Il culto della scienza
Vedo.
Una raffica di dichiarazioni sui social,
frasi e simboli appiccicati sulle foto profilo,
commenti entusiasti,
solidarietà,
una fede cieca.
Un po' di tristezza per gli esclusi -
"vedrai che estendono la fascia d'età; un po' di tempo e potrai farlo anche tu!" -
e chi elenca la sua afflizione di patologie, talune gravissime,
dispera per la sua ingiusta esenzione dalla salvezza.
Fedeli adepti
riuniti in un'App
pronti a mettere al rogo chi non fa parte della setta
perché non rispetta il loro dio.
Falso.
Slogan buonisti che deviano i bisogni dell'umanità,
predicatori in ogni emittente,
il rappresentante religioso per eccellenza che si converte,
gel disinfettanti come acquesantiere portatili,
e chi apre bocca per accogliere tamponi come fossero ostie,
se va bene,
altrimenti tocca al naso o peggio.
Sacralità del corpo violata
in questo sadico rituale
che lascia persino un marchio.
Tutto in nome della rispettabile ideologia della scienza.
In nome del Padre solo quando si tratta d'invocare aiuto.
È la paura che muove,
allora come ora.
La fede è tutt'altra cosa.
È spalancare il cuore, con la mente che lo segue.
È focalizzarsi sul sentire, su ogni piccola percezione.
È l'accoglienza dell'incertezza.
È fratellanza non esclusiva.
È affidarsi a se stessi poiché Dio sussurra in ognuno di noi.
Basta ascoltare,
e sentiremo la Sua voce
indicare,
intersecare,
intrecciare
gli uni con, e negli altri.
Pensare in piccolo, al nostro intimo
poiché il progetto più grande è in atto.
La chiamata è in corso.
"Pronto?"
"Pronto".
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