mercoledì 27 aprile 2011

Recensione di "Profumo d'incenso" su Sognando Leggendo

Rubrica che raggruppa tutte le notizie su di me e le mie opere; 
un viaggio sulla luna ("pianeta donna" per eccellenza) e ritorno! ;)

Oggi, una notizia che riguarda me e il mio libricino "Profumo d'incenso": è stato recensito da Debora su Sognando Leggendo!
Ecco il link alla recensione, un commento elaborato seguendo due visuali... ^^



Au revoir!

sabato 23 aprile 2011

Nuovo articolo per TrueFantasy "Jappo W!": Vampire Knight!


Oggi su TrueFantasy - rubrica "Jappo W!" troverete il mio articolo (che è anche un po' recensione) al manga/anime "Vampire Knight"!

Nell'articolo ho cercato di non cadere nello spoiler, pur accennando all'ultimo volume uscito (il 12), ho poi commentato brevemente anche l'anime, dopodiché non ho potuto fare a meno di esternare la mia spudorata preferenza per Zero (^.^)

TrueFantasy "Jappo W!": Vampire Knight



Cari amici di TrueFantasy,

con l’articolo di oggi coglierò l’occasione di spezzare – almeno per un po’ – un’agognata attesa: vi parlerò di Vampire KnightEbbene, il manga è attualmente sospeso, in attesa che nuovo materiale dell’autrice Matsuri Hino sbarchi dal Giappone. Per cercare di farvi capire quanto mi ha appassionato Vampire Knight, vi racconterò un po’ della sua storia...

Nel Collegio Cross ci sono due sezioni: la day class e la night class, e come suggeriscono i nomi non sono altro che la classe diurna e la classe notturna; il piccolo particolare è che la night class è composta da soli e affascinanti vampiri. In pochi conoscono la verità, tra questi, il Direttore Crossche da sempre sogna una convivenza pacifica tra umani e vampiri, la sua figlia adottiva Yuki (la protagonista), e il migliore amico della ragazza,Zero Kiryu, ultimo discendente di una stirpe diVampire Hunters (cacciatori di vampiri).Yuki e Zero non sono semplici studenti della day class, sono anche Guardiani (“knight”, appunto) che hanno il compito di sorvegliare vampiri e umani affinché non si verifichino situazioni rischiose, complice il fatto che le ragazzine della day class vanno letteralmente pazze per i bellissimi della night class, e la stessa Yuki non è da meno visto che nutre una profonda ammirazione per Kaname Kuran, capoclasse della night class nonché nobile vampiro dal sangue puro che l’ha salvata dall’attacco di un malvagio vampiro quando Yuki era solo una bambina. Buona parte di ciò che avete appena appreso sono delle informazioni inesatte, se non addirittura false; siete sconcertati? Benvenuti nel club! Il vampire hunter Zero Kiryu, quello che odia i vampiri dal più profondo del cuore, è
lui stesso un vampiro: quand’era bambino, la sua famiglia è stata attaccata da una vampira di sangue puro, Shizuka, la quale sembrerebbe abbia risparmiato solamente lui, condannandolo però a una lenta agonia; il suo morso ha segnato il destino di Zero, che se continua a rifiutare di nutrirsi di sangue (oltre a rifiutare se stesso), la brama lo condurrà alla pazzia e lo trasformerà in un Livello E, ossia un vampiro completamente privo di senno che agisce solo ed escusivamente per nutrirsi; in breve, una bestia assassina. La sua lotta interiore scoppierà quando non riuscendo a resistere alla sete morderà Yuki, che ama in segreto... L’ingenua e coraggiosa Yuki, però, non è una ragazza qualunque. Del suo passato non si sa nulla se non che quella notte di neve, ancora piccolina, fu salvata da Kaname, e per lei stessa la sua vita comincia da lì. Poco alla volta, però, i ricordi cominceranno ad affiorare, confondendola e rendendola inquieta, al punto tale che Kaname
sarà costretto a intervenire drasticamente, investendo il lettore con una serie d’incredibili colpi di scena. Kaname. Dopo 12 tankōbon del manga e 26 episodi dell’anime, Kaname è ancora un bel mistero, o meglio, qualche input mi fa pensare che nel volume 13... ecco, per questo sto aspettando con ansia! Ma sorvoliamo. Tornando al comportamento ambiguo di Kaname, egli protegge Yuki, tiene enormemente a lei, ma fin dall’inizio sembra nascondere qualcosa; il suo comportamento riservato e troppo composto, personalmente non mi ha mai convinto. Infatti lo vedremo muovere delle pedine sulla scacchiera, rendendoci poi conto quel gioco è la realtà, che la sua pedina preferita è Zero, che farà uso del suo legame con Yuki per dirigerlo verso i propri scopi, non così puliti come vuol far sembrare, e guadagnandoci sempre agli occhi della ragazza perché raramente si sporca le mani (solo qualora serva ottenere qualcosa di veramente importante per se stesso); è ufficiale, lo detesto! E non mi sembra che porti rispetto a Yuki, specie con gli ultimi risvolti dal volume 10 in poi. Ebbene sì, ci sono ulteriori risvolti dopo il volume 10, come si deduce dall’ultima puntata dell’anime (serie “Vampire Knight Guilty”). Come succedeva col volume 7 di Death Note e a un certo punto di Angel Sanctuary, la
storia subisce un cambiamento radicale, con scelte, conseguenze, e il trascorrere del tempo, tanto che verrà da chiedersi se quello che abbiamo letto finora sia solo l’introduzione a qualcosa di più grosso. Vampire Knight non è solo un shōjo fantasy col triangolo amoroso, ha anche un’impronta giallistica e d’intrigo, con tanti personaggi secondari ognuno con un proprio background da scoprire. Tra il manga e l’anime non ci sono grosse differenze, anzi direi che la trasposizione animata rispetta fedelmente l’originale della Hino in tutto e per tutto, tranne nell’ultimo episodio della serie guilty, intitolato semplicemente “Vampire Knight”, diretto in modo grossolano e sbrigativo come se l’autrice avesse solo abbozzato la storia; in particolare non mi va giù la mancanza di una certa scena visto che tifo spudoratamente per Zero (articoli e recensioni obiettive non fanno per me!), ad ogni modo è una serie godibile, che vi spingerà a divorare un episodio dopo l’altro, assetati da un verdetto finale che però è ancora lontano visto che il manga è in corso... non ci resta che tenere d’occhio il sito della Panini (Planet manga) e sperare che arrivi presto!

