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giovedì 7 febbraio 2019

#MEGAGDL: "Madame Bovary" di Gustave Flaubert I parte

Cari astronauti,
come ogni giovedì mi dedico al #MegaGD organizzato da Sam di Leggo Quando Voglio!
Per chi non lo sapesse, si tratta di un gruppo di lettura che parte da "Lezioni di Letteratura" del prof. Nabokov (Adelphi) per portarci a leggere ogni romanzo classico in esso trattato.
Dopo "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" letto il mese scorso, a Febbraio è il turno di "Madame Bovary" di Gustave Flaubert, libro che avevo iniziato diversi anni fa ma non più terminato per dare precedenza ai libri che mi erano stati gentilmente inviati da autori e case editrici.

Finalmente si è presentata l'occasione, per me, di recuperarlo!


#MegaGDL di Leggo Quando Voglio
"Madame Bovary" di Gustave Flaubert
I parte: Prima Parte + Seconda Parte fino al capitolo 6


Io, mio figlio, il mio cane, e Gustave Flaubert con Madame Bovary e gli altri!

Il mio breve commento su questa parte:

"Mi sta piacendo molto: trovo i protagonisti interessanti soprattutto nei loro difetti (Emma prima sognatrice poi infelice, prigioniera di un matrimonio insoddisfacente, poi Charles nella sua goffa ignoranza che riguarda persino il suo mestiere di medico, ma mi hanno colpito anche la madre di lui iperprotettiva e il padre di lei nel giorno in cui si separano). Mi sta piacendo anche nelle descrizioni, che seppur talvolta prolisse, spesso ricalcano similitudini con lo stato d'animo dei protagonisti, particolare che adoro. Penso sia un romanzo imprevedibile e sono carica di aspettative e curiosità."
Leggi le opinioni degli altri del GDL QUI!


