ha moltissimo in comune, a partire dall'amore per la musica a quello per i libri; persino per Parigi!
  • Anche Léon è subito colpito da Emma, e leggiamo anche il suo punto di vista, di lui che, timido, non aveva mai parlato così con una ragazza.
  • Un personaggio dai modi furbi è il farmacista Homais, che s'ingrazia i Bovary perché ha uno scheletro nell'armadio (non ha mai studiato per la professione, dunque non ha l'abilitazione ed esercita comunque!) e di lui mi ha colpito in particolare come si esprime nei confronti della chiesa: "Ho una religione, la mia religione, e anzi ne ho più di tutti loro, con tutte quelle loro smorfie e pagliacciate! Adoro Dio, al contrario! Credo nell'Essere Supremo, in un Creatore, quale che sia non importa, che ci ha messo quaggiù per adempiere ai nostri doveri di cittadini e padri di famiglia, ma non ho bisogno di andare in una chiesa, a baciare piatti d'argento e a ingrassare di tasca mia un sacco di buffoni che mangiano meglio di noi! Perché si può dargli onore altrettanto bene in un bosco, in un campo, o anche contemplando la volta eterea, come gli antichi!" Che voce fuori dal coro; che moderno!
  • Nel frattempo, Emma spera di partorire un maschio ("Un uomo, almeno, è libero; può percorrere le passioni e i paesi, attraversare gli ostacoli, mordere alle gioie più lontane. Ma a una donna è proibita costantemente ogni cosa. Inerte e flessibile al tempo stesso, ha contro di sé le debolezze della carne, e insieme le sottomissioni alla legge. La sua volontà, come il velo del suo cappello trattenuto dai nastri, palpita a tutti i venti; sempre qualche desiderio la investe, qualche convenzione la raffrena...") ma le nasce una femmina.
  • L'episodio con la balia che fa di tutto per spillare qualcosa di più da Emma...!
  • Se Léon comincia a pensare di farle una dichiarazione ma si trattiene perché si sente in colpa per il signor Bovary che è anche un buon uomo. Dal canto suo, Emma "non s'interrogò se medesima per sapere se lo amava. L'amore, pensava, doveva sopravvenire improvviso, con gran lampi e folgorazioni: - uragano dei cieli che cade sulla vita, la sconvolge, strappa via le volontà come folie  e trascina nell'abisso l'intero cuore. Non sapeva che, sulle terrazze delle case, la pioggia forma dei laghi allorché le grondaie sono ostruite, e sarebbe rimsta così, in piena sicurezza, quando a un tratto scoperse una crepa nel muro".
  • Arriva, a questo punto, la consapevolezza di quel sentimento: "Quella veste dalle pieghe rigide nascondeva un cuore sconvolto, e quelle labbra così pudiche non ne raccontavano le tempeste. Era innamorata di Léon, e cercava la solitudine per deliziarsi più liberamente della sua immagine. La vista della sua persona turbava la voluttà di quella meditazione. A Emma palpitava il cuore al suono dei suoi passi; poi, in sua presenza, l'emozione cadeva, e le restava solo un immenso stupore, che finiva in tristezza. [...] Ma più Emma s'accorgeva del proprio amore, e più lo reprimeva, perché non si vedesse, e per diminuirlo."
  • La parte in cui ho provato compassione per Emma è stata quando lei va dal prete in cerca di conforto e lui nemmeno la ascolta; si distrae in continuazione e non le da importanza perché occupato a rimproverare i ragazzini. Quando lei gli confida di stare male e di soffrire, lui sminuisce la cosa e l'attribuisce al tempo!
  • E' proprio dopo questa mancata confessione che Emma spinge via la bambina, che cadendo si fa male, ed Emma mente dicendo che la piccola si è fatta male da sola, giocando... quando la guarda dormire, Emma non prova nemmeno tenerezza e se ne esce così: "E' una cosa strana, - pensava Emma, - com'è brutta questa bambina!"
  • Poco dopo, l'ennesima delusione: Léon parte per Parigi. Nessuno dei due riesce a dichiararsi, nonostante la chiarissima tentazione di lasciarsi andare.



Cosa ne pensate dei miei appunti?
Vi hanno fatto venir voglia di leggere questo classico?
Fatemi sapere nei commenti!
Ora, io ho un'edizione presa in edicola diversi anni fa, ma c'è scritto che è tratta dall'edizione Einaudi, perciò vi lascio il link per l'acquisto della mia medesima traduzione (a cura di Natalia Ginzburg):



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