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lunedì 19 agosto 2019

Recensione: "Mansfield Park" di Jane Austen (Newton Compton Editori)

Cari astronauti,
finalmente riesco a recuperare la recensione di un libro che ho letto molto tempo fa: a marzo!
Ho letto "Mansfield Park" in occasione del #MegaGDL organizzato da Leggo Quando Voglio che parte dal saggio "Lezioni di Letteratura" di Vladimir Nabokov (Adelphi) per trattare tutti i libri che sono messi in esame dal professore russo. Il suo giudizio su quest'opera di Jane Austen è stato piuttosto critico, ma io cosa ne penso? Lo scoprirete dopo la scheda del libro!




Titolo: Mansfield Park
Autore: Jane Austen
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Romanzo rosa / Classico
Data di uscita di quest'edizione: 17 Marzo 2016
Pagine: 385
Formato: cartaceo ed ebook
ISBN: 978-8854188631
Prezzo: € 4,90
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
"Mansfield Park", uno dei romanzi più noti e discussi di Jane Austen, narra la storia di Fanny Price. Adottata, ancora bambina, dagli zii Sir Thomas e Lady Bertram, Fanny viene accolta e allevata nella loro lussuosa proprietà di Mansfield Park. Qui cresce, parente povera in un ambiente d'élite, e misura tutta la distanza fra il proprio modello educativo - fondato sul senso del dovere, l'abnegazione, la virtù - e quello, in particolare, della spregiudicata Mary Crawford. Alla fine la protagonista sposerà il cugino Edmund, figlio di Sir Thomas, e con lui si stabilirà definitivamente a Mansfield Park. Al di là dell'apparente trionfo della morale tradizionale, la narrazione contiene un'implicita e corrosiva critica della cultura dominante del primo Ottocento: Fanny - suggerisce l'autrice - realizza, infatti, l'ascesa sociale al prezzo della negazione della propria libertà e spontaneità. Introduzione di Maria Felicita Melchiorri.


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati


Inizio subito col dire che questo libro è considerato il peggiore della Austen e a me ha invece fatto venir voglia di leggere tutti quelli che ancora mi mancano: mi è piaciuto moltissimo!

A destabilizzare i fan della Austen c'è il fatto che la protagonista di questo libro non sia un'eroina alla pari di Liz di "Orgoglio e Pregiudizio" né come Elinor o Marianne di "Ragione e sentimento" che pur con le loro limitazioni erano decise e determinate. La giovane Fanny, protagonista di questo romanzo, è remissiva, docile e silenziosa, umile e dipendente dagli altri, dal loro giudizio, dalle loro vite, consapevole del suo posto nella società, ossia quello al confine, al limite della servitù. Lei è stata adottata dagli zii, strappata via dalla sua famiglia disadattata per capriccio di un'altra zia a cui piace avere il controllo su tutti i nipoti e prendersi i meriti sia che le cose vadano a buon fine sia se le aspettative s'infrangono, rimangiandosi la parola; un personaggio, tale zia Norris, che personalmente ho detestato, ma ho compreso anche il gioco dell'ironica autrice e mi sono fatta quattro risate.




Una nostra nipote, sir Thomas, o almeno, una sua nipote, non può crescere in questo ambiente senza trarne molti vantaggi. Non dico che diventerebbe avvenente come le sue cugine. [...] Lei sta pensando ai suoi figli... ma sa bene che
tra tutte le cose possibili sulla terra, questa a cui pensa è quella che meno
probabilmente accadrà, dato che cresceranno sempre insieme come fratelli e sorelle.
È proprio l'unico metodo sicuro per evitare che si creino relazioni di quel tipo.




In "Mansfield Park" ho visto una favola in stile Cenerentola, con tanto di matrigne egoiste (oltre alla zia Norris ce n'è un'altra, Lady Bertram, che è un'inetta a vivere, che letteralmente usa Fanny per qualsiasi cosa), sorellastre che devono apparire a tutti i costi per trovare il miglior marito, la rivale in amore di Fanny, Mary Crawford, che ha tutte le qualità che mancano alla protagonista ed è intraprendente come le vere eroine Austen con la differenza che non ha cuore, infine l'amore non corrisposto: Edmund. Il ragazzo, tutt'altro che principe, è un uomo mediocre che desidera diventare il parroco del piccolo borgo. Siamo lontanissimi dal fascino di mr. Darcy, ma in fondo non importa perché è l'uomo che Fanny ama, colui che l'ha sempre valorizzata, colui che, assieme al di lei fratello, la rende felice. Per avere il lieto fine, questa favola deve concludersi con Fanny che sposa il suo amato cugino, amico e confidente.
Eppure non ho potuto fare a meno di parteggiare per il cattivo ragazzo, Henry Crawford, il fratello sfrontato e sciupa femmine di Mary che aggiunge un po' di pepe ai rapporti e alla trama.