Io che leggo "Madame Bovary" e mio figlio che ci si addormenta sopra

Riassunto, riflessioni e appunti

  • L'incipit trovo che sia straordinario. Come hanno notato alcuni del gruppo, è narrato in prima persona plurale, quindi in modo diverso rispetto a tutto il resto del romanzo, ma a me personalmente non ha disturbato la cosa, anzi, mi sembrava di essere a scuola e di assistere  con gli altri l'arrivo di "uno nuovo".
  • Con l'episodio del berretto, già si delinea il carattere del protagonista Charles Bovary, e c'è una cura maniacale per descrivere i particolari: i suoi gesti, la sua voce, la pronuncia, e ovviamente anche l'abbigliamento
  • "S'alzò allora improvviso il baccano, salì in crescendo, con scoppi di voci acute (era un urlare, un abbaiare, uno scalpitare, un riptere Charbovary! Charbovary!), poi vagò in note isolate, placandosi a fatica, e a tratti ridestsandosi di colpo tra una fila di banchi dove ancora affiorava, come un petardo mal spento, qualche risata soffocata".
  • Carinissimo poi questo passo che rivela il suo nome: "il professore, giunto ad afferrare, dopo esserselo fatto dettare, compitare e rileggere, il nome di Charles Bovary"
  • Prima di raccontare di Charles Bovary, l'autore parte dalla famiglia descrivendo il padre sfaticato, vizioso e approfittatore del patrimonio della moglie, poi l'incontro della madre e l'effetto di quel matrimonio su di lei ("Vivace un tempo, espansiva e tutta amorosa, era, nell'invecchiare, divenuta - come il vino che quando evapora si cambia in aceto - di carattere difficile, querula, nervosa. Avava tanto sofferto senza lamentarsi, prima, quando lo vedeva correr dietro a tutte le mignotte del paese...") poi continua descrivendo la madre iperprotettiva che lo stravizia e ha alte ambizioni per lui. A questo punto comincia a narrare della sua infanzia e di come i genitori avevano un'idea diversa riguardo alla sua istruzione ("Gli insegnò a leggere ed anche gli apprese a cantare, su un vecchio pianoforte che aveva, due o tre piccole romanze. Ma a tutto questo, il signor Bovary, incurante di lettere, diceva che "non era il caso!" Avrebbero mai avuto i mezzi per mantenerlo alle scuole pubblighe, per pagargli un impiego, o un negozio? D'altronde, "con un po' di faccia tosta, un uomo al mondo fa sempre fortuna". La signora Bovary si mordeva le labbra, e il bambino vagabondava per il villaggio").
  • Il carattere di Charles Bovary si definisce fin dalle prime pagine e fin da quand'era ragazzo. Mi ha fatto sorridere come si precisano i suio comportamenti davanti a determinate situazioni! "Non uno di noi saprebbe adesso ricordare nulla di lui. Era un ragazzo di temperamento sobrio, che giocava nell'ora di ricreazione, studiava nell'aula di studio, stava attento in classe, nel dormitorio dormiva bene, e nel refrettorio mangiava bene".
  • I genitori, infine, lo mandano prematuramente a studiare medicina. Dal canto suo, il povero Charles non riesce a comprendere nulla, e comincia ad esercitare il mestiere di medico dopo che la madre premurosa gli trova lavoro nel paesino di Tostes.
  • La madre è talmente ossessionata dall'occuparsi del figlio che gli trova persino la moglie (Héloise): una vedova brutta e matura, ma con una rendita altisonante. Addirittura la madre di Charles allontana gli altri pretendenti alla sua mano!
  • "Charles aveva intraveduto nel matrimonio l'avvento d'una condizione migliore, figurandosi che sarebbe stato più libero, e che avrebbe potuto disporre della propria persona e del proprio denaro. Ma la moglie prese il comando; lui doveva, davanti alla gente, dire così, non fare così, mangiare di magro il venerdì, andra vestito come credeva lei, all'ordine di lei assillare i clienti che non pagavano. Lei gli apriva le lettere, spiava ogni suo passo, e appiattata contro la parete stava in ascolto, quando lui visitava i pazienti nello studio, se c'erano donne".
  • Un giorno Charles va a visitare un uomo, il signor Rouault, che ha una frattura nella gamba; qui conosce sua figlia Emma e rimane subito colpito da lei, dalla sua bellezza e dai suoi modi (prima nota di sensualità: "nel cucire, si pungeva le dita, portandosele poi alla bocca per succhiarle", poi "labbra carnose", "il collo le usciva da un colletto bianco"...). A seguito di quest'incontro, Charles decide di tornare a visitare l'uomo regolarmente, anche quando è ormai guarito. Nemmeno Charles stesso si rende conto di farlo per Emma: "Quei giorni s'alzava presto, partiva al galoppo, spronava il cavallo [...] Amava di vedersi arrivare nel cortile [...]. Amava il fienile e le stalle; amava papà Rouault, che gli batteva sulla mano e lo chiamava il suo salvatore; amava gli zoccoletti della singnorina Emma sulle piastrelle lavate della cucina".
  • Ovviamente la moglie di Charles, già gelosa di suo, si accorge di queste assenze appena scopre che il signore Rouault ha una figlia. Si informa sul suo conto e s'ingelosisce per come parlano di lei, fino ad arrivare a detestarla. Fa continue allusioni a suo marito ma lui non afferra, finché la donna è costretta, dalla disperazione, a fargli giurare di non andar più da loro: "Egli dunque obbedì; ma l'audacia del so desiderio insorse contro il suo comportamento servile, e, per una sorta d'ipocrisia ingenua, egli ritiene che quel divieto di vederla fosse per lui come un diritto ad amarla." Charles comincia persino a paragonare l'aspetto fisico delle due donne, preferendo ovviamente la giovane Emma.
  • A questo punto, per combinazione, accade che un notaio compare e porta via tutti gli averi di Hèloise, la moglie di Charles: "tuttavia, di tutto quel patrimonio magnificato a gran voce, nulla, salvo qualche mobile e pochi stracci, era comparso nella vita coniugale [...] Dunque aveva mentito, la buona signora!". Che sorpresa! E che ironia! Ma si tratta di un evento di un certo peso, dato che i genitori di Charles attaccano duramente Hèloise e poco dopo lei s'ammala e muore.
  • Durante il periodo di lutto, Charles torna a casa di Emma e del padre, e quest'ultimo si dimostra comprensivo, ricordando la sua vedovanza. Gli fa poi presente che Emma ogni tanto pensa a lui.
  • Gli altri gesti civettuoli di Emma: "lei per bere si buttava all'indietro; e con la testa rovesciata, le labbra sporte in fuori, il collo teso, rideva di non sentire niente, mentre con la punta della lingua, passando fra i piccoli denti, leccava a colpetti il fondo del bicchiere". Nel contempo, Charles matura il desiderio di sposarla.
  • Ogni tanto il punto di vista cambia, e per un attimo vediamo anche il pensiero del padre di Emma: "Quando s'accorse che Charles aveva le gote rosse se stava vicino a sua figlia, il che significava che in uno dei prossimi giorni vi sarebbe stata una richiesta di matrimonio, ruminò in anticipo tutta la faccenda. Certo lo trovava un po' mingherlino, e non era il genero che aveva sperato; ma lo dicevano uomo di comportamento buono, parsimonioso, grandemente istruito, e senza dubbio non avrebbe fatto troppe sottigliezze sulla dote. Ora, poiché papà Rouault si trovava costretto a vendere fra poco ventidue acri del bene suo, e doveva parecchio al muratore, parecchio al sellaio, e il perno del torchio andava cambiato: "Se me la chiede, - disse, - io gliela do"." Passa una buona mezz'ora più altri diciannove minuti prima che Emma dia il suo consenso. Questo a me fa pensare che lei fosse molto indecisa sullo sposarsi con lui,e e che fu il padre a convincerla.
  • La descrizione degli invitati al matrimonio, del corteo, e del banchetto di nozze, è la più minuziosa di tutto quanto letto finora! A tratti prolissa... sembra davvero un matrimonio lungo! "Tutti apparivano tosati a nuovo, le orecchie gli sporgevano in fuori, s'erano rasati a fior di pelle; anzi qualcuno che s'era alzato prima dell'alba, sbarbandosi alla poca luce, aveva ora sfregi in diagonale sotto al naso, o sulle mascelle escoriazioni larghe come scudi da tre franchi, le quali nel percorso all'aria libera s'erano arrossate, istoriando qua e là di chiazze rosa quelle grasse facce bianche trionfanti."
  • La madre di Charles non approva il matrimonio ma il figlio è già devotissimo a Emma, e anche molto tenero, come non era stato con la precedente moglie: "La chiamava moglie cara, le dava del tu, chiedeva di lei a ognuno, la cercava ovunque, e spesso la conduceva con sé nei cortili, così che lo scorgevano, lontano, fra gli alberi, cingerle col braccio la vita."
  • Mi è piaciuto leggere il passato di papà Rouault quando ricorda l'affetto per la moglie: "Ricordò il proprio matrimonio, il tempo d'una volta, la prima gravidanza della moglie; era molto felice, lui pure, il giorno in cui se l'era portata a casa dalla dimora paterna, quando la teneva in groppa cavalcando al trotto sulla neve; era l'epoca intorno a Natale e la campagna era tutta bianca; lei si reggeva a lui con un braccio; all'altro aveva appeso il suo canestro; il vento agitava le lunghe trine della sua acconciatura caucese, che a volte le volavano sulla bocca, e quando lui voltava il capo, vedeva accanto a sé, sulla propria spalla, una piccola faccia rosea che sorrideva in silenzio..."
  • La descrizione della casa in cui vive Charles fa già preannunciare la delusione che proverà Emma, viste le sue aspettative. Soprattutto il fatto che nella camera da letto ci sia ancora il bouquet della prima moglie!
  • Poi ci colpisce come un manrovescio questo pezzo: "Ora possedeva per sempre quella donna graziosa che adorava. L'universo, per lui, non esisteva al di là della ruota di seta della sua sottogonna; si rimproverava di non esser con lei a darle amore, aveva voglia di rivederla; rientrava rapido, saliva le scale col cuore che batteva. Emma, nella sua camera, si stava vestendo; egli sopraggiungeva a taciti passi, la baciava sulla schiena, lei gettava un grido. Non poteva trannenersi dal toccare di continuo il suo pettine, gli anelli, il fisciù; a volte, le dava sulle guance gran baci a piene labbra; o copriva di piccoli baci fitti il suo braccio nudo, dalla punta delle dita alla spalla; e lei lo respingeva, un poco sorridente e un poco annoiata, come facciamo con un bambino che ci sta appiccicato. Prima di sposarsi, essa aveva creduto di sentire amore; ma la felicità che doveva nascere da questo amore non era venuta; dunque s'era sbagliata, pensava. E emma cercava di sapere che cosa si intendesse di preciso nella vita, con le parole felicità, passione ed ebbrezza, che le erano sembrate così belle nei libri."
  • A seguito di queste dure parole, l'autore ci mostra la gioventù di Emma, sognatrice e romantica in covento. Inizialmente leggiamo questo: "Quando andava a confessarsi, inventata dei piccoli peccati, per rimanere là più a lungo, in ginocchio nell'ombra, con le mani giunte, il viso alla grata sotto il sussurrio del prete. Le immagini di fidanzato, sposo, amante celeste e matrimonio eterno che tornano sempre nelle prediche, le alzavano dal fondo dell'anima dolcezze inattese." Nella stessa pagina prosegue così: "Avvezza alle visioni serene, si volgeva invece a quelle tumultuose. Amava il mare soltanto per le sue tempeste, e il verde quando era sparso fra le rovine." Da qui si evince che ha un carattere estrememate passionale, e che non ama affatto le cose semplici