Per dire la vostra sulla serie, vi aspetto nel gruppo di TrueFantasy aNobii!




Colgo l'occasione per augurare a tutti una BUONA PASQUA! 
E lo faccio restando in tema:

(la protagonista di "Vampire Knight", Yuki, con quello che io oggi vedo come un coniglio pasquale ^^)

Passate delle felici e spensierate feste!

venerdì 22 aprile 2011

Commento su "Diario Piccolo" di Rosa Noci

"Diario Piccolo" di Rosa Noci (Edizioni Il Pavone)






La voce di un bambino


Una storia raccontata in modo semplice e diretto, come solo la voce di un bambino sa fare.

In questo libro non conosceremo i nomi dei protagonisti della storia, non leggeremo dialoghi: è un diario in tutto e per tutto, dove ritrovare, in un contesto che sa di passato, la vera quotidianità.
Dalla cucina della nonna agli scherzi alla sorella, dai discorsi dei grandi ai giochi dei bambini, si arriverà al dramma (preannunciato nella prefazione), raccontato con una sincerità disarmante e con quel pizzico d'ingenuità che si concedere solo ai bambini, coloro che hanno in sé la voglia (e l'esigenza) di continuare a sognare e a sperare; i portavoce del futuro.

"Diario piccolo" è un libro che non mi sento di valutare come "prodotto letterario" in quanto si tratta di un'esperienza di vita; l'autrice è infatti impersonata nel piccolo protagonista.

Leggetelo, vi sarà impossibile trattenere la lacrimuccia.

mercoledì 20 aprile 2011

Recensione "Il cerchio si è chiuso" di Loredana La Puma

Recensione "Il cerchio si è chiuso" di Loredana La Puma (La penna blu edizioni)




Quando il cerchio si chiude, comincia una nuova e fantastica avventura


"Il cerchio si è chiuso" è il primo romanzo della "Trilogia dell'Averon", un urban fantasy che vede protagonista la giovane Elisa, meglio nota come Elli, i cui poteri extrasensoriali (visioni passate e future) determineranno l'esito dell'eterna lotta tra Guardiani (il bene) e Custodi (il male).

In questo primo volume dire che si fa una bella introduzione è riduttivo: a differenza di altre saghe (specie le ultime uscite), qui si affronta ogni piccolo input in modo approfondito e molti misteri si svelano; certamente resta qualcosa in sospeso, ma quel che si prova una volta terminata la lettura è una sensazione di completezza e soddisfazione. E' uno di quei romanzi che leggeresti il seguito non tanto per scoprire i risvolti annunciati, ma perché ti ha fatto entrare nella storia e fatto sentire vicina ai protagonisti, esattamente come scrivevo qualche giorno fa a proposito de "L'acchiapparatti", ossia, "vivere" nella storia.