Finora, però, vi ho mentito, o meglio, vi ho detto una mezza verità.
"Mansfield Park" può sembrare una favola, ma d'altra parte è un romanzo cinicamente realistico. A ribaltare le carte in tavola c'è lo spiazzante finale, oltretutto sbrigativo rispetto al resto del romanzo: vediamo che Fanny è felice, eppure c'è quel particolare che non ci fa chiudere il libro con serenità. È un lieto fine solo all'apparenza, tuttavia è il finale giusto (seppur, ribadisco, frettoloso) per un libro che basava tutto il microcosmo di Mansfield Park sulla superficialità dell'apparire e sulle poche pretese della coppia protagonista.
Rispetto alle altre opere della Austen così semplici e facili da amare, questa sembra celare un senso diverso, profondo, nascosto tra le pieghe delle sottane delle dame protagoniste: a volte le condanni, poi vedi il rovescio del tessuto e ti ricredi, poi fanno una giravolta e non sai più cosa pensare. Mi riferisco in particolare ai fratelli Crawford: sono come attori che vestono una parte e non riesci a distinguere il loro vero io, né quando scendono dal palcoscenico. Non credo sia un caso che agli inizi del libro i ragazzi si preparino a uno spettacolo teatrale improvvisando scenari, costumi, e si dilettano a studiare il copione: "Mansfield Park" stesso è una messinscena per dipingere il ritratto più critico di Jane Austen contro la società dell'epoca. Ciò non toglie che ogni lettore è libero di adottare la chiave di lettura che preferisce; personalmente accetto sia quella critica sia quella favolistica con la rivincita dell'emarginata!

Lo stile di scrittura l'ho trovato scorrevole, nonostante la difficoltà iniziale nell'associare i nomi ai personaggi, complicata dall'utilizzo dei prefissi mrs e miss, ma una volta inquadrati i personaggi le pagine si divorano e ho fatto fatica a fermarmi: è una trama lineare che si sviluppa in tempi ravvicinati e precisi. L'ambientazione è prevalentemente nella piccola Mansfield Park, ma è quando cambia scenario che secondo me l'autrice dà il meglio di sé nelle descrizioni, tanto che ricordo perfettamente i paesaggi a distanza di mesi, così come le scene che coinvolgono i personaggi.

In conclusione, il libro della Austen che fa più discutere e che, forse proprio per questo, è stato per me più interessante di "Orgoglio e Pregiudizio", lo consiglierei agli amanti di zia Jane per conoscere ogni sua sfaccettatura, ma se dovete iniziare a conoscerla, vi consiglierei piuttosto i romanzi sopra citati.


Il voto di Universi Incantati:





Avete letto questo classico?
Cosa ne pensate?
Come lo trovate rispetto alle altre opere della Austen?
Fatemi sapere nei commenti!



domenica 28 luglio 2019

Recensione: "Leggere Lolita a Teheran" di Azar Nafisi (Adelphi)

Cari astronauti,
finalmente recupero una delle recensioni che vi avevo accennato!
Il libro in questione è stato molto importante nel mio percorso di lettrice, perché oltre ad averlo letto in un gruppo di lettura (#aTeheranConNafisi) che mi ha permesso di conoscere altre lettrici appassionate, sensibili e profonde, mi ha fatto riflettere sulla realtà ed è stato anche il punto di partenza per approfondire o scoprire altre opere.
I dettagli nella recensione; per ora, una panoramica generale del libro.




Titolo: Leggere Lolita a Teheran
Autore: Azar Nafisi
Editore: Adelphi
Genere: Saggistica
Data di uscita: 4 Aprile 2007
Pagine: 379
Formato: cartaceo
ISBN: 978-8845921544
Prezzo: € 12,00
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati


Chi mi legge su Instagram sa che questo libro lo abbiamo scelto, io e altre lettrici, per proporre un gruppo di lettura a tema: #ateheranconnafisi. Abbiamo infatti unito la lettura di questo saggio ai vari libri trattati al suo interno e che fanno da titolo ai capitoli, ovvero, "Lolita" di Vladimir Nabokov (che avevamo appena letto in un altro GDL), "Il Grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald, "Daisy Miller" di Henry James, e "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen che avevamo già letto tutte. In questo modo, il saggio della professoressa Azar Nafisi ci ha accompagnato dal 6 maggio fino al 24 giugno, ma ci ha lasciato delle emozioni così forti, e ci ha trasmesso una gran voglia di leggere e approfondire tutti gli argomenti trattati, che abbiamo deciso di allungare il GDL con la lettura de "Le cose che non ho detto" di Azar Nafisi (che stiamo già leggendo), "Invito a una decapitazione" di Vladimir Nabokov, "La repubblica dell'immaginazione" di Azar Nafisi e "Le mille e una notte".
Questa lunga premessa per mostrarvi che un libro come questo può coinvolgere sia la mente con la sua curiosità e il bisogno di conoscenza che riguarda la questione storica e politica dell'Iran (come pure la sete delle storie più volte citate dalla Nafisi) sia il cuore, perché l'autrice ha una forte sensibilità e ci ha emozionato su un doppio livello: quando raccontava della sua vita sconvolta dalla rivoluzione islamica, e quando parlava del libri facendo un parallelismo con la realtà del momento. Ci ha conquistate al punto che non volevamo più staccarci dal suo racconto, proprio come le alunne del seminario segreto che devono separarsi da lei poiché si trasferisce negli Stati Uniti; ci ha anche unito come non ho mai visto accadere durante un GDL!

"Leggere Lolita a Teheran" è dunque un saggio sui libri autobiografico che mostra gli avvenimenti in Iran prima, durante, e dopo la rivoluzione islamica, un'oppressione che mi ha ricordato un romanzo distopico ma che dà i brividi, fa rabbia e fa piangere perché si tratta di realtà. Non solo biografia, però, perché la prof. riporta anche il vissuto di altre persone, che per proteggere deve velare sotto uno pseudonimo.
Gli aneddoti immergono nella situazione, mentre la scrittura della Nafisi è così evocativa che ci catapulta nell'incubo, in quella gabbia che è l'Iran, e al tempo stesso ci fa rimpiangere quel che rendeva grande Teheran: la cultura, la tradizione persiana, la possibilità delle donne di essere loro stesse e scegliere se indossare il velo per motivi religiosi.