  • Grazie a un'anziana zitella che veniva spesso in convento, impara a conoscere i libri; sono queste fantasie la sua condanna? "Non c'erano che amori, amanti, signore perseguitate che svenivano in padiglioni solitari, postiglioni uccisi a ogni tappa, cavalli massacrati a ogni pagina, foreste oscure, tumulti del cuore, giuramenti, singhiozzi, lacrime e baci, barchette al chiar di luna, usignoli nei boschetti, gentiluomin forti come leoni, dolci come agnelli, virtuosi come non è mai nessuno, sempre ben messi, e lagrimanti come urne. Per sei mesi, a quindici anni, Emma s'imbrattò le mani con quella dìpolvere delle vecchie biblioteche."
  • La ricerca di Emma per il tomento e la passione si nota anche nella parte che riguarda la morte di sua madre: "Emma fu intimamente contenta nel sentirsi arrivata così di primo acchito a quel raro ideale delle esistenze esangui, non mai raggiunto dai cuori mediocri. Si lasciò dunque scivolare nei meandri lamartiniani, ascoltò le arpe sui laghi, tutti i canti dei cigni morenti, ogni cader di foglie, le vergini pure che salgono al cielo, e la voce dell'Eterno che discorre nelle vallate. Se ne annoiò, non lo volle ammettere, continuò per abitudine, poi per vanità, e fu infine sorpresa nel sentirsi pacificata, e col cuore sgombro di tristezza come la fronte di rughe." Rileggendolo ora mi sembra l'antenata degli emo! XD
  • A questo punto Emma diventa addirittura ribelle: "Le buone monache, avendo tanto sperato nella sua vocazione, s'accorsero profondamente stupite che la signorina Rouault sembrava sfuggire alla loro cura. In verità, esse l'avevano così assediata con le funzioni sacre, i ritiri, le noverne, i sermoni [...] che lei fece come i cavalli tirati troppo per le briglie: di colpo si fermò e il morso le uscì dai denti. Quella mente, concreta nei suoi entusiasmi, che aveva amato la chiesa perché adorna di fiori, la musica per le parole delle romanze, e la letteratura quando dava esaltazioni passionali, si ribellava davanti ai misteri della fede, mentre s'irritava ancor di più contro la disciplina, antipatica alla sua natura."
  • Emma spesso sfoga le sue frustrazioni sui servi, tanto che arriva persino a licenziare una domestica senza motivo, e che era anche fidata e cara a Charles. Più tardi la vedremo prendersela anche con la sua bambina (quindi si sfoga sui più deboli... che infame!), in un comportamento che ritengo imperdonabile nonostante possa capire come si senta (probabilmente quest'empatia è nata perché l'autore riesce benissimo a rendere la protagonista realistica).
  • Emma aveva altissime aspettative anche nei confronti di Charles in quanto uomo: si direbbe che sono stati i libri a illuderla, un po' come le principesse Disney hanno fatto con la mia generazione! Ecco una frase d'esempio: "Non sapeva nuotare, né fare di scherma, né usare la pistola, e non fu buono di spiegarle, una volta, un termine d'equitazione che lei aveva trovato in un romanzo. Un uomo non doveva forse, al contrario, conoscere tutto, primeggiare in attività molteplici, iniziarvi alle energie della passione, alle raffinatezze dell'esistenza, ad ogni mistero? Ma non insegnava niente, quello lì, non sapeva niente, non sperava niente. La credeva felice; ed essa gli serbava rancore per quella calma così comodamente seduta, per quella pesantezza serena, per la gioia stessa che egli aveva da lei".
  • Emma e la madre di Charles: "Emma accettava queste lezioni; la signora Bovary ne era prodiga; e le parole figlia mia e madre mia s'avvicendavano per l'intera giornata, accompagnate da un piccolo fremito delle labbra, mentre l'una e l'altra si gettavano dolci frasi con la voce tremante di collera". Tipico rapporto nuora/suocera!
  • Dalle aspettative nasce la delusione ("la noia, ragno silenzioso, tesseva la sua tela nell'ombra, in ogni angolo del suo cuore"), e dalla totale incapacità di Charles di comprendere i suoi sentimenti (forse perché non ne parla affatto?) e da questa sua indifferenza, nasce un rancore sempre più aspro, tanto che Emma arriva a non sopportare più nulla del marito, infastidita persino per come mangia, per come veste... pure quando la tocca! La situazione precipita la sera in cui la coppia è invitata a cena e a ballo in un castello, circondati dal lusso e da gente ricca. Qui Emma è addirittura affascinata dal suocero del marchese, rozzissimo, che mangia scomposto a capotavola, solo perché "Aveva condotto una vita di scandali e dissolutezze, piena di duelli, di scommesse, di donne rapite, aveva divorato il suo patrimonio e sparso panico nell'intera famiglia. [...] Era vissuto a Corte e aveva dormito nel letto delle regine!"
  • Il ballo col visconte ha fatto sognare anche me: "Cominciarono lentamente, poi andraono più rapidi e volteggiavano: tutto volteggiava intorno a loro, le lampade, i mobili, il legno delle pareti, e il pavimento, come un disco che ruoti su un perno. La veste di Emma, nel basso, s'avvolgeva intorno ai pantaloni di lui; le gambe dell'uno entravano fra le gambe dell'altra; egli chinava su di lei gli occhi, essa allora i suoi a lui; la prendeva un senso di torpore..." Da qui avrei creduto che l'inciucio di Emma sarebbe stato con lui, invece...
  • Come dicevo, la serata del ballo cambia Emma ancor più: "Il viaggio alla Vaubyessard aveva aperto nella sua vita una spaccatura, come quei gran catreri che la tempesta, in una sola notte, spalanca le montagne. Tuttavia si rassegnò: chiuse devotamente nel cmò il suo bell'abito e anche le scarpe di raso, le cui suole s'erano ingiallite alla cera scivolosa del paviemento. Il suo cuore era come loro: allo strofinio della ricchezza, vi si era posato sopra qualcosa che non sarebbe sparito mai più.
  • Dopo aver passato tanto tempo a ricordare ogni giorno passato da quel ballo, Emma si fissa su Parigi arrivando a comprare una piantina della città e fingendo di passeggiare per le strade; la sua diventa un'ossessione perché si abbona pure alle riviste per avere tutte le notizie (prime teatrali, corse, serate, esordi di cantanti e apertura nuovi negozi), concretizzando nella sua mente quel sogno di vivere lì.
  • In questo preciso estratto mi è sembrato di vedere affacciarsi il pensiero dell'autore: "Confondeva, nel suo desiderio, la sensualità del lusso con le gioie del cuore, l'eleganza delle abitudini e le delicatezze del sentimento. Non erano forse necessari all'amore, come alle piante indiane, terreni preparati, una temperatura particolare?"
  • L'insofferenza di Emma, alla fine, sembra condurla in uno stato di depressione: "Abbandonò la musica. Perché suonare? Chi l'avrebbe ascoltata? [...] Lasciò dentro l'armadio le cartelle da disegno e i ricami a piccolo punto. A che scopo? A che scopo? Il cucito la irritava. "Ho letto tutto", si diceva. E se ne stava ad arroventare le molle del camino, oppure guardava cadere la pioggia." In seguito diventa capricciosa, poi generosa col prossimo; il suo è uno stato d'animo altalenante
  • Finalmente Charles s'accorge che qualcosa non va e decide per il loro trasferimento nel grosso borgo chiamato Yonville-l'Abbaye, da poco rimasto senza medico; Emma è incinta.
  • Yonville non è come se l'aspettava: anch'esso è privo di attrattive e la comunità è piccola. Ma presto Emma conosce Léon, un giovane di vent'anni con cui ha moltissimo in comune, a partire dall'amore per la musica a quello per i libri; persino per Parigi!
  • Anche Léon è subito colpito da Emma, e leggiamo anche il suo punto di vista, di lui che, timido, non aveva mai parlato così con una ragazza.
  • Un personaggio dai modi furbi è il farmacista Homais, che s'ingrazia i Bovary perché ha uno scheletro nell'armadio (non ha mai studiato per la professione, dunque non ha l'abilitazione ed esercita comunque!) e di lui mi ha colpito in particolare come si esprime nei confronti della chiesa: "Ho una religione, la mia religione, e anzi ne ho più di tutti loro, con tutte quelle loro smorfie e pagliacciate! Adoro Dio, al contrario! Credo nell'Essere Supremo, in un Creatore, quale che sia non importa, che ci ha messo quaggiù per adempiere ai nostri doveri di cittadini e padri di famiglia, ma non ho bisogno di andare in una chiesa, a baciare piatti d'argento e a ingrassare di tasca mia un sacco di buffoni che mangiano meglio di noi! Perché si può dargli onore altrettanto bene in un bosco, in un campo, o anche contemplando la volta eterea, come gli antichi!" Che voce fuori dal coro; che moderno!
  • Nel frattempo, Emma spera di partorire un maschio ("Un uomo, almeno, è libero; può percorrere le passioni e i paesi, attraversare gli ostacoli, mordere alle gioie più lontane. Ma a una donna è proibita costantemente ogni cosa. Inerte e flessibile al tempo stesso, ha contro di sé le debolezze della carne, e insieme le sottomissioni alla legge. La sua volontà, come il velo del suo cappello trattenuto dai nastri, palpita a tutti i venti; sempre qualche desiderio la investe, qualche convenzione la raffrena...") ma le nasce una femmina.
  • L'episodio con la balia che fa di tutto per spillare qualcosa di più da Emma...!
  • Se Léon comincia a pensare di farle una dichiarazione ma si trattiene perché si sente in colpa per il signor Bovary che è anche un buon uomo. Dal canto suo, Emma "non s'interrogò se medesima per sapere se lo amava. L'amore, pensava, doveva sopravvenire improvviso, con gran lampi e folgorazioni: - uragano dei cieli che cade sulla vita, la sconvolge, strappa via le volontà come folie  e trascina nell'abisso l'intero cuore. Non sapeva che, sulle terrazze delle case, la pioggia forma dei laghi allorché le grondaie sono ostruite, e sarebbe rimsta così, in piena sicurezza, quando a un tratto scoperse una crepa nel muro".
  • Arriva, a questo punto, la consapevolezza di quel sentimento: "Quella veste dalle pieghe rigide nascondeva un cuore sconvolto, e quelle labbra così pudiche non ne raccontavano le tempeste. Era innamorata di Léon, e cercava la solitudine per deliziarsi più liberamente della sua immagine. La vista della sua persona turbava la voluttà di quella meditazione. A Emma palpitava il cuore al suono dei suoi passi; poi, in sua presenza, l'emozione cadeva, e le restava solo un immenso stupore, che finiva in tristezza. [...] Ma più Emma s'accorgeva del proprio amore, e più lo reprimeva, perché non si vedesse, e per diminuirlo."
  • La parte in cui ho provato compassione per Emma è stata quando lei va dal prete in cerca di conforto e lui nemmeno la ascolta; si distrae in continuazione e non le da importanza perché occupato a rimproverare i ragazzini. Quando lei gli confida di stare male e di soffrire, lui sminuisce la cosa e l'attribuisce al tempo!
  • E' proprio dopo questa mancata confessione che Emma spinge via la bambina, che cadendo si fa male, ed Emma mente dicendo che la piccola si è fatta male da sola, giocando... quando la guarda dormire, Emma non prova nemmeno tenerezza e se ne esce così: "E' una cosa strana, - pensava Emma, - com'è brutta questa bambina!"
  • Poco dopo, l'ennesima delusione: Léon parte per Parigi. Nessuno dei due riesce a dichiararsi, nonostante la chiarissima tentazione di lasciarsi andare.