La cosa che più mi ha conquistata è che le premesse tornano, che il tessuto della trama non fa una grinza, non si cade mai nello scontato e anzi, è un libro capace di sorprendere sempre. Mi sono sentita come la spettatrice di un numero di magia, perché mentre leggevo tra le mille domande, la soluzione si tesseva poco a poco a mia insaputa, e non c'è trucco, non c'è inganno, tutto torna, esattamente come un cerchio che si chiude!

Loredana La Puma è un'abile autrice, coinvolgente e profonda, perché l'universo di Elli è studiato accuratamente, gestito in modo sapiente; vedo soddisfatto non solo il comparto narrativo, ma anche quello psicologico, perché de "il cerchio si è chiuso" si potrebbe dire che è anche un romanzo di formazione, dove la protagonista, essendo stata adottata, compie un viaggio alla scoperta delle proprie origini ma anche della se stessa più vera. Sicuramente non è il primo libro che tratta di come una semplice ragazza qualunque, che da insicura e fifona compie esperienze capaci di darle coraggio e sicurezza, ma questo mutamento avviene in modo davvero graduale, dove sono una serie di circostanze a determinarlo, anche le conseguenze negative.

Il nucleo principale su cui ruota il libro sembra essere questo: non è sempre facile accettare se stessi.
Nella storia, infatti, si trattano molti temi importanti, comuni e sempre attuali: quel senso di abbandono che non molla mai, il dubbio di fronte a una svolta, il lamentarsi della propria normalità e poi rimanere stravolti davanti al cambiamento, la delusione del comportamento altrui quando si è troppo presi dalle sole proprie ragioni... direi che c'è anche una situazione di bullismo.

Ampio spazio è dato anche al tema dell'amore e dell'amicizia: nel primo caso rientra la famiglia di Elli (naturale e adottiva) e il complesso rapporto con Fabio, mentre nel secondo, lo stretto rapporto con l'amica Rita e il fedele (seppur nuovo) rapporto con Luca.
Di questi e tanti altri personaggi ce ne sarebbe ancora tanto da dire, poiché nonostante si dia voce principalmente alle vicende di Elli, essi sono sviluppati con la stessa cura, ben caratterizzati, personaggi d'impatto e indimenticabili, oserei dire sullo stesso piano della protagonista.

Passando agli antagonisti, i Custodi, sono abbastanza inquietanti, forse perché contrariamente agli eroi sono indefiniti sia nella psicologia sia nell'aspetto; si sa ancora poco di Loro, ma d'altronde qui dovevamo imparare a conoscere bene la nostra Elli! Qualcosa, però, mi hanno comunque lasciato: alla loro prima apparizione, nella scena in cui appaiono al buio con quegli occhi luminescenti, la combinazione oscurità, solitudine e l'incapacità dell'eroina di usare le proprie doti, mi ha ricordato l'atmosfera tesa de "I diari della mezzanotte" di Scott Westerfield. Vorrei poi menzionare anche il capitolo della festicciola-trappola, sempre in termini di atmosfera tesa oltre che di suspance e intrigo.

Come si può intuire, quindi, il libro non ci risparmia nemmeno l'azione, sia che si tratti di uno scontro o addirittura di un processo, e mai mi sarei aspettata uno scorrere di scene così frenetico poco prima che terminasse il libro: nemmeno il lettore può abbassare la guardia!

Cos'altro dire: complimenti vivissimi a Loredana!
Ho letto questo libro grazie alla catena di lettura dell'autrice, ma con tutte le emozioni che mi ha regalato temo che dovrò inserirlo nella lista dei desideri: piccoli capolavori come questi, riempiono d'orgoglio la mia libreria.

giovedì 14 aprile 2011

Nuovo articolo per TrueFantasy "Jappo W!": Rinne


E' appena stato pubblicato su TrueFantasy, nella mia rubrica "Jappo W!", l'articolo su un manga di nuova uscita (in Italia per lo meno): "Rinne: circle of reincarnation".

L'articolo è un'introduzione ma anche una recensione all'ultima opera di Rumiko Takahashi.