Azar Nafisi spiega perfettamente la questione velo/chador, ed è mettendo al centro le sue studentesse che ci mostra quanto sia difficile la vita di una donna nella repubblica islamica, di come si finisca per annullare se stesse e si rinunci a fuggire perché è un regime che scava nelle profondità dell'essere e lo svuota; illude che non esista altra scelta se non quella di arrendersi, come se ci si riducesse a uno stato vegetativo. Leggendo questo libro emergono tematiche esistenziali, non solo riguardo alla condizione femminile, poiché riguardano anche la sfera dell'amore, della sessualità, e del senso del vivere; per il lettore è inevitabile cominciare a porsi delle domande.




Strano ma vero, la guerra e la rivoluzione ci hanno rese ancora più consapevoli delle nostre vicissitudini personali - soprattutto del matrimonio, il cui nocciolo è la questione della libertà individuale, come Jane Austen aveva
scoperto due secoli prima. Lei lo aveva scoperto, riflettevo; e noi, sedute in quella
stanza, in un altro paese, alla fine di un altro secolo?




Lo stile di scrittura sembra un racconto a tu per tu, scorrevole e con un ottimo ritmo che non annoia mai, ma talvolta occorre fermarsi per digerire la dura realtà dei fatti, perciò da un lato verrebbe da giudicarlo pesante se non fosse che l'autrice intreccia abilmente l'orrore al meraviglioso mondo dell'immaginazione, quello dei libri. I libri come ancora di salvezza, i libri come portatori d'amore e di bellezza. L'arte che salva quel che di umano c'è in noi.

La prof. Nafisi trasmette la sua passione per la lettura, e durante le lezioni sa dare del valore aggiunto a ogni classico, illuminando il lettore su significati e interpretazioni inedite perché rapportate alla vita sotto il regime islamico. Azar Nafisi è riuscita a farmi comprendere, poi accettare, un libro che avrei rivenduto alla prima occasione: "Lolita" di Vladimir Nabokov. Ho abbracciato la sua chiave di lettura e mi è persino venuto voglia di rileggerlo alla luce di quest'interpretazione. Non ho mai avuto fortuna con i professori e rimpiango di non aver avuto come mentore una mente creativa, attenta, sensibile e saggia come Azar Nafisi. Questo saggio la fa amare al punto da desiderare di leggere tutte le sue opere.

Credo fermamente che questo saggio dovrebbero leggerlo tutti, indipendentemente dal fatto che si mastichino abitualmente libri di questo genere oppure no (come stile e scorrevolezza è persino meglio di certi romanzi!), indipendentemente dal credo religioso e politico perché è capace di fare chiarezza: non guarderete più allo stesso modo, indifferente o peggio, una donna con il velo.


Il voto di Universi Incantati:


Tutte le tappe del GDL #aTeheranConNafisi
sul mio profilo Instagram
:



             Discussione su "Lolita"           Discussione su "Il Grande Gatsby"





I profili Instagram delle altre lettrici del GDL:

Gilda Dem


Tutti i post del GDL:
(include quelli delle nuove letture 
aggiunte dopo "Leggere Lolita a Teheran, sempre a tema col saggio)





Cosa ne pensate, carissimi? 
Vi piacciono gli approfondimenti? ;)
Avete letto questo libro?
Fatemi sapere nei commenti!



lunedì 1 aprile 2019

Book Haul Marzo: le nuove entrate nella mia e nella piccola libreria!

Cari astronauti,
ho latitato parecchio qui sul blog il mese scorso... mi sono improvvisamente trovata ad affrontare degli impegni personali e professionali; in ogni caso, per delle belle novità :)
Ad ogni modo, in attesa di recuperare ben 4 recensioni arretrate (ho continuato a leggere, se non altro ;)), vi riporto, come ho appena fatto sul mio profilo Instagram, il mio Book Haul di Marzo!


Sembra che camminiamo insieme? In realtà sta dormendo... di brutto! XD


Book Haul Marzo 💐
Questo mese è stato un po' magro per me, e il mio cucciolo mi ha superato con ben 9 entrate nella sua libreria!

Comincio proprio da lui:
😸 "La mia prima biblioteca. I dinosauri", cofanetto di otto libri (Sassi Junior), regalo del papà
😸 "Ci pensa il tuo papà" di Mireille d'Allancé (Babalibri), preso da me per la festa del papà.

Per quanto mi riguarda, stavolta sono andata in edicola e ho acquistato: 

📙 "Jane Austen. Una scrittrice anticonformista e ribelle nella vita e nelle sue opere" della collana delle Grandi Donne (RBA Italia)
Stavo leggendo "Mansfield Park" e mi è venuta voglia di recuperare le sue opere che mi mancano, perciò ho preso questo libro per completare la mia collezione su zia Jane! 😍


Colgo l'occasione per ricordarvi che nel mio profilo instagram è anche attiva la #MadeInItalyBooksChallenge2019, questo mese per vincere l'ebook "La piccola Parigi" di Alessandro Tonoli, che io ho letto giusto ieri in un paio d'ore e mi ha dato tantissime emozioni (presto la recensione)!
Per partecipare avete tempo fino al 15 Aprile, e il tema è: "Un libro ambientato in un piccolo comune italiano (no province!)" l'importante è che il libro sia Made in Italy.
Il post di riferimento è QUESTO.





