Sulla mia pancia
Ottobre 2020
Lei su di me.
Sul mio ventre.
Sulla fonte dell'amore e del dolore.
Sulla pancia vuota, sulla pancia della gravidanza, sulla pancia... dopo tre anni che non aveva più potuto starci perché occupata da mio figlio, e quindici giorni fa, al rientro dal disperato viaggio da un secondo veterinario che potesse salvarla.
Lei mi ha salvata; non solo con la sua esperienza dell'alimentazione (prima fonte di malessere e cura, dipende da cosa si mangia), ma per sdoganare ai miei occhi la medicina naturale, la stessa che mi ha guarito da quella subdola malattia autoimmune chiamata endometriosi.
Proprio in questi giorni pensavo che se mi ero fermata dalla stesura di "Guarire dall'endometriosi: Una storia vera" per un anno intero, era perché mi mancava un tassello... E l'ho trovato quest'estate mentre ogni giorno lottavo con la sua ancor più brutta malattia, il linfoma.
Ho provato a salvarla, ma questa cosa era troppo grande per me, per lei, per noi... Ci ha prosciugato entrambe, tanto che adesso mi sento liberata, sollevata... Come deve sentirsi lei, immagino.
Perché il dolore non è sempre e necessariamente una cosa negativa. Io sono straziata, dentro, di tanto in tanto piango, eppure riesco anche a sorridere... In questo anno assurdo (per tutti) ho scoperto cose, conosciuto persone, letto articoli, libri e visto documentari che hanno aperto la mia visione della vita. Una frase che mi scuote è che persino il concetto stesso di vita e di morte sia una menzogna. Dunque se il confine tra l'una e l'altra è così labile, lei è ancora qui, solo che non la vedo perché in un altro piano.
In passato ho scritto in #Eleinda che "con gli occhi si vede solo a metà", e che "un legame così profondo non si spezza se il corpo è lontano"...
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