Cari amici di TrueFantasy,
questa settimana la rubrica Jappo W ! Tratterà una novità editoriale uscita in questi giorni per Star Comics; si tratta di Rinne: circle of Reincarnation della “principessa dei manga”Rumiko Takahashi.
“Rinne” narra le vicende di una ragazza, Sakura Mamiya, che fin da bambina è in grado di vedere gli spiriti: inizialmente crede che le sue siano solo fantasie dettate da una mente adolescente, ma i dubbi si dissipano quando un giorno arriva un nuovo compagno di classe, Rinne Rokudo, un ragazzo mezzo umano e mezzo shinigami (dio della morte); il compito di Rinne, è quello di aiutare gli spiriti a compiere il passaggio verso una nuova vita (reincarnazione, appunto) e per farlo, occorre spezzare il legame che questi hanno ancora con il nostro mondo, un legame che spesso è provocato dal rimpianto. Sakura metterà dunque il suo dono al servizio di Rinne, aiutandolo anche dal punto di vista economico, perché, ad esempio per indagare sul trascorso dello spirito, oppure per “scinderlo” quando lo spirito si unisce a un’altro, oppure ancora per animare oggetti che possono essere stati testimoni dei fatti, occorrono strumenti stravaganti più o meno costosi, e Rinne ha grossi problemi economici dato che non ha i soldi nemmeno per comprarsi una divisa scolastica (perciò usa un’anonima tuta).

Le avventure di “Rinne” sono dunque incentrate sul paranormale, e nonostante le situazioni si sviluppino intorno al tema della morte, si svolgono con un tono spensierato e solare, a volte sfiorando il comico-demenziale.
A primo impatto è impossibile non notare la somiglianza di “Rinne” con l’opera più recente della Takahashi,“InuYasha”: Sakura ricorda Kagome, Rinne ricorda InuYasha, e c’è persino un bambino-demone/spirito-mascotte, perché Rokumon sembra proprio Shippo (può anche trasformarsi, anche se, per ora, solo in un gatto). Tuttavia, la magia di “InuYasha” mi sembra molto lontana, così come il suo tono romantico-poetico e la sua grande storia d’amore. Chiaramente è giusto che si trattino storie diverse, però devo dire che “Rinne” non mi ha dato lo stesso impatto emotivo, né lo stesso entusiasmo, già dall’incipit: “InuYasha” mi ha incollata dal primo capitolo e il mio interesse non si è mai smorzato (almeno per ora, e sono alla quarta serie dell’anime); con “Rinne” la perplessità nasce quasi subito, in particolare non mi ha convinta l’episodio in cui Sakura rischia di reincarnarsi (quindi di morire) perché succube dell’atmosfera in cui le altre anime non hanno alcun rimpianto e vanno, in pace, verso una nuova vita; secondo me, la cosa è stata trattata in modo semplicistico, oserei dire grossolano.

Sono un po’ delusa perché la Takahashi mi ha conquistata con un capolavoro come “Maison Ikkoku” (“Cara dolce Kyoko”, in Italia), storie spassose come quelle di “Lamù: la ragazza dello spazio” e “Ranma ½”; mi dispiace che qui non ci sia stato amore a prima vista.
Siccome non volevo formare un giudizio basandomi solo sul primo volume, ho letto le scan online dei capitoli successivi (leggeteli, ma poi comprate gli originali!): apparirà un rivale per Rinne, il cui scopo sarà quello di sviare le anime dalla reincarnazione all’inferno, inoltre, se uno spirito continua a tormentarsi nel rimpianto, c’è il rischio che diventi uno spirito maligno – e questo elemento si tratta già nel primo volume-; sono aggiunte sufficienti a farmi cambiare opinione? Personalmente ho ancora dei dubbi.
In conclusione, a “Rinne” darei un “rimandato a settembre”.
Vale comunque la pena acquistare il primo volume perché la Star Comics lo propone, per l’offerta lancio, a soli 1,90 € anziché 4,20 €; in questo modo, potrete valutare voi stessi.




lunedì 11 aprile 2011

Recensione "L'acchiapparatti" di Francesco Barbi

Recensione "L'acchiapparatti" di Francesco Barbi (ediz. Baldini Castoldi Dalai)




La rivincita dell'akkapparatt!

Nel titolo della recensione non ho potuto esimermi dal fare il verso a uno dei personaggi del libro (nella fattispecie il gigante Orgo) perché questo fantasy si regge principalmente sui personaggi, sul loro carisma e il loro preciso e definito carattere; in breve, vivono.
Potrebbe sembrare una cosa scontata, invece non capita spesso di percepire i personaggi così vividamente come ne "L'acchiapparatti": li ho visti (grazie alle accurate descrizioni), li ho uditi (grazie al personale modo di esprimersi che ha ogni personaggio, dal "sì sì, no no" di Zaccaria ai proverbi dialettali di Orgo), talvolta ho sentito anche qualcos'altro (la scoreggia del gigante!) e infine, con il loro agire (dal condivisibile di Zaccaria, allo spudorato-per-cui-prima-vengono-i-propri-interessi Ghescik) sono riusciti a emozionarmi.
In sintesi, qui sono davvero i personaggi a fare la storia.