Cosa ne pensate di questi libri?
Avete preso anche voi la monografia di Jane Austen?
Se avete un bimbo, vi consiglio i libri che sto leggendo anch'io al mio cucciolo d'uomo:


sabato 28 aprile 2018

5 Cose Che... #92: 5 Scrittrici che ammiro come donne

Carissimi astronauti,
con un giorno di ritardo pubblico per la rubrica ideata dal blog Twins Book Lovers!
Per chi ancora non lo sapesse, l'iniziativa si svolge ogni venerdì, e ogni volta si tratta un argomento diverso; dai libri ai fumetti, dai telefilm ai film, talvolta
anche canzoni e locations!
Vi ricordo che la partecipazione è libera e aperta a tutti; basta iscriversi QUI.



5 Scrittrici che ammiro come donne

Sarà facile elencare le mie fab 5!


1. Anne Frank


La cito spesso in questa rubrica perché il suo diario è uno dei miei libri preferiti, una lettura che mi è rimasta nel cuore fin da ragazzina non solo per la storia tragicamente reale, ma perché mi rivedevo in lei, nei suoi sogni e nel suo modo d'essere. Penso però che fosse infinitamente più saggia di me alla sua stessa età, e l'ho sempre ammirata perché in una situazione come quella, lei non ha lasciato che la sua anima si macchiasse di rabbia nè di disperazione; sempre positiva e speranzosa, è tuttora capace di trasmettere dei preziosi messaggi di portata universale.


2. Jane Austen


Credo che sarà citata da molte blogger, oggi ;) Jane Austen e il suo occhio critico nel raccontare la borghesia inglese è stata forse una delle prime coraggiose donne a esprimere (con eleganza e intelligente ironia) quello che era il suo vero pensiero sulla società attraverso la scrittura. Un'autrice che ha dimostrato, grazie alle sue eroine, che la donna non è un individuo superficiale a cui stanno a cuore solo la propria bellezza e la cura della casa e del marito; una donna è molto, molto di più!


3. Virginia Woolf


A differenza della Austen, della Woolf ho letto solamente un libro, il saggio "Una stanza tutta per sé" ed è bastato quel piccolo libricino a farmela ammirare; data la passione comune per la scrittura mi sono ritrovata nelle sue parole, dove vi ho trovato anche la voglia d'indipendenza e l'emancipazione femminile, un tema a me caro.


4. J.K. Rowling


Come non si può ammirare una donna squattrinata che dallo scrivere i suoi romanzi in un pub è diventata autrice best seller di un classico dei nostri tempi? E' la storia di rivalsa che ognuno di noi vorrebbe vivere, specie se sei un autore! ^^ Ammiro la sua tenacia, il suo coraggio, perché pur avendo visto il suo lavoro respinto innumerevoli volte, lei ha continuato a crederci e il suo sogno si è realizzato. Ci sono poi altri motivi per cui ammirarla, tipo il fatto che abbia fondato la Lumus per aiutare gli orfani oltre alla beneficienza varia. Ottimo esempio!


5. Elena Balsamo

foto dal blog Il Bambino Naturale

Ho conosciuto quest'autrice durante la gravidanza, a partire dal libro "Sono qui con te", e sono subito rimasta incantata dalla sua dolcissima filosofia di vita per quanto riguarda l'approccio con i piccoli. E' diventata uno dei miei punti di riferimento sull'accudimento del mio cucciolo d'uomo, anche perché tutte le sue spiegazioni sono accompagnate da studi scientifici. E' una pediatra informata a tutto tondo; come vorrei incontrarla un giorno! Nel frattempo, penso proprio che leggerò tutti suoi libri ^^




Cosa ne pensate delle mie 5 scelte?
Sono sicura che ne avremo qualcuna in comune ;)
Fatemi sapere nei commenti le vostre opinioni in proposito e le vostre 5 scelte; se poi siete tra i blog partecipanti all'iniziativa, passo volentieri a curiosare! ;)


Nel gruppo di discussione Facebook "Blogger: 5 Cose Che " decidiamo di volta in volta gli argomenti da trattare.
Il calendario di Maggio è in via di definizione; partecipate al gruppo FB per sceglierlo insieme!






venerdì 25 agosto 2017

5 Cose Che... #72: 5 libri rosa che mi piacciono di più

Carissimi astronauti,
eccoci a un nuovo appuntamento con la rubrica ideata dal blog Twins Book Lovers.
L'iniziativa si svolge ogni venerdì, e ogni volta si tratta un argomento diverso; dai libri ai fumetti, dai telefilm ai film, talvolta anche canzoni e locations!
Vi ricordo che la partecipazione è libera e aperta a tutti; basta iscriversi QUI.





5 libri rosa che mi piacciono di più
Non amo il rosa, di conseguenza pensavo di non partecipare, oggi...
Poi mi sono venuti in mente dei classici e, un tempo, le storie d'amore le leggevo eccome!
Alla fine ho trovato i miei 5 libri senza alcuno sforzo; che prevenuta che sono!


1. "Jane Eyre" di Charlotte Brontë


Cito "Jane Eyre" spesso, e oggi non poteva essere da meno. Uno dei miei romanzi preferiti da sempre e per sempre; non mi stancherò mai di leggerlo o di vedere tutte le trasposizioni possibili. Jane Eyre è per me un'eroina, un esempio, in più c'è quell'alone di mistero che avvolge il signor Rochester che rende la lettura avvincente e intrigante... quel colpo di scena è tuttora potente!