Cosa ne pensate dei miei appunti?
Vi hanno fatto venir voglia di leggere questo classico?
Fatemi sapere nei commenti!
Ora, io ho un'edizione presa in edicola diversi anni fa, ma c'è scritto che è tratta dall'edizione Einaudi, perciò vi lascio il link per l'acquisto della mia medesima traduzione (a cura di Natalia Ginzburg):



giovedì 31 gennaio 2019

#MEGAGDL: "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" di Stevenson III parte + relativa parte su "Lezioni di Letteratura" di Nabokov

Cari astronauti,
mi sono assentata per una settimana, ma nel frattempo mi sono finalmente operata agli occhi e ora sì che vedo/leggo bene! :D

Ho dunque un po' di articoli da recuperare, ma visto che è giovedì do la precedenza al #MegaGD organizzato da Sam di Leggo Quando Voglio perché sono freschissima di lettura e sono incontenibile al punto che sto intasando ben due chat dei nostri gruppi dedicati su telegram XD
Per chi non lo sapesse, si tratta di un gruppo di lettura che parte da "Lezioni di Letteratura" del prof. Nabokov (Adelphi) per portarci a leggere ogni romanzo classico in esso trattato.
Siamo partiti da "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" di Robert Louis Stevenson, e giovedì scorso abbiamo letto la terza e ultima parte, solo che ero ridotta malaccio con la vista e non sono riuscita a riportare i miei appunti qui; lo faccio ora! Oggi, però, c'era in programma la lettura della relativa parte dedicata a Stevenson nel saggio di Nabokov, dunque tratterò anche questo :)

Per non perderci in mezzo alla mia valanga di appunti e post a questo tema, eccovi i link alle discussioni passate:


#MegaGDL di Leggo Quando Voglio
"Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde" di Robert L. Stevenson
III parte: Capitoli 9-10

Le mie riflessioni su quest'ultima parte

Io che, anche da mezza cieca, ho continuato imperterrita la lettura, e con tanto di appunti!

  • Comincia la parte rivelatoria del libro: inizia dal racconto del dottor Lanyon a proposito di quando ricevette una raccomandata dal dr. Jekyll il giorno dopo che si erano visti: "Lanyon, il mio onore, la mia vita, la mia ragione sono nelle tue mani". 
  • La raccomandata contiene delle istruzioni precise, ed è scritta con uno stato d'animo cupo e maledetto; più volte Jekyll ribadisce che è questione di vita o di morte. Così, Lanyon si ritrova a "rubare" il cassetto con le fiale, i sali, e le annotazioni degli esperimenti di Jekyll, e li consegna imprevidibilmente a Hyde. 
  • Mi è piaciuta la descrizione che Lanyon fa a Hyde basandosi sulle emozioni che la sua vista gli suscita: essendo medico, tira in ballo anche le pulsazioni!
  • "Fece un balzo in quella direzione, poi si fermò e si portò una mano al cuore: potevo udire i suoi denti stridere nella stretta convulsa delle mascelle, e il suo viso era così spettrale che temetti per la sua vita e la sua ragione".
  • Ottenuta la fiala, Hyde sfida Lanyon a lasciarlo andare senza avere alcuna spiegazione o se, invece, preferisce che "un nuovo campo del sapere e nuove vie alla fama e al potere le saranno aperte"; mi è sembrato ancora come un diavolo tentatore, e Lanyon, da dottore, non può che cedere al desiderio di conoscenza.
  • Subito dopo, Hyde si esprime come se si rivalesse su Lanyon per rivalità passate e del rancore trattenuto: "Tu (che prima gli dava del lei, per questo, secondo me, ora è proprio Jekyll a parlare!) che per tanto tempo sei rimasto aggrappato alle concezioni più ristrette e materialistiche, tu che hai negato le virtù della medicina trascendentale, tu che hai deriso chi ne sapeva più di te... guarda!" Ed è così che Hyde si trasforma in Jekyll, e per la prima volta lo vediamo anche noi! Questo evento sconvolge Lanyon profondamente, anche perché sa benissimo che Hyde/Jekyll è un assassino.
  • Il titolo del capitolo 10 è "Completa relazione del caso scritta da Henry Jekyll" e il dottore subito riferisce la sua duplice personalità, ossia, alte ambizioni da una parte, e cedimenti  sfrontati ai piaceri della vita dall'altra, cosa che non potrebbe permettersi di fare vista la posizione che occupa. Si tratta di reputazione.
  • "Attraversai il cortile e le costellazioni, pensai, mi guardarono con meraviglia: ero la prima creatura di una specie che la loro veglia perenne scopriva in quell'attimo. Strisciai lungo i corridoi, straniero nella mia casa, e arrivato nella mia stanza, vidi per la prima volta apparire Edward Hyde."
  • "La droga non aveva effetto discriminante; non era né diabolica né divina, soltanto apriva le porte della prigione della mia natura."
  • "A quel tempo non avevo ancora vinto la mia avversione per l'aridità di una vita di studi. Talvolta avevo voglia di divertirmi, e poiché i miei piaceri erano a dir poco non dignitosi, e non solo ero molto conosciuto e godevo di grande stima [...] questo dissidio nella mia vita mi rendeva di giorno in giorno più insofferente. Fu per questa ragione che il mio nuovo potere mi tentò fino a farmi schiavo. Non avevo che da bere la pozione..."
  • A un certo punto la situazione si ribalta e Hyde prende il sopravvento, tanto che deve bere la pozione, stavolta per tornare Jekyll.
  • In questa confessione di Jekyll è tutto spiegato, persino le bestemmie sui testi religiosi a cui si era accennato qualche capitolo prima.
  • Tra le altre cose, si spiega anche perché Hyde è (dapprima) così basso: è la parte maligna del dottore, ed è ancora una piccola parte visto quanto si è trattenuto, in passato, per restare deocoroso e senza macchia.
  • Hyde è attaccato alla vita, la ama, e se Jekyll pensa al suicidio per eliminare anche il suo doppio una volta per tutte, prova pena per lui.
  • Quella disperazione per l'ultima fiala che gli consente di tornare Jekyll per l'ultima volta...
  • Il libro si conclude in modo cupo e drammatico, e mi ha toccato perché ho provato pietà, e non solo per l'utilizzo dell'oggettivo "infelice" che Jekyll usa per definirsi; egli non sa che, alla fine, anche Hyde ha deciso per un'ultima azione che va incontro anche alle richieste del dottore, ossia il desiderio di uccidersi. Dopotutto, cosa avrebbe fatto? Era imprigionato in quella stanza e non c'era via d'uscita.
  • Il finale che non mostra più Utterson e non considera la sua reazione l'ho trovato perfetto. Del resto era Jekyll/Hyde il vero protagonista, e concludendo lui la storia, ha finalmente dato un senso all'intero libro. Inoltre Utterson è un po' l'alter ego del lettore: per sapere quel che ha provato basta che pensiamo a come ci siamo sentiti noi alla fine della lettura!

A tal proposito vi lascio anche il link alle riflessioni che avevo fatto durante la prima lettura QUI e che sono molto diverse! XD Quella volta avevo scritto anche la recensione; la trovate QUI.

E ora veniamo all'argomento di oggi!