Una storia originale, atipica, esilarante nella semplicità, comica nella dramamticità, horror nella fiaba. Tocca elementi d'ogni genere, perché prende in considerazione tutte le variabili della vita, tutto quello che potrebbe succedere, che sia per caso, che sia di conseguenza all'azione di qualcuno.

Dopo la scena dentro un'osteria, dove dalla zuffa ci scappa la morte della veggente Macba, il romanzo comincia presentandoci la figura dell'acido becchino Ghesick che, mosso dalla bramosia di ricchezza (e in seguito, di potere), prima trafuga la tomba della veggente, poi riesce a ottenere il libro antico del negromante Ar-Gular; tutto questo per far sì che s'avveri una profezia.
Con il successivo recupero di un diadema d'ossidiana, Ghescik, appena lo indossa, entra infatti nella mente e nel corpo di un demone immortale situato in un'altra zona delle Terre di Confine, ossia il Mietitore, essere che ha anche la funzione di un boia per giustiziare i criminali nella città di Giloc: Ghescik tenterà di possederlo e usarlo per i propri scopi, ma ancora non sa cosa comporterà la fuga del Mietitore dal Buco in cui è segregato; si assisteranno a delle scene degne dei migliori film horror, e se lo avessi letto la sera avrei di certo fatto fatica ad addormentarmi!

Essendo il becchino Geschik a trafficare per racimolare denaro, per sfuggire a chi ha ingannato, per trovare stratagemmi che convincano "il matto" acchiapparatti, a tradurre il libro antico, a cercare di dominare il Mietitore fino a desiderare di sfuggirgli, è chiaramente lui il personaggio che muove la storia, il protagonista apparente. Sì sì, apparente. Perché mentre leggevo gli affanni di Geschik e nella storia via via si presentavano i personaggi più strani, dall'acuta prostituta che vuole redimersi, all'ingenuo oste, all'"higlander" cacciatore di taglie, al furbo mercante, alla strega, ai ladri, gli assassini, i circensi, il topo Serafino e persino i maiali, l'acchiapparatti Zaccaria agiva come gli altri: visibile ma un po' in ombra rispetto a Geschik. Mi ripetevo "no, non me la raccontava giusta"; visto che il libro è intitolato "L'acchiapparatti" non poteva essere che il ruolo di Zaccaria fosse solo quello... ebbene, le mie supposizioni erano giuste.
Quello a cui mi riferisco lo scoprirete verso la fine e vi sorprenderà, pur se avrete visto la sua evoluzione passo dopo passo; è la rivincita dell'emarginato, del considerato pazzo, del buono, perché nel romanzo non c'è personaggio più puro d'animo rispetto a Zaccaria, lui che vede il bello in tutte le cose - ad esempio nella prostituta e nel gigante - e rispetta il prossimo così come le creature, l'antico, la magia... insomma, tutto il contrario di Ghescik, che non è cattivo ma ha tantissimi difetti.
L'acchiapparatti, non si direbbe a prima vista, ma è un'eroe, e ci regala un bellissimo epilogo.
Ghescik, comunque, non lo si può detestare né giudicare, ma al tempo stesso, nememno compatire; lui è il pretesto della storia, il personaggio che, anche se in maniera enfatizzata, potrebbe incarnarsi in chiunque fra noi. Un personaggio ben fatto, come gli altri del resto, persino chi fa piccole apparizioni come il bambino nipote dell'oste.

Gli aggettivi si sprecano per questo romanzo, uno che può definirlo è anche "godibile", quindi cosa si può volere di più da un libro completo, ricco, che soddisfa a tutto tondo?
Ebbene, Barbi sta lavorando al seguito, "Il burattinaio"; già leggendo la trama, leggendo anche solo che rivedrò i personaggi che ho amato mi viene l'acquolina in bocca. Allora ecco l'esempio pratico che la brama di Ghescik non è poi così diversa dalla mia. Touché!


[Recensione pubblicata anche sul blog ufficiale de "L'acchiapparatti"; un gigantesco grazie a Francesco Barbi!]

sabato 9 aprile 2011

Nuovo articolo per TrueFantasy "Jappo W!": Super Mario!


Oggi, su TrueFantasy nella rubrica "Jappo W!", ho inaugurato il tema videogiochi, e con chi avrei potuto cominciare se non con l'icona videoludica per eccellenza? Sto parlando di Super Mario!