Sinossi: Dopo un'infanzia difficile, di povertà e di privazioni, la giovane Jane trova la via del riscatto: si procura un lavoro come istitutrice presso la casa di un ricco gentiluomo, il signor Rochester. I due iniziano a conoscersi, si parlano, si confrontano e imparano a rispettarsi. Dal rispetto nasce l'amore e la possibilità per Jane di una vita serena. Ma proprio quando un futuro meraviglioso appare vicino, viene alla luce una terribile verità, quasi a dimostrare che Jane non può essere felice, non può avere l'amore, non può sfuggire al suo destino. Rochester sembra celare un tremendo segreto: una presenza minacciosa si aggira infatti nelle soffitte del suo tetro palazzo.


2. "Cime Tempestose" di Emily Brontë


Altro libro che cito spesso, e che per me è stata una vera e propria rivelazione: non avrei mai immaginato che si trattasse di una storia così tormentata e che avesse dei personaggi maledetti e dannati! Sono entrata nel vortice delle loro emozioni e ho trovato struggente quel loro pazzo, insano amore. Queste sono le storie che mi piacciono! Niente di facile o scontato: amo il modo in cui Heatcliff e Catherine complicano le cose, e come ogni loro atto sia privo di ragione, e piuttosto mosso da torbide passioni selvagge. Un'altro dei miei libri preferiti in assoluto: meraviglioso!
Ma si può considerare un rosa un romanzo così dark e gotico?

Sinossi: Unico romanzo di Emily Brontë, pubblicato nel 1847, "Cime tempestose" narra la passione di Heathcliff, trovatello orgoglioso e ribelle, per Catherine, legata a lui da un sentimento che non le dà pace neppure dopo il matrimonio con il ricco Edgar Linton. Attorno a questo nucleo centrale si costruisce un romanzo d'amore che via via si rivela una tormentata vicenda di vendetta. Le deserte e ventose lande dello Yorkshire, le sue brughiere aspre e selvagge sono l'indimenticabile sfondo di una storia in cui si fondono le suggestioni delle grandi tragedie shakespeariane e il clima romantico ottocentesco. Nella temperie di esasperata sensibilità tipica del Romanticismo, "Cime tempestose" si segnala per la finezza del disegno psicologico e per un senso di commossa interiorità che sembra precorrere alcune tra le più mature conquiste del romanzo inglese del primo Novecento come i capolavori di Joyce e Virginia Woolf.


3. "Le Pagine della nostra vita" di Nicholas Sparks


Il mio romanzo preferito tra tutti quelli di Nicholas Sparks, letto nel mio periodo post-adolescenziale in cui facevo incetta di ogni titolo che usciva sotto il nome di questo autore! Una storia d'amore romantica messa alla prova da una difficoltà che lo rende intenso e struggente. 
Penso davvero che non ci sia libro più romantico di questo... e strappalacrime!

Sinossi: North Carolina, 1946: il giovane Noah, tornato nel paese natale dopo la guerra, realizza il sogno - coltivato da tempo - di abitare nella grande casa vicino al fiume, da lui riportata all'antico splendore. Alla perfezione del quadro manca però Allie, una seducente ragazza incontrata anni prima, amata disperatamente nel breve spazio di un'estate e mai più ritrovata. Invece, un giorno lei ricompare, per vederlo un'ultima volta prima di sposarsi... Ma il destino ha deciso altrimenti, scrivendo per loro una storia diversa...


4. "Ragione e sentimento" di Jane Austen


Ora che ho letto anche "Orgoglio e pregiudizio", confermo che è "Ragione e sentimento" il mio libro preferito della Austen! Mi è piaciuto soprattutto perché definisce le personalità opposte delle due sorelle, che solo alla fine (a seguito degli eventi amorosi) diventano più equilibrate. Marianne è amore ingenuo e puro, Elinor è logica e fredda: un bel confronto amoroso!

Sinossi: Elinor e Marianne sono due sorelle legate da un fortissimo affetto, ma dalle personalità profondamente distanti: la diciannovenne Elinor, riflessiva e razionale, osserva con estrema preoccupazione l'indole romantica, impulsiva e sognatrice della sorella minore. Quando il padre muore lasciandole in una condizione di estrema precarietà economica, la madre teme per il futuro delle proprie figlie. Finché un giorno nella loro vita appartata irrompe l'affascinante Willoughby: colto, galante, impetuoso, non può che rubare il cuore della giovane Marianne. Ma anche la passione più ardente è destinata a scontrarsi con la spietatezza della realtà. L'eterno conflitto tra cuore e ragione in un capolavoro che ha fatto riflettere e sognare generazioni di lettrici.


5. "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen


Nonstante l'affermazione di qui sopra, inserisco anche "Orgoglio e pregiudizio" tra i libri rosa che mi sono piaciuti di più! Lizzy ha un bel caratterino e ha una visione indipendente e moderna di quelli che devono essere i rapporti di coppia. Come nel romanzo precedentemente citato, anche in quest'opera di Jane Austen i personaggi sono etichettati tra chi impersonifica l'orgoglio e chi impersonifica il pregiudizio, tuttavia non è una distinzione così netta, e spesso i ruoli sono intercambiabili!
L'amore, quello vero, però, è capace di andare oltre all'orgoglio, e anche al pregiudizio...