#MegaGDL di Leggo Quando Voglio
"Lezioni di Letteratura" di Vladimir Nabokov
 parte su "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde"

Le mie riflessioni su questa parte




Ho cominciato a leggere questa parte senza nemmeno aver letto l'introduzione del libro, quindi non sapevo di preciso cosa aspettarmi, e forse per questo non sono rimasta così delusa come altri lettori nel gruppo. Ho sì trovato il professore un po' snob e criticone, ma ci sono anche cose che mi sono piaciute, come le bozze (veri e propri disegni) che spiegano la scissione Jekyll/Hyde, l'approfondimento sull'ubicazione del laboratorio dove si rifugia Hyde con tanto di piantina, la spiegazione del significato del nome Hyde (che non deriva dall'inglese "hide" come siamo portati a pensare, ma dalla parola scandinava che significa "rifugio"; al tempo stesso, però, non è detto che Stevenson stesso l'abbia fatto con cognizione di causa!), la citazione biografica finale e la parte sull'alliterazione, che però ritengo striminzita; mi sarebbe piaciuto che fosse approfondito il discorso, e se così fosse stato, avrei trovato il tutto più simile a una lezione, di stile, in questo caso. 

In generale mi aspettavo, visto il titolo, qualcosa di più "tecnico", da manuale, invece mi è sembrata più una recensione del libro con tanto di riassunto completo dell'opera! Sono infatti più le citazioni che le "lezioni". Ho poi recuperato la parte introduttiva del saggio e così facendo ho scoperto che proprio la parte dedicata a "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" è, cito, "una mera raccolta di appunti sommari, e pertanto l'ordinamento attuale del materiale è quasi del tutto opera del curatore"; spero allora che il resto del libro sia meglio di quello che abbiamo letto adesso! 

La cosa che più mi ha dato fastidio è stata l'anticipazione sul finale di "Anna Karenina" e un preciso evento di "Casa Desolata"; non avendoli ancora letti ci sono rimasta malissimo!
Ho poi notato un eccesso di critica nei confronti di Stevenson che non mi aspettavo, un po' perché per come inizia la parte a lui dedicata, sembrava elogiare il suo stile narrativo, poi però si sofferma sulla mancata descrizione dell'aspetto di Hyde e la mancata rivelazione di quelli che sono i suoi comportamenti scellerati, definendo questa mancanza addirittura come "debolezza artistica"! :O Personalmente non sento il bisogno di conoscere questi dettagli; Stevenson lascia spazio alla nostra immaginazione e non solo, crea ancor più mistero attorno alla figura di Hyde.
In conclusione, degli ulteriori spunti di riflessione me li avrebbe dati se non ne avessimo prima parlato tra noi lettori del GDL... siamo stati dei lettori molto attenti!




Cosa ne pensate dei miei appunti?
Fatemi sapere nei commenti!
V'invito ancora ad acquistare questo imperdibile classico che io preso nell'edizione Newton Compton, poi vi segnalo il saggio di Nabokov che è uscito solo l'anno scorso ;)



giovedì 17 gennaio 2019

#MEGAGDL Nabokov organizzato da Leggo Quando Voglio: "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" di Stevenson - II discussione

Cari astronauti,
come ogni giovedì continuo a dedicarmi al #MegaGD organizzato da Sam di Leggo Quando Voglio, un pazzo gruppo di lettura che parte da "Lezioni di Letteratura" del prof. Nabokov (Adelphi) per portarci a leggere ogni romanzo classico in esso trattato!
Siamo partiti da "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" di Robert Louis Stevenson, e giovedì scorso abbiamo letto la prima parte (trovi i miei appunti di lettura QUI) oggi siamo arrivati a un passo dalla fine!

Ecco il post su Instagram di Leggo Quando Voglio (cliccate sul post per leggere la didascalia).




C'è poi anche una parte della nostra seconda discussione sul sito di Leggo Quando Voglio QUI.

Siccome ci ho preso gusto con questa cosa degli appunti, a la brevità del libro mi consente di impiegare un po' di tempo anche per questo, ho deciso di riportarli nuovamente qui sul mio blog per la gioia di eventuali studenti in cerca di riassunti e considerazioni XD


#MegaGDL di Leggo Quando Voglio
"Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde" di Robert L. Stevenson
II discussione: Capitoli 4-8

Le mie riflessioni su questa parte

Il mio compagno di lettura ^^

  • Ci troviamo un anno dopo! Che sorpresa!
  • "Nel mese di ottobre del 18..."; credevo che la data così riportata fosse un errore, invece, discutendone nel gruppo di lettura ho imparato una cosa nuova: a quei tempi si usava proprio questa forma, e non era abitudine collocare precisamente il tempo in cui si svolgeva la storia. Ecco che ho trovato la spiegazione logica in quello che io credevo fosse un errore di stampa in "Orgoglio e Pregiudizio" della Austen! 
  • Una cameriera (bellissima la sua descrizione - ancora una volta comportamentale più che fisica - quasi poetica, lenta, e il suo atteggiamento romantico tipico di una giovane in preda alle fantasticherie, che si scontra con la dura e contrapposta realtà che accade poi, brutale e rapida) assiste all'omicidio di un nobile anziano; l'assassino è mr. Hyde. Prima una bambina, ora un anziano: Hyde se la prende coi deboli e per un nonnulla. E' ingiustificabile, preda di scatti d'ira pura. La vittima aveva un portafoglio, un orologio e una busta indirizzata all'avvocato Utterson; è quest'ultimo a riconoscere la vittima come Danvers Carew. Non solo, l'avvocato riconosce anche l'arma del delitto: quel bastone lo aveva regalato lui stesso a Jekyll!
  • "Era caduta la prima nebbia della stagione, un gran velo color cioccolato era caduto dal cielo..." La descrizione del paesaggio mutevole all'avvicinarsi della carrozza alla casa di mr. Hyde sembra ricordare gli sbalzi d'umore di quest'ultimo! Una volta raggiunto il quartiere Soho, lo si descrive come "lugubre", addirittura "da incubo"; del resto è il covo di Hyde.
  • "Quando alzava lo sguardo sul suo compagno (l'ispettore Newcomen di Scotland Yard) si rendeva conto di quel terrore della legge e dei suoi rappresentanti che a volte può assalire anche il più onesto degli uomini"; Stevenson è un osservatore attento che considera ogni emozione, e fa delle affermazioni in cui il lettore si può facilmente ritrovare.
  • La donna, vecchia, che accoglie a casa Hyde è descritta così: "un'espressione diabolica corretta dall'ipocrisia" e "una gioia piena d'odio"... perfettamente in simbiosi con lui!
  • La casa di Hyde, o meglio, le sue due stanze presso la vecchia di cui sopra, mostrano com'egli abbia cercato qualcosa per poi bruciarlo. L'ispettore dice: "deve aver perso la testa, altrimenti non avrebbe mai lasciato il bastone, e soprattutto non avrebbe bruciato il libretto degli assegni. Poiché il denaro è vita, per l'uomo"... da qui mi vien da pensare che infatti Hyde non sia un uomo, ma una bestia; un mostro! Ecco forse perché nessuno è in grado di descriverlo chiaramente.
  • Utterson va da Jekyll che lo riceve proprio nel laboratorio, ridiscende le scale e va oltre una porta foderata di rosso (ambientazione tipicamente horror, oggi!). Qui Jekyll ha un aspetto malato, pallido e freddo. Dice di aver chiuso con mr. Hyde e affida a Utterson una lettera di Hyde perché Jekyll non sa cosa farci. Parla di aver avuto una "lezione"... ma in realtà Jekyll mente a Utterson, e costui lo scopre subito poiché il maggiordomo Poole rivela che il dottore non ha ricevuto alcuna lettera. Nuovamente sconvolto, l'avvocato mostra la lettera al segretario Guest che fa anche una perizia calligrafica e conclude dicendo: "Le due calligrafie in molti punti sono identiche; solo diversamente orientate"; adoro questa frase e questo pezzo! L'avvocato pensa che Jekyll copra Hyde...
  • Mesi dopo, Jekyll torna alla vita aperta e si circonda di amici. Ma dopo due mesi di cene, dopo una sera in cui c'era anche Lanyon, il dottore si chiude nuovamente in se stesso, sbattendo la porta in faccia all'avvocato ogni volta che quest'ultimo lo va a trovare.
  • Successivamente vediamo Lanyon profondamente cambiato nell'aspetto, come se nel suo viso vi fosse stampata "...una sentenza di morte". Anche lui è "pallido", poi "dimagrito", e ancora "più calvo e più vecchio", ma è soprattutto nell'espressione degli occhi e nel suo modo di fare che sembrano essere testimonianza di una "mente stralunata da un ben radicato terrore".
  • Mi hanno colpito le parole di Lanyon sulla vita: "Io l'ho amata".
  • Utterson continua a preoccuparsi dell'amicizia di loro tre e chiede a Lanyon se può fare qualcosa. Lanyon dice che lo considera morto. Le sue parole colpiscono: "Se vuoi parlare con me di altre cose, per amor del cielo, resta e fallo. Ma se non riesci a evitare questo maledetto argomento, allora in nome di Dio va via, perché non lo sopporto."
  • Le parole di Jekyll sono altrettanto dure, sinonimo di una decisione inflessibile: "Non dubitare della mia amicizia se spesso la mia porta è chiusa perfino a te. Lasciami percorrere da solo il mio buio cammino. Ho attirato su di me un castigo e un pericolo che non posso neanche nominare."
  • La morte di Lanyon e la busta per Utterson che include un'altra busta...! E' indicato che è da aprire solo dopo la morte o la scomparsa di Jekyll...
  • Il capitolo "L'ultima notte" si apre con un'inaspettata visita del maggiordomo Poole che dice a Utterson: "Ho paura".
  • Arrivato a casa Jekyll la tensione è palpabile: i domestici radunati e spaventati, qualcuno cede all'isteria... lo sguattero porta una candela e Poole avvisa Utterson che "se per caso lui dicesse di entrare, non vada", questo perché Poole vuole che l'avvocato senta la voce di colui che è dentro il laboratorio: egli sostiene che non sia Jekyll, e che quest'ultimo manchi da 8 giorni, da quando lo hanno sentito gridare invocando il nome di Dio.
  • Poole racconta che colui che si nasconde là dentro - l'assassino - da giorni chiede una medicina che non gli va mai bene; sta cercando una medicina di qualità pura che Jekyll ha acquistato in passato in grosse quantità.
  • Forte l'incontro di Poole con l'uomo misterioso che urla e "come un topo" scappa da lui! Certe situazioni mi fanno sorridere...
  • Poole racconta anche di averlo sentito piangere "come una donna, o un'anima perduta-"
  • Utterson e Poole sfondano la porta; sono attimi di tensione con Hyde dall'altra parte tutto frenetico e che urla... poi entrano nella stanza e regna il silenzio. Lo trovano morto, suicida, con una fiala rotta in mano.
  • Nonostante la morte di Hyde, persiste il mistero sulla scomparsa di Jekyll che, tra l'altro, ha nominato Utterson come erede nel suo nuovo testamento, poi in una lettera invita l'avvocato a leggere la sua confessione dopo il racconto di Lanyon...