Considerato che con lui ci sono nata, che Super Mario Bros. è stato il mio primo videogioco e il Nes 8 bit la mia prima console, ho un legame affettivo con lui e la grande N, un legame che è nato da quando avevo 8 anni e continua ancora oggi. Non parliamo poi della "Leggenda"; in quel caso la mia affezione è quasi dipendenza XD ne parlerò prossimamente cercando di contenere pagine e pagine di lodi, ricordi legati all'infanzia, commozione, adorazione... ^^
Immagino che già da queste poche righe traspari tutta la mia passione per i videogiochi, ma basta chiacchiere, vi lascio all'articolo!



Cari amici di TrueFantasy,
oggi la rubrica Jappo W ! tratterà per la prima volta i videogiochi, e quando si parla di questa forma d’intrattenimento (che in certi casi è anche “d’arte”) è automatico pensare a un nome su tutti: it’s a-he, Mario!
Qualcuno potrebbe obiettare ma i videogiochi di Super Mario, dai platform agli RPG (lasciamo stare gli sportivi e i party game, ovviamente) rispettano tutte le caratteristiche della fantasy. In primo luogo, l’ambientazione, il Regno dei Funghi, dove troviamo colline, foreste, deserti, monti innevati, oceani... nei titoli per Wii siamo addirittura arrivati alle galassie. Questi luoghi sono popolati da bizzarre creature come funghi antropomorfi (toad), tartarughe volanti (koopa troopa), funghi malefici (goomba), piante carnivore, fantasmi, draghi, strani tipi timidi, e tra gli altri, un dolce dinosauro da cavalcare (Yoshi!).
C’è poi l’eterna lotta tra il bene e il male, dove l’umile eroe Mario, un idraulico, parte per salvare la bella e svenevole Principessa Peach dalle grinfie del terribile Bowser, che sovente soffre di manie di grandezza come la conquista del mondo; su Bowser c’è da dire che non incute paura dai tempi di “Super Mario Bros” per Nes, col tempo è diventato un guastafeste dalle idee strampalate, e anzi, ci sono volte in cui è costretto a combattere al fianco di Mario per affrontare i cattivi “veri”.
Tornando al rispetto dei canoni fantasy, in Super Mario talvolta ci sono profezie, c’è il vecchio saggio Mastro Toad e c’è anche la magia, dallo stregone Kamek agli effetti power-up che si ottengono quando Mario mangia un fungo, tocca un fiore, una stella, una foglia... oppure quando indossa particolari costumi come quello da rana o da pinguino. Infine Mario è un eroe che non viaggia sempre solo, a volte è aiutato dal fratello Luigi (quando non si caccia nei guai), dai vari Toad, da pacioccose stelle chiamate Sfavillotti, e in altre occasioni ha anche una vera e propria compagnia, come nella frizzante e ardua serie RPG “Super Paper Mario”. L’anno scorso, Super Mario ha festeggiato 25 anni d’avventure, ed è la saga più venduta in assoluto, con 281 milioni di unità, “Super Mario Bros. 3” in particolare, è il videogioco più venduto di tutti i tempi. Ma vediamo i titoli usciti fin’ora.


Anno
Titolo
Sistema
1981
Donkey Kong
Cabinati sale giochi
1983
Mario Bros.
Cabinati sale giochi
1985
Super Mario Bros.
Famicom/Nes
1986
Super Mario Bros. The lost levels
Famicom/Nes/Snes/Wii
1988
Super Mario Bros. 2
Nes
1988
Super Mario Bros. 3
Famicom/Nes
1989
Super Mario Bros. Land
Game Boy
1990
Supe Mario World
Super Famicom/Snes
1992
Super Mario Land 2: 6 Golden Coins
Game Boy
1996
Super Mario RPG: legend of the seven stars
Super Famicom/Snes
1996
Super Mario 64
Nintendo 64
2000/2001
Paper Mario
Nintendo 64
2002
Super Mario Sunshine
Nintendo Gamecube
2003
Mario & Luigi: superstar saga
Game boy advance
2004
Paper Mario: il portale millenario
Nintendo Gamecube
2005
Mario & Luigi: fratelli nel tempo
Nintendo DS
2006
New Super Mario Bros.
Nintendo DS
2007
Super Paper Mario
Wii
2007
Super Mario Galaxy
Wii
2009
New Super Mario Bros. Wii
Wii
2009
Mario & Luigi: viaggio al centro di Bowser
Nintendo DS
2010
Super Mario Galaxy 2
Wii
2011
Super Mario (titolo provvisorio)
Nintendo 3DS
2011
Paper Mario 3DS (titolo provvisorio)
Nintendo 3DS
2011
Mario & Luigi RPG 4 (titolo provvisorio)
Nintendo 3DS