Sinossi: Elizabeth Bennet è carina, brillante, una perfetta ragazza da marito. Ma, a differenza delle sorelle e in barba ai consigli della madre, non smania per darsi in sposa al primo pretendente. Ha un sogno: vuole innamorarsi e una vera eresia per i suoi tempi - sposare l'uomo che ama. Non sembra cosa facile, ma quando si presenta alla porta di casa Bennet un nuovo interessante vicino, il giovane Mr Darcy, il più appare fatto. Lui è bello, intelligente, pieno di fascino, eppure le cose tra i due non riescono a ingranare e tra fraintendimenti, pettegolezzi, reciproche incomprensioni sembra proprio che Lizzy e Darcy non vogliano rassegnarsi ad ammettere quello che i loro cuori hanno già perfettamente capito.




Pur non essendo il mio genere, come vedete ci sono delle eccezioni, e alcuni di questi romanzi sono i miei libri preferiti!

Cosa ne pensate delle mie scelte?
E voi, quali sono i libri rosa che vi piacciono di più?
Lasciate nei commenti le vostre opinioni in proposito e le vostre eventuali 5 scelte; se poi siete tra i blog partecipanti all'iniziativa, passo volentieri a curiosare! ;)

Nel gruppo di discussione Facebook "Blogger: 5 Cose Che " stiamo decidendo gli argomenti di settembre; partecipate al gruppo per esprimere la vostra scelta!










martedì 24 gennaio 2017

Leggi Universali: Estratti da "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen

Carissimi astronauti,
l'ultima volta che ho aperto questa rubrica è stato a marzo dell'anno scorso! :O
Ovvio che nel frattempo abbia letto diversi libri, solo che non avevo più trovato qualche testo che potesse rientrare in questa rubrica; con "Leggi Universali" infatti, non si tratta di semplici estratti...


Rubrica dedicata agli estratti
Letture significative che vanno oltre la letteratura d'evasione

Nei prossimi giorni, invece, aprirò questa rubrica un'altra volta... ma oggi mi dedico a Jane Austen e a quello che è considerato uno dei suoi migliori romanzi: "Orgoglio e Pregiudizio"!




Il primo estratto riguarda uno dei concetti chiave del romanzo: l'orgoglio! Leggete un po' qua:




«L’orgoglio», osservò Mary che teneva a dimostrare la profondità dei suoi pensieri, «è un difetto assai comune. Da tutto quello che ho letto, sono convinta che è assai frequente; che la natura umana vi è facilmente incline e che sono pochi quelli tra noi che non provano un certo compiacimento a proposito di qualche qualità — reale o immaginaria — che suppongono di possedere. Vanità e
orgoglio sono ben diversi tra loro, anche se queste due parole vengono spesso usate
nello stesso senso. Una persona può essere orgogliosa senza essere vanitosa.
L’orgoglio si riferisce soprattutto a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi».



Quest'altra perla di saggezza è invece dell'amica di Elizabeth, Charlotte; avrei dovuto leggere una cosa del genere in età adolescienziale, così avrei capito come funzionavano le cose! Anche in amore occorrono tattiche e il mio carattere assomiglia fin troppo a quello di Jane.





[...] per Elizabeth non era meno evidente che anche Jane si abbandonava a quella simpatia che aveva provato per lui fin dal primo momento, simpatia che era già sulla buona strada per diventare un vero e proprio amore. Vedeva anche, e se ne compiaceva, che nessun altro poteva accorgersi di questo, perché Jane univa a una grande profondità di sentire un temperamento così calmo e una così uniforme serenità di contegno, che la salvaguardava da ogni commento maligno. Ne parlò con la sua amica, Miss Lucas.
«Forse, può essere comodo riuscire a non tradirsi davanti alla gente», rispose Charlotte. «Ma essere troppo prudenti può costituire anche uno svantaggio. Se una donna nasconde i suoi sentimenti con tanta cura anche all’oggetto amato, può perdere l’occasione di conquistarlo, e in questo caso sarebbe una ben magra consolazione pensare che nessuno ne ha saputo mai nulla. Vi è tanta parte di gratitudine e addirittura di vanità in quasi tutti i sentimenti, che è più prudente saper far vibrare tutte queste corde all’unisono. Ognuno di noi s’innamora spontaneamente, ma sono ben
poche le persone dal cuore tanto generoso da amare senza essere incoraggiate. In
nove casi su dieci, a una donna conviene mostrare ancora più affetto di quello che
prova. A Bingley tua sorella piace di sicuro, ma, se non lo incoraggia, questo
sentimento rischia di rimanere una pura e semplice simpatia».




Un altro dialogo interessante è quello che intercorre tra Elizabeth e Mr. Darcy a proposito del ruolo della donna nella società inglese dell'800. Rilevante il punto di vista della Austen espresso attraverso le acute parole di Lizzie: queste considerazioni sono i primi passi verso l'emancipazione femminile!