Cosa ne pensate dei miei appunti?
Fatemi sapere nei commenti!
A questo punto è stato davvero difficile frenare la lettura!
V'invito ancora ad acquistare questo imperdibile classico che io preso nell'edizione Newton Compton; contiene anche altri racconti dell'orrore di Stevenson *__*



giovedì 10 gennaio 2019

#MEGAGDL Nabokov organizzato da Leggo Quando Voglio: "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" di Stevenson - I discussione

Cari astronauti,
oggi vi propongo un post un po' diverso (finalmente)! Ho infatti ripreso le letture al di là del mio "Eleinda", e lo stimolo deriva anche dalla decisione di partecipare al #MegaGDL organizzato da Sam di Leggo Quando Voglio, un pazzo gruppo di lettura che parte da "Lezioni di Letteratura" del prof. Nabokov (Adelphi) per portarci a leggere ogni romanzo classico in esso trattato!
Come deciso da Sam, siamo partiti da "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde" di Robert Louis Stevenson, libro che io avevo già letto (e amato) proprio grazie a un GDL organizzato da me e da altre due blogger, ma lo rileggo volentieri! Sicuramente la discussione nel gruppo Telegram con gli altri 33 lettori partecipanti mi arricchirà, per non parlare della lezione di Nabokov che ci attende alla fine di ogni romanzo *__*

Se volete partecipare siete sempre in tempo!

Ecco il post su Instagram di Leggo Quando Voglio (cliccate sul post per leggere la didascalia).




C'è poi anche una parte della nostra discussione sul sito di Leggo Quando Voglio, inclusa la spiegazione sul #MegaGDL, tutte le date e i capitoli da leggere per le altre discussioni. E' davvero ben fatto! Vi consiglio di andare a leggerlo; lo trovate QUI.

Siccome ho deciso di fare le cose per bene, a mo' di studio visto come nasce la cosa (ripeto, "Lezioni di Letteratura" di Nabokov ;)), durante la lettura mi sono presa degli appunti, così, oltre a discuterne oggi pomeriggio nel nostro gruppo su Telegram, ho deciso di riportare le mie riflessioni anche qui nel mio rifugio *__*


#MegaGDL di Leggo Quando Voglio
"Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde" di Robert L. Stevenson
I discussione: Capitoli 1-3