(Questa lista non include i vari remake, cameo, spin-off, né i titoli sportivi, di lotta, party game ed educativi)

É sottointeso che le avventure di Super Mario siano un’esclusiva Nintendo; egli è infatti la mascotte ufficiale della casa. Il creatore di Super Mario è Shigeru Miyamoto, un genio della fantasia che nelTime Magazine del 2007 si è classificato secondo tra le cento personalità più influenti del mondo.
L’idea base di Miyamoto era quella di un carpentiere chiamato Jumpman che doveva attraversare delle piattaforme per salvare una donna rapita da un gorilla (gameplay basato su “Braccio di ferro”, gioco di cui la Nintendo aveva perso la licenza): l’idea diventò, nel 1981, “Donkey Kong”, uno dei primi platform della storia. Con la tecnologia e i pixel di quei tempi, i programmatori non potevano animare i movimenti del personaggio senza fargli sparire le braccia, così gli venne messa una salopette rossa, in contrasto con la maglietta blu. Inoltre, siccome nello sprite non c’era spazio per la bocca e le orecchie, furono disegnati i baffi e le basette; anche il cappello fu aggiunto per esigenze tecniche, perché era difficile disegnare i capelli.
Visto il successo dell’eroe, nel 1983 la Nintendo creò un titolo fatto su misura per lui, cambiandogli nome e professione. Fu la Nintendo of America a scegliere il nuovo nome, ispirandosi alla somiglianza del personaggio con Mario Segale, proprietario dello stabile della sede americana negli anni ’80. Questa prima produzione, intitolata “Mario Bros” fu convertita sia per console sia per PC, ma è nel 1985 con l’uscita di “Super Mario Bros.” che si gettano le basi per la saga come oggi la conosciamo. “Super Mario Bros.” fu il primo titolo della serie a presentare lo scorrimento orizzontale dei livelli, mentre con “Super Mario Bros. 3”, lo scrolling diventò sia orizzontale, in entrambe le direzioni, sia verticale, anche per riuscire a sfruttare il power-up di Mario procione (che lo rendeva in grado di volare per brevi lassi di tempo). Altri passi importanti furono compiuti in “Super Mario World” con l’arrivo di Yoshi, mentre in “Super Mario 64” si passò alle tre dimensioni. 
Da qui in poi si sono alternati titoli in 2D e in 3D (combinazione sfruttata all’interno dello stesso videogioco nel caso di “Super Paper Mario”), oltre al passaggio di utilizzo, da parte del giocatore, dal joystick/pad ai sensori di movimento del wiimote e nunchuck con la console Wii e i titoli di “Super Mario Galaxy”.
Ora non resta che attendere le sorprese dei nuovi capitoli della saga già annunciati per la rivoluzionaria console 3DS (sfrutta il 3D senza bisogno di occhialini), ma prima di salutarci, ricordiamo che da Super Mario è stata tratta anche una serie animata, e nel 1993, un film in stile cyberpunk (che personalmente vorrei dimenticare) diretto da Rocky Morton, che ha vinto ben due Saturn Award come miglior costume e miglior trucco.




giovedì 7 aprile 2011

Vinto il Blog Candy di Soulless!

Con l'ultimo aggiornamento del blog ho aggiunto, nel menu a destra, una sezione "Clicca e vinci" per evidenziare i vari giveaways e blog candy proposti sul web e a cui io stessa partecipo.
Ebbene, qualche giorno fa si è concluso il blog candy di "Soulless" scritto da Gail Carriger ed edito da Baldini Castoldi Dalai, e una delle cinque copie è stata assegnata proprio alla sottoscritta! :D

Non vedo l'ora che mi arrivi, come avevo scritto nel commento del blog candy: "un mix interessante, voglio proprio leggerlo! L’elemento soprannaturale mi affascina da sempre, ma qui si tratta (tra gli altri) di esseri nati senz’anima… penso proprio che sia nel mio genere! Dalla trama spicca subito un’ironia alla Austen, ragione in più per fare mio questo libro. Intanto proviamo con il giveaway ^^)

Per saperne di più, vi rimando all'articolo scritto sul blog dell'editore: Soulless

venerdì 1 aprile 2011

Nuovo articolo su TrueFantasy per la rubrica "Jappo W!"


Stamattina è stato pubblicato su TrueFantasy il mio articolo "Autori per il Giappone" (più approfondito rispetto a quello pubblicato qui) per la rubrica settimanale "Jappo W!"