«La tua lista delle abilità femminili», disse Darcy, «è anche troppo esatta purtroppo. Si usa la parola “colta” per definire una signorina che spesso sa soltanto ricoprire un paravento o ricamare una borsa. Tuttavia non sono affatto d’accordo con te nell’ affermare che tutte le donne in genere meritino i tuoi complimenti. Nell’intera cerchia delle mie conoscenze non saprei trovarne più di una mezza dozzina che siano veramente colte».
«Nemmeno io», confermò Miss Bingley.
«È segno che vi fate un’idea molto alta di come dovrebbe essere una donna», disse Elizabeth.
«Sì, secondo me, una donna deve possedere molte qualità».
«Oh, certo!», esclamò la sua vivace interlocutrice, «nessuna donna può essere considerata veramente colta se non sorpassa di gran lunga la misura comune. Una donna deve possedere una conoscenza profonda della musica, del canto, del disegno e della danza, conoscere le lingue moderne, e, oltre a questo, deve avere nel suo aspetto e nel suo modo di muoversi, nella sua voce e nella sua maniera di parlare, qualcosa che la distingua veramente».
«Non solo», continuò Darcy, «ma deve aggiungere a tutto questo qualcosa di ancor più importante: sapere coltivare la sua mente con delle profonde letture».
«Non c’è da meravigliarsi se conoscete soltanto sei donne di questo genere; è già strano che ne conosciate una».
«Siete così severa verso il vostro sesso?»
«Io non ho mai incontrato una donna simile. Mai ho visto tanta cultura, gusto,
applicazione ed eleganza, come quelle da voi descritte, riunite in una persona sola».



Per finire, vi lascio alle considerazioni sull'amore verso la fine del libro: non ho mai trovato delle definizioni così precise come in questo romanzo. Esistono, in effetti, diversi sistemi per innamorarsi, così come altrettanto numerosi sono i modi in cui si può esprimere quest'emozione. La considerazione mossa nei confronti di Elizabeth, pur se razionale e lucida, è comunque romantica ai miei occhi...




[...]
Né si può biasimare il cambiamento dei sentimenti di Elizabeth, se stima e gratitudine possono essere le basi per un affetto. Ma se si vuole ritenere che il vero amore è quello che nasce a prima vista e prima ancora che si siano scambiate due parole con l’oggetto amato, allora nulla può essere detto in difesa di Elizabeth, se non che, avendo provato questo metodo con la sua inclinazione per Wickham, così
mal riuscita, era naturale che fosse ora portata a tentare un’altra forma di affetto,
anche se meno romantica. Ma qualunque ne fosse la ragione, Elizabeth
vide con rimpianto Darcy allontanarsi.






Cosa ne pensate, carissimi?
Qual'è il vostro passo preferito?
Pensate anche voi che tra questi concetti siano racchiuse delle leggi universali?
Ora tocca a voi esprimervi! ;)






lunedì 16 gennaio 2017

Recensione: "Orgoglio e Pregiudizio. Edizione Integrale" di Jane Austen (Newton Compton Editori)

Carissimi astronauti,
le mie Reading Challenge del 2016 si sono concluse con questa lettura di dicembre portata a termine per la sfida del blog Le Parole Segrete di Gaia. Per l'ultimo mese dell'anno era richiesta la lettura di un classico con meno di 300 pagine, ma devo dire che sono rimasta "fregata" da questa edizione!

Il libro in questione sarebbe ancora più lungo se non fosse stato scritto con dei caratteri così piccoli e avesse presentato i capitoli in nuove pagine, anziché tutto di seguito a sfruttare lo stesso spazio. Ciò non toglie che sia stata una lettura bellissima, e anzi, almeno la mole del libro non mi ha scoraggiato dall'intraprendere quest'impresa! Per cui, ecco a voi la mia recensione.




Titolo: Orgoglio e Pregiudizio. Edizione integrale
Autrice: Jane Austen
Editore: Newton Compton Editori
Collana: Alphabet n.1
Genere: Classici moderni
Data di uscita: 1 settembre 2016
Pagine: 256
Formato: cartaceo ed ebook
ISBN: 9788854195516
Prezzo: € 4,90 cartaceo / € 1,99 ebook
Link per l'acquisto: amazon


Sinossi:
Pride and Prejudice è certamente l’opera più popolare e più famosa di Jane Austen, vero e proprio long-seller, ineccepibile per l’equilibrio della struttura narrativa e lo stile terso e smagliante, ed emblematica della «cristallina precisione» austeniana. Attraverso la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, lo sguardo acuto della scrittrice, sorretto da un’ironia spietata e sottile, annota e analizza con suprema grazia fatti, incidenti, parole di un microcosmo popolato da struggenti personaggi femminili, sospesi tra l’ipocrisia della società inglese dell'epoca e la voglia di un amore romantico e senza compromessi.


Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati

Ora ho capito perché questo libro è spesso nominato dalle book blogger: Elizabeth Bennet è un personaggio feminile da cui prendere esempio (nonostante il pregiudizio iniziale) e la sua storia d'amore è una delle più belle che abbia mai letto; non si tratta di un amore passionale o tormentato, ma di un amore che ha del sensato, del reale, perché matura col tempo, coi gesti dei protagonisti. Il sentimento che provano Elizabeth e Mr. Darcy è al tempo stesso razionale e spontaneo, ed è proprio per questo che trovo la storia molto più originale dei tanti romance in circolazione oggi che si limitano alla bellezza esteriore, alla ricchezza dell'uomo, e alla donna quasi sempre succube (accidenti a E.L. James che con le sue "Cinquanta sfumature" ha traviato la mente di autrici e lettrici!); "Orgoglio e pregiudizio" è comunque la rivincita della protagonista insignificante, perché Elizabeth non sarà una gran bellezza ma è arguta e intelligente, ed è così, con le argomentazioni, con il saper tener testa a lui, che si differenzia dalle altre e fa breccia nel duro cuore di Mr. Darcy (duro, poi, solo all'apparenza). Elizabeth ha di contro anche la posizione sociale, così inferiore che non la si dovrebbe neanche paragonare perché Mr. Darcy non è solo ricco ma gode di una posizione di prestigio. Insomma, è la favola che tutte le ragazze/donne vorrebbero e dovrebbero leggere, perché Elizabeth ha una dignità, ma contemporaneamente ha il dono dell'umiltà che le permette di mettere in gioco le sue convinzioni, ricredersi e pentirsi se si è sbagliata. E' un personaggio dai visibili difetti, ma la stessa cosa si può affermare per Mr. Darcy; a entrambi spetta una bella lezione.
I due, infatti, sono la personificazione del titolo del romanzo: "pregiudizio" lei, "orgoglio" lui. Ma a tratti s'invertono i ruoli.

