mercoledì 22 giugno 2016

Recensione: "Il Lato Positivo" di Matthew Quick (Salani)

Carissimi astronauti,
l'altro ieri ho avuto modo di parlarvi di questa storia nel Blogathon che confrontava libro e film de "Il Lato Positivo", ma stavolta mi dedico specificatamente alla recensione dell'originale cartaceo.
Partiamo dall'inizio con la scheda del libro ;)




Titolo: Il Lato Positivo
Autore: Matthew Quick
Editore: Salani/Tea
Genere: Narrativa contemporanea
Data di uscita: prima edizione pubblicata col titolo "L'orlo argenteo delle nuvole" nel 2009
Formato: cartaceo ed ebook
Pagine: 290
ISBN-10: 8850241135
ASIN: B00BEIEC9W
Prezzo: 12,00 euro (ediz. economica TEA, cartaceo) / 6,99 euro (ebook)
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
Pat Peoples è convinto che la sua vita sia un film prodotto da Dio. La sua missione: diventare fisicamente tonico ed emotivamente stabile. L’inevitabile happy end: il ricongiungimento con la moglie Nikki.
Questo ha elaborato Pat durante il periodo nel ‘postaccio’, la clinica psichiatrica dove ha trascorso un tempo che non ricorda, ma che deve essere stato piuttosto lungo… Infatti, ora che è tornato a casa, molte cose sembrano cambiate: i suoi vecchi amici sono tutti sposati, gli Eagles di Philadelphia hanno un nuovo stadio ma, soprattutto, nessuno gli parla più di Nikki, e anche le foto del loro matrimonio sono scomparse dal salotto.
Dov’è finita Nikki? Come poterla contattare, chiedere scusa per le cose terribili che le ha detto l’ultima volta che l’ha vista? E come riempire quel buco nero tra la litigata con lei e il ricovero nel postaccio? E, in particolare, qual è la verità? Quella che ti fa soffrire fino a diventare pazzo, o quella di un adorabile ex depresso affetto da amnesie ma colmo di coraggiosa positività?
Pat guarda il suo mondo con sguardo incantato, cogliendone solo il bello, e anche se tutto è confuso, trabocca di squinternato ottimismo, fino all’imprevedibile finale. Il libro da cui è stato tratto il film rivelazione del 2012.


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati

Dopo aver amato il film e aver cercato questo libro per più di un anno (avrei fatto prima a comprarlo su amazon!) posso dire che l'attesa è stata premiata, ed è valso la pena essere così ostinata a trovarlo: come il film, anche il libro è rientrato tra i miei preferiti.

Il film è piuttosto fedele al libro, soprattutto per i personaggi di Pat e Tiffany perfettamente interpretati da Bradley Cooper e Jennifer Lawrence; ma come la storia del cinema insegna, ci sono alcune differenze, e il film si conclude molto prima e con semplicità. Per il confronto vi rimando a questo post.

Il libro è più delicato nel raccontare il passato di Pat e Tiffany; l'autore svela il loro vissuto poco alla volta, quando i personaggi stessi sono pronti ad affrontarlo. All'inizio il lettore ha pochissimi elementi a disposizione: non sa per quanti anni Pat sia stato nella clinica psichiatrica, per quale motivo sua moglie Nikki lo abbia allontanato, cos'ha fatto per ritrovarsi tuttora in cura da un analista, e in più, tutta la sua famiglia è coalizzata nel nascondergli la verità, cosa che contribuisce a dare al romanzo l'intrigo dei mistero.

Il libro tratta la malattia della mente e dell'animo, ma piuttosto che perdersi in definizioni o snocciolare tutte le informazioni cliniche dei casi (la schizofrenia di Pat e la depressione di Tiffany), ci mostra le azioni e le reazioni dei protagonisti, li pone a confronto tra loro e nelle varie occasioni, dopodiché li mette in relazione con la società, e per me è proprio questa la parte più interessante della storia: chi si può definire davvero "normale"? Pat e Tiffany hanno degli evidenti problemi, ma osservando i comportamenti degli altri personaggi (il padre, l'analista, la madre, la coppia di amici Ronnie e Veronica) sembra che ognuno abbia la sua dose di pazzia! L'autore Matthew Quick sembra voler dire che la normalità non esiste... soprattutto, però, sembra che il messaggio che desidera trasmettere sia un altro, più profondo, e rivolto a tutti noi: ricominciare è possibile.