Cari amici di TrueFantasy,
la scorsa settimana abbiamo inaugurato la rubrica “Jappo W !”, tuttavia, oggi non vi parlerò di manga, anime e videogiochi made in Japan, bensì di un’iniziativa – tutta italiana – per il Giappone.


Come sappiamo, degli eventi catastrofici hanno colpito (tuttora) il Paese del Sol Levante. A questo proposito, la scrittrice Lara Manni (Esbat, Sopdet) ha promosso una splendida iniziativa già adottata in altri Paesi: Autori per il Giappone (http://www.autoriperilgiappone.eu/).
Autori e illustratori, siano essi noti, esordienti, o web writers, hanno messo a disposizione le proprie opere inedite (racconti, poesie, estratti dei romanzi di prossima uscita) chiedendo, in cambio, una libera donazione a favore del Giappone.Save The Children Italia è il diretto responsabile della raccolta fondi, a cui, ricordo, hanno contribuito anche gli autori stessi.

Tra gli aderenti all’iniziativa spiccano Paolo BarbieriLicia Troisi, la stessa Lara ManniFrancesco Falconi (con l’anteprima di “Nemesis 2”), Cecilia Randall (il cui racconto “Io sono Kitsune” è stato tradotto in giapponese), ma l’elenco è in continuo aggiornamento! Ad oggi sono presenti trecentoquarantaquattro lavori, tra illustrazioni, poesie, fan fiction, racconti e capitoli di romanzi.
Per restare aggiornati vi consiglio di visitare il blog di Lara Mannihttp://laramanni.wordpress.com/
Dato che qui su TrueFantasy ci nutriamo di storie a tema fantastico, non posso fare a meno di segnalare i racconti che seguono questa linea: “Il drago” di Aislinn, “Silent voice” di Anna Chiara Zambello, “Come tutte le altre volte” di Caska Langley, “Io sono Kitsune” di Cecilia Randall, “L’ombra del peccato” di Chiara Guidarini, “Eva” di Cristina Donati, “Burocrazia interstellare” di Deoris Orel, “Principesse di Atlantide” di Dilhani Heemba, “Il silenzio degli specchi” diEleonora Fasolino, “Yuki Onna” di Emanuele Manco, “Addio” di Ezio De Falco, “Chiamati a raccolta” di Fabrizio Valenza, “Non sono miracoli” di Federica Ramponi, “La nuvola nera e il sole” di Federica Rubini, “Profughi immondi” diFederico Ghirardi, “L’esilio della regina” di Francesca Poggioli, “Cogli l’attimo” diFrancesco Coppola, “Nemesis – la creatura del Daat” di Francesco Falconi, “(di)Lithium” di Giorgia Rebecca Gironi, “Neve e silenzio rimangono” di Giorgio Tarditi Spagnoli, “Riciclabile” di Irene Pecikar, “Ricominciare” di Irene Vanni, “Il fango in fondo al pozzo” di Kirakira90, “Prova a prendermi” di Lara Manni, “Quelli della scatola” di Laura Costantini, “Il sacro crisantemo” di Lavinia Petti, “Inari no otone (la fanciulla di Inari)” di Leonard Masamune, “W” di Licia Troisi, “Nuova generazione” di Luca Azzolini, “Il risveglio di Lenth” di Luca Centi, “Una telefonata dal futuro” di Luigi Milani, “L’ultima strega” di M.P.Black, “Fratelli” di Mariarita Cupersito, “5037” di Mattia Zaniboni, “Il bambino dell’asse terrestre” di Maurizio Landini, “Fiamme gelide” di Michele Greco, “L’incidente sulla luna” di Miki Monticelli, “Pattugliante” di Opalix, “Maydala express” di P. Baccalario e D. Morosinotto, “Favola giapponese” di Paola Pettinotti, “La notte di San Giovanni” diPaolo Paron, “I bambini di Tokyo” di Ranieri Meloni, “Frammenti di verità” di Red Gabriel, “Le ombre di Tara” di Serena Rosata, “Baku” di Thomas Mazzantini, “Il venditore di umanità” di Valentina Coffetti, “I segreti di Altieres” di Virginia de winter, e per finire ci sono anch’io, Valentina Bellettini, con un racconto-tributo al Giappone dal titolo “AMI: dopo, verrà la bellezza”.

Per voi che state leggendo questo articolo, non mi resta che lasciare l’indirizzo e-mail cui inviare vostri eventuali lavori:
info@autoriperilgiappone.eu
e ricordate, anche pochi euro possono fare la differenza!











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