Definirlo "romance" è riduttivo: "Orgoglio e Pregiudizio" è anche una storia di formazione, e soprattutto, un romanzo sociale.
Nell'800, la preoccupazione principale di una donna era trovare marito, meglio se un buon partito in grado di garantire una certa rendita annuale; la madre di Elizabeth è ossessionata in tal senso, ed è l'incarnazione della superficialità perché giudica le persone in base a possedimenti e ricchezze; non le importa della felicità (o del buon nome) delle figlie, l'importante è che si sistemino con uomini ricchi, e prima delle figlie dei vicini! E' un personaggio esagerato, egoista e insopportabile, ma d'altra parte è con lei che la Austen sfoga il suo sense of humor.

I personaggi di "Orgoglio e Pregiudizio" sono tutti memorabili e ben distinguibili gli uni dagli altri: oltre a Elizabeth e a Mr. Darcy mi ha colpito l'ingenua e limpida sorella Jane (mi ha ricordato Marianne di "Ragione e Sentimento", altra opera della Austen), la migliore amica della protagonista, Charlotte (furba la ragazza! Mi è comunque piaciuta perché mostra come le persone si possono rivelare, perché alla fine non si conosce mai nessuno fino in fondo), quel "fenomeno" - la Austen mi ha contagiato col suo humor - di Mr. Collins (dapprima incorreggibile, cambia obiettivo come fosse niente), l'altezzosa Lady Catherine de Bourgh (ho adorato come le risponde Lizzy alla fine!) e Mr. Wickham per cui non basterebbe una definizione, tanto lo disprezzo. Ci sono poi le sorelle minori di Lizzy, ma tra tutte è Lydia quella che mi è rimasta impressa: assume, più o meno consapevolmente, il ruolo di "cattiva ragazza"; crede d'essere furba mentre non si accorge di essere la più sciocca. Ho provato compassione per lei, ma in fondo anche l'autrice sembra volerlo dire: ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e avere ciò che merita. Per la sua vicenda sono rimasta davvero colpita perché, d'improvviso, il romanzo si tinge di mistero con tanto di indagini!

Dunque non solo balli e ricevimenti; spesso mi è stato difficile smettere di leggere appunto perché la storia è avvincente e intrigante, mai noiosa e anzi, è ricca di sorprese.
Ho letto su internet alcune critiche riguardo quest'edizione (forse in ebook) perché accusata di errori ortografici e traduzione non curata, ma per quanto mi riguarda non ho trovato alcuna difficoltà durante la lettura che è stata sempre scorrevole e piacevole a parte qualche fastidioso errore di battitura come una sequenza di asterischi apparsa tre/quattro volte (***) e una formattazione sfuggita di mano nelle ultime pagine che mi ha fatto addirittura urlare mentre leggevo. Fate conto che mentre leggete un importante dialogo vi trovate simboli e parentesi che non c'entrano nulla: distolgono dalla magia che si era creata!
La copertina di quest'edizione è adorabile e l'ho fotografata più volte per postarla nei miei profili social, ma a dispetto della bellissima "confezione", un altro neo sono i caratteri di stampa, un po' troppo piccoli per la mia vista. Apprezzo comunque l'edizione pocket e il risparmio della carta a favore di capitoli che, piuttosto che essere riportati in nuove pagine, si presentano tutti di seguito.
Ho deciso di non tenere conto di difetti sopracitati perché non mi hanno disturbato così tanto come ha scritto qualcuno, inoltre la prosa della Austen non è mai prolissa ed ha uno stile che rende le sue opere accessibili a tutti.
Penso che quello di "Orgoglio e Pregiudizio" sia uno dei migliori incipit in assoluto:



È cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un vistoso patrimonio manchi soltanto una moglie.
Questa verità è così radicata nella mene della maggior parte delle
famiglie che, quando un giovane scapolo viene a far parte del
vicinato - prima ancora di avere il più lontano sentore di quelli
che possono essere i suoi sentimenti in proposito - è subito
considerato come legittima proprietà di una o dell'altra delle loro figlie.










Tra equivoci, inganni e il tentativo (riuscito) di spiegare un sentimento così versatile come l'amore (che può essere fulmineo o lontano, passionale o razionale...) in quest'opera ho ritrovato alcuni elementi di "Ragione e Sentmento"; anche le sorelle Bennet hanno un po' di Elinor e Marianne. Ho amato la mia precedente lettura di Jane Austen, ma devo riconoscere che "Orgoglio e Pregiudizio" ha qualcosa in più, probabilmente perché pregiudizio e orgoglio sono sentimenti più nascosti e difficili da mostrare e spiegare.
Anche in questo caso, però, la Austen ha fatto centro.


Il voto di Universi Incantati:








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