Le mie riflessioni su questa parte




  • Il libro comincia col presentarci l'avvocato Utterson attraverso una descrizione comportamentale più che fisica: è importante conoscere il suo temperamento per poter capire le sue decisioni future.
  • Già nella prima pagina, qualche riga dopo l'incipit, si parla di bene e male! E in effetti è uno dei temi cardine del libro (lo so perché l'ho già letto ;))
  • Ho percepito una certa ironia nel descrivere situazioni e legami, a partire dall'avvocato Utterson con il cugino Richard Enfield. Potrebbe sembrare un rapporto bizzarro per come è descritto, ma leggendo bene sembra riportare delle false impressioni iniziali di gente pettegola e maligna, visto che il cugino Enfield è "notissimo in città". La frase alla quale mi riferisco è questa (e sottolineo le parole che mi suonano come pettegolezzo): "Quelli che li incontravano nelle loro passeggiate domenicali riferivano che essi non dicevano niente, apparivano singolarmente annoiati e salutavano con enorme sollievo l'arrivo di qualche amico (probabilmente lo dice qualcuno che, attirando l'attenzione di una persona così nota come Enfield, si vanta di esser stato notato!). Penso sia un pettegolezzo soprattutto perché poi la voce narrante continua in questo modo, quasi contraddicendo quanto affermato prima: "Comunque i due tenevano in grande considerazione queste passeggiate, le consideravano il prezioso coronamento della settimana, e non solo rinunciavano ad occasioni di divertimento, ma resistevano perfino al richiamo degli affari pur di poter godere indisturbati."
  • Una passeggiata dei due cugini e si entra nel vivo della storia:.. bella la descrizione della via dei negozi e del "fabbricato singolare" dove si cela mr. Hyde; le descrizioni non sono prolisse e anzi, richiamano con poche parole delle immagini nitide.
  • E' mr. Enfield che racconta l'aneddoto legato alla porta del "fabbricato singolare", dietro curiosità dell'avvocato Utterson. Dal suo racconto si crea l'atmosfera cupa, già carica di tensione (attraverso richiamo di immagini come le strade vuote come Chiese, e non in festa, ma durante le processioni!), soprattutto con la frase: "Mi trovai in quello stato d'animo nel quale uno ascolta e ascolta e comincia a desiderare di vedere un poliziotto"; quante volte ci siamo sentiti così? Con un pensiero simile può nascere anche l'empatia col personaggio e/o la situazione, poiché trasmette questa sensazione di pericolo che ognuno di noi ha già provato almeno una volta nella vita e probabilmente anche più di una volta soltanto. E' difficilissimo staccarsi dal suo racconto, con questo misterioso e arrogante uomo (Hyde) che si scontra con una bambina e la lascia lì a terra come fanno i cosiddetti "pirati della strada" di oggi, ma ancor più intrigante è come si evidenzia l'odio che nasce nelle persone quando lo vedono, un odio che non deriva solo dall'episodio in sé, ma che scaturisce proprio dal semplice guardare quest'uomo; persino chi non è coinvolto direttamente (il dottore) lo vorrebbe addirittura uccidere! Questo misterioso uomo (Hyde) è paragonato a Satana, e in effetti compra il silenzio di tutti con i soldi. Ma dall'assegno emerge che l'intestatario di quel denaro è un'altra persona, che al contrario è un uomo rispettabile. L'assegno è autentico e appartiene al dr. Jekyll.
    Il dr. Jekyll è descritto (anche qui parte la descrizione comportamentale prima della fisisca) come un "modello di decoro e rettitudine", una persona famosa e che "fa del bene". Dato che il mascalzone si è intrufolato nello stabile che appartiene all'illustre dr. Jekyll, mr. Enfield soprannomina quella come "la casa del ricatto"... ed è così che il dr. Jekyll fa la sua comparsa: come la vittima! Come sappiamo,non è proprio così... o forse sì? Il confine tra vittima e carnefice è qui molto sottile, ed è presto per rifletterci sopra; dobbiamo arrivare alla fine!
  • La filosofia di mr. Enfield: "Quanto più una cosa appare strana, tanto meno faccio domande". Lo dice narrando un vago episodio dove, da una semplice curiosità, un'intera famiglia deve cambiare nome (le conseguenze e le responsabilità... mr. Enfield è davvero decoroso. Chi oggi giorno spara a zero senza pensare agli altri e alle conseguenza che potrebbero incorrere? Tanti, troppi), così, piuttosto che coinvolgere altri e ingigantire la cosa, indagherebbe per conto suo. Cosa che comincia effettivamente a fare l'avvocato Utterson.
  • Il secondo capitolo si apre con l'ennesima associazione Chiesa/Hyde come poli opposti, come a evidenziare nuovamente che Hyde è il demonio per eccellenza. Vediamo infatti l'avvocato Utterson che anziché leggere il suo libro di religione va nello studio e tira fuori il testamento del dr. Jekyll che cita Hyde come erede in caso di scomparsa o assenza del dr. Jekyll per più di tre mesi (!!) col solo obbligo, da parte di Hyde, di pagare i domestici (carino da parte sua avere un occhio di riguardo per loro...).
  • A questo punto si presenta un nuovo personaggio apparentemente poco importante (ma avendo già letto il libro so che non è così ;)), il dottor Lanyon. Lo vediamo come un giovane pieno di vita, dal "tono di voce chiassoso e deciso" (e sottolineo questa descrizione sapendo gli eventi futuri). Sono amici: Utterson, Lanyon e il dottor Jekyll. Ma il dottor Lanyon dice di aver interrotto i rapporti con quest'ultimo da ormai 10 anni, poiché "è diventato troppo fantasioso per me".
  • L'avvocato Utterson comincia a essere ossessionato dal volto di mr. Hyde; vuole vederlo a tutti i costi, e si piazza davanti al fabbricato in ogni ora del giorno e della notte, che sia buono o cattivo tempo ("Se lui è mr. Hyde... io sono mr. Seek"). Quando lo vede, il mistero si schiarisce anche nella descrizione dell'ambiente: "una bella notte asciutta", "strade pulite come il pavimento di una sala da ballo", "i lampioni..." (sinonimo di luce). Mr. Hyde è un uomo piccolo dall'aspetto sgradevole, e l'avvocato lo affronta apertamente, senza tentennamenti. Hyde è altrettanto spavaldo e lo affronta di rimando, addirittura sfidandolo e dandogli l'indirizzo di casa sua. Il dialogo che si sussegue ci mostra la collera e una parvenza di delusione da parte di mr. Hyde nei confronti di Hutterson: "Non pensavo che lei potesse mentire", dice prima di andarsene.
  • Non era spiegato prima, ma il dr. Jekyll non abita in quel fabbricato ma in una "casa ricca": quella dove Utterson ha visto intrufolarsi mr. Hyde è "la vecchia sala di anatomia"... l'horror si avvicina! Il maggiordomo Poole rivela che mr. Hyde va e viene dal laboratorio.
  • Utterson riflette sul fatto che da giovane il dr. Jekyll fosse uno screanzato, perciò se questa di Hyde è la sua punizione per pagare pegno, meglio farsi un esame di coscienza anche per quanto riguarda il suo passato stesso! Ma all'avvocato non viene in mente nulla per cui convenga redimersi. Tutto questo dimostra come Uttesron sia, come si diceva un tempo, timorato di Dio. Timoroso anche per l'amico Jekyll, Utterson continua la sua indagine.
  • Il terzo e brevissimo capitolo dal titolo fortemente evocativo ("il dottor Jekyll era assolutamente tranquillo") ci mostra per la prima volta il dr. Jekyll! E' un uomo di cinquant'anni, e quando interrogato da Utteson su Hyde, egli lo difende, lo giustifica, e gli chiede addirittura di aiutarlo, "il povero Hyde"! E Utterson, quale amico, non può che prometterglielo...



Cosa ne pensate dei miei appunti?
Conoscevate già questo libro? Lo avete letto anche voi?
Fatemi sapere nei commenti!
Siete curiosi di scoprire come evolve la vicenda? Allora v'invito ad acquistare questo imperdibile classico! Io l'ho preso nell'edizione Newton Compton a questo prezzo:



mercoledì 15 marzo 2017

GDL / Reading Challenge: "Una Blogger per Amica" | Marzo: "Il Grande Gatsby" - Discussione capitoli 1-3

Carissimi astronauti,
vi do il benvenuto alla prima tappa dell'iniziativa:


Condividi il banner dell'iniziativa:
<a href="http://valentinabellettini.blogspot.it/2017/03/gruppo-di-lettura-challenge-una-blogger.html"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhXAu5c9MWsapsDR8wT48GAT_o-mvwKM4d9EaWuPh_d9mQV9_mSXGajUd31mcV0Ghf7WUWfHDxlykxT1cABD2raXeBH5Epbtft8_qixH8wT9Mhul4RsXqO9cURz6Fvg7Lbna-BAu1Q18sN/s320/Una+Blogger+per+Amica+1+Ediz.jpg"></a>

In breve, si tratta di una sfida di lettura ma anche di una lettura di gruppo! A ispirarci è stata Rory Gilmore di "Gilmore Girls" (o "Una mamma per amica" che dir si voglia), e tra gli oltre 300 libri della sua lista, io con Universi Incantati, Rosaria col blog Niente di Personale e Francesca con The Reading Pal stiamo leggendo insieme a voi il libro che proprio voi avete scelto nei giorni scorsi: "Il Grande Gatsby" di F. Scott Fitzegerald!

Vi ricordo che siete sempre in tempo a iscrivervi per partecipare: basta commentare il post introduttivo QUI... E sappiate che ci sono dei giveaway in palio (un ebook ogni mese e un maxi premio finale ;))



Nella tappa di oggi discuteremo insieme i primi tre capitoli del libro





Il libro comincia con un incipit potente, di quelli che non solo attirano immediatamente l'attenzione, ma capaci anche di dare un'impronta precisa al romanzo, sia per quanto riguarda lo stile (diretto e colloquiale - il protagonista racconta la sua storia al lettore), sia per definire l'argomento trattato.




Negli anni più vulnerabili della mia giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente.
«Quando ti vien voglia di criticare qualcuno» mi disse
«ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi
che hai avuto tu».





I protagonisti di questa storia sono infatti dei benestanti, facilmente criticabili per l'uso sfacciato delle ricchezze, perché chi le ha sembra usarle per comprare gente nonché la sua compagnia, mentre chi non è ricco abusa di questa generosità unicamente per divertirsi e approfittare della bolgia, addirittura senza freni. Per cui si tratta di personaggi criticabili soprattutto per i comportamenti sconsiderati, imprudenti e superficiali.
Dopotutto, però, siamo solo all'inizio; scommetto che c'è qualcosa di più profondo là sotto...

