L'Ultima sera che ti ho vista
Ottobre 2020
Stasera, sette giorni fa, è stata la nostra ultima sera, e io ti ho nutrita con la siringa nell'estremo tentativo di farti mangiare.
Ti avevamo preparato un succulento pasto, perché il macinato in frigo era destinato a te da giorni, mentre quello, sapevo che era l'ultimo. Lo vedevo dal tuo corpo, lo sentivo dalla tua anima. Li ho entrambi stretti a me, cercando maldestramente di accompagnarti verso quel misterioso viaggio, cullandoti e accarezzandoti con parole che volevano essere rassicuranti ma senza riuscire a frenare le lacrime.
La mattina dopo mi sono svegliata di soprassalto perché è stata la prima notte da giugno che ho dormito profondamente e senza risvegli; non c'eri più.
Te ne sei andata senza clamore, nel silenzio della notte e dei miei sogni vuoti.
In questa settimana ho ripensato alla tua vita con noi, come forse avrai fatto tu se è vero che si rivive tutto il proprio passato quando questa vita finisce: tu hai scelto me, quel magico giorno, ma stravedevi per Luca ed eri diventata la custode di Thom. Noi eravamo, non un triangolo, ma un quadrato con quattro punti cardine e quattro lati uguali: tutti sullo stesso piano, ognuno ugualmente importante. Ora tu te ne sei andata e noi arranchiamo, ci sbracciamo per ritrovare quel punto cardine dove aggrapparci... Siamo incompleti.
Siamo in tre ma non siamo abbastanza.
Manchi tu.
Ogni volta che andiamo a fare spese col passeggino, ogni volta che passeggiamo al parco, a ogni rientro a casa, a ogni pasto, a ogni notte e a ogni giorno.
Ma Thom ci ha dato lo spunto per guardare su nel Cielo e buttare baci verso te. Leeloo che sta nel cielo come gli uccellini e che Thom fa notare che dovrebbe tornare giù: "Iú iva", Leeloo arriva.
O Leeloo viva.
Nel nostro cuore, sicuramente, per sempre.
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