Pat e Tiffany sono personaggi realistici, e le loro storie altrettanto reali: sono due giovani tra i venticinque-trent'anni che hanno visto il loro matrimonio finire prematuramente, per un motivo o per un altro non importa, quel che conta è che entrambi si sentono esattamente allo stesso modo, pur manifestandolo diversamente.
Entrambi amavano, e credevano nel loro primo amore anche se non era tutto rose e fiori. Anche i rispettivi partner Nikki e Tommy hanno avuto reazioni completamente opposte davanti alle difficoltà del rapporto di coppia, ma l'epilogo per i protagonisti Pat e Tiffany è lo stesso: si sono ritrovati soli, in qualche modo traditi, col cuore e la mente spezzati. La loro sofferenza è palpabile, evidenziata anche dalla canzone scelta per la gara di ballo, "Totally Eclipse of the Heart", toccante e molto più pertinente del medley scelto nel film. Poi adoro il modo in cui i due si avvicinano, delicatamente, come animali feriti, pochi passi alla volta, stando insieme addirittura senza parlare, poiché alla fine basta esserci, condividere una passione e uno sfogo (il correre) con un silenzio che esprime più di mille parole. E' meraviglioso poter assistere all'evolversi del sentimento, che non è solo istinto ma è anche razionale, completo.


Ronnie mi ha raccontato che suo marito è morto, e questo fa di lei una vedova e non una donna sposata, però non dico niente perché mi sto esercitando a essere gentile e non ad avere ragione, come ho imparato in terapia e come piacerà a Nikki.
E' molto triste constatare che Tiffany porta ancora la fede al dito.
E poi di colpo Tiffany mi sta abbracciando, si appoggia con la faccia ai miei pettorali e piangendo mi sporca la maglia nuova di Hank Baskett. A me non piace essere toccato da nessuno a parte Nikki, e non mi va proprio che Tiffany imbratti di trucco la maglia che mio fratello è stato tanto gentile da regalarmi [...] eppure mi sorprendo a ricambiare l'abbraccio.
Poso il mento in cima ai suoi capelli neri e lisci, sento il suo profumo e
improvvisamente anch'io sto piangendo, e questo mi spaventa un sacco. I nostri corpi sussultano insieme, piangiamo come due fontane. Andiamo avanti così per almeno dieci minuti, poi lei mi lascia e corre via, girando attorno alla casa dei suoi genitori.


Facendo un passo indietro nella storia, Pat è l'unico che potrebbe recuperare il rapporto con la ex, ragion per cui cambia atteggiamento e schema di pensiero; da qui il titolo del film (poi cambiato anche per il libro) "Il lato positivo". Il concetto di migliorare se stessi e assumere un atteggiamento positivo per cambiare la propria realtà è racchiuso anche nel titolo che in principio fu "L'orlo argenteo delle nuvole" ("The Silver Linings Playbook"), una frase enigmatica che si può comprendere solo alla fine del libro: è senz'altro meno pratica, ma molto più poetica (leggere per credere!), del resto, la via della guarigione è soprattutto a livello spirituale ed emotivo. Il libro è un continuo citare elementi quali "nuvole" e "sole", metafore di rabbia e bisogno d'amore.

Un altro elemento che rende questa storia tristemente reale è il rapporto tra Pat e il padre, nonché il rapporto dei due genitori tra loro: a tratti completamente diverso dal personaggio interpretato nel film da Robert De Niro, Patrick senior ricalca la maggior parte dei padri di famiglia alla vecchia maniera: burbero, insensibile ed egoista, pensa solo a se stesso e a guardare il suo maledetto football; è proprio in base all'esito delle partite che varia il suo umore. Disprezza il figlio, la moglie, la ex moglie di Pat... forse sotto sotto disprezza se stesso, ma non ci è dato saperlo. Lo vediamo compiere dei piccoli gesti che per Pat hanno molto valore, ma non si potrà mai avere la certezza di quel che prova per lui. Contrariamente alle aspettative, questa versione del padre di Pat, rispetto al film, non evolve. E forse è meglio così: il libro non vuole essere una storia banale, con un lieto fine a tutti i costi e su tutti i fronti.

Il libro di Matthew Quick è una storia originale, scritta in un linguaggio semplice e immediato (grazie anche alla voce narrante in prima persona di Pat), tra ironia, romanticismo e cruda realtà.
L'ho trovato un po' noioso nella parte riguardante le partite di football perché come Tiffany non amo questo sport, ma tutto il resto è coinvolgente, tanto che in diverse occasioni ho provato tenerezza e compassione nei confronti del protagonista, mentre nel finale non ho potuto fare a meno di commuovermi.
Mi ha lasciato con un'emozione e una sensazione fantastica... positiva!


Il voto di Universi Incantati:





2 commenti:

  1. Questo mi piacerebbe leggerlo la trama mi ispira un sacco vediamo se riesco a prendorlo magari più avanti..
    Grazie ancora e Buona lettura

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    Risposte
    1. A me è piaciuto, poi ormai sono affezionata ai personaggi! *_*
      Grazie a te per essere passata!

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