Chi mi induce a pensare questo sono i tre protagonisti principali: Gatsby, Daisy e Nick.
Nick è colui che racconta la storia. Ci rivela il suo nome solo dopo diverse pagine perché preferisce partire in quarta riassumendoci brevemente i suoi primi trent'anni: dopo aver combattuto al fronte, egli si è trasferito nel Nord America a Long Island, più precisamente a West Egg, con l'intenzione di studiare e approfondire il mondo della finanza e della borsa. Ancora non è ben definito l'anno dell'ambientazione, ma sappiamo che quell'estate, Nick ha incontrato sua cugina di secondo grado Daisy dopo molto tempo, e lei e suo marito Tom vivono nella vicinissima East Egg (a separare le due insenature c'è giusto l'acqua).
Daisy è descritta così bene che sembra di vederla, di udirla, e di percepire quella sua aurea amabile e frizzante. Tuttavia, poco dopo scopriamo che il suo è un matrimonio infelice: lei sa che Tom ha una relazione extraconiugale fissa, così, dopo il lato luminoso della giovane, conosciamo quello tenuto in ombra, e che emerge proprio quando parla della sua bimba; dovrebbe essere il momento di più grande gioia e dolcezza di una madre, invece lei si dimostra cinica, fredda e piccata. Tutte caratteristiche che però rendono chiara la ferita.
Gatsby è il primo nome che compare nel racconto, tuttavia aleggia come un'entità fino al terzo capitolo, quando finalmente si presenta per Nick l'occasione d'incontrare il suo famoso vicino. All'inizio, le informazioni si limitano ai suoi possedimenti, da un palazzo che domina la West Egg ai giardini turchesi, mentre tutti gli altri personaggi vociferano, spettegolano, ma nessuno sembra conoscerlo veramente; addirittura non sanno fisicamente riconoscerlo! Per questo, come Daisy, anche Gatsby mi ha trasmesso tristezza: la dice lunga la considerazione di Nick sul fatto che lui sia stato formalmente invitato mentre la maggior parte degli individui che si presenta alle feste di Gatsby si auto invita. E lui, dal suo canto, non è che caccia questi "imbucati", anzi, li sollazza con piacere offrendo gli ampi spazi del suo palazzo, drink a volontà e musica illustre (non una semplice orchestra) e che segue i gusti della moda (il jazz). Lascia persino che si trattengano a casa sua tutto il tempo che vogliono, e spesso si tratta di passare ben oltre la mezzanotte; anche dopo le due del mattino. A rimettere tutto in ordine ci pensano i domestici...

Con questa gente che beve fino alla sbronza, e fa festa dal primo al terzo capitolo circa, non ho potuto fare a meno di pensare: "ma questi non lavorano?"; qualche pagina dopo ci risponde lo stesso Nick dicendo che questo era il riassunto di qualche serata della sua estate, ma nel frattempo aveva anche lavorato! Penso sia la prima volta in assoluto che un protagonista risponde così direttamente a un mio pensiero :O
Ad ogni modo, il libro che sto leggendo è di un'edizione che si presentava allegata a una rivista (il settimanale "Noi"), scelto per una collana intitolata "I sette peccati capitali". Ebbene, sapete quale peccato rappresenta il libro "Il Grande Gatsby"? La superbia! Devo dire che l'associazione è evidente: a parte il modo in cui molti di loro si atteggiano, c'è l'amante di Tom che pretende delle spese da lui, e tra queste c'è un cane che non si sa poi quanto le interessi davvero (il suo sembra più un capriccio), poi alla festicciola da lei organizzata, lei e le sue amiche parlano di mariti e spasimanti confrontando le posizioni sociali ("quell'uomo è troppo al di sotto di te!") e altezzosa si prodiga in un elenco dei suoi importanti impegni del giorno dopo come un massaggio e delle spese assurde tra le quali spicca "una corona con il nastro di seta nero per la tomba di mia madre in modo che duri tutta l'estate" (dunque è pure tirchia!). Ma mi ha sorpreso soprattutto un certo passo nelle prime pagine: qui si parla di razza ariana!






«La civiltà sta andando a pezzi» esplose violentemente Tom. «Sono diventato terribilmente pessimista. Hai letto La nascita degli imperi di colore di quel Goddard
«Veramente no» risposi, piuttosto sorpreso dal suo tono.
«Be' e un bel libro, tutti dovrebbero leggerlo. Dice che se non stiamo attenti la razza bianca sarà... sarà totalmente sommersa. È tutta roba scientifica, documentata.»
«Tom sta diventando molto profondo» disse Daisy con aria malinconica e distratta. «Legge libri seri con dentro i paroloni. Cos'era quella parola che...»
«Be', questi libri sono tutti scientifici» insisté Tom dandole un'occhiata impaziente. «Questo è uno che ci ha studiato sopra. Dipende da noi, che siamo la razza dominante, stare attenti; altrimenti queste altre razze prenderanno il controllo di tutto.»
«Dobbiamo sterminarle» mormorò Daisy, ammiccando con violenza sotto i raggi del sole caldissimo.
«Si dovrebbe vivere in California...» incominciò la signorina Baker, ma Tom la interruppe agitandosi pesantemente sulla sedia.
«Il fatto è che siamo nordici. Lo siamo io e tu, e tu e...» Dopo un'esitazione infinitesimale incluse anche Daisy con un lieve cenno; lei mi strizzò di nuovo l'occhio. «... siamo stati noi
a produrre tutte le cose che costituiscono la civiltà... Oh, la scienza e l'arte e così via.
Capite?»
C'era qualcosa di patetico nel suo ardore, come se l'auto soddisfazione, più
accentuata che in passato, non gli bastasse più.



La superbia e la superficialità emergono in continuazione nei personaggi di questo libro, mentre Nick, Daisy e Gatsby sembrano le uniche persone "normali".
Come accennavo prima, ho trovato alquanto triste lo sfogo di Daisy quando parla della sua bimba, ma vorrei riportarvi anche questo concetto e aggiungere che un po' di snobismo appartiene anche a lei.





«Era nata da meno di un'ora e Tom era Dio sa dove. Mi svegliai dall'etere con una sensazione di abbandono e chiesi subito all'infermiera se era un maschio o una femmina. Mi disse che era una bimba, e così voltai la testa e mi misi a piangere. "bene" dissi, "sono contenta che sia una bambina. E spero che sarà stupida: è la miglior cosa che una donna possa essere in questo mondo, una bella piccola stupida." Capisci, credo che la vita sia una cosa terribile» continuò con convinzione. «Tutti lo pensano... i più
intelligenti. E io lo so. Sono stata dappertutto, ho visto tutto e ho fatto di tutto.» Si
guardò attorno con gli occhi fiammeggianti in un atteggiamento di sfida, piuttosto
simile a quello di Tom, e rise con scherno profondo.



Non volevo riportare tutti questi estratti ma non sono riuscita a trattenermi!
La scena secondo me più memorabile di questi tre capitoli è quella in cui Nick parla con Gatsby senza sapere che si tratti di lui: fa proprio la figura dell'imbranato, ed è davvero imbarazzante! Ma Gatsby non lo mortifica, anzi, lo fa sentire a suo agio, lo gratifica invitandolo per un altro appuntamento il giorno dopo, insomma, lo tratta con dolcezza.
Il terzo capitolo si conclude con qualche aneddoto di Jordan Baker e l'accenno di un qualcosa in corso tra lei e Nick... saranno sentimenti sinceri?
Ma soprattutto, le attenzioni di Gatsby per Nick lo sono altrettanto?

Per finire, una parola sulle descrizioni: mi hanno colpito per la cura con cui l'autore si è a loro dedicato, sia riguardo l'ambiente, sia riguardo la caratterizzazione dei personaggi.
Vi risparmio altre citazioni, và ;)


Gruppo di Lettura: "Il Grande Gatsby"

15 marzo: discussione capitoli 1-3 su Universi Incantati
22 marzo: discussione capitoli 3-6 su The Reading Pal
29 marzo: discussione capitoli 6-9 su Niente di Personale
30 marzo: recensione in tutti i blog (anche nei vostri, se volete! ;)) + sondaggio lettura del prossimo mese


Vi è piaciuto questo primo riassuntino? E' la prima volta che faccio una cosa del genere, quindi siate clementi! XD
E il libro vi sta piacendo?
E' la prima volta che lo leggete?
Che cosa vi ha colpito di più?
Avete avuto le mie stesse sensazioni o ne avete provate altre?
Avanti con i commenti! :D

Non mi resta che darvi appuntamento mercoledì prossimo (il 22 marzo) su The Reading Pal con Francesca che commenterà i capitoli dal 3 al 6.
Nel frattempo, buona lettura!



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